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CHAMPIONS LEAGUE: Troppo Messi, il Napoli cede al Barcellona

Il Napoli non approderà alle Final Eight di Lisbona. La squadra di Gattuso viene sconfitta, al Camp Nou, per 3-1 per mano di un Barcellona tutt’altro che imbattibile e per mano di un Lionel Messi capace di sbaragliare tutta la difesa partenopea da solo e senza particolari problemi.

Il numero 10 argentino ha dato sfoggio della sua classe con una prestazione altisonante, specie nel primo tempo, e con un gol da autore che solo un alieno come lui è capace di realizzare. Eppure la prestazione del fuoriclasse blaugrana non può essere un’alibi per un Napoli che ha, complessivamente, giocato una partita ben corretta ed ordinata, ma ha totalmente regalato un tempo agli avversari.

Tra timore e svarioni difensivi, il Barcellona dopo 45 minuti aveva già chiuso la pratica qualificazione. Il quartetto difensivo azzurro non si salva da una prestazione al di sotto della sufficienza, specie Kalidou Koulibaly, in netta balia delle funamboliche giocate di Messi e compagni. Lenglet sigla l’1-0, forse viziato da un precedente fallo su Demme, ma salta praticamente indisturbato mentre il Napoli guarda; Messi segna un gol cadendo a terra praticamente due volte e poi si procura un calcio di rigore a causa di una follia di Koulibaly che poteva costargli anche un mancato cartellino.

Non è da meno il Barca che regala al Napoli il rigore della speranza, poi trasformato da Insigne. Nel secondo tempo la musica cambia e il Napoli prende in mano le redini del gioco senza però trovare la concretezza giusta. Insigne crea e inventa, ma l’assenza di una punta centrale sembra pesare sulla prestazione degli azzurri. La squadra di Setien difende molto alta e, infatti, appena entrato Milik hanno dovuto abbassare di molto il baricentro con il polacco autore anche di una bellissima rete di testa annullata per fuorigioco.

Il Napoli esce nonostante una buona prestazione. Ma esce anche con tanto rammarico. Il rammarico di non aver sfruttato le occasioni; di aver regalato un tempo; di non aver sfruttato, nel doppio confronto, il fatto che mai come quest’anno il Barcellona sembrava battibile.

Ora ci saranno le Final Eight; e a difendere l’onore italiano, ci sarà solo l’Atalanta… un bilancio pressoché povero.

CHAMPIONS LEAGUE, Ronaldo non basta, la Juve è fuori

La notte delle stelle condanna la Juventus.

Dopo 5 mesi dal primo atto degli ottavi di finale di Champions League, l’Allianz Stadium di Torino ha ospitato il secondo confronto tra la squadra di Maurizio Sarri ed i francesi del Lione.

Non basta una prestazione superba di Cristiano Ronaldo, condita dalla realizzazione di un rigore e da una sassata dai venticinque metri che non ha dato speranze al portiere avversario, la Juventus, nonostante la vittoria per 2-1, si ritrova fuori dalla Final Eight di Lisbona in virtù dei gol subiti fuori casa.

Un fallimento bruciante e inspiegabile per la società bianconera, capace di farsi eliminare da una compagine ben più che modesta e capace di non riuscire mai ad imporre il suo gioco nel doppio confronto.

Escludendo Ronaldo i bianconeri sono lodevoli di menzione solo per il cuore e la grinta messa nei novanta minuti, ma la motivazione da sola non può portare lontano. Ancora una volta la squadra di Sarri pecca di concretezza e di idee di gioco. Tatticamente la Juventus di ieri è stata molto disordinata, spesso anche spaesata, senza riuscire a trovare il guizzo tale da poter imbastire un’azione offensiva.

Il Lione si è difeso con ordine, ma i bianconeri non hanno mai fatto vedere di essere talmente superiori da meritarsi la qualificazione. Gara pesantemente decisa dall’arbitro Zwayer che si rende protagonista fischiando due rigore totalmente inesistenti.

Il primo permette alla squadra di Rudi Garcia di passare in vantaggio con Depay, il secondo porta il pareggio di CR7. Non c’è nemmeno da discutere su eventuali moviole; entrambi i rigori sono inventati e assurdi, con la sola differenza che quello del Lione pesa due volte tanto perchè ha permesso a “Les Gones” di realizzare il gol fuori casa. Anche la gestione di falli e cartellini lascia perplessi tutti coloro che hanno visto la partita.

Nonostante gli alibi la Juventus ha meritato di non presenziare alle finali di Lisbona. I torinesi sono in evidente difficoltà fisica e mentale e, la squadra vista ieri, non lascia dubbi che anche qualificandosi non avrebbe fatto molta strada. Si può dire, senza mezzi termini, che la stagione della Juventus si conclude in fallimento. Il campionato vinto non deve essere uno specchio per le allodole, la Juventus doveva affermarsi in campo europeo e non ci è riuscita. Inutile che Bonucci dica: “il nostro obiettivo è il campionato”; Inutile che Sarri dica: “abbiamo fatto una grande partita”; la verità è che la Juventus ha fallito il suo obiettivo stagionale e che ha permesso alla settima classificata del campionato francese di eliminarla.

Non si può e non si deve sminuire la vittoria di un campionato, ma questa stagione, fallimentare, è un campanello d’allarme. La Juventus non è più imbattibile, ha tanti reparti da dover migliorare, poche riserve sane; non ha un gioco. La società dovrà essere brava a cogliere i campanelli d’allarme e ritrasformarli in vantaggi e motivazione. Intanto il Lione si gode la Final Eight contro il Manchester City, mentre la Juve esce, a testa bassa, con tutte insufficienze, includendo società e allenatore; con Sarri messo in discussione e con il solo, unico, rammarico di non aver sfruttato l’inestimabile talento dell’alieno con la maglia numero 7.

L’unico davvero intenzionato a vincere.

Josip Ilicic: quando il calcio non basta

Era il 10 marzo 2020 quando l’Atalanta piegava in maniera perentoria le speranze di qualificazione del Valencia. Un 4-3 rocambolesco, figlio della solita prestazione altisonante dei giocatori bergamaschi e, in particolar modo, di Josip Ilicic.

Il campione sloveno timbra il cartellino per 4 volte e manda l’Atalanta in paradiso con giocate di assoluta raffinatezza ed eleganza. L’Ilicic visto durante la prima parte di stagione è il prototipo del trequartista perfetto. Scatto perentorio, estro sopraffino e giocate degne dei mostri sacri del pallone.

La stagione dello sloveno è, di gran lunga, la migliore della sua carriera e, finalmente, dopo anni di incertezza sulle potenzialità del ragazzo, il mondo ha conosciuto il suo vero valore… fino ad oggi.

Il Coronavirus ha distrutto le certezze di molti uomini e, tra questi, una delle vittime è proprio Ilicic. Di lui si erano totalmente perse le tracce. La società ha “minimizzato” la situazione parlando di guai muscolari, infortuni più o meno seri e fragilità fisica. A queste versioni, inizialmente, ci abbiamo creduto un po tutti.

Sia Gasperini che i suoi compagni inquadrano il fantasista con il simpatico appellativo di “Nonno” per la sua pacatezza e per il suo lamentarsi durante gli allenamenti non appena sente anche il fastidio più leggero.

La verità però è un’altra e ben più difficile. Ilicic è rimasto in Slovenia e non ha intenzione di tornare in Italia in tempi brevi; l’Atalanta ha già fatto sapere che il suo campione non scenderà in campo per la Champions League e Gasperini ha commentato dicendo “speriamo di riaverlo almeno per la prossima stagione”. Parole che, se analizzate, possono preoccupare e possono non escludere una lungodegenza dello sloveno se non un ritiro.

Il problema, a quanto sembra, non è fisico, ma mentale. Josip sta combattendo una battaglia troppo difficile per pensare al calcio, e la battaglia è contro se stesso.

Ilicic, a detta dei suoi compagni, è sempre stato un ragazzo timido e fragile. E proprio la sua fragilità sembra essersi spezzata durante il periodo del Coronavirus. Non si può dire se sia depressione, se ci siano problemi extra-calcistici ancora non rivelati o altre cose. L’unica cosa che si sa è che il campione sloveno non è sereno con se stesso e non è sereno con ciò che lo circonda.

Non interessa sapere se i problemi siano nati dalla “fobia” derivata dal Coronavirus; da un presunto tradimento della moglie o da altro… l’unica cosa importante è sapere che anche un calciatore, arrivato a livelli inimmaginabili, è un uomo. Non importa quanto forte sei, arriverà sempre il momento in cui la vita ti mette di fronte a te stesso e in quel momento la tua possibilità è rialzarti più forte o cadere nel baratro.

A Josip Ilicic, attualmente, interessa poco del calcio e sta vivendo una situazione psicologica estremamente delicata e difficile. L’Atalanta ha già omaggiato il giocatore in campo e sta gestendo la situazione in maniera onorevole, ad esempio non parlando mai di detrazione dello stipendio nonostante mesi e mesi di assenza.

Il calcio può aspettare, Ilicic si prenda tutto il tempo che gli serve, perchè quando ne uscirà diventerà più forte e noi potremmo ammirare di nuovo quello splendido giocatore che da solo annichiliva il Mestalla nella notte delle stelle, con la superbia e il sorriso di chi sapeva, in quel momento, di essere superiore.

SERIE A, Cala il sipario! Ma ci sono già le date della prossima stagione

Un campionato così, non si era mai visto.

Cala, ufficialmente, il sipario sull’edizione 2019/2020 della Serie A e siamo sicuri che passerà alla storia come la stagione più controversa, incredibile e inaspettata della storia del campionato italiano.

Mai prima d’ora si è dovuto aspettare l’inizio di Agosto per ottenere tutti i verdetti che la classifica ha offerto; mai prima d’ora abbiamo potuto godere di un mese di calcio totale con partite praticamente ogni giorno.

L’inedito Luglio calcistico è stato una goduria per tutti, ma non bisogna dimenticare come siamo arrivati a questo punto. Il Coronavirus ha devastato la linearità di una stagione divertente e ha impedito a tutti i tifosi di godersela a pieno.

Un calcio diverso: senza cori, senza tifosi, con regole precise da rispettare… un calcio poco normale che, però, ci ha fatto divertire.

L’ultima giornata ha premiato il Genoa come ultima squadra onorevole di salvarsi, mentre il Lecce ha dovuto seguire Spal e Brescia nel burrone della zona retrocessione. Immobile conclude a 36 gol e una scarpa d’oro che riempie d’orgoglio il movimento calcistico tricolore. La Juventus ha alzato la Coppa con una premiazione “nuova” e malinconica vista l’assenza dei tifosi, ma nemmeno il tempo di tirare le somme che già si ripartirà.

Il consiglio di Lega ha, infatti, deciso le date della stagione 2020/2021. La prima giornata di campionato è fissata per il 19 settembre 2020. Si giocherà anche il 3 gennaio, dove quest’anno era disposta la pausa natalizia; mentre l’ultima giornata sarà il 23 maggio. Anche questa sarà una stagione abbastanza concentrata a livello di partite e date, ciò per permettere alla nazionale di potersi preparare per l’Europeo.

Proprio la Nazionale darà il via al nuovo “anno calcistico” con la Nations League contro Bosnia e Olanda, il 4 e 7 settembre. Per quanto riguarda il calciomercato, l’1 settembre inizieranno ufficialmente le trattative mentre il 5 ottobre è attesa la chiusura.

Cala il sipario sulla Serie A, ma siamo già pronti per ripartire.

F1, Hamilton vince a Silverstone con tre ruote!

Una vittoria tanto rocambolesca quanto meritata.

La quarta tappa del mondiale di F1, in scena in Gran Bretagna a Silverstone, ci ha regalato una delle immagini più iconiche di quest’anno per quanto riguarda il motorsport.

Lewis Hamilton vince, anzi, stravince, il Gran Premio Britannico arrivando al traguardo con tre ruote integre ed una completamente distrutta. Troppo era il vantaggio accumulato nei giri precedenti per poter pensare di perdere la gara nonostante l’inconveniente.

Il Britannico non commette errori e compie un giro senza l’anteriore sinistra arrivando a traguardo e portandosi a casa i 25 punti e l’ennesimo trofeo targato Mercedes.

La vettura motorizzata Mercedes è assolutamente dominante. Lo dimostrano gli 88 punti già accumulati dal sei volte campione del mondo e lo dimostra il fatto che, prima degli ultimi giri, “The Hammer” e Bottas avevano seminato gli avversari con un distacco di quasi 40 secondi.

Hamilton non sbaglia nulla e vince; Bottas avrebbe meritato di competere per la vittoria ma l’alettone anteriore della sua W11 cede costringendolo al ritiro. Verstappen in Red Bull, si prende una seconda posizione tutto sommato importante; completa il podio il ferrarista Leclerc autore di una gara imponente.

Nonostante i soliti ed evidenti problemi della Rossa, Charles guida con grande destrezza e l’ultimo gradino del podio è un premio ben che meritato. Secondo il Monegasco si sono evidenziati dei netti miglioramenti sulla guidabilità, cosa che Seb Vettel non può dire. La sua SF1000 ha avuto problemi per tutto il weekend e deve accontentarsi di un decimo posto preso in extremis.

La gara, per 50 giri, aveva già preso una linea ben definita (e ben prevedibile) ma a mescolare le carte in tavola sono state le gomme e l’elevatissima usura subita da tutte le vetture. A farne le spese anche Carlos Sainz che ha forato.

Grandissima gara di Ricciardo con la Renault (quarto) e altra prova di forza di Lando Norris (quinto).

Il mondiale si dimostra ancora una volta divertente… ma il destino sembra segnato.

F1, Ancora pole per Hamilton a Silverstone! Leclerc splendido ma rischia la penalità

Ancora Hammer Time durante le qualifiche del Sabato.

Lewis Hamilton continua la sua inarrestabile rincorsa verso il settimo titolo piloti piazzando una straordinaria pole position nel gran premio di casa.

A Silverstone, Gran Bretagna, le qualifiche, che hanno composto la griglia per la gara di domani, ha visto proprio Hamilton precedere per 3 decimi il compagno di squadra Bottas.

Difficile continuare a commentare una macchina come la Mercedes che, già da queste prime gare, ha dimostrato di giocare un mondiale a parte rispetto alla concorrenza.

Dietro, invece, il divertimento è stato tanto. Max Verstappen (Red Bull) chiude in terza posizione precedendo uno straordinario Charles Leclerc (Ferrari).

Il monegasco prende una seconda fila importantissima in un circuito poco affine alla “nuova” e “malandata” SF1000, ancora alla ricerca di una giusta identità. La velocità di Leclerc sembrava quasi al pari di quella della Red Bull e, nonostante un weekend difficilissimo con prove libere ricche di problemi tecnici e meccanici, la rossa sembra aver trovato una possibile soluzione per il gran premio di domani.

La macchina era e sarà completamente leggera e “scarica” di benzina in modo da aumentare l’areodinamica, anche se renderà la gestione gomme molto difficile. Eppure una spada di Damocle pende sulla testa della Rossa di Leclerc. I direttori di gara stanno giudicando un “Unsafe Release” ai danni della Racing Point di Lance Stroll che potrebbe indurre la FIA a penalizzare Charles.

Ottimo quinto posto per Norris che si piazza avanti al suo compagno di squadra Sainz (7).

Delusione per la Racing Point. La settimana della “pantera rosa” non è stata delle migliori. Sergio Perez è risultato positivo al Covid e non potrà partecipare al campionato fino a nuovo ordine ed ha costretto i vertici della Racing Point a chiamare in fretta e furia Nico Hulkemberg per sostituirlo. Il pilota tedesco ha avuto pochissimo tempo per prendere confidenza con la macchina e non è andato oltre il 13mo posto. Stroll, invece, si piazza sesto.

Un sabato nero per Sebastian Vettel. L’altra Ferrari, dopo aver passato tutto il venerdì ad ovviare riguardo un problema meccanico, non ha avuto il passo adatto. La sua SF1000 numero 5 non è mai stata in grado di competere per le posizioni nobile e si accontenta di un modesto decimo posto.

La strada per la vittoria della Mercedes, nel circuito di casa di Hamilton, sembra spianata

MILAN: Il capolavoro di Pioli. Era necessario cambiare?

Diciamolo chiaramente. Il Milan post Coronavirus è una squadra con la S maiuscola.

Ovviamente, siamo ancora ben lungi dal poter rivedere qualcosa di minimamente somigliante alle grandi corazzate rossonere del passato, eppure, ad oggi, questo Milan è tra i migliori degli ultimi 10 anni.

Dopo la sonora batosta subita, mesi fa, contro l’Atalanta, dove il diavolo ha raggiunto il punto più basso che poteva raggiungere, è scattato qualcosa nell’orgoglio dei giocatori rossoneri.

Non parliamo solo dell’arrivo di Ibrahimovic che, a 38 anni, ha dimostrato ancora una volta quanto possa essere leader nel rettangolo da gioco. In una squadra che spesso appariva spaesata, sfiduciata e senza voglia serviva un elemento ricco di carisma e voglia di vincere come lo svedese, ma c’è di più.

La vittoria di ieri, contro il Parma, ha dimostrato come il Milan stia diventando un ingranaggio perfetto. Non c’è solo Zlatan, non c’è solo Theo Hernandez, per distacco il miglior terzino che possiamo trovare in Serie A; tutti sono indispensabili partecipi delle manovre rossonere.

Forse la rivoluzione rossonera ha un solo nome e cognome: Stefano Pioli.

L’allenatore ha donato identità e motivazioni alla squadra, partendo dal valorizzare ogni singolo elemento della rosa. Pioli venne acquistato come “normalizzatore”, un traghettatore obbligato a portare il Milan in acque tranquille, ma oggi è qualcosa di più.

A Firenze, Stefano Pioli ha affrontato al meglio il periodo più difficile della storia della Fiorentina; con Lazio e Inter ha sempre rispettato gli obiettivi prefissati, salvo gli scivoloni in neroazzurro.

Pioli non è uno sprovveduto e sapeva fin dall’inizio che quella che aveva in mano, era una rosa che poteva competere contro tutti. Kessiè è diventato imprescindibile e si sta mostrando a livelli simili a quelli di quando giocava con l’Atalanta, Rebic è un punto fermo, Chalanoglu e Castillejo si sono improvvisamente riscoperti leader talentuosi della squadra.

Dopo il Covid il Milan è la seconda squadra che ha raccolto più punti e lo ha fatto nonostante gli incroci con le grandi. Ha demolito la Lazio; ha rimontato la Juventus; ha lottato e pareggiato contro il Napoli; ha annichilito la Roma. Sette risultati utili consecutivi e, attualmente, piazzamento di Europa League conquistato.

Pioli ha ridato forma al Milan, peccato che sarà tutto vano. Il Milan ha scelto Rangnick per la prossima stagione e probabilmente cambierà anche lo staff.

Ad oggi la domanda sorge spontanea… era necessario? Vedendo il Milan di Pioli all’opera, la risposta sembrerebbe tendente al no.

Paganese Calcio: Mister Tarantino Lima all’Under16

Un incarico importante per la prossima stagione 2020/2021, un ruolo strategico nella categoria under 16 sempre nel prestigioso vivaio della Paganese Calcio. È questo il prossimo futuro di Mister Salvatore Tarantino , da tre anni nella Società sportiva di Pagani dove, insieme alla passione e all’amore per il calcio, ha unito anche l’immensa gratitudine per la famiglia azzurrostellata. “Sono felicissimo di essere stato riconfermato alla Paganese in qualità di responsabile tecnico dell’Under16 – esordisce Mister Tarantino – Lima, è una gioia intensa poter continuare a contribuire alla crescita sportiva e sociale di tanti adolescenti. Per questo ringrazio la Famiglia Caiazzo che mi ha dato la possibilità di esserci”. Mister Tarantino ha poi continuato: “Ho avuto una forte determinazione, con obiettivi chiari e sacrifici che quotidianamente hanno temprato il corpo e lo spirito verso il raggiungimento degli obiettivi che mi ero preposto. Continuerò a lavorare in questo modo, garantendo la mi assidua presenza ad una Società che continua a riporre fiducia in me”. Mister Tarantino ha poi concluso: “ Ringrazio di cuore per l’incarico che mi onora e  risponderò con i risultati”.

F1 Gp Stiria: Trionfo Hamilton, baratro Ferrari

Come da copione, è Lewis Hamilton, a bordo della sua Mercedes, ad aggiudicarsi il secondo Gran Premio di F1 della stagione.

Il Red Bull Ring d’Austria premia, come una settimana fa, lo strapotere della Mercedes in una gara divertente, ma dal finale piuttosto prevedibile.

Dopo la qualifica-capolavoro di ieri il 6 volte campione del mondo domina la gara non lasciando neppure le briciole ai suoi avversari, conquistando la piazza più alta del podio. Il podio è completato dal compagno di squadra Valterri Bottas e dal pilota Red Bull, Max Verstappen.

Gara divertente soprattutto nelle zone ai piedi del podio, ma comunque utili per andare a punti. Albon prende la quarta posizione, mentre Norris (McLaren) si conferma in forma smagliante conquistando all’ultimo rettilineo la quinta posizione a discapito delle due Racing Point, autrici, comunque di una sensazionale rimonta.

C’è da migliorare in qualifica, ma la sensazione è che la “macchina rosa” possa anche competere per le zone del podio. Ricciardo, Sainz e Kviyat completano la top 10.

Dura il tempo di un rettilineo, invece, la gara delle due Ferrari. Dopo un sabato da archiviare come uno dei peggiori della storia recente del cavallino, la gara non è da meno, ma questa volta la scarsa competitività della macchina non è la causa del fallimento.

Partenza fallimentare per ambo i piloti con Vettel che si ritrova a dover proteggere l’interno in curva 3 ma, all’improvviso viene sorpreso dalla staccata di Leclerc che vola sul cordolo colpendo l’ala posteriore del tedesco e danneggiando irreversibilmente anche il fondo della propria SF1000.

Incidente frutto di una manovra ben più che ottimistica tentata dal monegasco, inviperito dal dover rimontare e infastidito dal dover difendersi dalla moltitudine di macchine da centro gruppo. Un errore, per un pilota tanto talentuoso e tanto elogiato, gravissimo e che ha coinvolto anche il compagno di squadra.

L’incidente delle due rosse è lo specchio di un periodo “nero” sotto tutti i punti di vista. La macchina non va, i piloti non nascondono la propria rivalità in pista e la situazione gestionale, dopo la vicenda Vettel, è divenuta ancora più complicata.

Il Gran Premio della Stiria viene così archiviato: con la vittoria di Hamilton e l’ennesima delusione degli uomini di Maranello.

SERIE A, Un super Milan manda la Juve a +7

La giornata di ieri potrebbe aver definito in maniera irreversibile l’economia di questo campionato. Lo snodo presentato dalla trentesima giornata di Serie A, poteva rappresentare uno dei momenti chiave per la lotta scudetto… e così è stato.

Il derby di Torino ha regalato alla Juventus nuove (e ritrovate) certezze, mentre la sfida all’Olimpico tra Lazio e Milan ha rivelato che senza il suo bomber più prolifico, Ciro Immobile, i biancocelesti fanno tantissima fatica a creare occasioni da gol.

Se la Juve ha “passeggiato”, all’Allianz Stadium, contro i cugini del Torino; la Lazio è sprofondata sotto i colpi di un grande diavolo. La Juventus si aggiudica il derby della Mole grazie ad una prestazione autorevole e una condizione fisica che appare, ogni settimana, sempre più convincente. Il solito lampo di genio e di classe di Paulo Dybala sblocca la partita con uno slalom in area di rigore che permette all’Argentino di infilare la porta di Sirigu. Il 2-0 porta la firma di Juan Cuadrado, servito da Cristiano Ronaldo trova il modo di piazzare il pallone in buca d’angolo. Il colombiano è probabilmente l’uomo partita di questa Juventus: grinta, qualità, licenza di poter “esaltarsi” facendo il doppio ruolo e grande duttilità che permette ai bianconeri di sopperire la chiara mancanza di un terzino di ruolo. La reazione del Toro arriva su rigore di Belotti (fallo di mano di De Ligt), ma la Juve non si scompone. CR7 segna la sua prima punizione “italiana” poi un’autorete di Djidji chiude definitivamente il match.

In un giorno già di festa con: derby stravinto, 648ma presenza di Buffon in Serie A (record assoluto) e i tre punti conquistati, la Juve trova nel Milan il suo miglior alleato.

Che i rossoneri siano in netta crescita è innegabile, ma, la partita di ieri, ha regalato attimi di strapotere calcistico nei confronti di una Lazio spaesata, approssimativa e poco lungi dall’essere quella grande squadra vista prima del Covid. In poche parole la squadra di Pioli ha dominato la sfida dell’Olimpico. La sola presenza di Ibrahimovic risulta oro colato per i compagni; la personalità e l’esperienza dello svedese lo raffigurano come leader indiscusso, ma non è solo questo. Il Milan di Pioli ha, finalmente, trovato un’ideologia tecnica ben precisa e molti giocatori ne hanno giovato.

Non è un caso che a sbloccare il match sia stato Hakan Calhanoglu. Il turco, dopo stagioni poco convincenti, si è rinvigorito e gioca da vero jolly. Ibra mette a segno un calcio di rigore in maniera fortuita e Rebic, altro giocatore che con Pioli sta vivendo un momento straordinario, chiude i conti. Non mancano le note di lode per molti rossoneri. Si può tranquillamente dire che Theo Hernandez sia, attualmente, il miglior terzino della Serie A. L’ex Real Madrid è una forza della natura. Il francese vive di corse fatte ad alta velocità, fisicità e grinta, sbaglia anche un gol facile, ma nel complesso glielo si può perdonare.

La Lazio di Inzaghi recrimina l’assenza di Immobile e Caicedo. Senza i due attaccanti l’allenatore biancoceleste è stato costretto a reinventare la squadra e la tattica preparata contro il Milan è risultata più che insufficiente.

Ora i destini si invertiranno. La Lazio giocherà una partita, sulla carta, agevole con il Lecce; mentre la Juventus affronterà il Milan senza gli squalificati De Ligt e Dybala.

I bianconeri hanno completato l’allungo di +7 sulla Lazio, ma ad otto partite dalla fine dovranno ancora affrontare Atalanta, Lazio… e Milan.

Si, perchè questo Milan sembra, lentamente, iniziare a carburare e iniziare a rendere onore ad una gloriosa storia. La 30ma giornata non ha assolutamente detto che il campionato sia finito, ma ha raccontato a gran voce che il Milan, finalmente, sta tornando.