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Al Jazeera, la tv del Qatar al centro delle polemiche

Dal 1996, anno del lancio delle sue trasmissioni in arabo, la tv del Qatar Al Jazeera – fondata dall’emiro Hamad bin Khalifa al-Thani – si è affermata progressivamente, in particolare dopo l’avvio delle trasmissioni in inglese nel 2006, come una fonte di notizie capace di competere con i grandi media occidentali, in particolare per quel che riguarda la copertura di Africa e Medio Oriente. E’ considerata una pioniera nel mondo arabo, introducendo un giornalismo professionale molto diverso dalle emittenti di stato della regione. Oggi Al Jazeera opera attraverso una vasta gamma di piattaforme multimediali, compresi canali tv in arabo e inglese, siti web, social media e applicazioni mobili. Questo le permette di raggiungere un vasto pubblico in tutto il mondo. I suoi giornalisti e operatori – è il caso della guerra a Gaza – si trovano spesso in contesti dove altri hanno difficoltà ad arrivare. L’emittente ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per i suoi scoop e la sua copertura di eventi internazionali. Tra le esclusive più celebri ci fu la trasmissione del video di Osama bin Laden in cui di fatto rivendicava la responsabilità degli attacchi dell’11 settembre contro gli Stati Uniti. Tuttavia è sempre stata contestata da chi la considera schierata e parziale. E’ stata anche oggetto di censure e chiusure da parte di governi che non ne gradivano l’attività, accusandola di spalleggiare forze d’opposizione. Ad esempio, il governo egiziano chiuse gli uffici di Al Jazeera nel Paese nel 2013, in seguito al colpo di Stato militare che destituì l’allora presidente Mohamed Morsi. Il Cairo l’accusò di essere vicina ai Fratelli Musulmani, organizzazione considerata terroristica dalle autorità egiziane. Nel 2017 l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti insieme ad altri Paesi arabi l’hanno accusata di sostenere gruppi estremisti e promuovere instabilità nella regione. Chiusero gli uffici di Al Jazeera sul loro territorio, chiedendo a Doha addirittura la fine delle trasmissioni. Il governo siriano ha chiuso gli uffici di Al Jazeera nel Paese per alcuni mesi durante il periodo degli scontri del 2011 e della successiva guerra civile, accusandola di sostenere l’opposizione armata. Lo stesso accadde in Libia sempre nel 2011: il governo di Muammar Gheddafi oscurò Al Jazeera accusando l’emittente di sostenere i ribelli.

Stretta di Israele sulle tv, ‘chiuderemo Al Jazeera’

Al Jazeera verrà oscurata in Israele. La Knesset ha dato il via libera ad una legge che stringe le maglie su tutte le emittenti straniere giudicate “una minaccia alla sicurezza” dello Stato ebraico, ma il bersaglio principale di questa operazione, caldeggiata da Benyamin Nethanyahu, è la rete satellitare del Qatar, da cui arriva buona parte dell’informazione sulla guerra a Gaza dal fronte palestinese. Il parlamento israeliano ha delineato il perimetro di intervento del governo, che d’ora in avanti potrà a ordinare ai “fornitori di contenuti” di cessare la trasmissione del canale, la chiusura degli uffici israeliani, la confisca delle apparecchiature e che il sito web sia messo offline. Gli ordini di chiusura avranno validità di 45 giorni ma potranno essere rinnovati per ulteriori periodi di 45 giorni. Il ministro delle comunicazioni Shlomo Karhi, che dovrà formalizzare o meno il bando di una rete straniera, subito dopo il varo della legge ha assicurato che “non ci sarà più libertà di parola in Israele per il portavoce di Hamas”. E poi è stato ancora più esplicito: “Al Jazeera chiuderà nei prossimi giorni”. A spingere in questa direzione il premier Netanyahu, che ha accusato l’emittente qatariota di essere “un organo di propaganda di Hamas e di aver partecipato attivamente al massacro del 7 ottobre”. Mentre l’esercito israeliano ha ripetutamente affermato che i giornalisti di Al Jazeera fossero “agenti terroristi”. Il canale basato a Doha (dove risiede anche il leader di Hamas Ismaïl Haniyeh) ha al contrario sempre respinto le accuse di Israele, denunciando anzi le forze armate dello Stato ebraico di prendere di mira sistematicamente i suoi reporter nella Striscia. Proprio il capo dell’ufficio di Gaza, Wael al-Dahdouh, era stato ferito da un attacco israeliano a dicembre, in cui era rimasto ucciso un suo cameraman. Il giro di vite sulle tv straniere è stato criticato dagli Stati Uniti. La Casa Bianca ha definito “profondamente preoccupante” la prospettiva di un oscuramento di Al Jazeera in Israele. “Continuiamo a supportare la libertà di stampa”, il commento del Dipartimento di Stato americano.