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Traffico di rifiuti, indagati tre funzionari Regione Campania

Sono tre i funzionari della Regione Campania, uno dei quali arrestato e messo ai domiciliari, coinvolti nell’inchiesta della Dia e dei carabinieri del Noe di Potenza su un presunto traffico di rifiuti tra Italia e Tunisia. Coordinata dalla Procura di Potenza, la polizia giudiziaria ha avuto mandato dal giudice di notificare undici misure cautelari: quattro in carcere, cinque ai domiciliari e due obblighi di dimora. Complessivamente sono sedici le persone coinvolte nell’indagine insieme con quattro società. Disposti anche il sequestro di tre società e di beni per un milione di euro agli indagati.

Una delle società coinvolte avrebbe consentito l’ingresso nell’affare di due degli imprenditori indagati, che avevano la necessità di smaltire grandi volumi di rifiuti. Questi imprenditori, viene sottolineato nell’ordinanza del giudice, “portavano in dote le conoscenze presso gli uffici della Regione Campania di un funzionario amministrativo… disponibile ad assecondare illecitamente le pratiche della società consentendo di ottenere le necessarie autorizzazioni anche a fronte di evidenti e macroscopiche irregolarità”.

Traffico rifiuti tra Italia e Tunisia, operazione Dia e Noe

Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Napoli, Salerno, Potenza, Catanzaro, il personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, stanno dando esecuzione a provvedimenti cautelari personali e reali, nell’ambito di una indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, su un traffico internazionale di rifiuti speciali tra l’Italia e la Tunisia. L’operazione vede attualmente impegnati circa 80 unità tra Carabinieri del Reparto speciale dell’Arma e personale della Direzione Investigativa Antimafia. Ulteriori dettagli dell’operazione verranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà, oggi alle 11.00, presso la Procura della Repubblica di Potenza.

Sequestrati 55 milioni a imprenditore legato a clan dei Casalesi

La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato beni per circa 55 milioni di euro a un imprenditore napoletano operante nel settore dei rifiuti e della bonifica ambientale, ritenuto vicino al clan dei Casalesi. Il decreto è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) – su richiesta del procuratore e del direttore della DIA di Napoli. Complessivamente sono state sequestrate quattro società – una ritenuta di primaria importanza nel settore dei processi e tecnologie per la salvaguardia dell’Ambiente – rispettivamente attive nel settore degli impianti di depurazione, nel settore immobiliare, nei servizi di elaborazione di consumi idrici e nella costruzione di opere pubbliche per il trasporto di fluidi, oltre che disponibilità finanziarie per un valore complessivamente stimato di circa 55 milioni di euro.