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CARINOLA (CE): SEQUESTRO DI ARMA DI PROVENIENZA FURTIVA E ALTRI CORPI DI REATO CONNESSI AL BRACCONAGGIO ED AGLI INCENDI BOSCHIVI

Militari appartenenti alle Stazioni Carabinieri Forestale di Sessa Aurunca, Roccamonfina e Vairano Patenora e del Gruppo Carabinieri Forestale di Caserta, nel corso di un controllo presso un allevamento di animali da reddito in comune di Carinola (CE), hanno rinvenuto, in quanto lasciate a vista, nella sala mungitura, una cartuccia calibro 12 carica con palla singola, cinque cartucce cariche con munizionamento spezzato, una cartuccia carica a pallettoni ed un laccio in acciaio provvisto di un anello scorsoio appositamente realizzato per la cattura illecita di fauna selvatica.

Il possesso del munizionamento caricato a palla singola, richiedendo la prescritta denuncia di possesso all’Autorità Locale di Pubblica Sicurezza in base al T.U.L.P.S., ha indotto i predetti militari a verificare in banca dati la posizione del titolare dell’allevamento che è risultato gravato da provvedimento di divieto di detenzione di armi, munizioni ed esplosivi.

Situazione illecita che ha determinato doversi procedere nell’immediatezza a perquisizione di iniziativa dei manufatti presenti, la stalla, deposito attrezzi agricoli e dell’abitazione del predetto.

La perquisizione ha dato esito positivo consentendo di rinvenire un fucile da caccia calibro 12 marca Pietro Beretta, con relativo fodero color verde, rinvenuto in una camera da letto dell’abitazione, ed allestito con torcia per essere idoneo al bracconaggio in ore notturne, risultato di provenienza furtiva.

Sono state, altresì, rinvenute altre 20 cartucce da sparo cariche calibro 12 di cui nr. 2 a palla singola, dei lacci in acciaio costruiti appositamente con anello scorsoio idonei per la cattura degli ungulati, nonché un ordigno incendiario costituito da una striscia di tessuto di “juta”, arrotolata in forma cilindrica legata con filo di plastica, provvisto di miccia.

Si è proceduto a contestare il reato di detenzione abusiva di arma comune da sparo e di ricettazione in quanto provento di delitto poiché il fucile è risultato oggetto di furto in abitazione privata denunciato dal proprietario, detenzione abusiva di munizioni cariche caricate a palla singola, fabbricazione e detenzione di ordigno incendiario con miccia utile per appiccare incendi boschivi, nonché il possesso di lacci idonei per la cattura di ungulati.

La posizione dell’allevatore è ora al vaglio della magistratura.

 

Caos procure, parla Luca Palamara: “Questo è il meccanismo nella magistratura”

A tre giorni dalla sua radiazione dalla magistratura, parla Luca Palamara. Il fulcro è come vengono distribuiti gli incarichi in magistratura, sull’opacità che caratterizza il sistema e sulla così chiamata degenerazione correntizia. E a riguardo, l’ex pubblico ministero a Reggio Calabria e Roma, ex presidente dell’Anm ed ex consigliere del Csm, è stato intervistato da stamane Simone Spetia a Radio24

– Si sente un capro espiatorio Palamara?
“Guardi, in questo momento io mi sento, più determinato a fare i ricorsi e in ogni caso a ristabilire la verità in merito a quanto accaduto sia in riferimento al fatto specifico della notte all’hotel champagne, sia in generale su quella che è stata la mia attività come esponente di una corrente e quindi anche in riferimento alla distribuzione degli incarichi. Il mio interesse è non essere il capro espiatorio e non ho intenzione di pagare io per tutti, penso sia fondamentale e nell’interesse di tutti poiché la giustizia è un bene superiore.”

– Quello che è chiaro a tutti, è che è il sistema funziona così e che lei era un pezzo se non il centro di questo sistema?
“Proprio per questo motivo, non posso ignorare le critiche che sono arrivate nel corso degli anni al sistema delle correnti e anche nella mia condotta. Nel mio comportamento direi una cosa che non risponde al vero, ero consapevole di far parte di un meccanismo e lo dico in maniera molto chiara. Mi sono sempre battuto affinché questo sistema possa cambiare, fatto sta che io quel contesto ero uno dei rappresentanti dei gruppi e necessariamente dovevo interfacciarmi con i rappresentanti degli altri gruppi.”

– Palamara, lei dice di aver sempre lottato contro questo sistema, ma da quello che apprendiamo viene fuori che lei fosse ben contento di gestire questo pezzo di potere?
“Non ho nessuna difficoltà a risponderle. Quando viene registrata una conversazione privata, il linguaggio utilizzato non è consono a quello che dovrebbe essere il comportamento di un magistrato, è un linguaggio che si sente sicuramente di una inflessione dedicata a quella che in quel momento stava realmente avvenendo, la spartizione delle nomine, perchè, tra – purtroppo, e sottolineo purtroppo – questa tipologia di accordi spesso sono il frutto di estenuanti accordi nell’ambito dei gruppi associativi, nell’ambito del rapporto con la componente laica, nell’ambito del rapporto con la politica.”

– Mi scusi Palamara, ma al di là del testo delle conversazioni, lei a questa pratica non si è sottratto. Dice ‘l’ho combattuta’, ma di fatto non si è mai realmente sottratto?
“Assolutamente, ne sono stato protagonista e questo non posso negarlo. Perchè non lo dico io, lo dicono autorevoli esponenti della magistratura progressista. Purtroppo la pratica rientrata all’interno della magistratura è una pratica diffusa e si ulteriormente sviluppata nel momento in cui nel 2007 una legge dell’ordinamento giudiziario ha introdotto il principio della prevalenza del merito sull’anzianità, determinando una corsa sfrenata all’incarico. Questo è quello che è accaduto all’interno della magistratura.”

– Una corsa sfrenata all’incarico, che immagino non muoia con lei?
“Io ovviamente sono chiamato a rispondere dei miei comportamenti, è ovvio che poi oggi si afferma ci sia un nuovo corso un cambiamento, sono uno spettatore e sono curioso di comprendere e di vedere come il cambiamento verrà realizzato.

– Palamara, quando inizierà a fare i nomi?
“Anche su questo discorso vorrei essere molto chiaro: io non ho bisogno di fare nomi, credo che in questo momento la priorità sia ricostruire come sia il reale funzionamento di questo meccanismo, perchè altrimenti diamo una rappresentazione diversa di ciò che è accaduto. Se riteniamo che il sistema delle correnti sia impregnato solo nella figura di una persona e che questa persona ha mosso a suo piacimento pedine, persone, uomini e donne, ne diamo una rappresentazione non corrispondente a quello che è realmente accaduto. Penso a questo sia molto più importante mettere sul tavolo tutte le situazione, verificarle e confrontarle, perchè come faceva riferimento lei alla registrazione del Trojan avvenuta quelle fatidica notte, ne ricaviamo solo uno spaccato, non quello che realmente stava avvenendo. Perchè a oggi troppe sono le domande rimaste in sospeso.”

– Mi sembra di capire Palamara, che questa sia una chiamata in correità di tutto il sistema?
“Credo sia giusto a oggi riflettere sul sistema, del quale ho fatto parte, rispetto al quale – giustamente lei mi ha detto – ero protagonista, io in quell’ambito ed in quel contesto ho operato e in quel contesto conosciuto da tutti, non solo da me. Era un contest rispetto al quale migliaia di magistrati si confrontavano, nonostante oggi si faccia di tutto per far capire che è opera di una persona sola, che la mela marcia era una singola persona. In realtà non è così, perché le situazioni da affrontare sono tante, ci sono tanti magistrati che quel sistema lo conoscono molto bene. Credo che sia nell’interesse di tutti avere maggiore tranquillità e sicurezza, che la giustizia si svolga secondo determinati canoni di autonomia e indipendenza.”

– C’è il rischio che la vicenda si chiuda con lei?
“Assolutamente sì, ecco perchè in questo momento in me prevale la determinazione a dire la verità, io mi sono sempre ispirato professionalmente – al di là degli errori sui quali penso ci sia poco da dire – ai principi di una ‘giustizia giusta’ dell’affermazione dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura ed è per questo motivo che ho deciso di aderire al Partito Radicale per affrontare queste tematiche e queste situazioni.”

– Si pente di come ha operato?
“Sicuramente mi sarei dovuto imporre molto di più, per affermare i principi per i quali mi sono sempre impegnato nella politica e associativa. Io ho sempre avuto nel mio animo la volontà di cambiamento, la volontà di una politica non spartitoria, non correntista. Mi sono adagiato su un sistema che invece dovevamo avere la forza di cambiare.”

– Si è prestato a questo sistema?
“La parola ‘prestato’ è facile usarla adesso, a volte di molte cose non ci si rende conto, si pensa di non stare dalla parte sbagliata e di dover in qualche modo gestire un potere. Un potere molto difficile, un potere dove c’è un fortissima ambizione personale, caratterizzato da personalità molto importanti che dominano non solo la vita giudiziaria, ma anche pubblica e in parte politica del Paese. E gestire tutta situazione non è una delle operazioni più facili. Purtroppo quando si deve scegliere chi comanda – in qualsiasi ambito aziendale ‘importante’ – è sempre difficile, l’errore è dietro l’angolo.”

Magistratura, Palamara: “Pago io per tutti, non ci sto, non voglio essere il capro espiatorio”

L’ex-pm Luca Palamara è intervenuto a Tgcom24 in diretta via telefono per commentare la scelta della Sezione disciplinare del Consiglio di radiarlo dall’Ordine dei Magistrati. La giornalista Elena Tambini, presente in studio, ha condotto l’intervista.
“Pago io per tutti è riferito al fatto che la decisione di ieri ha detto questo – dichiara Palamara -, ma è mia intenzione con i ricorsi alle sezioni unite e laddove fosse necessario alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, affermare che non devo pagare io per tutti, perché penso che oramai sia un interesse pubblico quello di ricostruire la verità dei fatti sulla nomina di procuratore di Roma. Quello a cui abbiamo assistito in questi mesi, fotografa un segmento rappresentato dalla cena svolta tra l’8 e il 9 Maggio presso l’hotel champagne alla presenza di due onorevoli. E’ arrivato il momento di fare chiarezza su quanto accaduto prima e di conseguenza perché la nomina di Viola sia poi saltata.”

Quando parla di ‘interesse pubblico’ cosa intende? Le promesse di far luce su alcuni processi che hanno riguardato la storia del nostro Paese, in che modo lo farà?
“Su questo tema c’è stata molta confusione, vorrei essere chiaro. Ieri sono stato al Partito Radicale e ho voluto aderire al tema della ‘giustizia giusta’ perché i ruoli che ho ricoperto mi hanno portato negli ultimi 10/15 anni ad occuparmi di temi riguardanti i rapporti tra politica e magistratura. Io penso sia un dovere ricostruire – fatti da me vissuti in prima persona- quella che è stata la storia politico-giudiziaria del Paese. La mia situazione personale mi impone di documentare fatti e circostanze e questo farò per meglio chiarire ciò che è accaduto sia sui rapporti interni alla magistratura sia sulla contestualizzazione delle inchieste giudiziarie che molto hanno fatto discutere, ed evidenziare in che modo le nomine hanno avuto impatto sullo svolgimento dei processi.”

Lei è passato dall’essere il ‘regista’ di questo sistema della nomine, a essere colui che vuole denunciarle e cambiare il sistema. E cambiato in lei in modo in cui vede la giustizia?
“Anche questo è un argomento delicato. Nel momento in cui è venuto fuori il meccanismo degli accordi che hanno preceduto la nomina del Procuratore di Roma, la pubblicazione delle chat, che hanno riguardato anche la mia vita privata, è venuto all’attenzione dell’opinione pubblica il meccanismo spartitorio attraverso il quale le nomine vengono effettuate che non significa non tener conto del merito e del valore dei candidati, perché chi partecipa a questi concorsi, ha dei titoli per poterlo fare.”

Vuol dire escludere comunque altri candidati che potrebbero avere le stesse possibilità?
“Questo è un altro grande tema sul quale è necessario fare una riflessione, perché il meccanismo del quale io ho fatto parte è stato sicuramente penalizzante nei confronti di coloro che delle correnti non facevano parte, siccome è venuto fuori questo problema, mi sento in dovere di spiegarlo. Sono stato un rappresentate delle correnti eletto dai magistrati e le correnti caratterizzano il mondo della magistratura da 60 anni, prima di me ci sono stati molteplici rappresentanti. Io fui eletto per scegliere e nominare il miglior candidato che a sua volte veniva scelto attraverso un accordo tra tutte le correnti della magistratura. Questo è il meccanismo. Hanno voluto fotografare solo quello che ‘faceva comodo’ e credo che su questo sia giusto fare una riflessione.”