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Taranto: 23 arresti nell’operazione “Cupola”

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Ventitre arresti sono stati eseguiti questa mattina dalla Squadra mobile di Taranto in collaborazione con lo Sco (Servizio centrale operativo) a conclusione dell’operazione “Cupola”.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, hanno fatto luce sui componenti di un’associazione criminale di tipo mafioso specializzata in traffico di stupefacenti, rapine ed estorsioni.

Altre 27 persone risultano indagate nell’ambito della stessa indagine; i criminali erano riusciti a riorganizzarsi sul territorio di Manduria nonostante il blitz dell’operazione “Impresa” avvenuto nel luglio del 2017.

L’organizzazione criminale, malgrado l’assenza dei capi storici aveva ridisegnato le posizioni di vertice costituendo così una vera e propria “cupola”.

Gli investigatori hanno scoperto che l’organizzazione mafiosa rappresentava il “congiungimento” di due gruppi, un tempo in conflitto tra loro, ma entrambe riconducibili alla più grande associazione mafiosa pugliese, la Sacra corona unita.

La nuova “formazione” metteva in atto una nuova forma d’intimidazione attraverso la minaccia psicologica. Questo riduceva l’approccio normalmente cruento, segno indiscusso della forza del gruppo, ma privilegiava invece la minaccia velata di violenza.

A prescindere dalle scorribande armate dei componenti dell’associazione, l’indagine ha registrato l’esistenza delle cosiddette “estorsioni ambientali”: l’estorsore non si serviva della minaccia esplicita, ma di quella derivante dall’appartenenza o dal legame con noti malavitosi.

Nel corso dell’operazione, a cui hanno preso parte i Reparti prevenzione crimine della di Bari e Lecce, le unità cinofile antidroga ed antiesplosivo, il 9° Reparto volo di Bari nonché le Questure interessate, sono stati effettuati numerosi sequestri di armi custodite dai membri del clan.

Prato: arrestati 13 spacciatori con l’operazione “Pusher”

Avevano trasformato la zona della stazione centrale di Prato nella loro piazza di spaccio, portando degrado e microcriminalità, a causa dei pusher attivi a qualsiasi ora del giorno e della notte, e del relativo via vai di clienti.

L’attività della banda di spacciatori è stata interrotta con l’operazione “Pusher” che ha portato all’esecuzione di 19 misure cautelari, delle quali 13 in carcere, 5 obblighi di dimora e un divieto di dimora con contestuale obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altrettanti stranieri ritenuti responsabili del reato di commercializzazione di sostanze stupefacenti.

L’attività investigativa, iniziata nel settembre dello scorso anno, è stata condotta dalla Squadra mobile di Prato in collaborazione con il Servizio centrale operativo (Sco) della Direzione centrale anticrimine.

Nel corso delle indagini, condotte anche con operatori sotto copertura, sono stati registrati numerosi acquisti simulati di eroina e hashish, nonché decine di cessioni di droga poste in essere dagli indagati.

Un elevato numero di sanzioni amministrative è stato disposto nei confronti dei clienti assuntori, mentre diversi spacciatori sono stati arrestati in flagranza del reato di spaccio, con relativo sequestro di sostanze stupefacenti.

L’esecuzione delle misure cautelari ha coinvolto circa 70 operatori delle Squadre mobili di Prato, Firenze, Bologna e Pistoia, Sco, Gabinetto provinciale di Polizia scientifica, Unità cinofile della questura di Firenze, Reparto prevenzione crimine Toscana e Reparto volo di Firenze.