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Due arresti a Napoli per spaccio di droga

Due persone sono state arrestate dalla polizia, a Napoli, per detenzione e spaccio di droga in due distinti interventi. A Porta Capuana è stato arrestato un 34enne nigeriano, al termine di una colluttazione: è stato trovato in possesso di un contenitore con all’interno cinque involucri di crack del peso di un grammo, due stecche di hashish del peso di 4 grammi, 170 euro, 100.000 leu romeni, 100 pesos cileni e un telefono cellulare. Con lui è stato fermato anche l’acquirente del crack, che è stato sanzionato amministrativamente. Al Vasto, invece, in manette è finito un 43enne napoletano trovato in possesso di 10 involucri di cocaina del peso di 6 grammi circa e di 150 euro.

Spaccio di droga dal balcone, un arresto nel Napoletano

Svolgeva lo spaccio di droga direttamente dal balcone di casa, cedendo sostanze stupefacenti agli acquirenti che si recavano presso la sua abitazione. Una attività scoperta e sgominata ieri pomeriggio dagli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco (Napoli), insospettiti da in via vai di persone nel pieno centro cittadino. L’attività di indagine ha consentito ai poliziotti di individuare nello specifico un terrazzo dove questi soggetti si recavano. Hanno quindi deciso di effettuare un controllo presso quella abitazione dove hanno sorpreso un uomo e una donna ed hanno rinvenuto, nella cucina, una busta contenente cinque grammi circa di cocaina, un cellulare, un bilancino di precisione, diverso materiale per il confezionamento della droga e 1.655 euro suddivisi in banconote di vario taglio. Pertanto, l’uomo, 40 anni, con precedenti di polizia, è stato tratto in arresto per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, mentre la donna, di due anni più giovane è stata denunciata per lo stesso reato.

Prato: arrestati 13 spacciatori con l’operazione “Pusher”

Avevano trasformato la zona della stazione centrale di Prato nella loro piazza di spaccio, portando degrado e microcriminalità, a causa dei pusher attivi a qualsiasi ora del giorno e della notte, e del relativo via vai di clienti.

L’attività della banda di spacciatori è stata interrotta con l’operazione “Pusher” che ha portato all’esecuzione di 19 misure cautelari, delle quali 13 in carcere, 5 obblighi di dimora e un divieto di dimora con contestuale obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altrettanti stranieri ritenuti responsabili del reato di commercializzazione di sostanze stupefacenti.

L’attività investigativa, iniziata nel settembre dello scorso anno, è stata condotta dalla Squadra mobile di Prato in collaborazione con il Servizio centrale operativo (Sco) della Direzione centrale anticrimine.

Nel corso delle indagini, condotte anche con operatori sotto copertura, sono stati registrati numerosi acquisti simulati di eroina e hashish, nonché decine di cessioni di droga poste in essere dagli indagati.

Un elevato numero di sanzioni amministrative è stato disposto nei confronti dei clienti assuntori, mentre diversi spacciatori sono stati arrestati in flagranza del reato di spaccio, con relativo sequestro di sostanze stupefacenti.

L’esecuzione delle misure cautelari ha coinvolto circa 70 operatori delle Squadre mobili di Prato, Firenze, Bologna e Pistoia, Sco, Gabinetto provinciale di Polizia scientifica, Unità cinofile della questura di Firenze, Reparto prevenzione crimine Toscana e Reparto volo di Firenze.

Frosinone: operazione “Requiem-ultimatum al crimine” contro lo spaccio di droga

C’era anche un’agenzia di pompe funebri, che serviva per riciclare il denaro che veniva dai profitti illeciti per traffico di droga, tra le attività di una organizzazione criminale fermata stamattina durante l’operazione “Requiem-ultimatum al crimine”.

L’operazione, condotta dalla Squadra mobile di Frosinone e dal Comando provinciale della Guardia di finanza, ha portato all’arresto di 25 persone, di cui nove ai domiciliari, e a un obbligo di dimora.

L’accusa è per tutti associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio e estorsione.

Le indagini sono partite nel 2018 da alcuni arresti per spaccio e da diversi sequestri di droga avvenuti a Sora (Frosinone). Sin da subito gli agenti hanno intuito che i singoli episodi di spaccio erano riconducibili ad una vera e propria organizzazione malavitosa, ben strutturata e diffusa sul territorio sorano ed in stretto contatto con gruppi malavitosi della Campania.

Proprio da qui avveniva l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti; il trasporto veniva effettuato da corrieri che, per eludere i controlli, si alternavano nel tragitto dalla Campania al basso Lazio, dove la droga veniva poi smistata e stoccata in diversi luoghi nella disponibilità del gruppo criminale, il principale dei quali costituito da un impianto di autodemolizione di materiali ferrosi.

Lo sviluppo delle indagini hanno portato a individuare due fazioni, una facente capo ad una famiglia di origini campane, trasferitasi a Sora nei primi anni novanta, e una seconda locale, al cui vertice c’erano pregiudicati sorani.

I due gruppi, dopo un primo periodo di collaborazione reciproca nell’acquisto e nello spaccio sulle varie piazze del sorano, del cassinate e della provincia dell’Aquila, erano entrati in contrasto tra loro per acquisire il monopolio dell’attività di spaccio nel territorio sorano. In particolare mentre il gruppo “locale” aveva posto tutte le proprie energie nell’attività di spaccio, gli affiliati della fazione di origini campane avevano esteso i propri interessi a vari ambiti, infiltrandosi nel tessuto economico sociale in maniera spregiudicata e violenta.

In particolare i vertici dell’associazione gestivano anche un’attività di pompe funebri che si era ingrandita velocemente grazie ai guadagni dell’illecito traffico di sostanze stupefacenti, oltre 9 mila euro a settimana, che venivano successivamente reimpiegati anche nell’attività dell’azienda funebre, la quale poteva così offrire a basso costo servizi con auto di lusso, peraltro senza adempiere agli obblighi di presentazione delle dichiarazioni fiscali.

All’operazione hanno preso parte le unità cinofile antidroga del Gruppo della Guardia di finanza di Formia e del Reparto cinofili di Nettuno, gli elicotteri del I Reparto Volo di Pratica di Mare e del Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Civitavecchia, nonché equipaggi del Reparto prevenzione crimine Campania.

Cocaina dai Paesi Bassi, 14 arresti tra Napoli e Caserta

Le Squadre mobili di Napoli e Caserta hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 14 persone accusate di traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti. Con lo stesso provvedimento è stato anche disposto il sequestro di beni immobili, autovetture, motoveicoli, conti correnti e quote societarie.

Le indagini hanno preso spunto dall’incendio sviluppatosi il 14 giugno 2018 in un bar di Napoli gestito da una delle società riconducibili agli indagati.

L’attività investigativa ha evidenziato come il gruppo criminale, che importava grandi quantità di droga dai Paesi Bassi, fosse riferibile alla famiglia Bonavolta, a sua volta inserita nel cartello camorristico dei Mazzarella.

Durante l’indagine sono state effettuate numerose intercettazioni, telefoniche e ambientali, con diversi sequestri di sostanze stupefacenti e somme di denaro in contanti.

Particolarmente rilevante fu l’arresto di uno dei corrieri fermato mentre tornava dall’Olanda con circa 7 chili di cocaina, e il sequestro di oltre 557mila euro in contanti trovati in possesso di altri due corrieri che stavano andando all’estero ad acquistare delle partite di droga.

In caso di problemi relativi alla restituzione del denaro, l’organizzazione criminale non disdegnava l’utilizzo della violenza, come nel caso del sequestro di persona nei confronti del cognato di uno dei corrieri che aveva contratto un debito di 350mila euro per l’acquisto all’estero della cocaina.

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