Israele-Hamas, le dichiarazioni di USA e Cina. Netanyahu: diventeranno macerie

Israele ieri ha combattuto per respingere una delle più vaste invasioni del suo territorio degli ultimi 50 anni dopo che i militanti palestinesi di Gaza hanno lanciato un assalto mattutino al sud di Israele, infiltrandosi in 22 città e basi militari israeliane, rapendo civili e soldati israeliani e lanciando migliaia di razzi. verso città lontane come Gerusalemme.

In prima serata, l’esercito israeliano aveva affermato che i combattimenti sono continuati in almeno cinque località nel sud di Israele; diversi israeliani erano stati rapiti e portati a Gaza, inclusa un’anziana nonna; e almeno 250 israeliani erano stati dichiarati morti dai funzionari e più di 1.400 feriti. Israele ha reagito con massicci attacchi contro le città di Gaza, e il Ministero della Sanità di Gaza ha affermato che almeno 234 palestinesi sono stati uccisi in scontri a fuoco o attacchi aerei.

Intanto le sirene antiaeree in Israele avvertono di continui attacchi. Secondo funzionari israeliani e palestinesi sono state uccise più di 450 persone. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso di reagire e di trasformare le roccaforti di Hamas “in macerie”.

Netta la posizione degli USA, espressa attraverso una nota ufficiale. “Gli Stati Uniti condannano inequivocabilmente gli spaventosi attacchi dei terroristi di Hamas contro Israele, compresi i civili e le comunità civili – si legge -. Non c’è mai alcuna giustificazione per il terrorismo. Siamo solidali con il governo e il popolo di Israele ed esprimiamo le nostre condoglianze per le vite israeliane perse in questi attacchi. Resteremo in stretto contatto con i nostri partner israeliani. Gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele a difendersi”.

Anche la Cina interviene nel dibattito politico internazionale affermando di essere profondamente preoccupata per l’attuale escalation di tensione e violenza tra Palestina e Israele. Lo ha detto un portavoce del ministero degli Esteri cinese. La Cina chiama “le parti pertinenti a mantenere moderazione e calma, a fermare immediatamente gli scontri, a proteggere i civili e a impedire alla situazione di avviarsi verso un deterioramento”. La nota rimarca le difficoltà e “la stagnazione a lungo termine dei processi di pace” ormai insostenibili. Il modo fondamentale per placare le ostilità “risiede nell’attuazione dei ‘due Paesi’ e nella creazione di uno stato palestinese indipendente”.

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