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Gli hanno rotto il naso, non canto. Rapper contro baby gang

“Gli hanno rotto il naso, non canto”. Riporta l’attenzione sul tema delle baby gang, il gesto compiuto ieri sera ad Afragola, nel Napoletano, da un rapper che dopo avere appreso dell’aggressione subìta da uno dei ragazzi che frequentano il suo corso di canto, ha deciso di rinunciare all’esibizione. L’artista in questione è Luca Blindo.

Come Geolier, spiega, ritiene che la musica sia unione e non divisione. E per questo ha scelto di non rimanere indifferente alla violenza. Proprio come Emanuele (questo il nome di battesimo di Geolier) anche lui ha scelto di vivere in un luogo “particolare”, il rione Salicelle di Afragola, noto per le stesse ragioni che hanno reso famosi Secondigliano, Scampia e il Parco Verde di Caivano. “Non mi sento di cantare con un allievo con il naso rotto, prima della musica c’è il fattore umano”, ha detto rivolgendosi alla piazza gremita che attendeva la sua esibizione. “Mi dispiace per i miei ragazzi, qualcuno sta piangendo, avrebbe voluto cantare, vi chiedo scusa, ma non mi è mai successa una cosa del genere”, ha aggiunto prima di abbandonare il palco. Al concerto, già rimandato lo scorso 10 febbraio per avverse condizioni meteo, si sarebbero dovuti esibire anche i suoi ragazzi, tra cui quello preso a pugni in faccia, che ha riportato delle lesioni al setto nasale. “Un gruppo di villani – ha spiegato – ha aggredito un mio allievo. Mi è tanto dispiaciuto, era un momento bello per la città, la piazza era gremita. Spero che Afragola abbia capito e che l’evento possa rifarsi in grande stile”. Blindo, all’anagrafe Luca Scotto di Carlo, napoletano di origine ma afragolese di adozione, scrive brani rap da quando aveva appena 12 anni: ha prodotto una canzone anche per Mara Venier e per questo venne invitato ad esibirsi a Domenica In. Si è sempre schierato contro la violenza e ha cantato anche al Campidoglio e a Palazzo Chigi. Il tema della baby gang è tornato ad essere dominante ad Afragola dove, nei giorni scorsi, si sono verificati diversi episodi. L’ultimo in viale Sant’Antonio dove un gruppo di ragazzini ha preso di mira con una sassaiola le vetrate di alcuni palazzi. Il bilancio è di parecchie finestre e tapparelle in frantumi, bidoni dell’immondizia capovolti e anche ringhiere divelte. I residenti, stanchi di subire, hanno deciso di presentare una denuncia alla Procura di Napoli Nord.

Parla con la ex di un altro, 17enne ferito a Napoli

Napoli è sempre meno sicura. Furti, aggressioni e accoltellamenti sono diventati fatti all’ordine del giorno. Uno sguardo di troppo, uno scooter parcheggiato male, da ieri finanche una chiacchiera con la ragazza sbagliata il sabato sera e ti ritrovi con una lama nello stomaco. Accade a Napoli dove l’ascesa alle cronache dei baby criminali, bande di minorenni senza regole asserviti solo a un malinteso codice d’onore fatto di violenza e sopraffazione, si arricchisce di una nuova pagina nera. L’ultimo a fare le spese di questa violenza gratuita un 17 enne incensurato la cui colpa sarrebbe stata quella di soffermarsi a parlare con due amiche nella centrale Galleria Umberto di Napoli, una delle quali sarebbe l’ex di uno dei suoi aggressori. Il ragazzo è stato avvicinato da un gruppo di coetanei, erano le 21,30 di ieri, quando è nata una discussione sfociata poi nella brutale aggressione. Raggiunto da quattro coltellate, una delle quali a pochi centimetri dal fegato, il 17enne è stato portato all’ ospedale Vecchio Pellegrini dove è in prognosi riservata ma non in pericolo di vita con ferite all’emitorace destro, alla regione dorsale sinistra e alla regione anteriore della coscia destra.  Sull’episodio indagano i carabinieri.

Aggressioni con armi da fuoco e da taglio, allarme a Napoli

Quanto è facile, a Napoli come nel resto d’Italia, acquistare un’arma da taglio? Vi sono negozi che ne espongono di tutti i tipi. E anche gli store asiatici dispongono di coltelli richiudibili e non di varie misure.

La facilità con cui si può acquistare una lama si traduce in maggiori rischi per la sicurezza. A Napoli, ad esempio, nonostante gli sforzi profusi, si è in presenza ancora di fronte a un numero significativo di aggressioni con armi da fuoco e da taglio.

Nel corso di quest’anno, si sono registrate 175 aggressioni con armi da fuoco e 50 aggressioni con armi da taglio. Lo rendono noto i Carabinieri di Napoli. Il Comando Provinciale ribadisce il suo impegno costante nella lotta contro il traffico illecito di armi e nell’educazione dei giovani sui pericoli legati al loro uso. La sicurezza dei cittadini – si assicura – è una priorità assoluta, e si continuerà a lavorare instancabilmente per garantire una normalità dei comportamenti. I militari sottolineano di essere da sempre impegnati nella prevenzione e nell’educazione dei giovani contro l’uso delle armi. In questo contesto, sono state condotte numerose iniziative nelle scuole e nei centri di aggregazione giovanile, durante le quali sono stati forniti consigli e distribuite locandine e brochure che mettono in evidenza i rischi connessi all’utilizzo delle armi. Un impegno che sta proseguendo con l’inizio dell’anno scolastico. Sul fronte della repressione, nel corso delle ultime operazioni, nelle tasche di un 24enne trovato un coltello a serramanico mentre nel rione Traiano – nella piazza di spaccio “99” – i militari del nucleo operativo della compagnia di Bagnoli hanno rinvenuto una pistola revolver calibro 38 con matricola abrasa. Durante operazioni, sono state arrestate 79 persone per il reato di porto e detenzione illegale di armi, tra cui 7 minori. Altre 121 persone sono state denunciate a piede libero per lo stesso reato e di questi sono 11 i minori.

Spagna: in crescita le attività violente delle baby gang. In testa Madrid

Anche in Spagna è in corso un aumento di attività da parte di “gruppi e bande giovanili violente e di carattere identitario” di diverso tipo, una situazione che riguarda “non solo grandi città, ma anche nuclei urbani medi e piccoli”: è quanto sostenuto dalla Procura generale dello Stato nella sua memoria annuale relativa al 2022, appena resa nota.

Nello specifico, la procura evidenzia che tali fenomeni possono riguardare persone che vengono attirate verso attività illegali “sin dall’infanzia”, anche per il ruolo esercitato in questo senso da strumenti come internet. Inoltre, la Procura Generale spagnola ha rilevato un aumento “specialmente preoccupante” dei reati di omicidio o tentato omicidio commessi da minorenni, cresciuti del 14,7% rispetto al 2021 sino alla cifra di 101.

Una delle città più colpite dal fenomeno delle ‘baby gang’ è Madrid, dove, secondo la pm incaricata delle indagini a riguardo, “il livello di violenza” registrato in questi gruppi “è così gratuito da portare a scontri in strada tra bande che hanno l’obiettivo di dominare il proprio quartiere, in cui vengono utilizzati strumenti pericolosi e armi nel tentativo di ottenere il controllo territoriale”.

Sindaco sequestra mazze a gruppi di ragazzini pronti alla rissa

Due bande di ragazzini, armati di bastoni, pronti a scontrarsi nella villa comunale di Calvizzano, alle porte di Napoli: ad evitare lo scontro, stasera, è stato il sindaco, Giacomo Pirozzi, che passava di lì. A raccontare il “fatto increscioso” di cui è stato testimone, e protagonista, è lui stesso.

“Mi trovavo nei pressi della Villa Comunale Calvisia – afferma – quando ad un certo punto ho intravisto da lontano un folto gruppo di ragazzini che impugnava mazze di legno e da baseball. Non appena mi sono reso conto di quanto stava accadendo mi sono precipitato verso i ragazzi per capire quali fossero le loro effettive intenzioni. Gli ho ordinato di buttare quello che impugnavano. Da quanto ho capito i gruppi che si fronteggiavano erano pronti a darsele di santa ragione”. “Ho poi appreso – prosegue il sindaco – che è prassi ormai da qualche tempo dare vita a scontri tra bande di adolescenti provenienti da vari comuni dell’hinterland, che si raduno a Villa Calvisia, per sfidarsi fisicamente. Ho informato immediatamente i carabinieri, che sono giunti sul posto, e ho redarguito le persone presenti in villa che sembravano disinteressate alla vicenda”.

“Credo che ogni buon cittadino – sottolinea Pirozzi – debba denunciare o segnalare alle autorità queste intollerabili manifestazioni di violenza. Adotteremo provvedimenti restrittivi per far sì che tali episodi non si ripetano, prima che accada l’irreparabile. Non possiamo consentire che le nostre strade diventino un far west senza regole e fuori controllo. Sto valutando la possibilità di chiudere temporaneamente la struttura, nel rispetto delle tante famiglie terrorizzate e dei residenti che subiscono immani disagi, in attesa di individuare in breve tempo una soluzione definitiva per una gestione serena di questo bene pubblico”. La conclusione del sindaco è che “ormai si è perso ogni valore umano e civile. Non è possibile che un luogo di divertimento si trasformi in un campo di battaglia. Le baby gang sono un tema serio da affrontare, le nostre periferie impazzano di giovani pronti a dare sfogo a violenze brutali. Serve tanta collaborazione tra amministrazioni comunali, forze dell’ordine, tribunale dei minori e servizi sociali”.

Chiavari: fermata baby gang nel Levante Ligure

Sono in tutto 18 gli indagati di cui 13 minorenni. È questo il risultato delle indagini del commissariato di Chiavari, in provincia di Genova, che ha fatto luce su circa 20 reati commessi da una gang, lungo tutto il Levante Ligure.

Per lo specifico profilo criminale, 3 di questi giovani minorenni sono stati arrestati e condotti in una struttura minorile.

Tutto è cominciato subito dopo la riapertura seguita al lockdown: la banda, composta da giovani e giovanissimi, per affermare la propria supremazia nel Tigullio, si è macchiata di rapine, furti, lesioni, percosse, estorsioni più tutta una serie di comportamenti di bullismo; sempre in danno di coetanei.
Ovviamente tutto filmato e documentato sui profili social dei baby criminali che, in questo modo, proseguivano e amplificavano le loro gesta nella comunità giovanile della zona.

La gang, che si era data il nome di “HB” acronimo di Hellbanianz, inferno albanese, ha, tra i tanti reati, rapinato un giovanissimo su un treno pestandolo selvaggiamente in quattro mentre un quinto componente filmava, con il cellulare, l’impresa.

Non è andata meglio ad un altro ragazzino che era intervenuto in difesa di un’amica molestata dal branco: picchiato e fatto inginocchiare, è stato deriso e picchiato.

Pestati con calci e pugni e rapinati, anche due ragazzi che erano in spiaggia a prender il sole.

Umiliato, anche sui social, un altro adolescente al quale è stato spruzzato in volto il contenuto di un estintore, il tutto ovviamente davanti alle fotocamere dei cellulari degli appartenenti alla banda.

Nel bottino degli indagati tutto quanto poteva esser sottratto ai loro coetanei: zaini, catenine, orologi, cellulari, denaro e abbigliamento.

Vista la complessità delle indagini e la notevole sequenza dei reati commessi, gli investigatori non ritengono ancora conclusa l’operazione.

Le indagini sono state condotte con il supporto della Squadra mobile di Genova e la collaborazione della Polizia ferroviaria del capoluogo ligure e delle Stazioni carabinieri di Chiavari, Lavagna e Sestri Levante.

Ricordiamo che gli atti di bullismo e cyberbullismo possono esser segnalati, alla Polizia di Stato, anche attraverso l’App Youpol.