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20 anni di Nardi, predestinato del tennis che tifa Napoli

Volto pulito, sempre corretto in campo e fuori, buona tecnica e tanta determinazione. Luca Nardi è uno dei tennisti più promettenti nati nel 2003 ma il suo carattere dimesso e qualche infortunio lo hanno tenuto lontano dai riflettori del circus. Almeno fino a oggi, quando ha battuto Novak Djokovic a Indian Wells.

“Credo che prima di questa notte, nessuno mi conoscesse”, ha detto subito dopo la partita. Ma non è proprio così. Per gli addetti ai lavori, il 20enne pesarese è sempre stato un talento, un predestinato. Il suo esordio tra i professionisti risale al giugno 2018, quando a soli 14 anni e 10 mesi è riuscito a raggiungere i quarti del torneo Future di Sassuolo. Il piazzamento gli è valso un punto nel ranking Atp: è diventato così il più giovane tennista italiano di sempre ad entrare nella classifica mondiale. Gli appassionati dell’epoca indicavano Nardi e Holger Rune come due tra i talenti emergenti a livello mondiale. Alto 186 centimetri, fisico longilineo ha un discreto palmares: cinque titoli Challenger su sette finali disputate, tre titoli Itf su quattro finali. Grazie alla vittoria su Djokovic entra nella top 100 Atp. Tra i suoi record c’è anche quello di essere diventato il più giovane tennista italiano ad aver battuto un numero 1 del ranking mondiale. Il debutto nel circuito Atp è del maggio 2022 agli Internazionali d’Italia. L’impatto con i circuito maggiori non è stato semplice. Anche a Indian Wells aveva mancato la qualificazione ma grazie al ripescaggio per il forfait di Tomas Etcheverry (l’argentino si è fermato per un problema muscolare al polpaccio destro e gli ha ceduto la posizione come testa di serie numero 30) è rientrato direttamente dal terzo turno. Un po’ di fortuna ma anche tanta determinazione fino all’exploit di oggi. D’altronde, fin da bambino Nardi ha mostrato di avere le idee chiare su dove arrivare nel mondo del tennis. I primi colpi con la racchetta a 7 anni a Pesaro, dove la madre lo accompagnava insieme al fratello maggiore. Otto anni fa era un 12enne e come tutti i giovani tennisti sognava di diventare un giocatore Atp. Il suo idolo era Novak Djokovic. In una video intervista di Luca Fiorino il 12enne Luca Nardi era già molto determinato, malgrado la giovanissima età: “Il mio sogno? Beh, è diventare un giocatore Atp”, spiegava. In quel periodo Djokovic non era il dominatore assoluto del tennis mondiale e lottava con campioni come Rafa Nadal e Roger Federer, ma Nardi lo aveva indicato come suo modello. A chi gli chiedeva chi fosse il suo idolo rispondeva con sicurezza: “Djokovic. Perché mi piace come sta in campo, come gioca, quanto corre”.

Della sua vita privata, Nardi regala un’immagine di semplicità e forte legame con la famiglia: la madre che lo accompagnava agli allenamenti e gli prepara la lasagna, il padre notaio che gli ha trasmesso la passione per il Napoli Calcio di cui il giovane marchigiano è tifosissimo. Ora le attenzioni sono tornate su di lui ma la sua semplicità spiazza tutti. In conferenza stampa un giornalista gli ha chiesto un commento sul suo prossimo avversario ai quarti a Indian Wells, Tommy Paul. “Ah gioco contro di lui? Davvero? Non lo sapevo, non avevo guardato il tabellone. Grazie per avermelo detto. Non so cosa dire. Sicuramente preparerò il match con i miei coach e sarà molto difficile, perché sta giocando bene e mi piace il suo stile. Vedremo cosa succederà”.

Djokovic nella storia: batte Medvedev agli US Open vincendo il 24esimo Slam

Novak Djokovic ha sconfitto Daniil Medvedev in due set vincendo il suo quarto US Open e il record di 24 titoli del Grande Slam in singolo, vendicando la sua sconfitta contro il russo nella finale di due anni fa. Il 36enne Djokovic ha vinto 6-3, 7-6 (7/5), 6-3 diventando il più anziano campione maschile nella storia degli Us open di New York eguagliando il record di Margaret Court per il maggior numero di vittorie del Grande Slam.

Djokovic è il primo tennista a vincere tre eventi del Grande Slam nella stessa stagione per quattro volte, pregustando il suo imminente ritorno al numero uno del mondo. Medvedev, nella finale del 2021, ha sconfitto Djokovic in due set evitando che il serbo diventasse il primo a vincere tutti e quattro i tornei del Grande Slam nello stesso anno, cosa che non accadeva dai tempi di Rod Laver nel 1969. Djokovic ha ammesso di essersi sentito sopraffatto in quell’occasione, ma oggi ha preso rapidamente il controllo della partita. Superato il russo 6-3 7-6 6-3, tra le grida del pubblico, ha indossato una maglia col 24 dedicata a Kobe Bryant, con scritto ‘Mamba forever’. “Kobe è stato un mio grande amico oltre che un esempio di mentalità vincente – ha spiegato Djokovic -. Mi ha aiutato in momenti di difficoltà. Con la sua scomparsa ho perso un punto di riferimento. Per questo mi ero ripromesso che qualora avessi raggiunto questo traguardo lo avrei celebrato così”. Adesso il record assoluto per il serbo è a un passo e in Australia, dove ha vinto già 10 volte, il numero 1 al mondo potrà tentare di diventare il più grande di sempre, con 25 titoli di Grande Slam.