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Illeciti su reddito cittadinanza, anche possessori di barche

Illeciti contro il reddito di cittadinanza: tra i titolari del beneficio anche possessoridi imbarcazioni da diporto e partecipazioni societarie. È quanto hanno scoperto le Fiamme gialle aeronavali di Civitavecchia che stanno analizzando i dati fiscali raccolti in mare durante gli oltre 1600 controlli di polizia svolti dalle unità navali nel 2023.

Le posizioni fiscali di armatori delle imbarcazioni da diporto sono state sottoposte a controlli incrociati utilizzando le banche dati informatiche a disposizione della Guardia di Finanza per verificare la corrispondenza tra le dichiarazioni tributarie presentate dai soggetti e dai loro familiari, con il tenore di vita reale. In questa rete di controlli incrociati sono stati individuate 8 persone che hanno reso dichiarazioni false (la Dichiarazione Sostitutiva Unica) durante la presentazione delle domande per l’ottenimento del Reddito di cittadinanza. In particolare sono state omesse informazioni circa il possesso di imbarcazioni da diporto, anche nell’ambito dello stesso nucleo familiare, ed in alcuni casi anche di numerose partecipazioni societarie tra coniugi. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati quelli individuati dalla Sezione Operativa Navale di Anzio e dalla Stazione Navale di Civitavecchia, che ha scovato un italiano possessore di un’imbarcazione a vela con bandiera belga, che, mediante artifizi e raggiri, era riuscito ad ottenere il Reddito di Cittadinanza, trasferendo la nazionalità dell’imbarcazione da italiana ad estera. Sequestrati due conti correnti, un autocarro ed un’imbarcazione a vela.

In Campania e altre regioni GdF sequestra ben per 7 milioni di euro per frode fiscale

La Guardia di Finanza di Como, coordinata dalla Procura della Repubblica di Como, ha confiscato soldi e beni per 7,7 milioni di euro a un sodalizio criminoso dedito a molteplici reati tributari nel settore della fornitura di manodopera, delle pulizie, del facchinaggio, dei trasporti e della logistica, al servizio della grande distribuzione organizzata. Lo scorso 21 giugno erano state effettuate perquisizioni locali e personali nei confronti di 21 persone fisiche e 19 giuridiche in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania e Calabria con 14 misure cautelari personali (di cui 9 custodie cautelari in carcere, 4 arresti domiciliari e 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), e un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per complessivi 7,7 milioni di euro.

La sentenza, divenuta irrevocabile, ha confermato la responsabilità penale di 11 persone fisiche. Le attività di polizia giudiziaria hanno permesso di disarticolare un complesso sistema di frode fiscale perpetrato in forma associativa, ininterrottamente, tra la fine del 2015 ed il 2022, mediante la costituzione di 17 società cooperative, un consorzio e una s.r.l. (da ritenersi società capogruppo). Attraverso l’utilizzo fittizio dello schema societario cooperativistico, i responsabili hanno commesso reati come emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Il sistema di frode è stato ricostruito dai militari del Gruppo di Como, che hanno individuato più società cooperative di lavoro a struttura precaria: società “cartiere” che hanno avuto il compito di assumere la forza-lavoro, di fatto gestita da altre due società “capogruppo”, apparentemente in regola dal punto di vista fiscale. Tali società “cartiere” hanno avuto il compito di emettere, nei confronti delle capogruppo, fatture false (con le quali venivano falsamente addebitati costi del personale), consentendo loro di abbattere l’ingente debito IVA scaturito dalla fatturazione delle prestazioni al cliente finale/committente, nonché un risparmio dei contributi previdenziali e assistenziali.