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Il Papa, nessuna riforma del Conclave, tutte fantasie

“A proposito di Conclave alcuni media americani hanno fatto circolare la notizia che avrei in mente di cambiare le regole, ammettendo al voto per l’elezione del nuovo Papa anche religiose e laici: sono tutte fantasie, invenzioni messe in giro evidentemente per creare malumori nella Chiesa e disorientamento nei fedeli”. In un passo del libro che l’ANSA è in grado di anticipare, è quanto afferma papa Francesco in “Life. La mia storia nella storia”, l’autobiografia scritta col vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona, in uscita il 19 marzo per HarperCollins in Italia e in altri 20 paesi del mondo.

Il Papa: io un peccatore ma cerco di non essere bugiardo

“Siamo peccatori, e un po’ di tenebra l’abbiamo”, “anche un Papa”, “cerco di non essere bugiardo, di non lavarmi le mani sui problemi altrui. Cerco, sono peccatore, e alle volte non riesco a fare così. Poi quando non riesco vado a confessarmi”. Lo dice papa Francesco, parlando di sè stesso, in una intervista concessa al programma della Radiotelevisione svizzera, Clichè, e che è stata anticipata dall’Ansa.

L’intervista sarà trasmessa il 20 marzo prossimo. Francesco parla anche del lungo percorso di uscita dalle “tenebre”, verso “il bianco”. “Tutta una vita – afferma -, ma quando tu cerchi tutta una vita di sistemare bene, di correggere le cose, arriverai a una cosa molto bella che è la vecchiaia felice. Penso a quei vecchi, quelle vecchiette con gli occhi trasparenti, sono stati giusti, hanno lottato…Possiamo dire la vecchiaia bianca, quella vecchiaia bella, trasparente”. Quindi Bergoglio afferma l’importanza di avere un rapporto autocritico con sè stessi: “Quanto più una persona ha potere corre il pericolo di non capire le scivolate che fa. È importante avere un rapporto autocritico con i propri errori, con le proprie scivolate”, “tutti dobbiamo essere maturi nei nostri rapporti con gli errori che facciamo, perché tutti siamo peccatori”.

Tribunale Vaticano, inaugurato Anno Giudiziario

“Dichiaro aperto l’anno giudiziario per il 2024”. Con questa semplice formula, pronunciata davanti a papa Francesco nell’aula delle Benedizioni, il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha inaugurato il nuovo anno giudiziario in Vaticano. Francesco, ancora affaticato, ha rivolto qualche parola di saluto ma poi ha lasciato leggere il discorso preparato dal collaboratore, mons. Filippo Ciampanelli. L’indirizzo di saluto è stato tenuto invece da Alessandro Diddi, promotore di giustizia vaticano che ha voluto sottolineare “la credibilità” che la giurisdizione vaticana “ormai da anni” ha saputo conquistare nell’ordinamento internazionale “nonostante la sua non appartenenza all’Unione europea, l’anno appena trascorso – ha aggiunto -, è stato caratterizzato dallo svolgimento di processi importanti, sia nel settore civile, sia nel settore penale”.

Papua Nuova Guinea, il Papa in visita ad agosto

Il Papa visiterà la Papua Nuova Guinea ad agosto, ha annunciato oggi il ministro degli Esteri del Paese dell’Oceania. Il governo papuano ha ricevuto una “nota ufficiale secondo cui papa Francesco” sarà qui per tre giorni, ha detto Justin Tkatchenko.

“Stiamo lavorando in stretta collaborazione con l’ufficio del Nunzio apostolico. Una squadra è stata riunita e si incontrerà per esaminare tutti gli aspetti della visita”. ha aggiunto Tkatchenko. L’annuncio arriva appena due settimane dopo che la capitale papuana Port Moresby è stata sconvolta da disordini mortali. Si prevede che il pontefice visiterà Port Moresby e una delle due città costiere del nord del Paese. La Papua Nuova Guinea ospita più di nove milioni di cristiani – quasi tutta la popolazione – sebbene la maggior parte dei papuani sia protestante e conservi molte credenze tradizionali animiste o spirituali. L’ultima visita papale nel Paese risale al 1995, quando Giovanni Paolo II incontrò ballerini tribali adornati con piume di uccelli esotici, gonne d’erba e perizomi. Era stata programmata una visita papale per il 2020, ma è stata annullata a causa della pandemia di Covid-19.

Telefonata tra il Papa e Zelensky: ‘parlato di pace’

Oggi pomeriggio c’è stata una telefonata tra Papa Francesco e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il Presidente “ha ringraziato il Pontefice per il sostegno spirituale al popolo ucraino”, riferisce l’ambasciata di Kiev presso la Santa Sede aggiungendo che Bergoglio e Zelensky hanno parlato anche del “lavoro congiunto sulla Formula per la Pace”. Il Presidente ha poi fatto gli auguri al Papa per il Natale. A parlare della telefonata è stato poi lo stesso Zelensky in un video postato sui social nel quale riferisce: “Ho espresso la mia gratitudine a Sua Santità per i suoi auguri di Natale all’Ucraina e agli ucraini, nonché per i suoi auguri di una pace giusta per tutti noi. Abbiamo discusso del nostro lavoro congiunto per mettere in atto la Formula di Pace dell’Ucraina. Oltre ottanta paesi sono già coinvolti in questo processo a livello dei loro rappresentanti. E ce ne saranno altri. Sono grato alla Santa Sede – dice il Presidente ucraino – per avere sostenuto i nostri sforzi”. Papa Francesco è sempre molto vicino alle sofferenze di quella che lui stesso definisce “la martoriata Ucraina”. Lo scoppio del conflitto in Medio Oriente, il 7 ottobre, non ha messo in secondo piano, per il Papa e per la Santa Sede, la guerra che ormai da quasi due anni si consuma nel cuore dell’Europa. Il Pontefice in tutte le occasioni pubbliche cita questo dramma: l’ultima volta ha lanciato l’appello a pregare per la pace in Ucraina mercoledì 27 dicembre nell’ultima udienza generale dell’anno. Appelli simili li ha rivolti in tutti questi giorni di feste: all’Angelus del 26 dicembre, alla benedizione Urbi et Orbi del giorno di Natale e anche all’Angelus del giorno prima, il 24 dicembre. Oltre agli appelli e alle preghiere c’è una fitto lavoro diplomatico che vede il coinvolgimento del cardinale Matteo Zuppi, proprio per volere del Papa inviato per la pace in Ucraina. Nell’ultima intervista di qualche giorno fa, al Corriere della Sera, sono arrivate da Zuppi parole di speranza: “Qualcosa si muove. Sono stato a Kiev e a Mosca. Sono stato a Washington e a Pechino. Sia i russi sia gli ucraini hanno riconosciuto il ruolo della Santa Sede – ha spiegato – . I Nunzi nelle due capitali stanno facendo un lavoro egregio. Certo, vorremmo molti più risultati sul ritorno dei bambini. Non perderemo nessuna opportunità per farlo”, ha assicurato il cardinale presidente della Cei sottolineando che “non è possibile che oltre alle armi non ci sia altro per sconfiggere la guerra”.

Il Papa ha preparato la sua tomba in Santa Maria Maggiore

In un’intervista esclusiva con l’emittente messicana N+, papa Francesco “ha rivelato di aver preparato la sua tomba nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la grande devozione che ha verso la Vergine Salus Populi Romani e che sta semplificando il rito dei funerali papali”. Lo rende noto su X la giornalista Valentina Alazraki, che ha realizzato l’intervista.

Secondo il resoconto della Alazraki, il pontefice ha spiegato che “quando arrivano la vecchiaia e i limiti bisogna prepararsi” e “per questo ha incontrato il cerimoniere per semplificare i funerali papali, che saranno molto più semplici”. “Lancerò il nuovo rituale”, ha detto “con umorismo” papa Francesco, scrive ancora la corrispondente messicana in Vaticano.

Il Papa invita alla sobrietà nell’uso dei media e dei social

Il Papa richiama al valore della essenzialità e invita a liberarsi del superfluo. “Per procedere nel cammino della vita è necessario spogliarsi del di più, perché vivere bene non vuol dire riempirsi di cose inutili, ma liberarsi del superfluo, per scavare in profondità dentro di sé, per cogliere ciò che è veramente importante davanti a Dio”, ha detto all’Angelus commentando il Vangelo. “Solo se, attraverso il silenzio e la preghiera, facciamo spazio a Gesù, che è la Parola del Padre, sapremo liberarci dall’inquinamento delle parole vane e delle chiacchiere”, ha aggiunto Papa Francesco, invitando alla “sobrietà nelle parole, nell’uso delle cose, sobrietà nei media e nei social. Non sono solo fioretti o virtù ma sono elementi essenziali della vita cristiana”.

Papa Francesco a Lisbona per la GMG

Papa Francesco è partito alla volta di Lisbona per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Il volo papale di Ita Airways è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alle 8. L’arrivo nella capitale portoghese è previsto alle 10 alla base aerea di Figo Maduro. Il Santo Padre rientrerà poi a Roma nella tarda serata di domenica 6 agosto.

“Un augurio di pace e di prosperità” all’Italia.  È il messaggio del Papa al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Animato dalla gioia di ritrovarmi con i giovani provenienti da ogni parte del mondo,  auspico che, spinti dalla fede e desiderosi di ‘alzarsi e mettersi in cammino’ essi attingano forza dall’incontro con Cristo e siano incoraggiati nella ricerca della verità e del senso della vita”, si legge nel telegramma del pontefice a Mattarella.

Domani il Santo Padre incontrerà i giovani di tutto il mondo riuniti a Lisbona per questo appuntamento internazionale di spiritualità e cultura dei giovani cattolici. “Trattandosi del primo momento di incontro tra i giovani e il Papa – si legge sul sito ufficiale dell’evento – , questa cerimonia sarà un evento dal carattere festivo e di incontro, mantenendo la dimensione della preghiera. Vuole mostrare una Chiesa giovane, in cammino con il successore di Pietro verso la costruzione di una società più fraterna”.

In Molise il primo Santuario dedicato a vittime del lavoro

Il ricordo va a Martedì 28 luglio 2015, quando tre operai erano impegnati nella ristrutturazione della chiesa di S. Maria di Costantinopoli a Pietracatella (Campobasso), lesionata dal terremoto del 31 ottobre 2002. Verso le 13, l’improvviso crollo della volta che trascinò a terra, da un’altezza di 10 metri, i tre uomini, tutti di Riccia (Campobasso). Uno morì, due rimasero feriti in gravemente.

Da domani, 30 luglio, la chiesa sarà elevata a Santuario diocesano per le vittime del lavoro, il primo in Italia. La cerimonia, alle 11.30, verrà officiata dall’arcivescovo di Campobasso-Bojano monsignor Giancarlo Bregantini, preceduta alle 9 dalla deposizione di fiori in ricordo delle vittime della miniera di Monongah (Usa) dove, il 6 dicembre 1907, a seguito di un’esplosione, persero la vita anche 87 operai partiti dal Molise. “Questa scelta – ha spiegato il parroco, don Stefano Fracassi, a Tv 2000 – è nata dalla preghiera spontanea della comunità. Insieme al priore Luigi Tomassone abbiamo ‘bussato’ alla porta del cuore del nostro vescovo chiedendo un riconoscimento ufficiale a questa spontaneità della gente”. “Pietracatella – le parole del sindaco, Antonio Tomassone – accoglie e custodirà questo luogo, nel 2023 non è possibile avere ancora vittime sul lavoro. Sarà un luogo di incontro e riflessione affinché tragedie del genere non avvengano più”. “La vita più di ogni altra cosa e prima di ogni altra cosa, vale più la vita o il profitto?”. Con questo interrogativo Bregantini ha motivato la decisione di dedicare la chiesa alla vittime sul lavoro. “In questa circostanza – ha aggiunto – sarà eletta una Bolla specifica”. “La gente ha sete di speranza – hanno spiegato i promotori dell’iniziativa – Educare alla speranza anche nei luoghi di lavoro è fondamentale. Il lavoro costruisce la società”. Dalle parole di Papa Francesco “comprendiamo come il lavoro rappresenti un’esperienza primaria di cittadinanza, in cui trovano forma intere comunità, frutto dell’impegno e dei talenti di ciascuno. Tra i compiti della nostra società, e in particolar modo del sindacato, c’è educare alla coscienza del lavoro, forte di una solidarietà tra i lavoratori stessi”.

“Papa Francesco ricorda Emanuela Orlandi nel 40º anniversario della scomparsa: un segnale di speranza per la verità”

Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza ai familiari di Emanuela Orlandi nel 40º anniversario della sua scomparsa durante l’Angelus. Ha esteso il suo ricordo a tutte le famiglie che vivono il dolore di una persona cara scomparsa. Le parole del Papa sono state accolte positivamente da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che ha commentato che il tabù intorno al caso Orlandi è finalmente caduto e che pregare è un segnale di speranza per arrivare alla verità.

In occasione del sit-in tenutosi in ricordo dei 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, i manifestanti sono stati autorizzati ad accedere in Piazza San Pietro con maglie a tema e striscioni per assistere all’Angelus del Santo Padre il 25 giugno. Secondo la Gendarmeria Vaticana, circa 20.000 fedeli erano presenti in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus da parte di Papa Francesco.

L’anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi continua a richiamare l’attenzione e a suscitare partecipazione, sia da parte del Papa che dei manifestanti che desiderano mantenere viva la memoria e sperare nella verità.