Archivi tag: 25 novembre

Violenza donne: in 9 mesi 9.272 chiamate a numero emergenza

Nei primi 9 mesi 9.272 chiamate sono state ricevute dal numero telefonico di emergenza 1522 e riguardavano richieste di aiuto o segnalazione di casi di violenza subita dalle donne. In circa 3 casi su 5 le telefonate erano relative a donne con figli per più della metà (54%) minorenni. Sono state quindi più di 3300 le chiamate che segnalavano casi di violenza sulle donne che coinvolgevano bambini, bambine e adolescenti vittime di violenza assistita, diretta o indiretta. In generale, considerando anche i figli maggiorenni, più di 3500 chiamate segnalavano figli che avevano assistito in prima persona alla violenza e, tra questi, quasi 1.500 l’avevano direttamente subita. Alla vigilia della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, Save the Children lancia un forte allarme per i gravi e duraturi effetti della violenza di genere domestica o intra-familiare sui figli delle vittime. E chiede un sistema di monitoraggio nazionale permanente sul fenomeno, un nuovo Piano Nazionale Antiviolenza che preveda misure specifiche per la violenza assistita e lo stanziamento di maggiori fondi per la presa in carico a lungo termine dei minori orfani di femminicidio. “Per un bambino o una bambina, le mura domestiche dovrebbero essere un luogo dove crescere al sicuro e sentirsi protetti. Quando i bambini assistono quotidianamente a comportamenti violenti perpetrati sulla madre, i loro modelli sono ribaltati e le conseguenze sono devastanti. Sono vissuti così gravi che dovrebbero spingerci a fare ogni sforzo possibile per prevenirli.Proprio per questo, Save the Children, già da anni porta avanti un impegno diretto a fianco di tanti centri antiviolenza e delle case rifugio, per far emergere i casi di violenza e proteggere le vittime coinvolte”, ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children. Secondo alcune stime gli orfani di femminicidio sarebbero oltre 200 e tra i minorenni presi in carico dai Servizi Sociali, le vittime di violenza assistita rappresentano il 32,4% di tutti i minori.”Gli strumenti e i sistemi di tutela e protezione dei minori vittime di violenza assistita e orfani di femminicidio sono ancora ampiamente carenti- denuncia Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children- Occorre istituire un Osservatorio nazionale permanente che raccolga dati sistematici sulla violenza assistita (spesso ancora invisibile) per orientare efficacemente gli interventi, e definire, con assoluta priorità, un nuovo Piano Nazionale Antiviolenza pluriannuale che preveda interventi mirati in questo campo, per prendere avvio nel 2024 e così garantire continuità rispetto a quello in scadenza”.

Da inizio anno 83 femminicidi, uno ogni 4 giorni

Sono 83 i femminicidi commessi in Italia da inizio anno, quasi uno ogni quattro giorni. Con il presunto omicidio di Giulia Cecchettin, la ragazza scomparsa in ormai da quasi una settimana insieme con il suo ex fidanzato, si allunga dunque la lista delle donne uccise in ambito familiare.

Oggi la notizia del ritrovamento del corpo della giovane donna ha sconvolto un po’ tutti. Anche chi non si era fatto prendere dalla speranza di un epilogo diverso. Subito dopo c’è stato il solito rincorrersi di dichiarazioni, proposte, appelli: la politica, almeno in Italia, è così, arriva dopo.

Stando ai dati diffusi dal Viminale – e aggiornati al 12 novembre scorso – nel nostro Paese sono stati registrati in totale 285 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner. Con l’omicidio in Veneto, il numero totale delle vittime femminili raggiunge quota 103, due in più rispetto allo scorso anno, mentre i femminicidi passano dagli 88 del 2022 agli 83 del 2023. In aumento, invece, il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 51 diventano 54.

Numeri drammatici che non risparmiano alcuna regione, dal Piemonte alla Campania, dal Trentino alla Sicilia. L’ultimo femminicidio in ordine di tempo risale allo scorso 1° novembre quando la 66enne inglese Michele Faiers Dawn venne trovata morta nella propria abitazione a Casoli, in Abruzzo. Gli esami medici appurarono che fu uccisa da sette coltellate. Per l’omicidio è stato arrestato a Shepshed, nei pressi di Leicester – in Inghilterra -, il compagno, il 74enne Michael Dennis Whitbread. A dicembre verrà decisa la sua eventuale estradizione in Italia per rispondere del reato di omicidio volontario. Nel mese di ottobre, invece, sono stati tre i femminicidi: Concetta Marruocco uccisa a Cerreto d’Esi dal marito con 39 coltellate durante una lite per la separazione, Annalisa D’Auria uccisa a Rivoli dal convivente che si è poi suicidato, e Etleva Kanolja strangolata a mani nude dal marito nella propria abitazione di Savona. Intanto nei giorni scorsi ActionAid ha lanciato una nuova campagna per denunciare il presunto taglio dei fondi effettuato dal governo nei confronti del contrasto alla violenza sulle donne. “Senza risorse sufficienti e politiche mirate alla prevenzione – ha spiegato la vicesegretaria Katia Scannavini – si continuerà ad intervenire sempre e solo in risposta alle violenze già subite dalle donne”.

Ma tanto a governo e opposizione basterà partecipare all’ennesima manifestazione contro la violenza di genere, farsi fotografare tra una fiaccolata e un po’ di scarpe rosse sull’asfalto, scoprire una panchina rossa e dire qualcosa di toccante lanciando una ennesima inutile proposta per guadagnarsi qualche riga negli articoli del giorno dopo. Se ne riparla alla prossima tragedia. Anzi, tra qualche giorno: il 25 novembre.