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Sedicenne tenta truffa telefonica ad anziano ma viene scoperto

Ha collezionato due denunce in poco meno di 2 mesi, il reato che gli viene contestato è sempre lo stesso: truffa agli anziani, ma questa volta solo tentata grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri della compagnia di Ischia e all’arguzia del ‘bersaglio’.

Un 16enne del centro storico di Napoli ha tentato un raggiro usando un copione classico: ha telefonato alla vittima fingendosi avvocato e raccontando di un presunto incidente stradale causato dalla figlia dell’uomo, trattenuta in caserma per le conseguenze del finto sinistro. Il giovane ha aggiunto pure che per risolvere le pratiche preliminari serviva una sorta di cauzione in contanti che un rappresentante dello studio legale avrebbe di lì a breve recuperato a domicilio. L’anziano ischitano però, ha ricordato l’appello dei Carabinieri a non fidarsi di richieste di denaro fuori dal comune. Ha lasciato che l’interlocutore concludesse la sua messinscena telefonica e quando ha riagganciato ha chiamato il 112: i Carabinieri della stazione di Barano e quelli del nucleo operativo erano già posizionati sotto casa quando il 16enne si è presentato e ha tentato di entrare nel palazzo. Per lui è scattata una denuncia e il sequestro del cellulare.

Anziana truffata a Napoli: Arrestati i responsabili della frode finanziaria

Una anziana donna di 101 anni, credendo di aiutare suo nipote, è caduta vittima di due giovani truffatori nel quartiere Vomero di Napoli. Confidando loro i suoi dati personali, i truffatori sono stati però prontamente individuati e arrestati dai carabinieri della stazione Vomero. I due malintenzionati, Emmanuel Dattilo e Vincenzo Spera, entrambi di 26 anni, sono stati colti sul fatto mentre prelevavano 500 euro utilizzando il bancomat e il pin della vittima. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha impedito che la anziana donna subisse ulteriori danni. Un monito sulla necessità di essere vigili e cauti quando si tratta di fornire informazioni personali a estranei.

Demenze: al via un’indagine nazionale sulle condizioni socio-economiche delle famiglie dei pazienti

E’ stata avviata un’indagine nazionale sulle condizioni sociali ed economiche dei circa 10 mila familiari dei pazienti con demenza: a partire da oggi 20 settembre 2022 è possibile compilare il questionario dedicato attraverso il seguente link. L’indagine, promossa dall’Osservatorio Demenze dell’ISS in collaborazione con l’Associazione Alzheimer Uniti Italia, viene presentata nel corso del convegno che si svolge in Campidoglio (vedi programma allegato) in occasione dell’imminente Giornata mondiale dell’Alzheimer (21 settembre). Ed è una delle numerose iniziative in cui l’Istituto è coinvolto, in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome (PA), le società scientifiche e le associazioni dei pazienti, grazie al Decreto sul Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, pubblicato lo scorso 30 marzo sulla Gazzetta Ufficiale.

“E’ di fatto il primo finanziamento pubblico sulla demenza nella storia del nostro Paese e rappresenta, dopo il Progetto Cronos e la pubblicazione del Piano Nazionale delle Demenze (PND), la più grande operazione di sanità pubblica su questo tema – afferma Nicola Vanacore, responsabile dell’Osservatorio Demenze – . Il Fondo stanzia 14 milioni e 100.000 euro per le Regioni e le PA e 900.000 euro per l’ISS per l’esecuzione di una serie di attività progettuali orientate al perseguimento degli obiettivi dello stesso PND”.

Non è solo l’indagine a essere illustrata oggi in Campidoglio, ma anche tutte le altre iniziative in cui l’Osservatorio Demenze è impegnato in prima linea: dall’aggiornamento e integrazione della Linea Guida su diagnosi e trattamento, alla survey nazionale sulle strutture, dalla stima dei fattori di rischio per quantificare il numero di casi evitabili alla formazione per i professionisti sanitari fino alla promozione della cartella clinica informatizzata.

“Si tratta di una straordinaria occasione: un finanziamento specifico sulle demenze che giunge dopo quasi otto anni dalla pubblicazione del PND che, ricordiamo, non prevedeva alcun sostegno economico – prosegue Vanacore -. Un finanziamento che, oltretutto per la prima volta, contempla la ricerca sui trattamenti psico-educazionali, di riabilitazione cognitiva e di supporto ai caregiver, con l’obiettivo di perseguire l’appropriatezza degli interventi da trasferire nel sistema dell’assistenza”.

I progetti delle Regioni e delle Province Autonome su una o più delle cinque linee progettuali previste dal Decreto (diagnosi precoce – prima cioè dell’insorgenza della demenza, diagnosi tempestiva – quando la demenza è già evidente, telemedicina, tele-riabilitazione e trattamenti psicoeducativi, di stimolazione cognitiva e di supporto ai caregiver) verranno presentati in un altro convegno che si tiene il prossimo 26 settembre presso l’Istituto Superiore di Sanità. Un vero e proprio patrimonio di idee e progetti da condividere e implementare per cambiare in meglio la realtà assistenziale.

In Italia, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa tre milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza, con conseguenze anche sul piano economico e organizzativo. Il fenomeno è in aumento per l’invecchiamento della popolazione. Secondo le proiezioni demografiche, riportate dal sito del Ministero della salute, sulla base dei trend attuali, nel 2051 ci saranno 280 anziani ogni 100 giovani, con aumento di tutte le malattie croniche legate all’età, e tra queste le demenze.