Archivi tag: israele

Cnn, Usa preoccupati da possibile azione Israele in Libano

L’amministrazione di Joe Biden è preoccupata che Israele stia facendo preparativi per operazioni di terra nel Libano per la fine della primavera o l’inizio dell’estate. Lo ha riferito la Cnn, ripresa dai media israeliani, spiegando che l’eventualità scatterebbe se dovessero fallire i negoziati diplomatici per costringere gli Hezbollah a ritirarsi dal confine con Israele, come prevede la Risoluzione 1701 dell’Onu. Israele – dopo il continuo lancio di razzi dal Libano cominciato lo scorso 8 ottobre – ha più volte denunciato la situazione.

Tensione nel Medio Oriente: Hamas propone un piano di cessate il fuoco, Israele risponde

La situazione nel Medio Oriente continua a essere caratterizzata da tensioni mentre la guerra giunge al giorno 124. In un tentativo di porre fine al conflitto, Hamas ha presentato un piano in tre fasi per un cessate il fuoco, in risposta ai mediatori del Qatar e dell’Egitto.

Il piano proposto da Hamas include lo scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi detenuti da Israele, la restituzione dei corpi o dei resti delle persone uccise durante il conflitto, la ricostruzione di Gaza e il ritiro completo delle forze israeliane dall’enclave. In particolare, si richiede la liberazione di 1.500 detenuti, oltre a tutti i minori e gli anziani, portando il totale a un numero stimato tra 3.000 e 5.000 palestinesi.

Tuttavia, la risposta di Israele non si è fatta attendere, definendo le richieste di Hamas “inaccettabili”. Israele ha anche minacciato di attaccare le postazioni di Hamas a Rafah, al confine con l’Egitto, nel caso in cui i negoziati non portassero a una risoluzione accettabile.

Nel frattempo, la tensione è ulteriormente aumentata con gli Houthi, gruppo ribelle dello Yemen, che hanno lanciato sei missili balistici antinave dal territorio yemenita. Questi missili erano diretti verso due navi mercantili situate nella parte meridionale del Mar Rosso e nel Golfo di Aden, intensificando le preoccupazioni per la sicurezza nella regione.

La proposta di Hamas e la reazione di Israele evidenziano la complessità e la delicata natura del conflitto nel Medio Oriente, che continua a minare la stabilità e la sicurezza della regione. Mentre gli sforzi diplomatici sono in corso per raggiungere una soluzione pacifica, la situazione rimane estremamente volatile, con il rischio di ulteriori escalations e violenze.

Giorno 102 della Guerra in Medioriente: Violente Offensive e Tensioni Crescenti

Il conflitto in corso in Medioriente ha raggiunto il giorno 102, segnato da una serie di eventi drammatici che hanno causato la perdita di vite umane e alimentato le tensioni nella regione.

Bomardamenti israeliani a Gaza: Almeno 25 persone sono state uccise e decine ferite in seguito a bombardamenti israeliani che hanno colpito diverse zone della Striscia di Gaza. Gli attacchi hanno provocato una risposta immediata e decisa dalle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran.

Attacco missilistico iraniano in Siria: Le Guardie Rivoluzionarie dell’Iran hanno lanciato un attacco missilistico contro “gruppi terroristici” in Siria, in risposta all’attentato avvenuto il 4 gennaio vicino alla tomba del generale Qassem Soleimani a Kerman. Questo sviluppo ha ulteriormente complicato la già complessa situazione nella regione.

Esplosioni vicino al consolato USA a Erbil: Esplosioni sono state segnalate anche vicino al consolato degli Stati Uniti a Erbil, in Iraq, causando diverse vittime civili. Questo incidente ha contribuito ad alimentare ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza nella zona.

Morti di ostaggi israeliani: Yossi Sharabi e Itay Svirsky, due dei tre ostaggi del video diffuso da Hamas domenica sera, sono stati confermati morti. I corpi sono apparsi in un nuovo filmato pubblicato dal gruppo terroristico. Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti continueranno a lavorare per liberare gli ostaggi.

Chiamata tra Giorgia Meloni e il primo ministro del Libano: Una telefonata tra Giorgia Meloni e il primo ministro del Libano, Najib Mikati, ha evidenziato la volontà di evitare un allargamento del conflitto a Gaza. I leader hanno discusso di strategie per mitigare le tensioni e trovare soluzioni diplomatiche.

Sospensione delle spedizioni di gas da parte del Qatar: Il Qatar ha annunciato la sospensione delle spedizioni di gas attraverso il Mar Rosso, una mossa che potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità economica della regione.

In questo contesto di crescente violenza e instabilità, la comunità internazionale è chiamata a intervenire per promuovere il dialogo e cercare soluzioni diplomatiche che possano portare a una cessazione delle ostilità in Medioriente.

 Attacchi aerei degli Stati Uniti e del Regno Unito in Yemen: Reazioni e Prospettive Internazionali

 

Gli attacchi aerei condotti dagli Stati Uniti e dal Regno Unito contro postazioni Houthi nello Yemen hanno scatenato una serie di reazioni a livello internazionale, evidenziando la complessità e l’ampiezza delle implicazioni di questa escalation nel conflitto in corso.

**Risposta Statunitense e Alleati:**
Il presidente Joe Biden ha annunciato il coinvolgimento diretto delle forze militari statunitensi, in collaborazione con il Regno Unito e il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda. Secondo Biden, questi attacchi rappresentano una risposta diretta agli attacchi Houthi che minacciavano la libertà di navigazione nel Mar Rosso, una delle rotte marittime più vitali del mondo. Il presidente ha sottolineato la determinazione a proteggere il popolo statunitense e il flusso internazionale del commercio.

**Iniziativa dell’Unione Europea:**
Bruxelles ha avviato il processo per una missione navale nel Mar Rosso, con il Servizio di azione esterna dell’UE proponendo il dispiegamento di almeno tre cacciatorpediniere o fregate antiaeree con capacità multi-missione per un periodo di almeno un anno. Tuttavia, ci sono dubbi sulla validità e l’efficacia di questa missione nel contesto attuale.

**Reazioni Internazionali:**
La Russia ha richiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, condannando gli attacchi come una chiara violazione del diritto internazionale. Mosca ha sottolineato il loro impatto negativo sulla situazione in Medio Oriente. La Cina ha espresso preoccupazione e ha invitato tutte le parti coinvolte a evitare ulteriori escalation.

**Reazioni Regionali:**
L’Arabia Saudita ha dichiarato di seguire gli attacchi con grande preoccupazione, esortando a evitare un’escalation. Hamas ha avvertito che questa aggressione potrebbe portare a una più ampia estensione del conflitto, e gli Houthi hanno annunciato che continueranno ad attaccare le navi legate a Israele.

**Teheran e Riad:**
L’Iran ha condannato fermamente gli attacchi, definendoli un’azione arbitraria e una chiara violazione della sovranità dello Yemen. Allo stesso tempo, l’Arabia Saudita ha invitato a evitare un’escalation, evidenziando la crescente preoccupazione nella regione.

Questi sviluppi indicano una situazione delicata e complessa, con conseguenze potenzialmente significative sia a livello regionale che globale. Il mondo osserverà attentamente come si evolveranno gli eventi e come la comunità internazionale risponderà a questa nuova fase del conflitto.

Il conflitto in Medio Oriente al giorno 96: Blinken in Israele, accuse a ONU e crisi umanitaria a Gaza

La guerra in corso nel Medio Oriente raggiunge il 96° giorno, mantenendo una tensione costante nella regione. Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha visitato Israele, dichiarando che “i Paesi della regione vogliono uno Stato palestinese”. Ha espresso preoccupazione per il numero eccessivo di civili e bambini morti a Gaza, sottolineando, tuttavia, che l’accusa di genocidio a carico di Israele è infondata.

Il governo israeliano ha lanciato un nuovo attacco all’ONU, con l’ambasciatore Gilad Erdan che accusa le Nazioni Unite di essere “complici dei terroristi”. Nel frattempo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, sottolineando la quasi totale assenza di cibo.

Il Qatar, nel tentativo di contribuire a una risoluzione pacifica, ha presentato una nuova proposta per la liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza. Secondo quanto riferito da Canale 13, la proposta include l’esilio da Gaza per alcuni dirigenti di Hamas. La situazione rimane delicata, con molte sfide e accuse che complicano ulteriormente gli sforzi per una soluzione pacifica al conflitto.

Escalation nel conflitto Israele-Gaza: Ultimi sviluppi e tensioni crescenti

Nell’81º giorno di conflitto tra Israele e Gaza, la situazione continua a peggiorare, con un crescente numero di vittime e tensioni che coinvolgono attori regionali e internazionali. Secondo Hamas, oltre 20.400 palestinesi sono morti, di cui circa 8.000 bambini, mentre in Israele sono stati riportati 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre.

## Mediazione proposta dal Qatar

L’Emiro del Qatar ha avviato una possibile mediazione congiunta a Gaza, discutendone con il presidente statunitense Joe Biden. Tuttavia, le prospettive di una soluzione pacifica rimangono incerte, con Israele affermando che la guerra continuerà per molti mesi.

## Uccisione del generale Moussawi e minacce dell’Iran

In un raid israeliano in Siria, il generale Moussawi è stato ucciso, scatenando la rabbia dell’Iran. Il presidente Raisi ha minacciato che Israele “pagherà per la sua morte”. L’esercito israeliano ha colpito la sede della Mezzaluna Rossa a Khan Yunis, intensificando ulteriormente la violenza.

## Sirene d’allarme al confine con il Libano

Attualmente, le sirene di allarme anti-razzi stanno suonando a Rosh HaNikrà, al confine tra Israele e il Libano, indicando un’ulteriore escalation della situazione.

## Nuovi attacchi e reazioni

L’agenzia palestinese Wafa ha riportato che un drone israeliano ha ucciso sei palestinesi nel campo profughi di Nour Shams, a est di Tulkarem in Cisgiordania. L’esercito israeliano non ha ancora commentato l’accaduto. Nel frattempo, l’Iran ha dichiarato il suo diritto legittimo di rispondere a Israele, definendo l’uccisione del generale Mousavi un “atto terroristico” e chiedendo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di condannare le attività israeliane.

La situazione rimane fluida e complessa, con il mondo che osserva con crescente preoccupazione l’escalation della violenza in questa regione già tormentata dalla guerra.

Tragedia nel Campo Profughi di Maghazi: Il Bilancio Si Aggrava a 106 Vittime

In una giornata funestata dalla violenza, il campo profughi di Maghazi, nel cuore della Striscia di Gaza, ha subito un tragico attacco aereo israeliano, il quale ha portato il bilancio delle vittime a un drammatico totale di almeno 106 morti. Questo sanguinoso episodio, avvenuto lunedì, rappresenta uno dei raid più devastanti perpetrati dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) dall’inizio dell’operazione militare innescata dall’attacco del movimento islamista palestinese contro Israele lo scorso 7 ottobre.

Le informazioni provengono dai registri dell’ospedale di Al-Aqsa, vicino al luogo dell’attacco, e vengono confermate dall’agenzia di stampa americana Associated Press. Un precedente rapporto del ministero della Sanità di Gaza, sotto il controllo di Hamas, aveva stimato almeno 70 morti, ma la cifra si è drammaticamente incrementata.

Le Forze di Difesa Israeliane hanno avviato una verifica sull’attacco aereo, come riportato dalla radio militare di Israele. Questo episodio alimenta ulteriormente le tensioni in una regione già segnata da un lungo conflitto, sollevando interrogativi sulla risposta internazionale e sulla prospettiva di una soluzione pacifica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha documentato testimonianze “strazianti” provenienti dall’ospedale della Striscia di Gaza, dove sono ricoverate le vittime di questo tragico bombardamento. La comunità internazionale è chiamata a esaminare attentamente questa drammatica escalation di violenza e a perseguire tutti i mezzi possibili per porre fine a un ciclo di sofferenza che continua a mietere vittime tra la popolazione civile. La ricerca di soluzioni diplomatiche e il dialogo tra le parti coinvolte emergono come imperativi inderogabili per fermare la spirale di violenza che insanguina la regione.

Crisi Nel Medio Oriente: Giorno 81 di Guerra, Respinta la Proposta Egiziana

La drammatica situazione nel Medio Oriente persiste, giungendo al giorno 81 di un conflitto che sembra non concedere tregua. Le ultime notizie provenienti dalla regione mettono in evidenza una serie di sviluppi critici, segnalando tensioni crescenti e un rifiuto categorico da parte di Hamas e della Jihad Islamica nei confronti di una proposta egiziana.

Il tentativo egiziano di negoziare un cessate il fuoco permanente in cambio della sostituzione del governo di Gaza è stato respinto categoricamente da entrambi i gruppi. L’offerta, volta a stabilire una tregua e a promuovere la stabilità nella regione, ha al momento ottenuto solo un rifiuto deciso da parte delle fazioni palestinesi coinvolte nel conflitto.

In un altro sviluppo significativo, un generale delle Guardie Rivoluzionarie iraniane è stato ucciso in Siria in un attacco condotto da Israele. Questo evento rafforza ulteriormente il coinvolgimento di attori regionali nella complessa rete di alleanze e rivalità che caratterizzano la situazione siriana.

Le cifre tragiche emergono anche dal campo profughi di Al Maghazi a Gaza, dove, secondo il ministero della Sanità controllato da Hamas, almeno 106 persone hanno perso la vita in un attacco. Questo aumento delle vittime civili aggiunge un ulteriore livello di disumanità a un conflitto già segnato da sofferenze e perdite.

Nel contesto di queste notizie avvolte dall’oscurità della guerra, il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, rompe il silenzio e afferma con fermezza: “Non ci sottometteremo mai a Israele”. Le parole di Sinwar rivelano la determinazione e la resilienza delle fazioni palestinesi nonostante la pressione e la devastazione che il conflitto ha inflitto alla popolazione civile.

Mentre la comunità internazionale continua a cercare una soluzione diplomatica a questa crisi, la mancanza di un accordo tra le parti coinvolte e la persistente violenza nel Medio Oriente sollevano domande sulla possibilità di una risoluzione pacifica e duratura in un futuro prossimo. La comunità internazionale è chiamata a intensificare gli sforzi per porre fine a questo conflitto e promuovere la stabilità nella regione.

Esprime sostegno ai palestinesi, giornalista Nyt si dimette

Per aver espresso sostegno al popolo palestinese e opposizione all’assedio di Gaza da parte di Israele, la giornalista del New York Times Magazine Jazmine Hughes si è dimessa. La decisione è stata presa dopo una conversazione con il suo editore. La giornalista ha firmato nei giorni scorsi una lettera di opposizione alla guerra Israele-Gaza di ‘Writers Against the War on Gaza’, che – secondo il Nyt – rappresenta una violazione delle politiche della redazione. “Anche se rispetto il fatto che abbia forti convinzioni, questa è stata una chiara violazione della politica del Times, che sostengo pienamente e che è una parte importante del nostro impegno per l’indipendenza” ha scritto il caporedattore del New York Times Magazine, Jake Silverstein in una e-mail alla redazione. Hughes, che era al Times dal 2015, non ha commentato le dimissioni. La lettera anti-Gaza è stata firmata anche da altri giornalisti del Los Angeles Times, Jewish Currents, Al Jazeera, Vox Media e New York Magazine.

Israele a popolazione Gaza, oggi corridoio tra 10-13

”Abitanti di Gaza, negli ultimi giorni vi abbiamo esortato a lasciare Gaza City ed il nord della Striscia e di spostarvi a sud del Wadi Gaza per la vostra sicurezza. Oggi vi informiamo che fra le ore 10:00 e le 13:00 (ora locale, ndr) Israele non colpirà l’itinerario indicato dalla nostra cartina per raggiungere quella zona”: lo ha reso noto su X il lingua araba il portavoce militare, Avichay Adraee.

“Per la vostra sicurezza sfruttate questo breve lasso di tempo per andare a sud. Potete essere certi – conclude Adraee – che i dirigenti di Hamas hanno già provveduto alla protezione loro e delle loro famiglie”.