Calzona: ora la Champions è davvero lontana

“La Champions è lontana, la matematica non ci condanna ma siamo onesti. Ora è davvero lontana”. Così il tecnjco del Napoli Francesco Calzona analizza il flop del Napoli, sconfitto 3-0 al Maradona dall’Atalanta, e che sembra ormai dire addio alla rincorsa alla prossima Champions League. Calzona cerca però di tenere sveglia la squadra per il resto del campionato: “Per il resto – ha detto – siamo ancora in gioco ma bisogna vincere ed essere solidi e ordinati, cosa che facciamo per poco tempo. Il resto dell’Europa è ancora raggiungibile ma dobbiamo trovare il morale che serve, altrimenti se vedo che non tiriamo fuori l’orgoglio si mancherebbe di rispetto a questa città, da parte mia e dei ragazzi. Io penso che la squadra abbia orgoglio, dobbiamo fare di più per finire questa stagione in modo dignitoso e per raggiungere obiettivi parziali, altrimenti sarà fallimento”. Calzona sottolinea che “i tifosi finora non ci avevano contestato ma oggi dobbiamo sopportare la contestazione che è legittima. La vicenda Juan Jesus? Non ha condizionato la prestazione”. Per il tecnico neanche la sua assenza da Napoli per due partite della Slovacchia di cui è ct ha influito male sul Napoli: “Non dipende – ha detto – dalla mia assenza come ha giocato il Napoli. Allenare nazionale vuol dire farlo mentre sui club si lavora sul lato fisico non tattico, perché hai meno giocatori e lavori per tenere una condizione fisica accettabile. A noi ora manca solidità, siamo una squadra fragile senza palla, questo è il problema più grosso, non riusciamo a fare reparto, rincorriamo, non va bene assolutamente. Con l’Inter eravamo più solidi, oggi mi aspettavo solidità e non c’è stata”. Per il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini questa vittoria a Napoli “è il modo migliore – ha detto – per iniziare un ciclo di 9 partite in 28 giorni, in cui si decide la sorte di campionato, Coppa Italia ed Europa League. Oggi abbiamo avuto una grande infusione di fiducia per le prossime gare perché se giochi così sul campo dei campioni d’Italia vuol dire che siamo una squadra di valore assoluto. Ora abbiamo la consapevolezza di avere un gruppo molto omogeneo e che possiamo alternare bene i giocatori nelle diverse competizioni e ottenere risultati. Oggi abbiamo dimostrato di saper soffrire ma anche di sfruttare al meglio quando hai l’occasione di proporti. Le nostre sofferenze oggi sono finite con il terzo gol, perché sapevamo che partita poteva prendere anche direzioni diverse”. Per il tecnico del club bergamasco “il Napoli sta vivendo una stagione particolare, non è facile gestire l’anno dopo lo scudetto. Ho la sensazione che la squadra abbia un valore assoluto ma non entusiasmo. Le iniziative sul razzismo? Il razzismo è una brutta rogna, ma intorno c’è tanta ipocrisia, questo non mi piace. Spero che il calcio sia un veicolo per superarlo e non evidenziarlo”.

Napoli addio al sogno Champions, Atalanta domina e vince

Il responso del ‘Maradona’ nella sfida caratterizzata dalla speranza di agguantare la qualificazione alla Champions League del prossimo anno è tutto per l’Atalanta che vince in maniera netta per 3-0 e si lancia nella rincorsa alle posizioni di vertice della classifica. Il Napoli, nel giorno della vicinanza a Juan Jesus per il caso Acerbi e del no al razzismo con la squadra in ginocchio, dice definitivamente addio alle speranze di rientrare nella lotta per raggiungere l’Europa che conta e deve rimodulare le proprie ambizioni nella fase finale del campionato. Per lunghi tratti del primo tempo il Napoli sembra una squadra alla deriva, incapace di rendersi pericolosa e incapace di difendere con sicurezza la propria porta. L’Atalanta è concreta e cinica nello sfruttare le occasioni che si presentano grazie anche alla cronica debolezza della difesa azzurra che in più di una circostanza va in confusione e non è quasi mai in grado di gestire le mischie che, generate da rimpalli sfavorevoli, si creano davanti alla porta di Meret. Nel primo tempo la squadra di Calzona, che incassa la prima sconfitta in campionato da quando è alla guida degli azzurri, riesce a tirare in porta una sola volta al 28′ con Osimhen che si fa respingere la conclusione da Carnesecchi. L’Atalanta, invece, dopo aver colpito un palo al 2′ con Miranchuk, va in gol al 25′ con il russo che sfrutta una dormita generale della difesa azzurra e batte Meret. Il raddoppio per la squadra di Gasperini arriva al 44′ con Scamacca che conclude con un diagonale sfruttando un passaggio di Miranchuk. In entrambe le circostanze i giocatori del Napoli protestano con l’arbitro per le leggere spinte, nel primo caso su Rrahmani e nel secondo su Juan Jesus, che Pairetto considera ininfluenti. Nella ripresa il Napoli, grazie anche agli innesti di Ngonge, Zielinski, Lindstrom e Simeone, velocizza le proprie azioni. La partita viene caratterizzata da rapidi cambiamenti del fronte d’attacco. Gli azzurri al 9′ colpiscono due volte il palo nella stessa azione, prima con una conclusione di Zielinski e sulla ribattuta con un tocco di Osimhen deviato da Carnesecchi. In questa fase della gara diventano protagonisti i due portieri i quali con alcune parate decisive negano il gol agli avversari. In particolare la sfida tra Carnesecchi e Osimhen si risolve a favore del portiere atalantino che impedisce al nigeriano di realizzare il gol che potrebbe riaprire la partita. La fase finale della partita è caratterizzata da una serie di mischie nell’area di rigore dei nerazzurri ma il Napoli non riesce a trovare gli spazi giusti per concludere a rete. A tre minuti dalla fine è Koopmeiners che conclude con un diagonale vincente un contropiede che si sviluppa sulla fascia sinistra del terreno di gioco. Finisce con il pubblico del ‘Maradona’ che fischia sonoramente il Napoli e intona cori contro la Società e in particolare contro il presidente De Laurentiis. La delusione dei tifosi, dopo il campionato dei record dello scorso anno, è tanta e ormai non c’è più tempo per sperare in un cambio di rotta.

Appello alla pace dei fati di Assisi, ‘fermatevi’

Il custode del Sacro convento di San Francesco in Assisi fra Marco Moroni, ha voluto lanciare un appello per la pace nel mondo, in particolare in Ucraina e in Terra Santa, in occasione del videomessaggio di auguri per la Pasqua. “È ora che ognuno – sottolinea fra Marco – da una parte o dall’altra, in ogni conflitto che ancora insanguina il mondo, compia il gesto più onorevole, coraggioso e audace: fermarsi. Perché siamo, grazie alle piaghe del Risorto, un’unica famiglia, fratelli e sorelle”. “Nel contesto storico e sociale – osserva fra Moroni – in cui i cristiani si stanno preparando a celebrare la festa più importante dell’anno, risuonano le parole con cui Gesù Risorto si presenta ai discepoli mostrando le ferite, ‘Pace a voi’, la stessa pace che san Francesco, su ispirazione di Cristo, augurava a tutti seminando il perdono. Ancora oggi, a ottocento anni dall’impressione delle stimmate di Cristo nella sua carne, Francesco continua ad essere un modello, un ispiratore e una guida per ogni uomo e donna operatori di pace”. Il video completo del messaggio è disponibile sul canale YouTube @SanFrancescoAssisi (https://youtu.be/QBaww_v-gFc) e al seguente link: https://bit.ly/MEDIA_PRESS_KIT

Coni: il 2 aprile Palazzo H si tinge di blu per Giornata autismo

Martedì prossimo, in occasione della giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, il salone d’onore del Coni sarà teatro di una lunga e importante giornata per riflettere sul rapporto tra sport e autismo. Per l’occasione, Palazzo H si tingerà di blu, colore simbolico per l’autismo. La mattina è in programma un convegno scientifico, presentato dal giornalista Iacopo Erba, dal titolo “Progetto di vita nell’autismo, dallo sport all’inclusione lavorativa” e al quale parteciperanno massimi esperti sul tema. La sera, invece, una cena di gala alla presenza, oltre del padrone di casa Giovanni Malagò, anche della vicepresidente della Camera Anna Ascani, del ministro della Salute, Orazio Schillaci, del ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, del presidente del Cip, Luca Pancalli e del presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma. La serata avrà uno scopo benefico: verrà infatti presentato il progetto “Lo sport e l’inclusione volano a Parigi2024”, con cui ragazzi e ragazze provenienti da varie discipline sportive e da diverse parti d’Italia, con un genitore e lo staff tecnico di supporto al seguito, raggiungeranno Parigi per una due giorni olimpica, di inclusione e gioco squadra. La realizzazione del progetto è sostenuta anche da Coni, Regione Lazio, Roma Capitale e Città Metropolitana oltre che diverse realtà come l’Aeroitalia SMI Roma. “Dare voce alla solidarietà significa amplificare la potenza del messaggio che appartiene al nostro movimento, costruire ponti in grado di colmare ogni distanza e di annullare tutte le differenze, fornendo gli strumenti per costruire un mondo all’insegna dell’inclusione – ha detto Malagò – Il Coni, ospitando gli eventi del 2 aprile e con la finestra prevista a Casa Italia durante i Giochi di Parigi 2024, rinnova il proprio impegno al fianco degli attori istituzionali preposti, sostenendo le iniziative promosse per dare voce e contenuto alla nobile campagna di sensibilizzazione”. E se per l’assessore di Roma Onorato “lo sport si conferma un veicolo di amicizia ma anche una leva eccezionale capace di ricordare a tutti che non esistono ostacoli insormontabili”, per Pancalli il 2 aprile “offre una preziosa occasione per riflettere ancora una volta sulle potenzialità dello sport e sull’importante ruolo sociale che può svolgere”. Alla realizzazione del convegno mattutino hanno collaborato la Neuropsichiatria infantile dell’università di Roma Tor Vergata, la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e l’Osservatorio nazionale autismo. la serata, invece, nasce grazie allo sforzo di progetto aita onlus.

Schillaci propone una commissione sui vaccini Covid

Una commissione di studio per censire i casi di reazioni avverse ai vaccini anti-Covid, per capirne la dimensione e la tipologia. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ne propone l’istituzione in coordinamento con la nuova commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia, i cui lavori dovrebbero partire a breve. L’idea suscita però perplessità tra infettivologi ed esperti, che sottolineano come dati di farmacovigilanza siano già largamente disponibili e l’avvio di una nuova commissione sul tema vaccini rischierebbe, invece, di minare la fiducia dei cittadini nella Sanità pubblica. “Quest’anno – spiega il ministro in un’intervista al Giornale d’Italia – abbiamo registrato un numero molto basso di adesioni alla campagna vaccinale, anche antinfluenzale. Quindi fare chiarezza sarebbe utile. Sarebbe opportuno soprattutto per dare maggiore tranquillità a tutti. Ci lavoreremo”. Quanto al futuro, Schillaci invita ad evitare ‘notizie allarmistiche’ su nuove malattie: “Se ci dovesse essere una nuova Malattia X, come viene evocata, saremo pronti ad affrontarla nel miglior modo possibile”. In merito al rischio di effetti collaterali dai vaccini Covid, Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), ricorda che si tratta di eventi rari: “I vaccini anti-Covid sono importanti per prevenire la malattia grave nei soggetti più a rischio, e le reazioni avverse gravi sono un evento raro che noi monitoriamo costantemente. L’Ema e il suo comitato di farmacovigilanza – spiega all’ANSA – ha monitorato attentamente gli eventi avversi dopo la vaccinazione Covid e riportato in modo trasparente tutti i risultati. Il monitoraggio continuerà come per qualsiasi altro vaccino o farmaco approvato in Europa”. Sebbene l’impatto di salute pubblica dovuto al virus Sars-CoV-2 “è in continua diminuzione, c’è ancora chi può andare incontro a malattia grave e questi soggetti è bene che si rivaccinino ogni anno con vaccino aggiornato. Sarebbe un errore – avverte – pensare che tutto è finito e bisogna, invece, mantenere l’attenzione alta poichè il virus Sars-CoV-2 continua a circolare a livello globale”. Rispetto alla proposta di una nuova commissione, l’infettivologo Matteo Bassetti si dice favorevole se “la finalità è dare maggiori risposte e tranquillizzare i cittadini; diverso sarebbe se l’intento fosse quello di mettere sotto accusa i vaccini, ma non credo sia questo l’obiettivo del ministro”. In ogni caso, ricorda, “nel 2022 è stato previsto un fondo con uno stanziamento di 100 milioni proprio per gli indennizzi per danno dai vaccini, ma – sottolinea – non mi pare che siano pervenute ad oggi tantissime domande”. Si dice invece contraria la vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Cristina Mussini: “Oggi sono disponibili solidi dati di sicurezza sui vaccini anti-Covid, anche se sicuramente degli effetti collaterali dai vaccini in ridotte percentuali ci sono stati, ma questo accade per qualunque tipologia di farmaco. I dati sono disponibili e pubblici, dunque non vedo la necessità di istituire una nuova commissione di studio che, invece, avrebbe l’effetto di gettare un’ombra sulle vaccinazioni disincentivando magari dal vaccinarsi quelle categorie che ne avrebbero più bisogno e minando la fiducia nel Ssn”. L’ultimo Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini anti-Covid dell’Agenzia italiana del farmaco prende in considerazione le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza nei due anni di campagna vaccinale, dal 27 dicembre 2020 al 26 dicembre 2022, per i cinque vaccini in uso. In questo periodo sono pervenute 140.595 segnalazioni su un totale di 144.354.770 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 97 ogni 100.000 dosi), di cui l’81,3% (114.290) riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono invece al 18,7% del totale (26.305), con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate.

Si pente Sandokan, lo storico boss dei Casalesi

Si è pentito Francesco Schiavone, uno dei padrini storici del clan dei Casalesi, forse il più noto anche per via di quel soprannome esotico che gli fu affibbiato, “Sandokan”, per via della somiglianza con la “Tigre della Malesia” impersonata in tv da Kabir Bedi. Di esotico aveva però ben poco Schiavone, che tra gli anni ’80 e ’90 si è imposto sul territorio casertano, in particolare sull’area compresa tra la città di Aversa e il litorale domizio, a suon di sanguinose faide e omicidi di innocenti. Da 26 anni dietro le sbarre, trascorsi in regime di carcere duro – “il pentimento di Schiavone è vittoria del 41bis” ha commentato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro – Sandokan era rimasto uno degli ultimi irriducibili della camorra casalese, custode di importanti segreti. “La collaborazione di Schiavone è un passo in avanti storico – ha detto l’ex procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho – dagli appalti ai rifiuti sono tanti gli aspetti da approfondire”. E tra i “segreti” c’è quello relativo ai mandanti dell’omicidio di Salvatore Nuvoletta, carabiniere ucciso nel 1982 perché il clan voleva vendicare la morte nel corso di un conflitto a fuoco proprio con i carabinieri di Mario Schiavone, cugino di Sandokan. Ma soprattutto la morte di Antonio Bardellino, il fondatore del clan ucciso in Brasile nel 1988, e i tanti intrecci tra camorra e politica che per anni hanno condizionato il casertano. “Potrebbe svelare la rete di relazioni della camorra con l’ala imprenditoriale e politica che ha permesso la sopravvivenza del gruppo criminale fra i più pericolosi d’Europa” sottolinea non a caso la commissione legalità dell’ordine dei giornalisti della Campania Schiavone divenne capo del clan proprio dopo la morte di Bardellino e fu mandante, con l’altro boss Francesco Bidognetti “Cicciotto e Mezzanotte”, di decine di omicidi nella faida contro i De Falco. Sandokan – hanno ricostruito le inchieste e le migliaia di pagine del maxi processo Spartacus con cui è stato condannato all’ergastolo – godeva di appoggi politici ad alto livello, condizionava le elezioni e gli appalti pubblici. E rimase forte anche dopo il pentimento, nel 1993, del primo esponente di spicco del clan, suo cugino Carmine Schiavone. La sua latitanza finì nel 1998 proprio a Casal di Principe, nel suo paese, come ogni capoclan che si rispetti. Nel bunker in cui si nascondeva furono ritrovati oltre ai fucili anche diversi dipinti realizzati dallo stesso Schiavone. In cella non ha smesso però di comandare: dal carcere duro ha “benedetto” i suoi figli che prendevano le redini della cosca. Qualcuno degli eredi si è poi pentito, in particolare il figlio primogenito Nicola collabora dal 2018 e il secondo, Walter, dal 2021, mentre sono in cella Emanuele Libero, che uscirà ad agosto prossimo, e Carmine. La moglie di Sandokan, Giuseppina Nappa, non è a Casal di Principe. Dove invece restano l’altro figlio Ivahnoe, fratelli e cugini; e pare che non tutti abbiano accolto di buon grado la decisione del padrino e che qualche suo congiunto abbia deciso di non andare in una località protetta come proposto da investigatori e inquirenti. Di recente si era sparsa la voce che Sandokan fosse gravemente malato di tumore e che a questo fosse dovuto il trasferimento dal carcere di Parma a quello de L’Aquila, sempre in regime di 41bis, nella struttura dove era stato curato anche l’ex capo di Cosa Nostra Matteo Messina Danaro. Ma fonti investigative ben informate hanno spiegato che in realtà si è trattato di un espediente: gli accertamenti hanno escluso la malattia ma la voce non è stata smentita per mantenere quanto più riservata possibile la sua scelta e giustificare il trasferimento nel carcere dell’Aquila. Per Renato Natale, sindaco di Casal di Principe nel 1994 quando fu ucciso don Diana, e primo cittadino ancora oggi, con il pentimento di Schiavone potrebbe quasi chiudersi un ciclo, in cui la città ha “riscattato” quel nome che veniva prima identificato con il clan, rilanciandosi nel segno della legalità. “Dalla collaborazione – sottolinea – ci aspettiamo la verità sugli omicidi irrisolti, sulla questione dei rifiuti interrati e sui legami con la politica locale e soprattutto nazionale”. E di cose da dire, su queste questioni, Sandokan ne ha. Sempre che decida di parlare fino in fondo.

Caccia italiani intercettano jet russi sul Baltico

Venti di guerra soffiano pericolosamente a est, dove anche gli Eurofighter dell’Aeronautica Militare italiana sono decollati per effettuare una doppia intercettazione di aerei russi nel Mar Baltico. L’allarme, lanciato dal centro di comando della Nato a Uedem, in Germania, è scattato per un velivolo non identificato in volo sulle acque internazionali. Una volta identificati i velivoli, gli F-2000 italiani – schierati nella Task Force 4th Wing operativa nella base polacca di Malbork – sono rientrati. Gli episodi si susseguono e la tensione cresce ormai ogni giorno nei cieli orientali dell’Europa. Una nuova “notte di inferno” per i raid russi in Ucraina ha riacceso la paura di uno sconfinamento della guerra in Polonia, spingendo anche Varsavia a far decollare i suoi caccia e quelli della Nato per “garantire la sicurezza dello spazio aereo”. Ma non è solo la Polonia a essere in prima linea: in Romania sono stati trovati “frammenti di drone” in una fattoria vicino al Danubio dopo gli attacchi russi. Già a dicembre scorso un Uav si era schiantato in un’area disabitata romena dopo un raid russo ai porti ucraini sul fiume. Prima ancora, a settembre, altri detriti di drone erano stati rinvenuti sempre nella zona di confine. “La guerra non è più un concetto del passato, è reale”, è la sveglia suonata dal premier polacco Donald Tusk in un’intervista ad una serie di giornali internazionali, tra cui Repubblica. “La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile. So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. È l’era prebellica”, ha detto senza giri di parole il capo del governo di Varsavia, preoccupato dal fatto che l’Europa abbia “ancora molta strada da fare” per rafforzare la sua difesa e quindi non sia affatto pronta ad affrontare la minaccia che incombe. Le parole di Tusk sono la spia di un allarme generale che cresce nel continente in merito alle reali intenzioni di Vladimir Putin sull’Ucraina e oltre. La guerra non va per il verso voluto da Kiev, che chiede incessantemente Patriot, munizioni, missili e aerei per difendersi dall’avanzata russa, che in 5 mesi ha conquistato 500 chilometri quadrati di terra ucraina, secondo il think tank americano Isw. I numeri danno la misura di una guerra impari anche secondo lo stesso comandante in capo delle forze ucraine Oleksandr Syrsky: “Qualche giorno fa il vantaggio del nemico in termini di munizioni sparate era di circa sei a uno”, ha ammesso in una rara intervista, assicurando tuttavia che sebbene la situazione al fronte sia difficile, l’esercito mobiliterà meno persone delle 500.000 proposte inizialmente da Zelensky. Se la situazione al fronte resta complicata – e Kiev prevede una nuova offensiva russa tra maggio e giugno – non va meglio nel resto del Paese: una pioggia di attacchi ha preso di mira ancora una volta le infrastrutture energetiche in questa terza primavera di guerra. I bombardamenti di Mosca con decine di droni e missili hanno “danneggiato centrali termiche e idroelettriche” nel centro e nell’ovest dell’Ucraina. Secondo Zelensky, tra gli obiettivi c’erano “le centrali idroelettriche di Kaniv e del Dniester”, perché “il Paese terrorista vuole che si ripeta il disastro ecologico nella regione di Kherson. Ma ora non solo l’Ucraina è minacciata, lo è anche la Moldavia”. Come conseguenza degli attacchi, l’operatore nazionale Ukrenergo si è vista costretta a introdurre blackout programmati di emergenza nelle regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Kirovograd.

Due persone ferite durante tentata rapina, indagano i Cc

Due persone sono rimaste ferite – secondo le prime notizie – nel corso di una tentata rapina nel quartiere napoletano di Ponticelli. Al momento non è stata ancora accertata l’esatta dinamica dei fatti ma sembra che le due persone si siano opposte ad alcuni malviventi. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri.

Il fatto è accaduto in via delle Metamorfosi. Sconosciuti a bordo di un’auto hanno investito due ragazzi a bordo di scooter. I malviventi hanno poi abbandonato il mezzo e rapinato una donna della sua auto che era lì poco distante: sembra che sia stato esploso un colpo d’arma da fuoco. I malviventi (non si sa quanti erano) che si sono presentati incappucciati sono poi fuggiti. I motocilisti rimasti feriti sono stati trasferiti nell’Ospedale del Mare. Il primo ha 23 anni, è prognosi riservata (sarà intubato) mentre l’altro ha 31 anni e non è grave. Le vittime sono già note alle forze dell’ordine. L’auto abbandonata è risultata rubata.

Nel ponte di Pasqua più taxi in circolazione a Napoli

In occasione delle festività Pasquali il Comune di Napoli ha disposto, in accordo con i sindacati, l’organizzazione dei turni di rinforzo e la sospensione, su base volontaria, del riposo settimanale dei tassisti del servizio taxi per sabato 30 marzo, domenica 31 marzo (turni 14-23 e 14-24 ) e lunedì 1 aprile e martedì 2 aprile (turno 18-06). E’ quanto si legge in una nota. “Con questa organizzazione – ha evidenziato l’assessore ai Trasporti, Edoardo Cosenza – andiamo ad aumentare il numero di taxi in circolazione nelle festività. In particolare, nei giorni di sabato e domenica, nella fascia pomeridiana, avremo potenzialmente in circolazione circa 350 taxi in più; mentre invece lunedì e martedì avremo potenzialmente, nella fascia mattutina, 120 taxi in più. Un intervento che, insieme all’accordo sindacale chiuso positivamente per il trasporto pubblico, porterà un contributo importante al sistema della mobilità cittadina nei prossimi giorni festivi”.

Card. Zuppi: viviamo una Pasqua segnata dalle guerre

“E’ una Pasqua segnata dalla guerra, dalle tante guerre” che “vediamo in maniera drammatica ma la Pasqua è questo: il confronto con il male”. Lo ha detto il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, al Tg1. “Quest’anno lo sentiamo con maggiore chiarezza ma è proprio il senso della Pasqua: la lotta tra le tenebre e la luce, tra la morte e la vita”. Rispondendo alle domande dei bambini, l’arcivescovo di Bologna ha sottolineato: “Dobbiamo credere che la Pasqua porti la pace, già nei cuori, speriamo che la porti anche dove c’è la guerra”.

“Il perdono vuol dire non farsi attaccare il male – ha aggiunto Zuppi -, il perdono vuol dire che la rabbia, l’odio, la vendetta, non entrano nella nostra vita” ma “il perdono non vuol dire non chiedere giustizia”. Nella sua profonda riflessione alla vigilia della Psqua, il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, ha poi spiegato: “Il perdono è il regalo, la parola stessa questo significa” ma “sempre anche cercando la giustizia. Solo se perdoniamo possiamo chiedere giustizia perché siamo liberi dalla vendetta”.