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L’economia, tutte le notizie e le news per rimanere costantemente aggiornati su questo tema fondamentale della nostra società. I nostri giornalisti vi presenteranno le notizie di economia nella maniera più professionale possibile.

Economie ancora in calo. Settore orafo in affanno, a rischio fatturati e posti di lavoro

Da uno studio di Confesercenti Campania relativamente al primo semestre 2020 viene fuori una fotografia impietosa della Campania e dei quella che doveva essere la ripresa economica sovrastimata dal governo centrale. Perdite per 20 mld di euro; 47mila aziende verso la chiusura, con una perdita complessiva di oltre 140mila posti di lavoro. Questi i dati che vengono fuori dall’indagine dell’Associazione di categoria guidata da Vincenzo Schiavo. Ma la crisi profonda che sta attraversando il comparto produttivo regionale riguarda anche il settore artigianale ed in maniera particolare quello orafo che da sempre rappresenta l’eccellenza del made in Italy. “I dati di Confesercenti – spiega Gianni Lepre, Segretario Generale di OroItaly ed opinionista economico del TG2, fotografano una realtà estensibile a tutti i comparti produttivi regionali, dopotutto non abbiamo assistito alla ‘best practice’ della messa in sicurezza delle filiere, ma solo  propaganda che poi ha condotto alla passerella degli Stati Generali. Lo studio di Confesercenti dimostra come la crisi sia profonda e radicata nel tessuto sociale delle varie aree geografiche del nostro Paese che seppure hanno vissuto univocamente un lockdown dovuto alla pandemia sanitaria, hanno pooi avuto modalità e prerogative diverse per rialzare la testa oltre che le saracinesche”. “IL settore orafo – ha poi concluso Lepre – vive un momento nel quale le priorità sono diverse, e questo è il motivo per cui non ha ricevuto il riguardo che meritava vista anche l’importanza di filiera e indotto”. A fare eco a Gianni Lepre il presidente di OroItaly Salvio Pace: “Ci saremmo aspettati ovviamente di più dalle manovre dell’esecutivo, e non solo perché il nostro settore è strategico nell’economia internazionale del lusso, ma almeno come bandiera del Made in Italy. Alle scarsissime risorse destinate, per molti di noi anche irraggiungibili, si aggiungono gli studi di settore che ci riportano un orizzonte scuro, privo di quella luce che era stata promessa”. Pace ha poi concluso: “Al governo centrale chiediamo nuovamente coraggio, la componente che è mancata ed ancora manca nelle manovre per risollevare l’economia tricolore. Il settore orafo, al pari di quello del Food non solo rappresenta il Made in Italy, ma può rappresentare una leva importante che ci tiri fuori dal baratro economico nella quale siamo finiti grazie all’inadeguatezza di molte scelte”.

Economia, Catello Maresca: imprese in crisi, prosperano gli affari per la criminalità organizzata

“L’Italia sta attraversando un periodo molto particolare. Purtroppo, mi sembra che si stia creando una pesante frattura tra le imprese che riescono a fronteggiare i ritardi dello Stato e una consistente parte di attività commerciali e imprenditoriali che invece questa crisi non riesce ad affrontarla. È una situazione già grave di per sé, ma resa ancor più pericolosa dal fatto che in questo contesto la criminalità organizzata prospera, trovando terreno fertile per le sue attività. Le organizzazioni malavitose hanno liquidità, che è proprio quello che manca oggi a chi opera nelle attività di impresa a causa dei ritardi della politica. La tentazione di rivolgersi a strutture criminali è forte e questo si traduce nella crescita esponenziale di alcuni fenomeni illegali, in primis quello dell’usura. In questo contesto, il ruolo di tutti quelli che operano nella legalità, in primis i professionisti, è fondamentale. Bisogna agire in fretta: dobbiamo arrivare prima noi di loro, e possiamo farlo soltanto mettendo in campo tutte le nostre competenze e un lavoro sinergico”. Lo ha detto Catello Maresca, Sostituto Procuratore Generale di Napoli, nel corso del webinar “Novità conseguenti al periodo emergenziale in materia di crisi d’impresa”, organizzato da Ungdcec sulla piattaforma Zoom.

“I commercialisti nell’ultimo periodo sono stati attaccati da più parti: ci hanno definito complici delle organizzazioni malavitose, dimenticando che siamo uno dei pochissimi presidi di legalità su tutto il territorio nazionale”, ha evidenziato Matteo De Lise, presidente Ungdcec. “Abbiamo gli strumenti per supportare le imprese e lavorare con i giudici per garantire la legalità. A tutti offriamo la nostra disponibilità per cercare insieme le soluzioni che possano riportare un minimo di serenità economica e finanziaria a quegli imprenditori, e sono diverse migliaia, travolti dalla pandemia”. 

Francesco Fimmanò, professore ordinario di Diritto Commerciale – Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti, ha espresso “grande preoccupazione per la situazione attuale. Ma l’emergenza può essere anche un’opportunità, se affrontata nel modo giusto. Non dimentico che il ventennio post Seconda guerra mondiale è stato quello più lucente per l’economia italiana, che visse un boom senza eguali. Servono investimenti pubblici e bisogna mettere da parte l’opportunismo e il piccolo interesse per favorire la ripresa dell’intero sistema Paese”.

Al webinar hanno preso parte Ettore Perrotti, presidente Odcec L’Aquila e Sulmona; Francesco Puccio, presidente della commissione Ungdcec “Diritto della crisi”; Fabrizio Abbate, presidente della commissione Ungdcec “Diritto penale dell’economia e custodia e amministrazione giudiziaria di beni e aziende sotto sequestro”; Alessandro Parrotta, professore titolare dell’insegnamento in Diritto della Cooperazione Internazionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi eCampus; Livia De Gennaro, giudice delegato Tribunale di Napoli; Pasquale Prisco, dottore commercialista in Napoli; Enrico Lombardo e Sonia Mazzucco, componenti di giunta Ungdcec.

Aerospazio-Eurosme: firmati i primi accordi di riservatezza e partnership

Presentate proposte di finanziamento per un valore di 19 milioni di euro

La Fase1 e la Fase2 dell’emergenza COVID-19 non hanno fermato le attività del progetto dedicato al settore dell’aerospazio EACP-EUROSME che segna passi in avanti di rilievo. Le attività di lavoro sono proseguite in modalità smart working attraverso webinar in cui i Distretti aerospaziali coinvolti hanno stimolato l’avvicinamento delle PMI delle sei regioni europee interessate ai grandi temi di sviluppo e investimento sul piano europeo. Sono state interessate 650 PMI di cui oltre 100 attivamente coinvolte, così come circa 50 cluster e 6 regioni europee. Un percorso che porterà entro il prossimo 30 settembre allo sviluppo di progetti di innovazione tecnologica per un valore complessivo di 20 milioni di euro, pronti per essere finanziati da soggetti pubblici o privati, contribuendo agli obiettivi della Commissione Europea di crescita, occupazione e investimenti in Europa.
Sono 12 i progetti che stanno riscuotendo il maggiore interesse delle PMI delle diverse regioni europee nelle aree tematiche specifiche: “Aereo del futuro” (propulsione ibrida e business jet super/ipersonico); Industria 4.0 (Digitalizzazione di processi di manifattura, Manutenzione aerea avanzata e Competitività grazie all’economia circolare); Tecnologie dell’Osservazione (Nanosatelliti, Sistemi di sorveglianza remota di infrastrutture strategiche e Agricoltura di precisione con dati satellitari); UAV (UAV cargo, sistemi di terminazione del volo e Mobilità aerea urbana).
A oggi sono stati firmati tre Accordi di Riservatezza e sono state presentate 4 proposte di finanziamento nell’ambito dei bandi della Commissione Europea per un valore complessivo di oltre 19 M€. Di queste proposte, tre sono a leadership del Distretto Aerospaziale della Campania (DAC): S4W – Sustainable Silent Supersonic Aviation for a Smaller World, ABOVE – Enhanced Urban Air Mobility Services, CONSCIOUS – Cross-cluster collaboration for promoting circular economy and competitiveness of European SMEs in the aerospace, automotive and construction sectors.
È stata inoltre avviata la mappatura degli Innovation Hub e dei centri di ricerca, nell’ottica di aggregarli ai singoli progetti proposti ed in fase di messa a punto da parte di PMI con il supporto dei Distretti. A supporto delle attività di progetto, è stato avviato l’utilizzo di una nuova piattaforma digitale sviluppata da DAC per facilitare l’associazione tra progetti, PMI e opportunità di finanziamento. L’elemento base per favorire tale associazione è l’uso delle tassonomie europee dei settori aeronautico (ACARE, Advisory Council for Aeronautics Research in Europe), spaziale (ESA, European Space Agency) e difesa (WEAG, Western European Armaments Group).
Crediamo nell’Europa e stiamo perciò offrendo la nostra attenzione ed attività all’EACP”, ha detto il Presidente del DAC, Luigi Carrino. “Il progetto EUROSME si colloca in questo quadro e siamo contenti di come si sia sviluppato producendo risultati interessanti. Si tratta di un progetto pilota al quale lavoriamo in modo che possa essere prodomo di un ‘modus operandi’ dei distretti di EACP a favore delle PMI aerospaziali, specie verso una nuova vita dopo COVID-19

Scheda EACP-EUROSME
Il progetto EACP-EUROSME, “Azioni di specializzazione intelligente tra cluster aerospaziali per la competitività delle PMI con approccio orientato all’economia circolare”, è finanziato dal programma COSME dell’Unione Europea e si svolge sotto il coordinamento del distretto aerospaziale campano, DAC. Gli altri cluster partecipanti sono Hamburg Aviation (Germania), Moravian Aerospace Cluster (Repubblica Ceca), Tecnologie per l’Osservazione della Terra ed i Rischi Naturali (Basilicata), Aerospace Valley (Francia), North West Aerospace Alliance (Regno Unito).
L’obiettivo finale di EACP-EUROSME è realizzare almeno 4 progetti di innovazione tecnologica per un valore complessivo di 20 milioni di euro, pronti per essere finanziati da soggetti pubblici o soggetti privati, contribuendo in tal modo agli obiettivi della Commissione Europea di stimolare la crescita, l’occupazione e gli investimenti in Europa, come espresso nella Carta del partenariato ESCP-S3.
I distretti partecipanti ad EACP-EUROSME rappresentano 938 PMI; 105 di queste sono state valutate in termini di caratteristiche e capacità di innovazione aziendale; più di 100 sono state coinvolte nella fase di scouting di nuovi progetti; oltre 650 sono state informate degli sviluppi dell’attività.
Il progetto di innovazione EACP-EUROSME ha consentito fin qui di individuare le aree prioritarie di comune interesse tra le Strategie di Specializzazione Intelligente delle regioni rappresentate: Aereo del futuro, Industria 4.0, UAV, Tecnologie dell’Osservazione. Nel mese di Ottobre dello scorso anno è stato organizzato un evento di matchmaking tenutosi a Preston (Regno Unito) in cui EACP-EUROSME è stato presentato nell’ambito del programma NATEP (National Aerospace Technology Program) Showcase & Networking, durante il quale si sono tenuti quattro webinar sulle aree prioritarie comuni identificate. Su tale base, sono stati pre-selezionati 52 potenziali progetti proposti da PMI.
È stata in effetti studiata e definita una metodologia di coinvolgimento che rappresenta un quadro per alimentare con continuità una pipeline di potenziali progetti per lo sviluppo di partenariati di PMI. Questa metodologia è stata illustrata all’Assemblea Generale dell’EACP (European Aerospace Cluster Partnership) a Torino nel mese di novembre con l’obiettivo di ampliarla all’intera partnership e di trarre beneficio a lungo termine dai fondi pubblici europei assegnati al progetto EACP-EUROSME. La metodologia è stata presentata e discussa lo scorso 17 febbraio negli uffici della Regione Campania a Brussels, in presenza del Project Officer dell’Agenzia Europea per le PMI, EASME.

Mazzogiorno: De Bonis (Misto), “esodo giovani verso università del nord è piaga sociale ed economica”

“Arrestare l’emorragia dei giovani meridionali, che per studiare emigrano verso le università del Nord, equivale a rilanciare l’economia del Sud. Eppure, passano gli anni, i governi cambiano, ma la situazione nel Meridione resta pressoché invariata, inchiodata al rapporto Svimez di qualche anno fa, con più del 25% dei giovani del Sud che si sposta al centro nord. Un esodo di talenti che costa al Mezzogiorno ben tre miliardi di euro l’anno”.
Così il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, in un’interrogazione ai Ministri dell’università e della ricerca, per il Sud e la coesione territoriale e dell’economia e delle finanze, in cui chiede che siano prese iniziative perché “È ora di fare in modo che chiunque scelga di frequentare un’ università lo possa fare nella sede più prossima al proprio territorio di origine. Questo – spiega De Bonis – non solo perché tutte le università italiane sono eccellenti ma, soprattutto, per sollevare le famiglie stremate dall’ingente impegno economico a cui sono costrette per far studiare i figli”.
” Il continuo definanziamento, infatti, porta ogni Ateneo ad attrarre il più alto numero di studenti per poter accedere ai fondi. Questa competizione fra Università crea vincitori e vinti e ogni strumento viene ritenuto valido per accaparrarsi più risorse possibili e quindi per sottrarle agli altri. Tutto questo a scapito del Sud e delle famiglie meridionali”.
“Per scongiurare questo esodo economico e sociale bisogna creare presupposti seri, iniziative volte ad attirare nuovamente chi si è trasferito al Nord già dai tempi universitari. Gli interventi ‘a pioggia’ effettuati nel passato sono serviti a poco o a nulla. Occorrono grandi riforme strutturali per migliorare drasticamente la situazione del Sud Italia, rendendolo competitivo con il Nord e gli altri Paesi Europei. Senza un piano di interventi decisi, purtroppo, il Mezzogiorno non sarà mai protagonista, ma sarà sempre destinato ad essere il fanalino di coda del Paese”.

Fase 2: Unimpresa, a giugno salasso fiscale da 29 miliardi per aziende e famiglie

Salasso fiscale da 29 miliardi di euro, a giugno, per le aziende e le famiglie del nostro Paese. In piena emergenza economica e appena avviata la complessa “Fase 2”, per imprese e cittadini entro questo mese si profila una notevole stangata tributaria: i contribuenti italiani sono infatti chiamati a versare nelle casse dello Stato l’Ires, l’Irpef, e la cedolare secca sugli affitti: si tratta di 11,7 miliardi di tributi da saldare per il 2019 e altri 17,2 miliardi da pagare come acconto per il 2020. È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa secondo cui, per l’imposta sul reddito delle società (Ires) l’acconto vale 10,2 miliardi e il saldo 6,1 miliardi, per l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) si profila un saldo da poco più di 5 miliardi con un acconto da circa 6 miliardi, mentre per il balzello sulle locazioni il versamento complessivo ammonta a 1,3 miliardi. «È impossibile pensare che al prossimo 30 giugno i contribuenti saranno in grado di adempiere alle scadenze fiscali perché l’economia non sarà tornata su un terreno positivo» commenta il consigliere di Unimpresa, Marco Salustri.
Secondo i calcoli del Centro studi di Unimpresa, gli incassi attesi con i versamenti estivi d’imposta ammontano a 28,9 miliardi complessivi. Di questi, 11,1 miliardi si riferiscono all’Irpef, 16,3 miliardi all’Ires e 1,3 miliardi alla cedolare secca. Per quanto riguarda l’Irpef, 5,1 miliardi sono a saldo delle competenze 2019 e 6,07 miliardi in acconto sul 2020; per quanto riguarda l’Ires, 6,1 miliardi sono a saldo dello scorso anno e 10,2 miliardi in acconto su quest’anno. Per quanto riguarda i saldi, la cifra in ballo, tra Irpef e Ires, è pari a 11,2 miliardi, mentre gli acconti valgono, tra Irpef e Ires, 16,3 miliardi. «Sono cifre rilevanti, che potrebbero dare ossigeno alle famiglie e alle imprese, contribuendo a far ripartire i consumi, gli investimenti delle aziende, il pagamento di stipendi e di fornitori. Le imposte si dovrebbero pagare quando è possibile. Se è vero, infatti, che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributive, è vero anche che, in tempi drammatici come questi, i contribuenti non hanno affatto capacità contributive. Per tale motivo i rinvii vanno fatti in ragione di una ripresa economica vera e ponderata» aggiunge il consigliere di Unimpresa. Secondo Salustri «anche lo sconto dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) ha effetti distorsivi importanti: chi ha avuto un incremento del reddito nel 2019, avrà beneficio immediato, mentre chi ha ottenuto un calo del fatturato dovrà fare i conti con il recupero del credito che maturerebbe da questa agevolazione (a causa dei maggiori acconti versati l’anno precedente). Sempre con riferimento all’Irap gli imprenditori sono in attesa di chiarimenti certi circa l’applicazione contabile di questa agevolazione e la gestione del secondo acconto previsto per il mese di novembre 2020».
L’analisi di Unimpresa prende poi in considerazione i rischi a cui vanno incontro i contribuenti che non riusciranno a rispettare le scadenze fiscali nemmeno per gli adempimenti rinviati: il rischio è di trovarsi sommersi da accertamenti e poi da cartelle. «I rinvii dei versamenti d’imposta che dovrebbero far respirare le imprese in crisi di liquidità – spiega il consigliere di Unimpresa – si trasformano in vere proprie gabbie, nel momento in cui i contribuenti devono adempiere ai relativi versamenti, in un lasso di tempo ristretto come quello proposto per le varie scadenze, presumibilmente dal 16 settembre al 16 dicembre. Verrebbe invece da pensare che sia una manovra ben studiata: il governo sa benissimo che la maggior parte di imprenditori, ditte e lavoratori autonomi non pagherà le imposte questo giugno, ma sa altrettanto bene che quello che non incassa oggi lo incasserà tra qualche mese tramite l’emissione di avvisi bonari e cartelle di pagamento. Con questa procedura non solo può recuperare le somme accertate, che non sono state versate a giugno, ma anche con interessi e sanzioni, attraverso le quali recupererebbe anche parte dell’Irap abbonata: un’altra beffa».

Ecobonus, Confapi: chiarire ruolo banche su finanziamenti

NAPOLI – “Le agevolazioni fiscali derivanti dall’utilizzo degli ‘strumenti’ Ecobonus e Sismabonus rappresentano e rappresenteranno nei prossimi 18 mesi, un notevole indotto positivo sia per il comparto edile che per i proprietari di immobili ed in cascata per tutti gli operatori diretti ed indiretti dell’indotto. Grossa limitazione sicuramente è data dalla platea di potenziali beneficiari. In particolare, i due incentivi si applicano in relazione agli interventi realizzati sui condomini e sulle singole unità immobiliari adibite ad abitazione principale dalle persone fisiche non nell’esercizio di imprese, arti o professioni”.

Lo ha detto l’ing. Paolo Cosenza, presidente di Aniem Confapi.

“Ad oggi sono escluse tutte le proprietà intestate a persone giuridiche (non rientranti nei più ampi condomini) e le seconde case isolate che, a nostro parere, rappresentano una grossa fetta del patrimonio immobiliare che produrrebbe una immediata impennata delle attività; infatti, uno dei grossi limiti di partenza, sono le numerose e complicate procedure legate alla gestione dei condomini peraltro quasi inesistenti nei soggetti giuridici e nel caso di singoli proprietari fisici”.

“Di notevole importanza, e ad oggi ancora non chiarissimo, è il ruolo delle banche nella gestione dell’aspetto finanziario, fondamentale nello sviluppo di tutta la procedura con la possibilità di evitare il coinvolgimento di soggetti terzi che, in molti casi, per vocazione non svolgono attività di carattere creditizio. Tale ruolo, a nostro parere, darebbe maggiore chiarezza, sicurezza e slancio, e probabilmente, anche una riduzione dei costi finanziari delle operazioni evitando l’intromissione di società terze di cui non sempre è nota la solidità”.

DLT Viaggi anticipa il Bonus Vacanza, la guida per l’Estate 2020 in Campania

Nuove misure per ristoranti, alberghi, villaggi turistici e spiagge per vacanze con maggiori spazi vitali. E intanto al via le prenotazioni con il Bonus del Governo che il Tour Operator anticiperà di tasca propria
 
03/06/2020 – Messa alle spalle la fase critica dell’emergenza Covid-19, torna la voglia di vacanza degli italiani che potranno godersi le loro ferie estive usufruendo del Bonus Vacanza e prestando attenzione a tutte le accortezze ancora richieste per ragioni di sicurezza.

È il Tour Operator DLT Viaggi ad illustrare le linee-guida sul funzionamento di strutture e villaggi turistici attraverso il portale www.dltviaggi.it e sui propri canali social. Tra le novità cui andremo incontro distanziamenti più ampi nei ristoranti con servizio al tavolo senza buffet, sistemi di check-in veloce per le camere delle strutture ricettive, attività di animazione soft ma sempre con divertimento garantito, diversa distribuzione degli ombrelloni sulle spiagge.

«Vogliamo tranquillizzare tutte le persone che continuano a chiederci se e come potranno fruire delle loro ferie estive» – spiega l’amministratore del marchio DLT Roberto Sorrenti – «Non ci saranno grandi cambiamenti e non sarà stravolta nessuna vacanza, anzi con le nuove misure di accessi contingentati e distanziamenti in alberghi, villaggi e spiagge avremo addirittura vacanze con maggiori spazi vitali e, in fin dei conti, più rilassate e piacevoli».

Non solo linee-guida su come trascorreremo l’estate, in attesa del decreto attuativo sull’erogazione del Bonus Vacanza previsto dal Governo per il rilancio del turismo domestico e riferendosi a quanto indicato sul Tax Credit nel Decreto, DLT Viaggi annuncia già le proprie modalità di erogazione del Bonus che permetterà a chi abbia un ISEE familiare al di sotto dei 40.000 euro annui di avere agevolazioni nell’acquisto di una vacanza: 500 euro per nuclei famigliari di tre o più persone; 300 euro per famiglie composte da due individui; 150 per i singoli.

«Ancora non sono state definite le istruzioni sul funzionamento del Bonus Vacanza ma siamo stanchi di aspettare, per il turismo non c’è più tempo. Per questo abbiamo scelto di giocare d’anticipo e di abbattere i tempi della burocrazia per andare incontro ai tantissimi utenti che ci stanno chiedendo come e quando utilizzare questo Bonus» – continua Sorrenti – «Per questo siamo già pienamente operativi mettendo di tasca nostra da subito l’80% dell’importo previsto, proprio per incentivare gli italiani a ripartire».
Ad esempio per una vacanza del valore complessivo di 1000 euro, il costo da sostenere subito dal cliente sarà di soli 600 euro: 400 euro saranno anticipati direttamente da DLT Viaggi con la possibilità per l’utente di recuperare ulteriori 100 euro nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Ovviamente massimo riserbo del T.O. per l’operazione Bonus Vacanza nell’attesa di nuove disposizioni da parte del Governo che possano confermare o modificare l’erogazione del Bonus.

Il Bonus Vacanza – conclude il Tour Operator – sarà valido per villeggiature tra il 1 Luglio ed il 31 Dicembre 2020 con pernottamento minimo di tre notti, ma sarà possibile fruirne prenotando entro questo mese di Giugno con un budget di un milione di euro che  DLT Viaggi anticiperà per i propri clienti. Il Bonus sarà utilizzabile sulle tantissime strutture della Campania presenti sul portale www.dltviaggi.it che riporteranno nella descrizione la stella in alto “Prenotabile con Bonus Vacanza”.

Bollette della luce gonfiate: cinque consigli per evitare fatture elevate

Le fatture dell’energia elettrica potrebbero riservare delle sorprese: dai consumi presunti, all’applicazione di clausole contrattuali errate, fino alla pretesa di arretrati oltre i due anni. Come farsi rispettare? Una guida con i consigli pratici degli esperti SOStariffe.it per pagare il giusto e pretendere, nel caso, il rimborso delle cifre ingiustamente versate

A partire dal primo aprile l’Arera, l’Authority di settore, ha rivisto al ribasso le tariffe della luce per il secondo trimestre del 2020 (-18,3%) per i clienti in regime di maggior tutela. Dunque almeno per il mercato tutelato, le bollette dell’energia elettrica dovrebbero essere più leggere. Ma ciò non sempre accade. Come mai? La fattura della luce potrebbe essere gonfiata rispetto ai consumi reali. SOStariffe.it ha stilato un elenco di cinque regole d’oro per smascherare i costi aggiuntivi e accertarci così di star pagando il giusto.

I consumi si controllano così

Anzitutto è buona norma imparare a leggere con attenzione la bolletta, per evitare di pagare ciò che non si deve, anche se siamo passati al mercato libero e abbiamo sottoscritto un’offerta luce conveniente. Teniamo conto che tra le voci di costo riportate sulla fattura ce ne sono alcune fisse:

– il costo della materia prima, deciso dal fornitore di energia e indicato sul contratto firmato;
– la spesa per trasportare l’energia dalle centrali a casa;
– quella per lettura e gestione del contatore, che cambia con i consumi;
– gli oneri di sistema.

A queste voci costanti si aggiungono poi diverse imposte, come l’IVA e le accise a cui di recente si è aggiunto il canone RAI che costa 90 euro all’anno, ma si paga 9 euro per volta in 10 mesi. Le bollette hanno un genere una periodicità bimestrale. I consumi riportati devono essere effettivi, cioè corrispondere ai valori riportati dal contatore.

Ricordarsi di comunicare l’autolettura

Le fatture potrebbero non essere ‘fedeli’ all’energia effettivamente consumata, ma basarsi invece su un calcolo presuntivo dell’energia stimata nel periodo considerato. I consumi riportati in bolletta infatti, possono comprendere sia i kWh effettivamente impiegati che quelli solo stimati.

Per scoprirlo dobbiamo tenere sotto controllo il contatore. Il modo per farlo è l‘autolettura: ovvero comunicare al fornitore i dati riportati volta per volta sul nostro contatore. Controllare ogni bimestre il contatore ci aiuterà ad accorgerci se i valori riportati in bolletta non corrispondono al consumo reale. Se dovessimo notare delle difformità, rivolgiamoci al servizio clienti del nostro fornitore per farci inviare una nuova bolletta con i consumi effettivi. Pretendiamo inoltre il rimborso delle somme versate per errore.

Ad oggi i contatori della luce sono in molti casi smart meter, cioè contatori elettronici tele-gestiti, letti a distanza dal fornitore. Ce ne sono in servizio oltre 35 milioni. Se disponiamo di un contatore elettrico telegestito non dobbiamo comunicare nessuna lettura, poiché lo smart meter trasmette i dati rilevati in tempo reale ogni quarto d’ora e le fatture sono emesse in base ai consumi effettivi. Ad ogni modo se vogliamo leggere quanto stiamo consumando, la gran parte dei modelli di contatore elettronico dispongono di un tasto grigio vicino al display, premendo il quale si potranno visualizzare il codice cliente, la potenza massima del contatore, e i dati di consumo in corrispondenza dei simboli A1, A2 e A3 che indicano la quantità di energia usata nelle varie fasce orarie (rispettivamente F1, F2 ed F3).

Se in casa abbiamo ancora il vecchio contatore tradizionale, invece, è importante ricordarsi di comunicare le cifre prima della virgola. Tutti i gestori mettono a disposizione appositi canali per trasmettere i dati rilevati: un numero telefonico, un’app per tablet e smartphone oppure un’area del proprio sito.

È la tariffa giusta per noi? Verificare il profilo di consumo

Al momento della firma del contratto ci viene assegnato un profilo di consumo, che poi ritroveremo riportato in bolletta, insieme al tipo di offerta sottoscritta, alla tensione della fornitura elettrica e alla potenza impegnata.

In genere si distingue tra uso domestico residente e non residente. Tuttavia il profilo che è stato selezionato in fase di firma del contratto potrebbe non essere applicato correttamente. Se le condizioni non vengono rispettate dobbiamo inviare un reclamo al fornitore. Al reclamo si dovranno allegare i documenti che attestano l’assegnazione del profilo a cui facciamo riferimento. Potremmo inoltre anche esigere un eventuale rimborso del prezzo ingiustamente pagato per l’errore del fornitore.

Come scoprire il fornitore non sta ai patti

Al pari del profilo di consumo, è importante controllare anche l’applicazione di tutte le altre clausole del contratto. Se ad esempio abbiamo stipulato un contratto di fornitura di energia con tariffa monoraria e nella bolletta ritroviamo la ripartizione dei consumi su due fasce orarie, allora c’è evidentemente un errore di applicazione delle clausole del contratto. Non ci resta che rivolgerci al servizio clienti del nostro fornitore o inoltrare un reclamo.

Bollette prescritte in 2 anni

A partire dal 2019 le bollette della luce si prescrivono in due anni e non più in cinque. Il diritto al pagamento del corrispettivo da parte del fornitore dunque viene meno passati i due anni dall’emissione. Se il fornitore ci richiede arretrati più vecchi di 24 mesi non siamo tenuti a pagare, né la compagnia potrà sospendere l’erogazione dell’energia per morosità. In caso in cui si riceva in bolletta la richiesta di pagare un importo caduto in prescrizione, bisognerà inviare un reclamo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

Usare un comparatore per passare al mercato libero

Se rispettare tutte queste regole non basta ad alleggerire le nostre bollette, potrebbe essere una buona idea passare a un fornitore del mercato libero, abbandonando la maggior tutela. Una volta individuato il nostro consumo annuo di energia, che di solito è riportato in bolletta, possiamo avvalerci di un comparatore online, come il tool di SOStariffe.it per le offerte luce https://www.sostariffe.it/energia-elettrica/ consultabile anche sullo smartphone grazie all’applicazione SOStariffe.it per dispositivi mobili https://www.sostariffe.it/app/ . Il principale vantaggio è il risparmio di tempo e anche di denaro. In seguito alla ricerca, un unico quadro sinottico ci restituisce in pochi minuti tutte le proposte più convenienti.

Concessionari pronti per la ripresa degli acquisti? il 64% di chi sta cercando un’auto online ha intenzione di comprarla entro settembre

Milano, 03 giugno 2020 – Il 64% di chi sta cercando un’auto online ha intenzione di comprarla entro settembre, è il dato che emerge dall’l’indagine COVID 19 Consumer Sentiment Survey realizzata da automobile.it, sito di annunci di auto usate, nuove, Km 0 e a noleggio di proprietà del gruppo eBay. La ricerca, effettuata su circa 1000 persone che hanno visitato automobile.it tra il 25 e il 27 maggio (due settimane circa dopo la fine del lockdown) fotografa le intenzioni di acquisto e le preoccupazioni dei consumatori del mercato automotive. Dallo studio emerge che il 41% degli utenti che ha intenzione di procedere immediatamente all’acquisto di un’auto ha necessità di sostituire il veicolo perché non più adatto alle proprie esigenze. Per quanto riguarda la spesa da investire per il 40% degli acquirenti il budget è rimasto invariato o leggermente cresciuto, mentre per il 60% è diminuito. Rispetto allo scenario pre quarantena risulta anche una preferenza di acquisto presso un concessionario rispetto al privato (62% VS 55%).

Questo lo scenario fotografato al termine del lockdown che interessa le attività del settore automotive che si occupano di “commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli” (codice Ateco 45), quasi 157.700 sul territorio nazionale, che hanno riaperto le saracinesche e sono pronte ad accogliere i consumatori. Il contesto infatti è completamente mutato rispetto al passato. Basti pensare che a marzo il mercato auto ha perso in Italia l’86,6% e ad aprile, secondo le stime Unrae, è stato quasi azzerato (-97-98%). Oggi più che mai per tornare realmente attivi per i dealers è fondamentale conoscere aspettative e attese create dalla quarantena per offrire risposte adeguate ai nuovi bisogni dei consumatori.

Dallo studio emerge la necessità, da parte dei concessionari, da una parte di tornare a promuovere attivamente gli annunci online per entrare in contatto con gli acquirenti e dall’altra di comunicare chiaramente come rimane possibile e semplice completare l’acquisto di persona. Risulta infatti che gli intervistati hanno posticipato/stanno posticipando l’acquisto perché si aspettano una diminuzione dei prezzi (58%), ma allo stesso tempo non vogliono assolutamente rinunciare al rapporto diretto. Questo aspetto si traduce con l’intenzione di provare l’auto a pari merito con la possibilità di fare domande face to face al venditore (56%) prima di concludere una compravendita.

Il contatto umano e l’incontro di persona restano dunque un fattore chiave per completare l’acquisto dell’auto. Questo aspetto rischia però di scontrarsi con il timore del contagio che ancora crea qualche riserva. Il 31% degli intervistati infatti vuole avere indicazioni dettagliate del venditore sulle disposizioni che offrono un’esperienza sicura in concessionaria. Risulta inoltre importante per il 33% dei rispondenti sapere che sono presenti servizi aggiuntivi come la sanificazione professionale dell’auto prima del ritiro. In particolare gli utenti (il 28%) richiedono che già sul sito internet della concessionaria sia visibile la descrizione di questi nuovi servizi insieme alla possibilità di compilare online richieste di finanziamento (segnalata dal 22% dei rispondenti).

Cosa possono fare i concessionari per rispondere ai bisogni dei consumatori post lockdown:

1.    Aggiornare regolarmente i canali digitali: la descrizioni degli annunci, la pagina concessionario, il sito e i canali social in modo che siano sempre chiare le modalità per essere contattati e immediata la possibilità di prendere appuntamento.

2.    Comunicare in modo semplice e visibile tutte le disposizioni adottate per garantire la sicurezza di clienti e venditori come misurazione della temperatura, ingressi contingentati, presenza di dispositivi igienizzanti, plexiglass, sanificazione delle sale espositive, ecc…

3.    Adattare i servizi di finanziamento offerti. La metà di coloro che sta posticipando l’acquisto dell’auto lo fa a causa dell’insicurezza finanziaria. E’ possibile pensare di offrire finanziamenti a tasso zero per i primi 12 mesi o un’offerta di noleggio a lungo termine che si può interrompere più facilmente.

4.    Ideare e comunicare nuovi servizi legati a pulizia e sanificazione che possono far percepire ai clienti la preoccupazione per la loro sicurezza e offrire maggiori garanzie sull’acquisto e sulla prova dei veicoli.

5.    Utilizzare le tecnologie digitali per favorire primi incontri virtuali anche per quei clienti che sono interessati ma ancora non si sentono totalmente sicuri di tornare in concessionaria.

6.    Organizzare test drive e incontri personalizzati che permettano di provare l’auto nel rispetto del distanziamento sociale.

7.    Definire un servizio di home delivery per portare l’auto direttamente dal cliente.

Cosa succede negli altri Paesi

Lo studio automobile.it oltre all’Italia ha interessato Germania, Inghilterra, Paesi Bassi e Canada analizzando il sentiment degli utenti dei relativi classifieds eBay in ambito automotive[1]. In particolare emerge che, contrariamente agli altri paesi, in Germania il 59% degli utenti non avrebbe voluto posticipare il proprio acquisto durante l’emergenza COVID19. Per tutti gli altri paesi invece l’intenzione di completare un acquisto è stata valutata nei tre mesi successivi alla riapertura. Alla base di questa decisione ci sono le difficoltà dovute al non poter provare le auto su strada, alla mancanza di contatto diretto con i venditori e alla difficoltà di completare le transazioni e i passaggi esclusivamente online. Per quanto riguarda invece i servizi richiesti per aumentare la sicurezza in questo periodo per lo più sono state indicate nuove modalità di finanziamento e possibilità di usufruire di funzionalità di pagamento e gestione pratiche da remoto. Tra le richieste degli utenti ai venditori ci sono quelle legate alle pratiche sanitarie applicate in concessionaria e i servizi di sanificazione dei veicoli.