Archivi tag: Gianni Lepre

Pompei Street Art Festival dal 27 giugno al 2 luglio

L’evento sostenuto dal sindaco Lo Sapio del Comune di Pompei e ideato dall’artista Nello Petrucci, 

leva innovativa per la promozione del turismo e cultura del territorio

Pompei, 21 giugno 2023 – Si svolgerà dal 27 giugno al 2 luglio il Pompei Street Festival, la manifestazione sostenuta dal sindaco del Comune di Pompei Carmine Lo Sapio, ideata dall’artista Nello Petrucci e realizzata da Art and Change. La terza edizione della kermesse, per volontà dell’Amministrazione comunale, mette al centro del progetto la promozione culturale e quella turistica, che nella giornata inaugurale saranno promosse in un convegno con il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, il consigliere del Ministro della Cultura, l’economista Gianni Lepre e il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.

Pompei Street Festival è un evento unico che utilizza la forza espressiva della Street Art, con la realizzazione di opere ispirate a tematiche sociali e ambientali, per la realizzazione di una riqualificazione del territorio e leva di promozione turistica. Ma, allo stesso tempo, invia un forte messaggio ai giovani, cittadini e visitatori, per avvicinarli alla cultura e alle radici storiche del Paese che nella città di Pompei trovano, e in particolare nel Parco Archeologico degli Scavi, valide testimonianze.

Resilienza e Armonia saranno le tematiche che animeranno le creazioni degli street artist nella terza edizione di Pompei Street Festival. Interpretando con il loro personale stile questo filo conduttore, i 23 artisti che giungeranno a Pompei realizzeranno un vero e proprio museo a cielo aperto grazie ai live show per le vie della città. Diciotto le nazioni rappresentate dei 5 continenti.

Il programma della manifestazione, inoltre, si avvale anche di altre forme d’arte per raggiungere il fine promozionale del territorio: musica, cinema e mostre, unitamente a workshop con le scolaresche, completeranno il calendario del Pompei Street Festival 2023.

Cinema, A.A.A.: Archeologia Ambiente Arte, sono i principali temi focus ai quali sarà dedicata la programmazione della sezione cinema con il concorso internazionale di corti e docufilm del Pompei Street Festival 2023, con la direzione artistica del filmmaker Egidio Carbone Lucifero. All’interno del Museo Temporaneo d’Impresa di Pompei, in piazza Bartolo Longo, la manifestazione presenterà momenti di incontro-spettacolo riservato alle scuole, proiezioni di film per il cinema, ospiti e testimonianze.

Musica, tre importanti concerti saranno al centro del focus musica del Pompei Street Festival. Artisti di fama internazionale, come: Frankie Hi-NRG (30 giugno), la dance/elettronica dei Planet Funk (1° luglio) e Raiz, che omaggerà lo storico cantautore Sergio Bruni (2 luglio), accompagneranno le serate del festival in piazzale Schettini. Tutte le sere DJ Set animeranno, prima dei concerti, le notti pompeiane.

Crisi post Covid-19, Gianni Lepre: “Concordo con Bonomi su grande patto per l’Italia”

NAPOLI – Lunga e puntuale analisi quella del presidente di Confindustria Carlo Bonomi sull’attuale stallo istituzionale a seguito del Covid-19. Il nuovo innalzamento dei contagi ha portato non solo paura per un autunno incerto, ma anche sconforto nelle attività produttive del Bel Paese che non si sono viste nè rappresentate nè salvaguardata da un esecutivo a cui manca il coraggio di varare misure reali capaci di risolvere i problemi e non fare da palliativo a patologie terminali come le crisi economiche irreversibili. Proprio quest’ultima spaventa il presidente Bonomi, che ha lanciato il ‘Grande Patto per l’Italia‘. “In effetti, in una crisi irreversibile ci siamo entrati nel momento in cui il governo ha dato ampia prova di disinteresse e scollamento dalle problematiche che affliggono le imprese, gli indotti e tutte quelle filiere per le quali l’Italia è amata e apprezzata in tutto il mondo.” Questo il commento a caldo di Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 Rai che ha poi continuato: “Sono pienamente in sintonia con Carlo Bonomi sul grande patto per l’Italia, anche se diffido della volontà del governo Conte bis di aggiustare una situazione che costerebbe troppo rispetto alle risorse detenute dall’attuale esecutivo e da quelle millantate per propaganda elettorale. Il numero 1 di Confindustria ha ragione da vendere: rischiamo di non uscirne più, anche in considerazione del fatto che nel pre Covid non è che stavamo molto meglio di adesso”. Lepre ha poi sottolineato: ” Mancano all’appello la bellezza di 400 e passa decreti attuativi; manca il piano di riforme da presentare all’Europa per il Recovery Fund; abbiamo all’orizzonte una nuova emergenza sanitaria che darebbe alle imprese il colpo di grazia; per finire con la Scuola, l’ultima grande incognita. Per dirla alla Bonomi, anch’io mi aspettavo un agosto diverso, rovente di misure e soprattutto di denari messe a disposizione del sistema produttivo. Ma ciò non è successo, e non solo: persino Bankitalia e Istat prefigurano un autunno infernale, e per farlo loro vuol dire che, per dirlo napoletanamente, l’acqua è poca e la papera non galleggia”.

Confesercenti Campania-Molise: nasce il Club delle Eccellenze

Il presidente Vincenzo Schiavo: «Una prova di forza per rilanciare il Made in Italy» 

NAPOLI – A salvare e rilanciare l’economia Italiana ci penserà il Made in Italy, ovvero quei settori nei quali il Bel Paese è riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Di questo ne è convinta Confesercenti Interregionale (Campania e Molise) che, visto lo stallo economico e l’inadeguatezza istituzionale, lancia l’iniziativa del Club delle Eccellenze del Made in Italy. Come spiega il presidente Vincenzo Schiavo, «il club nasce dall’esigenza di mettere insieme esperienze, know how e la grande tradizione delle filiere campane e molisane d’eccellenza quali: sartoria e moda, artigianato, oreficeria e lusso, enogastronomia e food, agroalimentare e tutte quelle realtà produttive di prestigio che rappresentano il made in Italy e possono contribuire in maniera determinante al rilancio del sistema Paese. Per questo Confesercenti ha messo insieme alcune aziende prestigiose che fungono da traino a settori che ci vedono protagonisti indiscussi sui mercati internazionali». Il presidente Schiavo ha poi concluso: «Ripartire dall’internazionalizzazione potrebbe essere una strada alla riqualificazione industriale del marchio Italia, attraverso un rapporto con l’estero maggiormente finalizzato alla canalizzazione dei prodotti nazionali, senza sponsorizzazioni politico istituzionali che, allo stato attuale, millantano solo attenzione e liquidità». A presiedere il Club delle Eccellenze di Confesercenti Campania e Molise è stato designato il prof. Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 Rai ed esperto di PMI; presidente per la provincia di Napoli, invece, sarà il maestro sartore Raffaele Antonelli, tra i più raffinati e ricercati sarti della grande e antica tradizione partenopea. Al club si aggiunge il settore orafo di Confesercenti Campania e Molise la cui presidenza è stata affidata alla nota commercialista Anna Lepre che, tra le altre cose, avrà il ruolo strategico di intercettare misure ad hoc da proporre alle istituzioni grazie alla sua grande esperienza professionale. Responsabile provinciale del settore è stata nominata, invece, l’artista e designer Sara Lubrano. «Una intuizione importante ed un progetto condiviso – ha riferito Gianni Lepre- quello del Club delle Eccellenze di Confesercenti Campania e Molise che il presidente Schiavo ha voluto che guidassi. Il rilancio della nostra economia, bloccata dal Covid-19 come anche dall’inadeguatezza delle misure istituzionali a contrasto della paralisi dovuta al lockdodwn, passa inevitabilmente per i settori d’eccellenza che sono il volano economico dell’intero Paese. In particolare al Sud, dove le eccellenze del Made in Italy nascono come fucina di idee e produttività e da dove la grande tradizione si irradia nel mondo intero». Lepre ha poi concluso: «Grazie al nostro presidente Schiavo, e ad eccellenze del calibro di Lello Antonelli e Sara Lubrano, riusciremo a riportare economia reale alle nostre filiere produttive, convinti come siamo che il mondo non solo ci guarda, ma è ancora estasiato dall’arte e dalla genialità della nostra terra».

SFiN, OroItaly: “Panacea o ennesimo spot elettorale?”

La notizia sullo SFiN, il nuovo strumento agevolativo, promosso dalla Regione Campania con il supporto di Sviluppo Campania  attraverso una convenzione con CdP e ABI, e che si avvale del Fondo Rotativo per le imprese di Cassa Depositi e Prestiti (FRI), ha da subito interessato la filiera produttiva anche in considerazione dell’accordo con il Credito Cooperativo regionale. “Positiva e propiziatoria l’intesa nata tra la Federazione delle Banche di Credito Cooperativo guidata da Amedeo Manzo, e la partecipata di Palazzo Santa Lucia con a capo Mario Mustilli – commenta il Segretario Generale di OroItaly Gianni Lepre – e conoscendo il presidente Manzo sono più che certo che le imprese appartenenti alla filiere delle eccellenze potranno beneficiare di uno strumento imprescindibile per investimenti e riqualificazione del tessuto imprenditoriale”. Lepre ha poi continuato: “Ciò che mi lascia perplesso non sono le intenzioni, ma le modalità di una ennesima misura che appare gemella di tante altre. In pratica e sintetizzando: la misura prevede per le filiere strategiche del territorio campano un contributo a fondo perduto, un finanziamento agevolato, una sovvenzione bancaria e una garanzia pubblica concessa su prestiti finalizzati all’attivo circolante. La concessione di contributi a fondo perduto sarà  al massimo del 35% dei costi ammessi di ciascun progetto, i quali potranno variare tra 500.000 e 3 milioni di euro”. Lepre ha poi concluso: “Vista così sembra veramente una mezza panacea, che di per se calzerebbe a perfezione l’attuale situazione, ma poi siamo costretti a fare i conti con la realtà, con le procedure, con le inammissibilità e tutto quello che annulla inesorabilmente tutte le migliori intenzioni”. A Gianni Lepre fa eco il presidente del sodalizio degli Orafi Salvio Pace: “Bhè che dire, siamo di fronte ad un ennesimo tentativo di farci credere che le cose vanno bene, che la liquidità esiste e che la stessa è concessa a tutti. Ciò che fa riflettere, però,  – ha concluso il presidente Pace – è che di queste misure spot, sponsorizzate dalla Regione Campania ad un mese dalla elezioni, le imprese non ne hanno bisogno; avrebbero viceversa bisogno che le misure già in atto funzionassero per tutti, e soprattutto obbligassero le banche ad erogare un credito che, fino ad oggi, ha avuto come destinatari una sparuta percentuale di chi non ne ha nemmeno bisogno”.

Sud motore d’Italia, “G. Lepre: “si è fatto poco e male per il Mezzogiorno”

Un confronto serrato quello tra il direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napoletano ed il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano che a Tg2 Post hanno dimostrato come l’aria fritta della politica sia oramai una certezza di fronte alle emergenze nazionali di qualsiasi tipo. Nell’ambito del format di RAI2 il direttore Napoletano ha sottolineato al ministro Provenzano tutti i buchi neri di un’azione di governo che ha tragicamente abbandonato il Sud del Paese, tornando a renderlo zavorra di un Nord che comunque annaspa nel dramma sanitario ed economico legato al Covid-19. Di rimando il titolare del dicastero preposto si è limitato a sciorinare intenzioni e promesse che non vanno al di là di una campagna elettorale permanente. Sulla questione è intervenuto anche il prof. Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 RAI: “Lo dico da tempo quello che il direttore Napoletano ha sottolineato al ministro Provenzano, lo continuo a sostenere, con il massimo menefreghismo di chi è deputato, per Costituzione e Morale, a garantire diritti e doveri del Popolo sovrano. Che il Sud sia il motore dell’Italia è fuori da ogni dubbio o discussione, basti pensare alla localizzazione delle eccellenze del Made in Italy e a tutto quello che il mondo ci invidia.  Dalla moda al food quasi tutto parla meridionale, e senza rispolverare l’antica questione giolittiana, il tutto si può sintetizzare dicendo che il Meridione è la fucina delle idee ed il Settentrione l’industria che mette in pratica”.  Lepre ha poi continuato: “Nonostante questa simbiotica filiera nazionale che di per se sembra perfetta, alcune perverse manovre politiche dettate da logiche elettorali e da lobby di potere, hanno spaccato il nostro Paese in due rendendo sempre più profonda la ferita e costringendo il Mezzogiorno ad una depauperazione quotidiana di economie, energie, intelletti e voglia di fare”. Lepre ha poi concluso: “Il ministro Provenzano viene dal profondo sud, e nonostante ciò, continua a credere alle favole ed a crogiolarsi in misure e decreti governativi che da una parte mettono e dall’altro tolgono, dopotutto è troppo bello aver sempre pieno un bicchiere al quale si è praticato un piccolo foro all’estremità.”

Reddito di Cittadinanza, G. Lepre: “un esercito di mantenuti che rifiuta il lavoro nei campi”

Ha del surreale la notizia che sta circolando sui quotidiani e che spopola sul web circa i dati relativi al Reddito di Cittadinanza post Covid e sul rifiuto categorico dei percettori di lavorare nei campi. La notizia, confermata dai Centri per l’Impiego, non fa altro che gettare discredito sulla manovra elettorale per antonomasia mai concepita nella storia della Repubblica. “Che il Reddito di Cittadinanza abbia creato il classico esercito di mantenuti non lo dico io – esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 Rai – ma lo evidenziano i fatti, anche negli ultimi sviluppi. Il Covid -19 ed il successivo lockdodwn dovuto alla pandemia aveva creato l’esigenza reale di chi tornasse a lavorare e produrre nei campi, dopotutto l’agricoltura è la base della nostra civiltà e soprattutto della nostra dieta”.  Lepre poi ha continuato: “ Addirittura, stando alle carte, nel decreto anti-Covid era stata prevista l’opportunità di lavorare nel settore agricolo senza perdere il diritto al benefit. Una forma remunerata di volontariato, ma nonostante ciò il nulla di fatto: meglio il divano”. “ Confagricoltura ha raccolto circa 35mila curriculum di cui solo circa 800 caricati dai possessori di carta Rdc. Stessi numeri per Coldiretti, su 15mila curriculum caricati sono circa 200 quelli provenienti dai beneficiari di Reddito di cittadinanza e solo 70 le persone  che hanno ottenuto un contratto nei campi tramite il ‘job in country’. Non è andata meglio alle altre associazioni di categoria che hanno totalizzato dati molto più miseri di quelli raccontati fin ora”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “ Rifiutare le offerte di lavoro nei campi da parte dei percettori di Rdc significa non considerare la centralità del settore in questa fase di ripresa economica che inevitabilmente deve partire dalla terra, cioè da dove tutto nasce. A coltivare ció che oggi noi tutti consumiamo sulle nostre tavole abbiamo lasciato gli immigrati, considerando il lavoro nei campi infimo; ma non è così. Mai come oggi il settore agrifood non solo ha assunto il ruolo strategico di filiera, ma rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy”. “ Detto molto francamente, senza provocazione alcuna ma in piena coscienza e diritto, dovrebbero essere annullati tutti gli assegni di sostentamento da Rdc di tutti quei cittadini che non si rendono disponibili al lavoro nei campi”.

Crescita in caduta libera in tutta Europa, in Italia Pil crolla dell’11,2%. G. Lepre: “ci mancavano le lezioni di Gentiloni”

“Il Populismo, quello vero, impone di ricercare le cause e gli effetti di tutte le cose nella modalità più semplice e comprensibile a tutti – esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 Rai ed esperto di PMI del settore artigiano – in modo tale che il popolo sovrano sappia sempre da che parte soffia il vento”. I dati statistici sulla crescita dell’Unione Europa e i dati dell’Italia hanno gelato molti ottimismi e soprattutto hanno fatto ripensare a quanto seria e profonda sia la ferita all’economia tricolore inferta dal lockdown. “Il dato peggiore  – continua Lepre – dell’Eurozona non poteva che essere l’Italia con una perdita dell’11.2%. Un dato figlio delle manovre contentino e della guerra santa contro l’evasione che, qualche beota pensa di combattere con la limitazione del contante”. Poi Lepre incalza: “nel pratico, possiamo tranquillamente sintetizzare con l’adagio popolare del << chi non risica non rosica>>. Al governo Conte Bis e a qualche suo ministro bis o tris che sia, è mancato il coraggio di osare e diventare per almeno 12 mesi lo sponsor unico dell’industria e dell’intelletto del sistema Paese. Qui invece, tornando ai detti popolari, a Roma vogliono << la botte piena e la moglie ubriaca>>: con una mano elargiscono quattro spiccioli per la sopravvivenza condizionati dal buono o cattivo umore delle banche, e dall’altra te li tolgono con il salasso del fisco che poco se ne importa della pandemia o della carestia globale”. “Poi, molto francamente, sentire parlare l’ex premier Paolo Gentiloni che sul Corriere della Sera ci rammenta che << Le previsioni economiche d’estate ci mostrano che la strada per la ripresa è ancora lastricata di incertezza>> è francamente troppo, anche in considerazione del pulpito dal quale viene la predica”. Il prof. Lepre ha poi concluso: ” Recovery fund e Mes con le sue condizionalità a parte, il discorso è già troppo complicato per continuare a rendere melmose anche le idee a contrasto di un periodo così nero. Come ho sempre detto, suggerisco di partire dalle questioni interne come ad esempio il fisco, la semplificazione reale e progressiva di tutti gli iter applicativi con la burocrazia rimodulata e flessibile. Ma in Italia, come tutti sappiamo, la paralisi non è generata dalla burocrazia o dalla farraginosità della Pubblica Amministrazione, semmai sono una conseguenza delle scelte della politica alla quale tutto è asservito”.

Piano Strategico della CCIAA di Napoli, Oroitaly: “il vento favorevole dell’economia”

NAPOLI – Sul Piano strategico da 50mln di euro messo in campo della Camera di Commercio di Napoli per sostenere le imprese è intervenuta l’Associazione OroItaly che ha salutato come “vento favorevole” l’iniziativa dell’Ente camerale partenopeo. “Un grande risultato – ha commentato il presidente Salvio Pace – figlio di una intesa interistituzionale che va a colmare in parte quel vuoto dovuto alla genericità degli interventi pubblici centralizzati la cui liquidità si perde nell’iter attuativo”. Pace ha poi continuato: “50 milioni di buoni motivi per riprendere a sperare , anche in considerazione del fatto che le trance individuate dal team presieduto dal presidente Fiola, toccano un po quelli che sono i punti nevralgici delle varie filiere”. Al presidente del sodalizio degli orafi fa eco il Segretario Generale Gianni Lepre, per il quale i 50 mln messi a disposizione dell’Ente camerale sono “una miccia di speranza per tante imprese che in questo periodo buio rischiavano di chiudere definitivamente i battenti”. “La lungimiranza dei vertici camerali e del presidente Fiola – ha continuato Lepre – hanno riacceso la speranza di tanti che avevano già abbandonato l’idea di continuare ad esistere nel panorama commerciale cittadino. Grande e personale plauso va dato anche a Confesercenti, di cui mi onoro di far parte come settore orafo, ed al suo presidente Vincenzo Schiavo che per primo ha chiesto la possibilità dell’utilizzo di fondi in dotazione all’Ente di Piazza della Borsa da mettere a disposizione delle aziende iscritte e colpite dal lockdown dovuto al Covid-19″.  Lepre ha poi concluso: “nel panorama piatto nel quale ogni iniziativa centrale viene spottizzata come panacea di mali che andrebbero curati diversamente, l’iniziativa della Camera di Commercio napoletana non solo riempie di gioia e di speranza, ma apre le porte di una rivincita contro la crisi che ora si vince solo con l’azzeramento totale della burocrazia”.

Economie ancora in calo. Settore orafo in affanno, a rischio fatturati e posti di lavoro

Da uno studio di Confesercenti Campania relativamente al primo semestre 2020 viene fuori una fotografia impietosa della Campania e dei quella che doveva essere la ripresa economica sovrastimata dal governo centrale. Perdite per 20 mld di euro; 47mila aziende verso la chiusura, con una perdita complessiva di oltre 140mila posti di lavoro. Questi i dati che vengono fuori dall’indagine dell’Associazione di categoria guidata da Vincenzo Schiavo. Ma la crisi profonda che sta attraversando il comparto produttivo regionale riguarda anche il settore artigianale ed in maniera particolare quello orafo che da sempre rappresenta l’eccellenza del made in Italy. “I dati di Confesercenti – spiega Gianni Lepre, Segretario Generale di OroItaly ed opinionista economico del TG2, fotografano una realtà estensibile a tutti i comparti produttivi regionali, dopotutto non abbiamo assistito alla ‘best practice’ della messa in sicurezza delle filiere, ma solo  propaganda che poi ha condotto alla passerella degli Stati Generali. Lo studio di Confesercenti dimostra come la crisi sia profonda e radicata nel tessuto sociale delle varie aree geografiche del nostro Paese che seppure hanno vissuto univocamente un lockdown dovuto alla pandemia sanitaria, hanno pooi avuto modalità e prerogative diverse per rialzare la testa oltre che le saracinesche”. “IL settore orafo – ha poi concluso Lepre – vive un momento nel quale le priorità sono diverse, e questo è il motivo per cui non ha ricevuto il riguardo che meritava vista anche l’importanza di filiera e indotto”. A fare eco a Gianni Lepre il presidente di OroItaly Salvio Pace: “Ci saremmo aspettati ovviamente di più dalle manovre dell’esecutivo, e non solo perché il nostro settore è strategico nell’economia internazionale del lusso, ma almeno come bandiera del Made in Italy. Alle scarsissime risorse destinate, per molti di noi anche irraggiungibili, si aggiungono gli studi di settore che ci riportano un orizzonte scuro, privo di quella luce che era stata promessa”. Pace ha poi concluso: “Al governo centrale chiediamo nuovamente coraggio, la componente che è mancata ed ancora manca nelle manovre per risollevare l’economia tricolore. Il settore orafo, al pari di quello del Food non solo rappresenta il Made in Italy, ma può rappresentare una leva importante che ci tiri fuori dal baratro economico nella quale siamo finiti grazie all’inadeguatezza di molte scelte”.