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Il Monza pronto a sfidare il Napoli: Parole di Palladino

Alla vigilia della sfida contro il Napoli, in programma domenica alle 15, l’allenatore del Monza, Raffaele Palladino, ha espresso grande rispetto per l’avversario, definendolo “una squadra forte” e ricordando che sono “i campioni d’Italia in carica”.

La prospettiva di affrontare una squadra di tale calibro è stimolante per il Monza sotto tutti i punti di vista, come sottolinea Palladino, non solo per quanto riguarda la classifica ma anche per il prestigio della sfida stessa. “Il Napoli ha grandi palleggiatori e tiratori”, aggiunge l’allenatore, evidenziando le qualità tecniche e tattiche degli avversari.

Palladino non nasconde l’importanza della partita e l’opportunità che rappresenta per la sua squadra. “È un grande stimolo affrontare chi ha stravinto il campionato scorso”, afferma, sottolineando la sfida e la determinazione del Monza nel confrontarsi con una squadra di alto livello come il Napoli.

Nonostante l’assenza di Matteo Pessina per squalifica, Palladino si mostra fiducioso nel potenziale della sua squadra e nella capacità dei sostituti di sopperire alla mancanza del giocatore chiave. “L’assenza di Matteo Pessina sarà pesante, ma chi lo sostituirà lo farà al meglio”, assicura l’allenatore, confermando che Pablo Marì sarà il capitano per la partita.

Il Monza si prepara dunque a una sfida difficile ma entusiasmante contro il Napoli, pronta a mettere in campo tutto il proprio impegno e la propria determinazione per ottenere un risultato positivo contro una delle squadre più titolate del calcio italiano.

Annunciato il debutto di Jannik Sinner all’ATP Masters 1000 di Montecarlo

Il giovane talento italiano Jannik Sinner si prepara per il suo debutto al prestigioso torneo ATP Masters 1000 di Montecarlo, dove affronterà il vincente del match tra lo statunitense Sebastian Korda e lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, in programma dal 7 al 14 aprile sulle terre rosse del Principato.

Sinner, fresco del suo nuovo titolo di numero 2 del mondo, potrebbe incontrare nel terzo turno uno tra Sebastian Baez, Jan-Lennard Struff, Borna Coric e Alex Bublik (16). Il tabellone del torneo vede anche la partecipazione di altri importanti giocatori italiani, tra cui Matteo Berrettini che affronterà Kecmanovic e Matteo Arnaldi che si scontrerà con Ruusuvuori.

Il cammino di Sinner potrebbe portarlo a un potenziale incontro nei quarti di finale con il danese Holger Rune, testa di serie numero 7. In semifinale, potrebbe sfidare uno tra Daniil Medvedev (4) e Alexander Zverev (4).

Nella parte alta del tabellone, si profila una potenziale semifinale tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz. Il serbo, numero 1 del mondo, potrebbe affrontare il giovane azzurro Lorenzo Musetti se questi dovesse superare Taylor Fritz. Nei quarti, Djokovic potrebbe scontrarsi con il russo Andrei Rublev (6), mentre Alcaraz dovrà superare Casper Ruud (8).

Il torneo di Montecarlo potrebbe avere un impatto significativo sul ranking mondiale. Djokovic, pur mantenendo la leadership con 9.725 punti, potrebbe decidere di ridurre la sua partecipazione ai tornei per concentrarsi sugli obiettivi olimpici a Parigi 2024. Sinner, anch’egli interessato ai Giochi Olimpici, guarda con ambizione alla stagione primaverile, con l’obiettivo di fare il salto di qualità sulla terra rossa.

Prima di affrontare la sfida impegnativa dell’estate, Sinner ha in programma di partecipare agli Internazionali BNL d’Italia a Roma e al Roland Garros a Parigi, oltre alla tappa spagnola di Madrid. Sulla terra rossa, Sinner cercherà di migliorare le sue prestazioni dello scorso anno e di mettere in mostra la sua crescente qualità di gioco. Con un margine di miglioramento e una determinazione crescente, Sinner ha tutte le carte in regola per fare bene in questa stagione primaverile e oltre.

Calzona: ora la Champions è davvero lontana

“La Champions è lontana, la matematica non ci condanna ma siamo onesti. Ora è davvero lontana”. Così il tecnjco del Napoli Francesco Calzona analizza il flop del Napoli, sconfitto 3-0 al Maradona dall’Atalanta, e che sembra ormai dire addio alla rincorsa alla prossima Champions League. Calzona cerca però di tenere sveglia la squadra per il resto del campionato: “Per il resto – ha detto – siamo ancora in gioco ma bisogna vincere ed essere solidi e ordinati, cosa che facciamo per poco tempo. Il resto dell’Europa è ancora raggiungibile ma dobbiamo trovare il morale che serve, altrimenti se vedo che non tiriamo fuori l’orgoglio si mancherebbe di rispetto a questa città, da parte mia e dei ragazzi. Io penso che la squadra abbia orgoglio, dobbiamo fare di più per finire questa stagione in modo dignitoso e per raggiungere obiettivi parziali, altrimenti sarà fallimento”. Calzona sottolinea che “i tifosi finora non ci avevano contestato ma oggi dobbiamo sopportare la contestazione che è legittima. La vicenda Juan Jesus? Non ha condizionato la prestazione”. Per il tecnico neanche la sua assenza da Napoli per due partite della Slovacchia di cui è ct ha influito male sul Napoli: “Non dipende – ha detto – dalla mia assenza come ha giocato il Napoli. Allenare nazionale vuol dire farlo mentre sui club si lavora sul lato fisico non tattico, perché hai meno giocatori e lavori per tenere una condizione fisica accettabile. A noi ora manca solidità, siamo una squadra fragile senza palla, questo è il problema più grosso, non riusciamo a fare reparto, rincorriamo, non va bene assolutamente. Con l’Inter eravamo più solidi, oggi mi aspettavo solidità e non c’è stata”. Per il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini questa vittoria a Napoli “è il modo migliore – ha detto – per iniziare un ciclo di 9 partite in 28 giorni, in cui si decide la sorte di campionato, Coppa Italia ed Europa League. Oggi abbiamo avuto una grande infusione di fiducia per le prossime gare perché se giochi così sul campo dei campioni d’Italia vuol dire che siamo una squadra di valore assoluto. Ora abbiamo la consapevolezza di avere un gruppo molto omogeneo e che possiamo alternare bene i giocatori nelle diverse competizioni e ottenere risultati. Oggi abbiamo dimostrato di saper soffrire ma anche di sfruttare al meglio quando hai l’occasione di proporti. Le nostre sofferenze oggi sono finite con il terzo gol, perché sapevamo che partita poteva prendere anche direzioni diverse”. Per il tecnico del club bergamasco “il Napoli sta vivendo una stagione particolare, non è facile gestire l’anno dopo lo scudetto. Ho la sensazione che la squadra abbia un valore assoluto ma non entusiasmo. Le iniziative sul razzismo? Il razzismo è una brutta rogna, ma intorno c’è tanta ipocrisia, questo non mi piace. Spero che il calcio sia un veicolo per superarlo e non evidenziarlo”.

Napoli addio al sogno Champions, Atalanta domina e vince

Il responso del ‘Maradona’ nella sfida caratterizzata dalla speranza di agguantare la qualificazione alla Champions League del prossimo anno è tutto per l’Atalanta che vince in maniera netta per 3-0 e si lancia nella rincorsa alle posizioni di vertice della classifica. Il Napoli, nel giorno della vicinanza a Juan Jesus per il caso Acerbi e del no al razzismo con la squadra in ginocchio, dice definitivamente addio alle speranze di rientrare nella lotta per raggiungere l’Europa che conta e deve rimodulare le proprie ambizioni nella fase finale del campionato. Per lunghi tratti del primo tempo il Napoli sembra una squadra alla deriva, incapace di rendersi pericolosa e incapace di difendere con sicurezza la propria porta. L’Atalanta è concreta e cinica nello sfruttare le occasioni che si presentano grazie anche alla cronica debolezza della difesa azzurra che in più di una circostanza va in confusione e non è quasi mai in grado di gestire le mischie che, generate da rimpalli sfavorevoli, si creano davanti alla porta di Meret. Nel primo tempo la squadra di Calzona, che incassa la prima sconfitta in campionato da quando è alla guida degli azzurri, riesce a tirare in porta una sola volta al 28′ con Osimhen che si fa respingere la conclusione da Carnesecchi. L’Atalanta, invece, dopo aver colpito un palo al 2′ con Miranchuk, va in gol al 25′ con il russo che sfrutta una dormita generale della difesa azzurra e batte Meret. Il raddoppio per la squadra di Gasperini arriva al 44′ con Scamacca che conclude con un diagonale sfruttando un passaggio di Miranchuk. In entrambe le circostanze i giocatori del Napoli protestano con l’arbitro per le leggere spinte, nel primo caso su Rrahmani e nel secondo su Juan Jesus, che Pairetto considera ininfluenti. Nella ripresa il Napoli, grazie anche agli innesti di Ngonge, Zielinski, Lindstrom e Simeone, velocizza le proprie azioni. La partita viene caratterizzata da rapidi cambiamenti del fronte d’attacco. Gli azzurri al 9′ colpiscono due volte il palo nella stessa azione, prima con una conclusione di Zielinski e sulla ribattuta con un tocco di Osimhen deviato da Carnesecchi. In questa fase della gara diventano protagonisti i due portieri i quali con alcune parate decisive negano il gol agli avversari. In particolare la sfida tra Carnesecchi e Osimhen si risolve a favore del portiere atalantino che impedisce al nigeriano di realizzare il gol che potrebbe riaprire la partita. La fase finale della partita è caratterizzata da una serie di mischie nell’area di rigore dei nerazzurri ma il Napoli non riesce a trovare gli spazi giusti per concludere a rete. A tre minuti dalla fine è Koopmeiners che conclude con un diagonale vincente un contropiede che si sviluppa sulla fascia sinistra del terreno di gioco. Finisce con il pubblico del ‘Maradona’ che fischia sonoramente il Napoli e intona cori contro la Società e in particolare contro il presidente De Laurentiis. La delusione dei tifosi, dopo il campionato dei record dello scorso anno, è tanta e ormai non c’è più tempo per sperare in un cambio di rotta.

Calzona alle prese con l’incognita Kvaratskhelia

Tutto ruota intorno a Kvaratskhelia. Francesco Calzona aspetta che passino le ore e che dai prossimi accertamenti medici ai quali si dovrà sottoporre il georgiano arrivino buone notizie. Kvaratskhelia ha subito una forte contrattura del muscolo adduttore della coscia sinistra, come hanno confermato gli esami diagnostici ai quali si è sottoposto ieri in una clinica di Castel Volturno, subito dopo il suo ritorno in Italia, reduce dallo spareggio della sua Nazionale con la Grecia che ha fruttato alla Gerogia la qualificazione ai prossimi campionati Europei. Per Kvaratskhelia oggi c’è stata quindi terapia e lavoro in palestra per cercare di recuperare velocemente un infortunio che di solito blocca per 5-7 giorni e che probabilmente lo terrà fuori dal match di sabato contro l’Atalanta. I medici del Napoli valuteranno nei prossimi giorni per vedere come procede la situazione, anche se solitamente lo staff medico in casi come questo tende a orientarsi verso una decisione prudente. Resta dunque il dubbio sul georgiano, ma per Calzona resta anche il dubbio sull’eventuale sostituto da utilizzare nella sfida con i nerazzurri di Gasperini, una partita che può contare molto nello sprint per la qualificazione a una delle competizioni europee del prossimo anno. Il favorito, se Kvaratskhelia non dovesse farcela, dovebbe essere Lindstrom che l’allenatore considera un esterno offensivo di sinistra, proprio come il compagno di squadra che andrebbe a sostituire. Se invece il tecnico volesse dare un’impronta più offensiva alla squadra potrebbe anche decidere di schierare dal primo minuto Raspadori, da affiancare a Osimhen il quale si è ripreso bene dall’infortunio muscolare che lo aveva tenuto fermo in occasione dell’ultima partita di campionato giocata a San Siro con l’Inter, prima della sosta per gli impegni delle Nazionali. Nelle altre zone del campo resta solo il dubbio sul centrocampista di sinistra da affiancare a Anguissa e Lobotka. In questo caso il favorito pare essere Cajuste, in grado di dare un contributo di fisicità in più che contro l’Atalanta può essere decisivo.

Il Napoli ‘basiti, ‘basta antirazzismo di facciata’

‘Basiti, non aderiremo più a iniziative di facciata contro il razzismo’. E’ veemente la reazione del Napoli e dello stesso Juan Jesus contro la decisione di non punire Acerbi sulla vicenda degli insulti razzisti al brasiliano durante il match a San Siro con l’Inter. Prima lo stesso giocatore azzurro cambia la foto sul suo profilo Instagram, e ne sceglie una con il pugno alzato, storico simbolo delle lotte contro il razzismo, poi lo stesso club campione d’Italia reagisce postando la stessa foto ed un comunicato di fuoco: “Restiamo basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione”. Per il Napoli “a questo punto il colpevole dovrebbe, per la “giustizia” sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza. Restiamo basiti. Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché – si chiede il Napoli – non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla giustizia sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. La reazione di Juan Jesus è tacita ma eloquente, mentre i tifosi azzurri insorgono sui social, dove si esprime anche Bruno Siciliano, docente di robotica alla Federico II e grande fan del club azzurro. A suo avviso la sentenza “conferma che l’Italia è un paese profondamente razzista”, e lancia una sfida ad Acerbi: “Se hai gli attributi allora devi querelare Juan Jesus per diffamazione”.

Acerbi assolto, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus

Temeva la stangata, è arrivata l’assoluzione. Nessuna squalifica per Francesco Acerbi, per il giudice sportivo non ci sono prove che il giocatore dell’Inter lo scorso 17 marzo, durante il match con il Napoli, abbia insultato con frasi razziste il difensore avversario, Juan Jesus. Si chiude così il caso, con una decisione – quella del magistrato sportivo Gerardo Mastrandrea – che non è appellabile. Dunque il brasiliano del Napoli che aveva parlato di frasi discriminatorie nei suoi confronti non potrà fare ricorso, e sul fronte della giustizia sportiva la vicenda è un capitolo chiuso. Per il giudice romano, che nel 2016 sostituì Tosel, “non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata”, cosi’ come lo ha “percepito” il difensore brasiliano. Nel motivare la sentenza Mastrandrea spiega che l’insulto razzista non è stato sentito da nessuno in campo, a parte Juan Jesus, e che non ci sono immagini che possano provarlo. Non viene negata la buona fede del giocatore del Napoli che da subito aveva detto essere stato insultato, ma non ci sono strumenti sufficienti per squalificare, o comunque sanzionare Acerbi. Dopo la partita Juan Jesus aveva cercato di non enfatizzare l’accaduto, dicendo che il nerazzurro comunque gli aveva chiesto scusa. Il giorno dopo però Acerbi, investito del caso e costretto per questo a lasciare il ritiro della Nazionale di Spalletti, aveva negato di aver detto frasi razziste e che era stato mal compreso. Un dietrofront che aveva spinto il brasiliano a una contro-replica: “Mi ha detto ‘vai via nero, sei solo un negro’. In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: ‘Per me negro è un insulto come un altro'”. Acerbi dal canto suo si era giustificato sostenendo di aver detto ‘ti faccio nero’, tesi sostenuta nella sua difesa anche di fronte ai magistrati sportivi. Il giudice sui fatti aveva chiesto che facesse luce la Procura federale: e così Giuseppe Chinè nei giorni scorsi ha ascoltato i due giocatori (che hanno confermato le loro versioni) e inviato la relazione con il supplemento di indagini al giudice che atti alla mano non ha sanzionato Acerbi. Nei fatti – secondo quanto si legge nelle motivazioni – la prova dell’offesa c’è “ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale” non c’è quella certezza ragionevole che ci si trovi di fronte a un atto discriminatorio con l’aggravante della razza da poter comminare una sanzione. Che sarebbe stata pure pesante (da regolamento dieci giornate di stop, una decisione che avrebbe messo a rischio partecipazione all’Europeo e carriera nerazzurra del difensore). L’interista ha pagato solo con l’esclusione dalla trasferta azzurra negli Usa: una decisione per lasciare l’ambiente sereno, ma sull’episodio lo stesso ct Luciano Spalletti era stato clemente. “Da quello che mi ha detto non si tratta di razzismo, serve comunque fare attenzione” le parole del tecnico della Nazionale prima della partenza per Miami. L’assoluzione ora fa brindare in casa Acerbi (la prima è la moglie Claudia Scarpari che sui social scrive: “Cin cin. A chi insulta i familiari. A chi minaccia la vita dei figli. Ai leoni da tastiera. Ora sciacquatevi la bocca”) Ma in molti invece gridano “vergogna” e corre l’hashtag #Marottaleague. Quanto a Juan Jesus dopo la sentenza ha cambiato la foto del profilo Instagram, mettendo un pugno chiuso in alto: immagine più eloquente di tante parole e che rimanda ai movimenti contro il razzismo del Black Power, di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei Giochi di Messico 1968 con il pugno chiuso. E ripreso anche, negli anni recenti, dalle manifestazioni del Black Lives Matter. Decisamente dura la reazione del Napoli che risponde con l’hastag #iostoconjj: ‘Basiti, non aderiremo più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo”. Il brasiliano “non può ragionevolmente aver capito male” e se è stata accertata la prova dell’offesa doveva comunque, secondo il club, arrivare una sanzione.

Napoli-Atalanta, scatta divieto vendita biglietti ai lombardi

Per la partita di serie A Napoli-Atalanta, in programma sabato allo stadio Maradona, è stato deciso il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella regione Lombardia, con l’esclusione dei titolari della fidelity card della “SSC Napoli” sottoscritta in data antecedente al 1° marzo 2024. Lo rende noto il prefetto del capoluogo campano, Michele di Bari. Il provvedimento prefettizio è stato adottato, su analogo parere della Questura di Napoli, in considerazione delle valutazioni espresse dal Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive che, con determinazione del 21 marzo scorso, ha evidenziato il pericolo di gravi turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Calzona, non ho sentito Juan Jesus, deciderà la giustizia

“Dico la pura verità: non ho sentito Juan Jesus, perché essendo impegnato qui in Slovacchia mi sono concentrato sulla nazionale”. Lo ha detto a Sportmediaset dal ritiro della nazionale slovacca, Francesco Calzona, ct della Slovacchia e allenatore del Napoli, sul caso Acerbi-Juan Jesus. “A fine partita – ha detto Calzona – ho visto Juan Jesus appena venti-trenta secondi, gli ho fatto i complimenti per la gara. Poi avevo le interviste e non ho più parlato con lui. Però c’è la giustizia sportiva, farà il suo corso e vediamo come andrà a finire”. Juan Jesus ha parlato anche della speranza di riagganciare un posto in Champions per ilNapoli: “Ho dei ragazzi che mi seguono, sono venuti tutti fuori da una situazione difficile. Il risultato ci condanna perché per raggiungere una posizione di prestigio dobbiamo vincere sempre, a volte non ci riesci perché c’è molta pressione, per cui abbinare qualità nel gioco, tattica e risultati non è facile, ma i ragazzi ce la stanno mettendo tutta, ci credono così come ci credo anch’io. La matematica non ci condanna ma bisogna vincere qualche partita in più, magari fare il filotto per rientrare. Abbiamo la fortuna di avere degli scontri diretti con le nostre avversarie che sono davanti e dobbiamo sfruttarli assolutamente”. Calzona ha parlato infine della doppia panchina, con gli allenamenti del Napoli a Castel Volturno che segue dai video dei droni: “Penso che le due panchine siano compatibili solamente in questo periodo in cui non ci sono partite ufficiali. È capitata questa situazione in un momento in cui era possibile farlo”.

Razzismo: Acerbi rischia lungo stop

Le scuse immediate in campo e il ‘perdono’ in diretta tv di Juan Jesus non sono bastate ad evitare a Francesco Acerbi la bufera sollevata dall’espressione razzista che avrebbe usato ieri, giornata mondiale contro tutte le discriminazioni, nei confronti del giocatore del Napoli. Il primo contraccolpo è arrivato in mattinata, con la decisione del ct, Luciano Spalletti, di escludere il difensore dal gruppo della nazionale in partenza per gli Usa per una doppia amichevole in preparazione di Euro 2024. E se l’Inter annuncia un confronto col giocatore per chiarire l’accaduto, incombe un’inchiesta della Procura federale. Le sanzioni previste per offese razziste prevedono minimo dieci giornate di squalifica, che significherebbero per il difensore campionato finito. Il nerazzurro afferma, lo ha detto al ct e anche poi ai microfoni, di non aver pronunciato frasi razziste, ma quanto avvenuto in campo al Meazza tra Acerbi e Juan Jesus è tutto da ricostruire, anche in base a quanto riferito dal brasiliano all’arbitro la Penna e al successivo referto. “Non mi sta bene, mi ha detto ‘sei un negro’ e questo non mi sta bene”, avrebbe detto con veemenza il giocatore del Napoli in base alle immagini, che hanno fatto subito il giro del web e dei social. Juan Jesus a fine partita ha poi smorzato la vicenda, sostenendo che “in campo ci sta dire di tutto, lui ha visto che è andato oltre e ha chiesto scusa”, ma le parole non potevano bastare a chiuderla, specie a fronte di un giocatore chiamato solo poche ore dopo a rappresentare l’Italia. E stamattina, nel raduno a Roma, Acerbi si è trovato a fornire la propria versione al ct e ai compagni di squadra sulla presunta espressione razzista spiegando che non c’era da parte sua “alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista”. L’esclusione però è arrivata inevitabile, “per garantire la necessaria serenità alla Nazionale e al calciatore”, ha spiegato la Figc. Spalletti dal raduno si è detto molto dispiaciuto di dover decidere per questioni simili, ma anche che “bisogna stare attenti quando denunciamo un episodio del genere”. “Abbiamo visto Francesco in difficoltà – ha concluso – ma bisogna stare attenti ai nostri comportamenti”. Acerbi ha lasciato quindi il raduno – al suo posto è stato convocato il giallorosso Gianluca Mancini – ed è partito per Milano, mentre l’Inter faceva sapere di “aver preso atto della comunicazione della Figc” e di riservarsi di avere “quanto prima un confronto con il proprio tesserato al fine di far luce sulle esatte dinamiche di quanto sia accaduto ieri sera”. Intercettato all’arrivo in stazione Centrale, Acerbi ha dato la sua versione: “Frasi razziste dalla mia bocca non sono mai uscite. Sono 20 anni che gioco a calcio e so quello che dico. Sono tranquillo”. Secondo il suo agente, Federico Pastorello, ieri c’è stato “un diverbio in campo ma senza usare un’espressione o una frase razzista: è stato uno scontro di gioco, poi magari c’è stata una parola al posto di un l’altra, ma la parola ‘negro’ non è stata usata”. Il Napoli non si è espresso direttamente sulla vicenda, ma sul profilo twitter ufficiale è stato pubblicato un video dal titolo “Da Napoli al mondo, gridatelo ad alta voce: no al razzismo”, con i calciatori azzurri inquadrati in primo piano che dicono nella rispettiva lingua frasi contro il razzismo.