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Il Barcellona batte l’Atletico, i madrileni ora quinti

Dopo l’impresa contro l’Inter in Champions League, l’Atletico Madrid è tornato a perdere in Liga, sconfitto 3-0 da un Barcellona ringalluzzito dal successo sul Napoli e che non vorrebbe mollare lo scudetto al Real Madrid, distante però 8 punti in classifica. I catalani sono poi diventati la prima squadra a battere l’Atletico allo stadio Metropolitano in questa stagione e hanno due punti di vantaggio dal Girona, terzo in classifica, mentre l’Atletico è ora quinto, superato dall’Athletic Bilbao. La squadra di Simeone, nonostante le fatiche dei 120′ coi nerazzurri, è partita forte ma nel finale del primo tempo è andato in vantaggio il Barcellona con Joao Felix su assist di Lewandowski. Il polacco ha raddoppiato a inizio ripresa, quando per l’Atletico erano entrati Griezmann e Depay ma le forze sono venute a mancare e Lopez ha segnato il 3-0.

Calzona, dopo il pari a San Siro: ‘La squadra credo si sia ritrovata’

“Oltre all’orgoglio abbiamo messo qualità, siamo stati in partita fino all’ultimo e abbiamo concesso solo 10 minuti dall’Inter, ma non si può pensare di venire a Milano e non concedere niente. Abbiamo fatto un’ottima gara. Ci abbiamo provato fino all’ultimo, è stata dura perché l’Inter ti mette alle corde: hanno combinazioni nello stretto che ti fanno correre all’indietro, forse è mancata lucidità sotto porta. Ma la squadra credo si sia ritrovata”. Lo ha detto il tecnico del Napoli Francesco Calzona, intervistato da Dazn dopo la gara contro l’Inter. “Le vicissitudini di quest’anno hanno influito sulla crescita dei ragazzi, cambiare tre allenatori e venire da campionati stranieri non aiuta – ha proseguito -. Ma i ragazzi stanno crescendo, io sono contento e vedo una crescita giornaliera, ci torneranno molto utili. Abbiamo fatto solo sette allenamenti di squadra perché fa preparazioni alle partite e recuperi ci siamo allenati poco. Avremmo bisogno di allenarci di più per limare il gap, però non c’è tempo. Magari dalla ripresa cercheremo di mettere dentro altro: è solo questione di tempo”, ha concluso.

Juan Jesus risponde a Darmian, il Napoli ferma l’Inter: 1-1 a San Siro

L’Inter frena anche in campionato ma fa un altro passettino verso lo scudetto. A San Siro il Napoli trova il pareggio nel finale con Juan Jesus, dopo il vantaggio nerazzurro firmato Darmian: un 1-1 che serve più alla squadra di Simone Inzaghi che ai partenopei, con la capolista che resta a +14 sul Milan dopo la vittoria dei rossoneri nel pomeriggio.

Nessuna delle due però può dirsi pienamente soddisfatta, anche considerando che entrambe andavano alla ricerca di una immediata reazione dopo le rispettive delusioni in Champions League. Ai nerazzurri tuttavia mancano 15 punti, a nove giornate dal termine del campionato, per avere la matematica certezza dello scudetto, mentre il Napoli va a -9 dal quarto posto e -3 dal quinto per quello che riguarda la lotta per la qualificazione alla prossima Champions. Inzaghi, nonostante i 120′ del Wanda Metropolitano, decide di confermare la sua formazione titolare mandando in campo anche i big che hanno giocato di più in Spagna, mentre Calzona è costretto a fare a meno di Osimhen, che resta in panchina dopo il problema fisico dei giorni scorsi.

Dopo un avvio equilibrato, l’Inter inizia a prendere ritmo e a rendersi pericolosa. La prima occasione è per Lautaro, il cui mancino viene respinto in scivolata da Juan Jesus. Il protagonista poi diventa Meret, che salva due volte in pochi istanti prima su un colpo di testa in tuffo di Darmian e poi su un destro ravvicinato di Lautaro, con Barella che chiude l’azione calciando però alto. Le fatiche di coppa si fanno sentire per entrambe, tanto che il ritmo è basso e lo spettacolo non è granché. L’Inter però quando accelera dà sempre l’impressione di poter fare male e così avviene: una veloce ripartenza si chiude con un cross basso di Bastoni che trova in mezzo all’area Darmian, sinistro di prima intenzione e nerazzurri in vantaggio.

Dopo l’intervallo ci si aspetta la reazione del Napoli ma sono invece gli uomini di Inzaghi a ripartire a spron battuto. La ripresa infatti si apre con Lautaro che ha subito sul destro la palla per raddoppiare, ma non calcia bene e soprattutto trova sulla sua strada la pronta risposta di Meret, così come Dimarco poco dopo su una punizione dalla distanza, mentre Thuram spreca un’altra buona occasione calciando alto col destro da dentro l’area. L’Inter poi abbassa i ritmi, il Napoli così prova a prendere coraggio ma senza riuscire a impensierire Sommer. Anzi, è ancora Barella ad avere la palla per il raddoppio ma viene rimontato all’ultimo da Oliveira dopo un rimpallo in piena area. Quando l’Inter sembra in sostanziale controllo, però, il Napoli sfrutta al meglio un calcio d’angolo e colpisce, con una deviazione sottoporta dell’ex Juan Jesus, lasciato colpevolmente solo in area piccola. I nerazzurri nel finale ci provano, ma non sono assistiti dalle forze e dalla lucidità non riuscendo a creare pericoli per la porta di Meret, mentre San Siro ribolle per alcune decisioni arbitrali di La Penna. L’1-1 alla fine non soddisfa nessuno, ma l’Inter va alla pausa sapendo di avere lo scudetto nelle proprie mani.

Tennis: Alcaraz batte Sinner ed è in finale a Indian Wells

Lo spagnolo Carlos Alcaraz ha sconfitto in tre set Jannik Sinner nella semifinale del torneo Masters 1000 di Indian Wells, in California. L’azzurro ha vinto il primo set 6-1 per poi cedere il secondo set 6-3 e il terzo set 6-2. Con questo risultato è fallito il tentativo di Sinner di salire al numero 2 del ranking mondiale, attualmente occupato proprio da Alcaraz. Si ferma così a 19 il filotto di vittorie del tennista azzurro, che era ancora imbattuto nel 2024.

Taekwondo: in Belgio vincono Alessio e Dell’Aquila

L’Italia del Taekwondo vince ancora. La nazionale azzurra, guidata dal dt Claudio Nolano, si è messa in mostra a Lommel, in Belgio, sede del Belgium Open Taekwondo 2024. Nel torneo il campione olimpico e mondiale Vito Dell’Aquila (categoria -58 kg), il due volte campione del mondo Simone Alessio, leader della categoria -80 kg, e Andrea Conti (categoria -54 kg) hanno raggiunto il gradino più alto del podio. A loro si è aggiunta Elisa Bertagnin, in gara per il suo club, l’Hwarang Sporting Club, che ha vinto l’oro nella categoria femminile -46 kg. Sono arrivati in semifinale e hanno poi conquistato una medaglia di bronzo ciascuno Angelo Mangione (-74 kg) e Anna Cuorvo (-57 kg). A una settimana dalla conquista del pass olimpico da parte di Ilenia Matonti, che si unisce a Dell’Aquila, Alessio e Bossolo nel parataekwondo, il giovane team azzurro continua a cogliere successi che confermano lo stato di forma degli atleti italiani nel panorama internazionale, nell’anno di Parigi 2024.

Kvaratskhelia, amo la Champions e che mi chiamino Kvaradona

“I tifosi del Napoli sono fantastici. Amano il calcio e io sono orgoglioso che mi trattano così bene. L’urlo della Champions? Era un sogno, non pensavo mai di poterlo ascoltare. Per me è stato incredibile ascoltarlo per la prima volta nel nostro stadio. Quando è finita la musica è partito il coro The Champions, è stato fantastico. Una sensazione incredibile, un sogno che ho realizzato. Mi ha dato ancora più motivazioni”.

Lo ha detto l’attaccante del Napoli Kvicha Kvaratskhelia in un’intervista a Versus prima del match contro l’Inter. L’esterno georgiano ha continuato a spiegare il suo affetto per la città partenopea: “Il Napoli – ha detto – è un grande club, ha avuto tanti calciatori importanti. Tra questi c’è una leggenda come Maradona, il più grande di tutti. Sono queste cose che rendono indimenticabile la mia esperienza con questa maglia. Maradona è il Dio del calcio ed essere paragonato a lui è una bella sensazione, ma non posso paragonarmi a chi è stato il miglior calciatore della storia. Naturalmente sono felice che i tifosi mi chiamino Kvaradona, significa molto per me”. Kvaratskhelia ha parlato anche dell’amore che sente dal suo Paese: “Dopo gli allenamenti – ha raccontato – quando ero in Georgia, mi fermavo sul campo per sviluppare tutti i fondamentali che ho oggi. Amo questo sport, cerco di godermelo ogni momento. Adesso che il mio nome è famoso, tutti mi guardano come modello, anche in Georgia i bambini mi amano, quindi devo essere un modello per loro. Devo essere calmo, umile. Devo dare il meglio in campo e fuori”.

Il Napoli contro l’Inter cerca l’impresa-Champions

La scelta della prima punta in base alle condizioni di Osimhen, il ballottaggio a centrocampo tra Traoré e Zielinski, l’ultima pressione per sentirsi al livello della super-Inter. E’ tanto il lavoro che il tecnico del Napoli Francesco Calzona ha fatto nella preparazione della trasferta di questa sera a San Siro, in un match che può dare una forte accelerazione allo sprint finale della stagione o confermare le ombre di un anno crepuscolare.

In primo piano i dubbi sulle condizioni muscolari di Osimhen che ieri è tornato a farsi vedere in campo a Castel Volturno, facendo allenamento personalizzato e poi ha svolto una parte della seduta in gruppo con i compagni. Prove su cui lo staff medico del club azzurro sta facendo valutazioni per decidere se il bomber nigeriano può giocare oppure deve riposarsi per evitare infortuni seri in campo. Calzona intanto studia le alternative. In primo piano c’è Simeone, la punta vera di riserva di Osimhen che ha una matta voglia di tornare protagonista quest’anno, ma in lizza per giocare al centro del tridente con Kvaratskhelia e Politano c’è anche Raspadori, che a Milano firmò due anni fa il successo del Sassuolo sull’Inter e sogna di tornare protagonista. Calzona medita, sapendo anche che far giocare Osimhen significa poi mandarlo alle due partite della nazionale nigeriana, rischiando infortuni anche lì in una stagione lunga e difficile. Valutazioni pure a centrocampo per il tecnico azzurro che sta puntando molto su Traoré ma ha la tentazione di schierare titolare Zielinski a centrocampo, sapendo che il polacco è pronto a fare bella figura davanti al suo pubblico della prossima stagione. Calzona ha anche recuperato Cajuste e Ngonge a centrocampo, che finora non sono però riusciti a convincere il tecnico di meritare un posto dall’inizio: i due però hanno voglia di riuscire a cambiare la velocità e la penetrazione della manovra offensiva, contro gli attacchi di un’Inter che fa paura con i suoi 70 gol fatti in campionato, con sole 13 reti al passivo nelle prime 28 gare. Cifre impietose per un Napoli Napoli fermo a 43 gol fatti e 32 subiti. Calzona lavora sul tanto che c’è da cambiare nel funzionamento della squadra azzurra, sperando dopo l’eliminazione dalla Champions League di vedere un Napoli più concreto. Si potrebbe approfittare della stanchezza di un’Inter arrivata ai rigori mercoledì a Madrid per lanciare l’inseguimento al quinto posto, che quest’anno poterà quasi certamente alla prossima Champions. Si aspettano risposte prima di fare tutti le valigie per le nazionali, compreso Calzona che sfilerà la maglietta del Napoli per indossare nuovamente quella del ct della Slovacchia.

Il Napoli inizia lo sprint per l’Europa, Osimhen è in dubbio

Dieci partite davanti per avere una risposta decente dalla stagione del fallimento. E’ questa l’unica opportunità di sprint che ora ha il Napoli dopo la disfatta di Barcellona, l’uscita dalla Champions League, l’addio alla Coppa Italia e l’attuale settimo posto in campionato. Uno sprint che ora tocca ai giocatori azzurri dimostrare di saper affrontare al meglio sin dalla prima partita, piena di significato, quella di domenica a San Siro contro l’Inter. Con una pessima notizia da Castel Volturno, l’allenamento solo in palestra per Osimhen. Il bomber nigeriano ha un affaticamento muscolare dalla notte negativa in Catalogna e sembra a rischio per la sfida a San Siro. Osimhen da quando è tornato ha segnato contro Verona e Barcellona e la tripletta contro il Sassuolo, poi però è ripiombato in una zona di buio e non ha segnato nelle ultime tre partite. Se Osimhen non ce la facesse a recuperare, Calzona è pronto a lanciare in campo dal 1′ Simeone, che sta giocando una stagione da assente e deluso e che ha segnato finora un solo gol in campionato, lo scorso 27 settembre contro l’Udinese, e uno in Champions League, nel ko 4-2 dal Real Madrid. La punta italo-argentina sogna una ripresa da un anno che valuta male e da cui cerca nuove risposte sulla sua carriera, in un contesto che lo ha portato anche a pensare a un futuro lontano da Napoli. Risposte in attesa dal campo dal Napoli, che ha un’altra chance di alzare la voce nella casa della squadra che viaggia verso lo scudetto, per riprendere la corsa europea. Lo sa la squadra, lo sa Calzona che ora vuole davvero le risposte in campo. Lo sa la città che ormai ha digerito la delusione e si aspetta un’ultima gioia di sprint verso l’Europa per poter vivere un’altra estate di attesa con passione.

Azzurri: Spalletti convoca tre debuttanti, out Immobile

Tre volti nuovi e la nuova esclusione di Ciro Immobile. Luciano Spalletti cambia volto all’Italia che martedì volerà negli Usa per giocare due amichevoli con Venezuela ed Ecuador: un test importante in vista degli Europei di questa estate. Il ct ha diramato le convocazioni dei 28 calciatori che da lunedì parteciperanno al raduno a Roma prima della partenza per gli States. Raoul Bellanova, Michael Folorunsho e Lorenzo Lucca faranno il loro debutto in azzurro. Mentre in avanti non ci sarà ancora una volta Immobile, campione d’Europa quando in panchina sedeva Roberto Mancini ma che ora paga forse anche il momento difficile della Lazio. E’ certamente il parco attaccanti quello dove l’allenatore toscano incontra più difficoltà, visto anche il ko di Berardi per infortunio, ed è chiamato a scelte difficili: al di là della novità rappresentata da Lucca, il reparto fa affidamento su Mateo Retegui, Chiesa, Orsolini, Zaccagni, Raspadori e Zaniolo. Tutti giocatori validi ma con un bottino reti non eccezionale. Gli ultimi due fanno molta panchina con Napoli e Aston Villa e temevano di perdere il biglietto per gli Europei. Si giocheranno le loro chance di prendere parte al torneo continentale anche Bellanova, Folorunsho e Lucca. Spalletti li ha tenuti sotto osservazione in campionato e vuole metterli alla prova sotto la sua guida. I tre stanno facendo bene in Serie A con Torino, Verona e Udinese e, nelle intenzioni del tecnico, potrebbero dare una mano anche in Nazionale. In porta confermati Carnesecchi, Donnarumma, Meret e Vicario. In difesa ci sono Acerbi, Bastoni, Bellanova, Buongiorno, Cambiaso, Darmian, Di Lorenzo, Dimarco, Scalvini, Udogie. A centrocampo Barella, Bonaventura, Folorunsho, Frattesi, Jorginho, Locatelli e Pellegrini. L’occasione per testare tutta la squadra è rappresentata dalla tournée statunitense: gli azzurri si raduneranno nella serata di domenica a Roma e lunedì sosterranno la prima seduta di allenamento al Centro di preparazione olimpica Giulio Onesti. La partenza per Miami è fissata per la mattina di martedì. Primo impegno giovedì 21 marzo alle ore 22 italiane a Fort Lauderdale, casa dell’Inter Miami, dove gli azzurri affronteranno il Venezuela. Domenica 24 alle ore 21 italiane la gara con l’Ecuador alla Red Bull Arena a Harrison, in New Jersey. Il Venezuela è attualmente quarto nel girone di qualificazione sudamericano ai Mondiali 2026. Anche l’Ecuador è in corsa per la qualificazione, malgrado una penalizzazione di tre punti, anche grazie ad una serie di cinque risultati utili consecutivi. La tournée statunitense riporta subito alla memoria il Mondiale di Usa ’94: l’Italia di Arrigo Sacchi, trascinata da Roberto Baggio, superò Nigeria, Spagna e Bulgaria per arrendersi soltanto in finale ai rigori al Brasile. Nel 2005 Marcello Lippi disputò due amichevoli, provando per la prima volta alcuni giocatori che poi presero parte al Mondiale vincente del 2006.

20 anni di Nardi, predestinato del tennis che tifa Napoli

Volto pulito, sempre corretto in campo e fuori, buona tecnica e tanta determinazione. Luca Nardi è uno dei tennisti più promettenti nati nel 2003 ma il suo carattere dimesso e qualche infortunio lo hanno tenuto lontano dai riflettori del circus. Almeno fino a oggi, quando ha battuto Novak Djokovic a Indian Wells.

“Credo che prima di questa notte, nessuno mi conoscesse”, ha detto subito dopo la partita. Ma non è proprio così. Per gli addetti ai lavori, il 20enne pesarese è sempre stato un talento, un predestinato. Il suo esordio tra i professionisti risale al giugno 2018, quando a soli 14 anni e 10 mesi è riuscito a raggiungere i quarti del torneo Future di Sassuolo. Il piazzamento gli è valso un punto nel ranking Atp: è diventato così il più giovane tennista italiano di sempre ad entrare nella classifica mondiale. Gli appassionati dell’epoca indicavano Nardi e Holger Rune come due tra i talenti emergenti a livello mondiale. Alto 186 centimetri, fisico longilineo ha un discreto palmares: cinque titoli Challenger su sette finali disputate, tre titoli Itf su quattro finali. Grazie alla vittoria su Djokovic entra nella top 100 Atp. Tra i suoi record c’è anche quello di essere diventato il più giovane tennista italiano ad aver battuto un numero 1 del ranking mondiale. Il debutto nel circuito Atp è del maggio 2022 agli Internazionali d’Italia. L’impatto con i circuito maggiori non è stato semplice. Anche a Indian Wells aveva mancato la qualificazione ma grazie al ripescaggio per il forfait di Tomas Etcheverry (l’argentino si è fermato per un problema muscolare al polpaccio destro e gli ha ceduto la posizione come testa di serie numero 30) è rientrato direttamente dal terzo turno. Un po’ di fortuna ma anche tanta determinazione fino all’exploit di oggi. D’altronde, fin da bambino Nardi ha mostrato di avere le idee chiare su dove arrivare nel mondo del tennis. I primi colpi con la racchetta a 7 anni a Pesaro, dove la madre lo accompagnava insieme al fratello maggiore. Otto anni fa era un 12enne e come tutti i giovani tennisti sognava di diventare un giocatore Atp. Il suo idolo era Novak Djokovic. In una video intervista di Luca Fiorino il 12enne Luca Nardi era già molto determinato, malgrado la giovanissima età: “Il mio sogno? Beh, è diventare un giocatore Atp”, spiegava. In quel periodo Djokovic non era il dominatore assoluto del tennis mondiale e lottava con campioni come Rafa Nadal e Roger Federer, ma Nardi lo aveva indicato come suo modello. A chi gli chiedeva chi fosse il suo idolo rispondeva con sicurezza: “Djokovic. Perché mi piace come sta in campo, come gioca, quanto corre”.

Della sua vita privata, Nardi regala un’immagine di semplicità e forte legame con la famiglia: la madre che lo accompagnava agli allenamenti e gli prepara la lasagna, il padre notaio che gli ha trasmesso la passione per il Napoli Calcio di cui il giovane marchigiano è tifosissimo. Ora le attenzioni sono tornate su di lui ma la sua semplicità spiazza tutti. In conferenza stampa un giornalista gli ha chiesto un commento sul suo prossimo avversario ai quarti a Indian Wells, Tommy Paul. “Ah gioco contro di lui? Davvero? Non lo sapevo, non avevo guardato il tabellone. Grazie per avermelo detto. Non so cosa dire. Sicuramente preparerò il match con i miei coach e sarà molto difficile, perché sta giocando bene e mi piace il suo stile. Vedremo cosa succederà”.