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Abramovich andò al Cremino per scambio prigionieri con Navalny

Uno scambio di prigionieri tra più Paesi che avrebbe potuto liberare il leader dell’opposizione russa Alexey Navalny era in corso quando il dissidente è morto il mese scorso: lo riferiscono varie fonti alla Cnn, secondo cui le trattative proseguite per due anni iniziarono ad accelerare quando l’oligarca russo Roman Abramovich visitò Mosca negli ultimi mesi. Secondo l’emittente, anche l’ex segretaria di stato Usa Hillary Clinton aveva abbracciato i primi sforzi per ottenere la libertà di Navalny. Abramovich, che è sanzionato in Occidente e trascorre gran parte del suo tempo negli Emirati Arabi, incontrò un funzionario statunitense mentre prendevano forma le idee per il complesso scambio che coinvolgeva fino a 7 persone, secondo una fonte della Cnn. Abramovich ha mantenuto un legame con il Cremlino sin dall’invasione russa dell’Ucraina ed è stato determinante nei primi sforzi per negoziare la fine del conflitto. Una fonte che ha familiarità con i movimenti dell’oligarca ha riferito che si era recato a Mosca per incontrare dirigenti del Cremlino. La Cnn non è stata in grado di confermare in modo indipendente quando Abramovich è andato a Mosca né la notizia riportata ieri dai media russi indipendenti secondo cui avrebbe incontrato Vladimir Putin poche ore prima che le autorità carcerarie annunciassero che Navalny era morto in una colonia penale in Siberia il 16 febbraio. Tuttavia, una fonte vicina alle persone del team di Navalny, ha detto alla Cnn che la sera del 15 febbraio avevano ricevuto la notizia che un messaggio era stato consegnato a Putin. In quale forma, però, non sono stati in grado di dirlo. Una collaboratrice chiave di Navalny, Maria Pevchikh, aveva rivelato subito dopo la sua morte che Abramovich era stato coinvolto nella ricerca di un accordo e aveva “consegnato la proposta di scambiare Navalny” al Cremlino. Secondo Pevchikh, l’oligarca stava agendo come “un negoziatore informale in comunicazione con funzionari americani ed europei”. La fonte che ha familiarità con il ruolo svolto da Abramovich ha detto che il magnate è rimasto “sbalordito” nel sentire che Navalny era morto proprio mentre portava avanti lo scambio.

La guerra in Ucraina raggiunge il giorno 500: Zelensky rende omaggio ai soldati caduti sull’Isola dei Serpenti

“Il presidente ucraino Zelensky commemora i soldati caduti e affronta nuove tensioni durante il 500º giorno di guerra in Ucraina. Il Cremlino critica il suo ritorno a Kiev con ufficiali prigionieri, mentre un bombardamento russo causa vittime nella regione di Donetsk.”

“Le tensioni si intensificano mentre il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo attacca Biden e il presidente turco Erdogan spera di incontrare Putin ad agosto.”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha segnato il 500º giorno di guerra in Ucraina con un gesto simbolico di rispetto e memoria per i soldati caduti sull’Isola dei Serpenti. Tuttavia, il suo gesto è stato accompagnato da nuove tensioni con il Cremlino, che ha criticato il suo ritorno a Kiev con ufficiali prigionieri di guerra. Nel frattempo, un bombardamento russo nella regione di Donetsk ha causato la morte di almeno otto persone. Le tensioni sono alimentate ulteriormente dalle dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che attacca il presidente americano Biden definendolo “un nonno col piede nella fossa” che vuole “provocare l’Armageddon nucleare”. Nel contesto di queste tensioni, il presidente turco Erdogan esprime la speranza di poter incontrare Putin ad agosto.

Zelensky rende omaggio ai soldati caduti: Per commemorare il traguardo del 500º giorno di guerra in Ucraina, Zelensky si è recato sull’Isola dei Serpenti per deporre fiori in memoria dei soldati caduti. Questo gesto di rispetto e gratitudine verso i militari che hanno sacrificato la propria vita per difendere il paese evidenzia la continua determinazione dell’Ucraina nel combattere l’aggressione russa.

Il ritorno di Zelensky con ufficiali prigionieri provoca tensioni: Tuttavia, il gesto di Zelensky è stato accolto con critiche da parte del Cremlino. I funzionari russi sostengono che il rientro di Zelensky a Kiev con diversi ufficiali del battaglione che difese l’acciaieria Azovstal a Mariupol, e che erano stati presi prigionieri da Mosca, violi gli accordi stipulati tra le parti. Secondo il Cremlino, quegli uomini avrebbero dovuto rimanere in Turchia anziché fare ritorno in Ucraina.

Un bombardamento russo causa vittime nella regione di Donetsk: Le tensioni si sono acuite ulteriormente a seguito di un bombardamento russo nella regione di Donetsk, che ha provocato la morte di almeno otto persone. Questo ennesimo episodio di violenza alimenta la preoccupazione per l’escalation del conflitto e la necessità di trovare una soluzione diplomatica per porre fine alla guerra.

Le dichiarazioni di Medvedev e la speranza di Erdogan di incontrare Putin: Le tensioni diplomatiche sono state ulteriormente innescate dalle dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha attaccato il presidente americano Joe Biden definendolo “un nonno col piede nella fossa” desideroso di provocare un conflitto nucleare. Nel frattempo, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso la speranza di poter incontrare il presidente russo Vladimir Putin ad agosto, nella speranza di contribuire a una soluzione diplomatica alla crisi in corso.

Conclusioni: Il 500º giorno di guerra in Ucraina è stato segnato da commemorazioni, tensioni e nuovi sviluppi. Mentre Zelensky rendeva omaggio ai soldati caduti sull’Isola dei Serpenti, il suo ritorno a Kiev con ufficiali prigionieri ha provocato critiche da parte del Cremlino. Nel frattempo, un bombardamento russo ha causato vittime nella regione di Donetsk, intensificando ulteriormente il conflitto. Le tensioni sono alimentate anche dalle dichiarazioni di Medvedev e dall’auspicio di Erdogan di incontrare Putin. In un contesto così delicato, è fondamentale che gli sforzi diplomatici siano intensificati per raggiungere una soluzione pacifica che ponga fine al conflitto e riporti la stabilità nella regione.

 

Mosca in stato di emergenza: massiccia evacuazione degli edifici pubblici mentre il Gruppo Wagner si avvicina alla capitale russa

Nell’attuale situazione di emergenza a Mosca, la capitale russa, si sta verificando una massiccia evacuazione degli edifici pubblici a causa dell’avanzata del Gruppo Wagner, un gruppo di mercenari, verso la città. I media riportano immagini e video di persone che abbandonano in fretta edifici e musei vicini al Cremlino, come la Galleria Tretyakov, il Museo Pushkin e la Casa della Cultura Ges-2.

Il sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, ha invitato i cittadini a limitare gli spostamenti in città e ha annunciato che lunedì sarà una giornata non lavorativa. La situazione viene descritta come difficile dal sindaco, che ha condiviso l’avviso tramite Telegram.

Il presidente russo Vladimir Putin si è rivolto alla nazione, affermando che difenderanno il popolo e lo Stato contro coloro che li hanno traditi. Ha fatto riferimento agli eventi del 1917, quando la Prima guerra mondiale e la guerra civile hanno diviso il popolo russo. Putin ha promesso che coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e che le forze armate hanno ricevuto gli ordini necessari.

Il Gruppo Wagner, guidato da Yevgeny Prigozhin, ha preso il controllo di siti militari chiave, compreso un aeroporto, nella città di Rostov, che è considerata una base logistica cruciale per l’offensiva russa in Ucraina. Prigozhin ha affermato che la sua azione non è un colpo di Stato, ma una marcia per la giustizia. Ha anche negato le notizie che indicavano la fuga del presidente Putin a San Pietroburgo, dichiarando che il presidente è al Cremlino.

Le autorità russe hanno aumentato le misure di sicurezza nella capitale e hanno posto sotto protezione rafforzata le “strutture critiche” di Mosca. Nel frattempo, il Ministero degli Esteri russo ha messo in guardia i Paesi occidentali dal cercare di approfittare della situazione per scopi anti-russi.

La situazione in Ucraina continua ad essere tesa, con truppe ucraine che hanno liberato posizioni nel Donbass occupate dai russi dal 2014. Alcuni media riportano anche esplosioni e sparatorie al comando militare russo a Rostov.

Gli Stati Uniti stanno monitorando da vicino la situazione e hanno dichiarato il loro sostegno all’Ucraina. Il Dipartimento di Stato americano ha affermato che il sostegno non cambierà nonostante la situazione in Russia.

La situazione in Russia rimane critica e in rapida evoluzione, mentre il Gruppo Wagner si avvicina sempre di più a Mosca. Le autorità russe stanno facendo del loro meglio per gestire la situazione di emergenza e garantire la sicurezza dei cittadini.

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La crisi russa: un caos senza controllo che richiede leadership

Nel corso degli ultimi giorni, il mondo ha assistito a una situazione di caos totale all’interno della Russia, mettendo in luce la mancanza di controllo da parte dei suoi governanti. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha preso posizione, esortando la comunità internazionale a non sottovalutare la gravità della situazione e ad adottare misure decisive.

In un discorso pronunciato dopo 486 giorni di guerra, Zelensky ha sottolineato come i recenti avvenimenti in Russia abbiano dimostrato che i leader russi non sono in grado di mantenere un minimo di controllo sul proprio territorio. Il caos si è diffuso in modo incontrollabile, mettendo in pericolo non solo la popolazione russa, ma anche la stabilità regionale e internazionale.

L’incapacità del Cremlino di gestire la situazione è diventata evidente, con la perdita di importanti città e arsenali militari in poche ore. Zelensky ha sottolineato come questa situazione abbia dimostrato che i russi sono pronti a compiere azioni estreme, incluso il terrorismo, senza alcun tipo di freno o controllo.

Il presidente ucraino ha espresso preoccupazione per la mancanza di una risposta decisa da parte della comunità internazionale. Ha sottolineato come sia fondamentale che i leader mondiali non abbiano paura di affrontare la realtà del caos russo e agiscano di conseguenza. Ogni parola pronunciata dai giornalisti e ogni azione intrapresa dai leader potrebbero avere un impatto storico su questa crisi.

Zelensky ha invitato la comunità internazionale a riconoscere la fonte del problema: l’incapacità del Cremlino di garantire un minimo di controllo. Ha sottolineato che la Russia non deve essere trascurata o considerata un attore in grado di ripristinare autonomamente la stabilità. Solo un intervento deciso e coordinato potrà affrontare la crisi in modo efficace.

Il presidente ucraino ha concluso affermando che è necessaria una leadership globale per affrontare questa situazione senza precedenti. Le azioni intraprese ora potrebbero plasmare il corso della storia. È fondamentale che il mondo non resti in silenzio per paura del caos russo, ma che si mobiliti per garantire la sicurezza e la stabilità internazionale.

L’appello di Zelensky è un richiamo alla responsabilità di tutti i leader mondiali di fronte a una crisi che minaccia la pace e la sicurezza globale. L’ora di agire è adesso, e solo attraverso una risposta unita e decisa sarà possibile riportare ordine e controllo in un mondo turbolento e imprevedibile.

“Oggi è il giorno in cui sicuramente non deve esserci silenzio. Ed è sicuramente necessario un leadership. Oggi il mondo ha visto che i padroni della Russia non controllano nulla. Assolutamente nulla. Caos totale. Totale mancanza di qualsiasi previsione. E questo sul territorio russo, che è pieno di armi. Tutti ricordiamo come nel 2021 il leader della Russia minacciava il mondo. Aveva alcuni ultimatum, cercava di mostrare qualche tipo di forza… Il 2022 ha dimostrato che si è confuso – ha confuso la sua forza con le illusioni e le bugie con cui lo stanno nutrendo. Loro lì al Cremlino sono capaci di qualsiasi terrorismo, capaci di qualsiasi follia, ma non riescono a garantire nemmeno un minimo di controllo necessario. E questo è il loro problema. In un solo giorno hanno perso diverse delle loro città milionarie e hanno mostrato a tutti i banditi russi, i mercenari, gli oligarchi e chiunque altro quanto sia facile conquistare le città russe e probabilmente gli arsenali delle armi. Adesso è estremamente importante che nessuno nel mondo taccia a causa di questa caoticità russa. Ogni azione dei leader in questo momento può essere storica. Ogni parola dei giornalisti vale oro. Bisogna indicare chiaramente la fonte del problema. E se qualcuno nel mondo sta cercando di addormentare la situazione, se qualcuno nel mondo si illude che il Cremlino possa ripristinare il controllo… allora sta solo rimandando il problema al prossimo scoppio di caos, ancora più pericoloso”.

Dichiarazione di Volodymyr Zelensky alla fine del 486º giorno di guerra.

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