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Progetto di Manutenzione straordinaria del Parco Camaldoli Sud a Pianura

La giunta comunale, a firma dell’assessore  al Verde Luigi Felaco, ha approvato  il progetto di manutenzione straordinaria del Parco “Camaldoli Sud” a Pianura, sovvenzionato con i fondi del Piano Strategico di Città Metropolitana, che prevede uno stanziamento per circa 200.000 euro. Il Parco fu realizzato nell’ambito del programma straordinario di edilizia residenziale per la città di Napoli, a seguito del terremoto del 1980, ed è un’importante cerniera verde tra il centro storico di Pianura e l’area di più recente edificazione, oltre ad essere un polo strategico per la socialità e una migliore qualità della vita. Il progetto valorizza il verde esistente e lo incrementa; si istituiscono percorsi di ginnastica all’aperto con pavimentazione antitrauma e migliorano le strutture ludico-sportive già esistenti; miglioramento e sostituzione dell’arredo urbano presente nel parco e dei muri perimetrali danneggiati.

“Un programma di interventi che interesserà estese aree verdi della città, con particolare riguardo alle zone più periferiche, per restituire alla città aree di aggregazione e benessere più funzionali e rinnovate” dichiara l’Assessore al Verde, Luigi Felaco.

Droga a domicilio durante il lockdown

Dalle prime ore del mattino, 150 Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino sono impegnati per l’esecuzione di 19 misure coercitive emesse dal G.I.P. del Tribunale di Avellino, per i reati di “Detenzione, produzione e spaccio di sostanze stupefacenti” nonché “Estorsione”.
L’operazione, denominata “Delivery”, ha consentito di disarticolare una rete di spacciatori che, per le restrizioni conseguenti l’emergenza epidemiologica in atto da Covid-19, effettuavano la consegna della droga anche “porta a porta”.
Sono in atto perquisizioni anche con l’ausilio di unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Sarno nonché di velivolo del 7° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pontecagnano.

Ciclismo: oro agli Europei su pista per Cavalli, Fidanza e Guazzini

Ai Campionati europei di ciclismo su pista under 23 e juniores, in svolgimento fino al 13 ottobre al velodromo “Attilio Pavesi” di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), tre pistard delle Fiamme oro sono salite sul gradino più alto del podio continentale.

Le portacolori cremisi Marta Cavalli, Martina Fidanza e Vittoria Guazzini, insieme all’azzurra Chiara Consonni, hanno portato il quartetto azzurro dell’inseguimento a squadre alla conquista della medaglia d’oro grazie alla vittoria ottenuta in finale contro le ragazze della Germania.

Il team tricolore era il più accreditato per la vittoria finale ed ha rispettato in pieno i pronostici: dopo aver fatto segnare il miglior tempo nelle qualificazioni della mattina (4’45”172), nel match contro le tedesche le azzurre hanno spinto sull’acceleratore, fermando il cronometro sul tempo di 4’36”080, staccando le avversarie di oltre due secondi (4’38”400).

Terza classificata la Polonia che nella finale per la medaglia di bronzo ha superato l’Ucraina.

Quartieri Spagnoli: armi e munizioni in casa. Arrestato un uomo.

Ieri mattina gli agenti del Commissariato Montecalvario hanno effettuato un controllo presso l’abitazione di un uomo in via Croci Santa Lucia al Monte nella quale hanno rinvenuto, occultata all’interno di un armadio, una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa, una penna metallica balistica calibro 22, un giubbotto antiproiettile e 316 cartucce di diverso calibro tra cui alcune per armamento bellico. Un napoletano di 51 anni, è stato arrestato per detenzione di armi clandestine, munizionamento e ricettazione.

Caserta: confiscati ad imprenditore beni per oltre quattro milioni di euro

Confiscati in Campania e nel Lazio beni per oltre quattro milioni di euro riconducibili ad un imprenditore nel settore del trattamento dei rifiuti di Casal di Principe (Caserta), già Consigliere della Regione Campania, condannato dalla Corte di Appello di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il Giudice Penale lo ha riconosciuto colluso dal 2000 in poi con i reggenti del “clan dei casalesi – fazioni Schiavone e Bidognetti”.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) su proposta del Questore di Caserta, rappresenta l’epilogo dell’indagine svolta dalla Divisione Polizia anticrimine della questura e dal Nucleo di Polizia economico finanziaria di Caserta che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità diretta ed indiretta dell’imprenditore.

L’indagine patrimoniale, a suo carico e dei familiari, è stata svolta sugli ultimi 20 anni in cui sono stati verificati i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie e le relative transazioni e movimentazioni finanziarie. Il riscontro ha delineato un quadro ben definito con la ricchezza acquisita a seguito di attività illecite.

Il suo legame con il clan, fatto di favori sia come imprenditore che come politico, da cui ha ricevuto in cambio sostegno elettorale e appoggio per l’affermazione della sua azienda, è stato documentato da intercettazioni telefoniche, dalle dichiarazioni accusatorie di molteplici collaboratori di giustizia e da indagini di Polizia Giudiziaria.

La pericolosità sociale è stata dimostrata dalla sua continuativa disponibilità a porsi come intermediario tra gli amministratori degli Enti locali e le organizzazioni criminali di riferimento per favorirle negli appalti e contributi pubblici, riuscendo quasi a monopolizzare il redditizio settore economico della raccolta e smaltimento dei rifiuti, non solo nel territorio casertano.

La confisca ha riguardato nove fabbricati e un terreno, le quote di due società, due veicoli e le disponibilità finanziarie presenti in numerosi conti correnti, conti di deposito ed altri investimenti finanziari, per un valore stimato di oltre 4 milioni di euro; confiscate anche le indennità percepite dall’imprenditore per l’intero periodo di consiliatura alla Regione Campania, per più di 800 mila e il vitalizio da corrispondere per la sua ex qualità di Consigliere regionale, maturando alla data del raggiungimento del sessantesimo anno di età.

Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris

Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha inviato stamani al Presidente
della Regione Campania Vincenzo De Luca una lettera incentrata sulla
situazione Covid in Città.
Dopo aver ricordato in premessa che “nel mio ruolo di Sindaco di Napoli,
rappresento – come è bene a Sua conoscenza – la massima autorità
sanitaria della nostra Città ed, in tal senso, Le scrivo in merito alla
celere ripresa dei contagi che riguarda la pandemia da Covid-19.” il
primo cittadino così prosegue “
Affermo, a tal proposito, che ritengo necessario, urgente ed
indispensabile che tutti i dati, sull’andamento del virus, mi siano
comunicati costantemente ed in modo dettagliato, perchè rappresentano lo
strumento principale che consente di poter analizzare il contagio sul
territorio ed, in particolare, la sua diffusione all’interno di ogni
Municipalità. Non solo, ma anche la relativa recrudescenza e
penetrazione nel territorio e tra la comunità della Città Metropolitana
– parte molto rilevante della Regione Campania – di cui, ricordo, sono
il Sindaco. “
La nota del Sindaco – inviata per conoscenza anche al
Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro della
salute Roberto Speranza ed al Prefetto di Napoli Marco Valentini- continua:
“Il corretto flusso delle informazioni rappresenta, non solo, un punto
cruciale della lotta e del controllo delle malattie infettive, ma
costituisce anche un aspetto molto delicato della rete dei rapporti tra
Istituzioni che ne deve connotare la collaborazione, con l’unico
obiettivo della salvaguardia e della difesa della salute dei cittadini.
I dati, completi, certi e forniti nei tempi giusti consentono
l’attuazione della strategia e delle politiche che impegnano sia
l’organizzazione comunale della nostra Città, sia quella metropolitana.
Oltre alla analitica e dettagliata conoscenza dei dati, come accennavo,
mi sembra opportuno e necessario che il Sindaco di Napoli e della Città
Metropolitana non possa essere escluso dall’Unità di crisi costituita
per fronteggiare la pandemia. Quindi, reitero la richiesta, formalmente,
a pieno titolo, di farne parte.”
La lettera al vertice di Palazzo Santa Lucia termina così : “auspico,
Signor Presidente, la massima collaborazione tra le Istituzioni – nel
reciproco rispetto dei compiti e dei ruoli assegnati dalle norme vigenti
– per fronteggiare, al meglio, la difficile, attuale e preoccupante
situazione di emergenza sanitaria.La ringrazio per l’attenzione e
confido in un Suo positivo riscontro”

NAPOLI. GUARDIA DI FINANZA E AGENZIA DELLE DOGANE E MONOPOLI: SEQUESTRATI OLTRE 130 KG DI HASHISH. ARRESTATI 2 RESPONSABILI.

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I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in servizio presso lo scalo portuale partenopeo, hanno sequestrato un ingente carico di hashish pari ad oltre 130 Kg., pronto per essere distribuito nelle diverse “piazze di spaccio” del capoluogo e della provincia.

La sostanza era occultata a bordo di un autoarticolato che è stato ispezionato, nel porto di Napoli, mediante l’impiego dei cani antidroga “Cafor” e “Fagot” della Guardia di Finanza e l’utilizzo di una sofisticata apparecchiatura scanner in dotazione all’Ufficio delle Dogane di Napoli 1. All’esito delle attività, è stato individuato un doppiofondo artigianale, ricavato nel rimorchio del mezzo pesante, al cui interno erano stati nascosti gli involucri contenenti la droga.

I due responsabili, originari di Napoli, sono stati tratti in arresto e associati presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.

La sostanza stupefacente, come rivelato dalle analisi svolte dal Laboratorio Chimico dell’Agenzia delle Dogane di Napoli, è risultata di ottima qualità e, a differenza delle partite di hashish comunemente rinvenute sul territorio nazionale, presentava una particolare consistenza, tipica della “resina di hashish”, considerata prodotto di “nicchia” tra gli assuntori della sostanza.

Se immessa nel mercato, la droga avrebbe assicurato alla Criminalità Organizzata un enorme profitto, pari a circa 3 milioni di euro.

Presi a Milano i “professionisti” del furto in appartamento

Erano dei professionisti del furto in appartamento e i loro colpi erano preparati maniacalmente, fin nei minimi particolari. Ma anche i professionisti commettono degli errori e, durante uno dei loro colpi, hanno lasciato un’impronta che è stata decisiva ai fini dell’indagine che ha portato all’arresto, a Milano, dei sette appartenenti al gruppo criminale.

Nel corso dell’attività investigativa, svolta dalla Squadra mobile milanese, è stato arrestato un cittadino egiziano, che è risultato poi essere il ricettatore della banda, al quale veniva affidata la refurtiva per essere rivenduta e trasformata in denaro; nella sua abitazione sono stati trovati oggetti d’oro e d’argento nascosti nel freezer, orologi di valore e denaro contante per un valore totale di circa 15mila euro.

Gli arrestati, tutti cittadini georgiani, sono accusati di essere i responsabili di numerosi furti avvenuti nei quartieri Sempione, Città Studi e nell’hinterland di Milano.
Durante le perquisizioni effettuate nelle abitazioni degli indagati, i poliziotti hanno trovato chiavi alterate e grimaldelli, oggetti preziosi e circa 9mila euro in contanti.

La svolta nell’indagine c’è stata quando, durante un sopralluogo svolto dopo uno dei furti, gli esperti del Gabinetto regionale della Polizia scientifica hanno trovato un’impronta digitale riconducibile ad uno degli indagati.L’attività sul soggetto individuato ha permesso di identificare gli altri membri della banda; grazie ai servizi di pedinamento e controllo, all’analisi dei tabulati e delle intercettazioni telefoniche e ambientali, gli investigatori hanno ricostruito l’organizzazione del gruppo criminale e il loro modus operandi.

Gli agenti della Mobile hanno scoperto come venivano scelti gli obiettivi, la distribuzione dei compiti, le professionalità dei singoli membri, in particolare quelle nell’apertura delle porte d’ingresso utilizzando chiavi opportunamente modificate e grimaldelli.

Importante era la fase preparatoria dei colpi, caratterizzata da meticolosi sopralluoghi, durante i quali venivano apposti dei segni distintivi sulle porte degli appartamenti da svaligiare; in particolare questi venivano segnati con un filtrino da sigaretta o frammenti di bottiglie di plastica, per evidenziare quali sarebbero stati liberi nei giorni successivi.

Importante era anche l’attività svolta, durante i furti, dagli “addetti al controllo”, che monitoravano la zona pronti a dare l’allarme, in caso di presenza delle Forze dell’ordine.

Roma: presentati i nuovi 15 Distretti di pubblica sicurezza

Sono stati presentati stamattina, a Roma, i 15 Distretti di pubblica sicurezza di cui si avvarrà la questura nel nuovo modello organizzativo della Capitale.

A presenziare la cerimonia il capo della Polizia Franco Gabrielli e la sindaca di Roma Virginia Raggi.

In sala anche i vice capo della Polizia: il vice direttore generale con funzioni vicarie Antonio De Iesu, il vice direttore generale preposto all’Attività di coordinamento e di pianificazione Alessandra Guidi, il vice direttore generale – direttore Centrale della polizia criminale Vittorio Rizzi ed il prefetto della Capitale Matteo Piantedosi.

Il progetto ha lo scopo semplificare i processi di gestione della sicurezza nei singoli quartieri, mirando a consolidare un rapporto diretto tra il Municipio e il Distretto di polizia. I distretti, ognuno nella propria zona di competenza, avranno il compito di fare da raccordo con i 24 commissariati sezionali, raggiungendo il territorio in maniera capillare e adattandosi alle esigenze delle varie comunità di ogni singolo municipio.

Dopo la questura di Roma saranno le questure delle città metropolitane di Milano, Torino e Napoli ad avviare, in futuro, questo progetto.

La cerimonia è stata aperta dal questore di Roma Carmine Esposito che ha spiegato la nuova organizzazione dei presìdi di Polizia.

Nel suo intervento conclusivo, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha sottolineato: “Oggi si è compiuta un’importante e significativa opera di riorganizzazione in un contesto nel quale la nostra amministrazione si appresta ormai da anni a aumentare la presenza sul territorio. Spesso la mancanza di un’adeguata organizzazione fa sì che l’impegno debba essere superiore ai risultati conseguiti. Nella vita dell’Organizzazione non c’è un arrivo ma delle tappe per affinare sempre più il nostro obiettivo di essere al servizio delle comunità, la cui sicurezza ci è stata affidata. Roma aveva bisogno di una nuova organizzazione e ringrazio il Questore e il suo staff per la felice intuizione. Noi dobbiamo modulare la nostra capacità di intervento rispetto a quello che ci chiede il territorio. Le istituzioni – ha quindi concluso il Prefetto – dovevano andare incontro alle esigenze del territorio, ma bisognava avere una modalità univoca di ascolto, nella duplice esigenza di raccogliere le domande e nella capacità di restituzione delle risposte che le istituzioni sanno dare”.

All’evento hanno partecipato, in videoconferenza, anche i questori delle città metropolitane, gli Ufficiali di collegamento ed i rappresentanti dei collaterali organi di Polizia di Berlino, Londra, Madrid e Parigi, città che sono già dotate di complessi sistemi di sicurezza, molto vicini a quello che sarà operativo da oggi a Roma.

Questi i 15 Distretti di pubblica sicurezza e i Commissariati sezionali:

  • 1° Trevi Campo Marzio (Borgo, Castro Pretorio, Celio, Esquilino, Palazzo di Giustizia, Prati, Rai, Trastevere, Viminale)
  • 2° Salario Parioli (Porta Pia, San Lorenzo, Università, Vescovio, Villa Glori)
  • 3° Fidene Serpentara
  • 4° San Basilio (Sant’Ippolito)
  • 5° Prenestino (Porta Maggiore, Torpignattara)
  • 6° Casilino
  • 7° San Giovanni (Appio Nuovo, Romanina, Tuscolano)
  • 8° Tor Carbone (Colombo)
  • 9° Esposizione (Spinaceto)
  • 10° Lido di Roma
  • 11° San Paolo
  • 12° Monteverde
  • 13° Aurelio
  • 14° Primavalle (Montemario)
  • 15° Ponte Milvio (Flaminio Nuovo)

Enna: violenza sessuale su disabile, arrestato 39enne

Ha approfittato della sua posizione di operatore socio sanitario per abusare di una donna disabile che gli era stata affidata.

L’uomo, un 39 enne di Enna, è stato arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Enna a conclusione di un’indagine partita qualche giorno fa dalla denuncia della famiglia della ragazza che è venuta a conoscenza della gravidanza della figlia.

La ragazza era ospite da diverso tempo di una struttura sanitaria e il suo grave stato di salute è legato a una rara malattia genetica; questo ha escluso da subito la possibilità che la donna potesse aver dato il consenso ad un rapporto sessuale.

Dagli accertamenti sanitari la data presunta della violenza è riferibile al periodo di lockdown per il Covid19 e la straordinaria condizione di chiusura ha permesso agli investigatori di stringere il cerchio intorno a pochi individui a cui è stato, inoltre, prelevato del DNA.

Ieri mattina veniva convocato e ascoltato anche l’indagato, dipendente della struttura da due anni, che già dalle prime domande manifestava il suo stato di disagio ed una forte emotività nel raccontare quanto a sua conoscenza.

L’uomo incalzato dagli investigatori ha confessato la violenza sessuale avvenuta ad aprile scorso proprio quando la struttura era stata considerata zona rossa a causa dei diversi casi di Covid19