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Record di Calore: Marzo 2024 il Più Caldo di Sempre secondo Copernicus

Lo scorso marzo ha segnato un tragico primato climatico, con dati scientifici che confermano che è stato il mese più caldo mai registrato sulla Terra. Secondo il Climate Change Service di Copernicus, il programma di collaborazione scientifica dell’Unione Europea che si occupa di osservazione della Terra, la temperatura media globale è stata di 14,14 °C. Questo segna un aumento di 0,10 °C rispetto al precedente mese di marzo più caldo mai registrato, che risale al 2016.

Questa rilevazione allarmante si inserisce in un contesto più ampio di cambiamenti climatici che stanno avendo un impatto sempre più grave sul nostro pianeta. Il Climate Change Service di Copernicus ha anche evidenziato che marzo del 2024 è il decimo mese consecutivo considerato il più caldo mai registrato a livello globale. Questi dati sono il riflesso di una tendenza preoccupante che richiede azioni urgenti e decisive per affrontare la crisi climatica.

Le stime di Copernicus si basano su una vasta gamma di fonti di dati, tra cui le misurazioni dirette della temperatura provenienti da reti di termometri terrestri e marini, così come le informazioni fornite dai satelliti. Questo approccio multidisciplinare offre una visione completa e affidabile dei cambiamenti climatici in corso.

L’urgenza di agire per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici non potrebbe essere più evidente. Questi dati mettono in risalto la necessità di politiche e azioni concrete a livello globale per limitare il riscaldamento globale e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.

Il tempo per l’inazione è scaduto. È necessario agire ora per invertire questa tendenza e proteggere il nostro clima e il nostro ambiente per le generazioni future.

Forti piogge al sud fino a domani poi torna sole e caldo ovunque

Questa fase autunnale è un fuoco di paglia. Il ciclone influenzerà negativamente il tempo con forti piogge e temperature più miti al Sud almeno fino a domani, inizialmente anche su Abruzzo e Molise. Successivamente sull’Italia andrà a imporsi un grande campo di alta pressione che riporterà il sole e un clima estivo. E’ quanto annuncia Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it

Con l’arrivo del nuovo l’anticiclone i valori massimi riusciranno a salire sopra la media del periodo di quasi 10°C. Di giorno al Centro-Nord si toccheranno nuovamente i 29-32°C e gradualmente anche al Sud. Pure le temperature notturne, in sensibile calo in questi giorni, riprenderanno a salire avvicinandosi ai 20°C. Questa nuova fase di tempo stabile e caldo potrebbe durare almeno fino al 6-7 ottobre. Nel dettaglio: – Lunedì 25. Al nord: sole prevalente. Al centro: rovesci su Marche, Abruzzo e Molise, bel tempo altrove. Al sud: molto instabile con temporali anche forti. – Martedì 26. Al nord: soleggiato e caldo. Al centro: bel tempo ovunque e clima più caldo. Al sud: ancora tanti forti temporali, soprattutto su Basilicata, Salento, Calabria e Sicilia. – Mercoledì 27. Al nord: sole e caldo estivo. Al centro: estate piena. Al sud: in gran parte soleggiato salvo ultimi temporali in Calabria, occasionali sulla Sicilia ionica. Tendenza: anticiclone in rinforzo, sole prevalente e caldo sopra la media.

Le ondate di calore aumentano i rischi per chi ha l’Alzheimer

Le persone con patologie neurodegenerative, e in particolare demenza e Alzheimer, potrebbero essere particolarmente a rischio a causa delle ondate di calore che, anche a causa del cambiamento climatico e del global warming, continuano ad aumentare.

Lo rileva uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Trieste, in collaborazione con docenti e neurologi dell’Environmental neurology specialty group della World federation of neurology, e pubblicato sulla rivista internazionale Current Alzheimer Research. Secondo lo studio, tra i vari effetti negativi che le patologie neurodegenerative possono avere sulle capacità cognitive e funzionali c’è anche una ridotta capacità di termoregolazione dell’organismo, soprattutto negli anziani. Per questo motivo, se sottoposti a forti ondate di calore, i malati di Alzheimer o quelli affetti da demenza potrebbero non riuscire a mantenere costante la temperatura del proprio corpo, esponendosi a rischi maggiori. Inoltre, il riscaldamento globale potrebbe essere indirettamente associato allo sviluppo di condizioni cliniche, tra cui malattie renali o infettive, che possono danneggiare ulteriormente i soggetti fragili.

Sotto l’aspetto fisiologico – emerge dallo studio – le persone con disturbi cognitivi e malattie neurodegenerative potrebbero essere colpite dal riscaldamento globale attraverso diversi meccanismi, come lo stress da calore che potrebbe comportare un aumento dell’eccitotossicità, dello stress ossidativo e della neuroinfiammazione. Se concomitanti, questi effetti potrebbero promuovere l’accumulo del peptide beta amiloide e della proteina tau, molecole ritenute i principali responsabili della malattia di Alzheimer. Inoltre, le persone con Alzheimer possono avere schemi circadiani alterati, cioè variazioni della temperatura corporea diverse da quelle fisiologiche e manifestare anomalie della termoregolazione. E’ stato ipotizzato – ricorda lo studio – che il forte aumento dei decessi tra le persone con gravi deficit cognitivi durante le precedenti ondate di calore potrebbe essere stato causato dall’incapacità di una persona di percepire le condizioni ambientali, la soglia della sofferenza e ascoltare i meccanismi di difesa fisiologici, tra cui la sete.

Inoltre, è stato evidenziato che alcuni trattamenti farmacologici possono influenzare alcune risposte termoregolatorie e in particolare la sudorazione.

 

Caldo: coldiretti, parchi rifugio con 1,5 gradi in meno. Ma solo 32,5 mq di verde a testa nelle città roventi

Un’area verde urbana di 1500 metri quadrati raffredda in media 1,5 gradi e propaga i suoi positivi effetti a decine di metri di distanza. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’allerta da bollino rosso in ben 16 capoluoghi nel sottolineare però che contro il caldo torrido che assedia le città l’Italia dispone di appena 32,5 metri quadrati di verde urbano rinfrescante per abitante, in una situazione di cambiamenti climatici con ondate di calore sempre più intense e persistenti.

 Parchi, giardini e aree verdi nelle città – continua Coldiretti – rappresentano oasi di benessere per gli italiani rientrati dalle vacanze in montagna, al mare ed in campagna dove le temperature sono gradi inferiori grazie all’azione delle piante coltivate.

 Non è un caso che tra le città più bollenti ci siano infatti la Capitale Roma con 16,9 metri quadrati di verde pro capite, Firenze con 25,4, Torino con 23,7 Bologna con 22,1 e Napoli con 13,5 metri quadrati a testa secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat.

La ridotta presenza di parchi e giardini dove trovare ombra e refrigerio impatta sulla temperatura media dell’intera area urbana. Infatti, la lotta al caldo assassino passa anche per il verde considerato che – sottolinea Coldiretti – un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone dove non ci sono piante o ombreggiature verdi. Gli alberi – continua Coldiretti – rinfrescano gli ambienti in cui si trovano grazie sia all’ombreggiatura che creano sia alla traspirazione e fotosintesi del fogliame diventando dei grandi condizionatori naturali:  Una opportunità che impone di affrontare il problema della ridotta disponibilità di spazi verdi nelle città – afferma Coldiretti – puntando su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione dando una spinta all’economia e all’occupazione.

Senza dimenticare che il verde è importante perché migliora anche la qualità della vita nelle città considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno, secondo una analisi della Coldiretti. Tra le specie tipiche e autoctone di alberi e arbusti antismog ci sono – continua Coldiretti – la farnia, il leccio, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, l’alloro, il ligustro, il corniolo, il biancospino.

Coldiretti insieme a Rete Clima è impegnata a piantare e curare 60mila alberi nel 2023 nelle città dove creare nuove foreste urbane, con lo scopo di ridurre le temperature e proteggere dalle ondate di calore eccezionali, migliorare la qualità dell’aria e favorire la biodiversità. “La valorizzazione del ruolo del verde a tutela della salute dei cittadini rappresenta una nuova opportunità per promuovere un settore cardine per l’economia italiana come il florovivaismo che – sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – vale oltre 2,6 miliardi di euro con il coinvolgimento di 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia su 30mila ettari coltivati che garantiscono il lavoro lungo tutta la filiera a 200.000 persone a livello nazionale”.

Fiammata di caldo, 10 gradi sopra la media. Anche Napoli bollino rosso

Non accenna ad attenuarsi, e alla fine la durata totale sarà di 13-15 giorni dal suo inizio per questa ultima ondata di caldo africano in corso sull’Italia in particolare sul Centro-Nord, con temperature di almeno 10 gradi superiori alla media del periodo. Lo annuncia Antonio Sanò, fondatore del sito ‘iLMeteo.it’, confermando lo zero termico salito a 5.328 metri, circa 300 oltre il precedente primato in Italia.

Per quanto riguarda le previsioni, il tempo sarà caldissimo e asciutto al Centro-Nord fino a domenica. Possibilità di temporali sul meridione a causa di un’area depressionaria tra Sicilia e Libia: proprio tra Sicilia, Calabria e Campania si potranno avere disturbi temporaleschi pomeridiani che manterranno le temperature del Sud decisamente più basse che al Centro-Nord. I

l caldo record ha fatto, come previsto, aumentare le città da bollino rosso. Tra i 27 centri urbani considerati lo riceveranno Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina Milano Napoli, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste e Verona.

Torna il caldo, fino a 39 gradi nel week end. Eccesso di mortalità al centro-sud

Nuovo aumento delle temperature nel fine settimana per effetto dell’anticiclone africano che si va rafforzando sull’Italia con picchi di 37-39°C già entro il week end a Firenze, Roma, Bologna, Prato, Terni, Pavia, Alessandria, Rovigo, e poi all’inizio della prossima settimana fino a 40 gradi in Toscana e in Pianura Padana. Caldo che potrebbe essere spazzato via dalla perturbazione atlantica attesa fra il 26 e il 27 agosto, secondo la tendenza segnalata da www.iLMeteo.it.

E a guardare indietro, il luglio 2023, come conferma la Nasa nel rapporto dell’Istituto Goddard per gli Studi Spaziali, non solo è stato il più caldo di qualsiasi altro luglio precedente, ma è stato il mese più caldo mai registrato fin dal 1880, cioè fin da quando si hanno dati a disposizione. Record dovuto alle alte temperature della superficie dei mari.

Gli effetti correlati ai giorni roventi di luglio registrano in Italia un eccesso di mortalità con +9% nelle città del Centro-sud pari a oltre 500 decessi nella popolazione anziana, over 75 ma anche dai 65 anni. Al Nord invece la mortalità è stata inferiore del 13% sull’atteso. In particolare secondo gli ultimi dati relativi al periodo 1 luglio-4 agosto, e contenuti nel terzo rapporto sul Piano operativo nazionale per la prevenzione degli Effetti delle ondate di calore pubblicato sul sito del ministero della Salute, Reggio Calabria è la città con il più alto incremento di mortalità statisticamente significativo con il +61%, segue Campobasso con +53%, Bari (+42%), Catania (+35%), Palermo (+30%), Messina (+20%) e Napoli (+10%).

Per la Sicilia viene sottilineata la concomitanza tra condizioni di rischio climatico e incrementi dell’inquinamento atmosferico per gli incendi. Tra le città del Nord solo a Bolzano, Brescia, e Verona possibili picchi di mortalità in concomitanza dei giorni di incremento delle temperature. Il fatto che in diverse città l’impatto dell’ondata di calore sia stato contenuto “evidenzia che il potenziamento dell’assistenza sanitaria, gli interventi di adattamento previsti dal Piano Nazionale e messi in atto a livello locale, oltre ai comportamenti individuali, sono in grado di proteggere la popolazione riducendo i rischi per la salute”, si legge nel rapporto.

Per i prossimi giorni, la nuova ondata di calore farà aumentare i bollini rossi: massima allerta per oggi a Bolzano, Brescia e Firenze. Da domani venerdì 18 anche Bologna e Perugia. Roma e Frosinone passano al livello di rischio arancione. In arancione anche Latina, Rieti e Verona.

Meteo, al Nord attesi forti temporali con grandine, 38 gradi al Sud

Nell’ultimo weekend di luglio attesi temporali a tratti forti al Nord e 38°C al Sud. Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, ricorda che anche fenomeni meno intensi rispetto a quelli estremi registrati nelle ultime 3 settimane, meritano attenzione: “Un ciclone centrato sulla Scozia invierà aria più instabile nordatlantica verso le regioni alpine e dal pomeriggio scoppieranno diversi temporali in montagna al Nord che potrebbero raggiungere in serata le pianure di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Questi fenomeni, alimentati dall’elevata umidità presente in Pianura Padana, potrebbero essere a tratti intensi con grandine di grandi dimensioni”.

In base alla classificazione, i chicchi di grandine vengono definiti ‘piccoli’ se il diametro è minore di 1,9 cm, ‘grandi’ se compresi tra 1,9 e 4,45 cm, ‘molto grandi’ tra 4,45 e 6,99 cm e ‘giganti’ se il diametro è maggiore di 6,99 cm. Il chicco di 19cm, caduto in Friuli ad Azzano Decimo pochi km a sud di Pordenone, era ‘gigante’ e secondo la classificazione della TORnado and storm research organisation, spiega Gussoni, oltre i 12,5 cm la categoria massima è indicata con ‘Noci di Cocco’. Intanto, se al Nord arriveranno temporali con locali grandinate tra la sera del sabato e la mattina della domenica, al centro andrà meglio in termini di sollievo dal caldo, mentre al Sud la spinta anticiclonica africana tornerà a far parlare di sé, seppur per poco tempo: sono attese massime fino a 38 gradi ad Agrigento, Oristano e Siracusa, 37°C a Catania, Foggia e Ragusa. Poi il mese di agosto, rileva Gussoni “potrebbe iniziare con ancora un po’ di instabilità e rovesci al Nord”, ma con temperature meno roventi al Sud.

Meteo, oggi e domani 16 città bollino rosso, il 26 solo 2

Oggi e domani saranno ancora 16 le città contrassegnate dal bollino rosso di allerta caldo del ministero della Salute, ma mercoledì 26 luglio si osserva un drastico cambiamento delle condizioni meteo con i bollini rossi che diventano solo due, a Bari e Catania.

Ancora per oggi e domani le 16 città in rosso sono Bari, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Massina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma. Il 26 luglio cambia il quadro meteorologico: città rosse sono Bari e Catania. Il resto delle città – sulle 27 monitorate – sono classificate con bollino giallo (16 città) e verde (9 città). Un cambiamento significativo dal 25 al 26 luglio si registra in 14 città che passano dal bollino rosso al giallo (sono Cagliari, Campobasso, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma).

Sono 4 le classificazioni del ministero: bollino verde (condizioni meteorologiche che non comportano rischi per la salute della popolazione); bollino giallo (pre-allerta. Condizioni meteorologiche che possono precedere il verificarsi di un’ondata di calore); bollino arancione (temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione, in particolare nei sottogruppi di popolazione suscettibili); bollino rosso (ondata di calore, condizioni ad elevato rischio che persistono per 3 o più giorni consecutivi).

Con il caldo si acquistano più gelati, nonostante l’aumento del 19%

Il caldo fa volare i consumi di gelato con il ritorno di coni e coppette nonostante il balzo dei prezzi che fanno registrare un aumento del 19% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat a giugno sugli effetti del grande caldo che ha colpito l’Italia. A pesare sui listini il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, a partire dallo zucchero (+47%) di cui l’Italia è fortemente deficitaria. Un andamento che non sembra spaventare gli italiani che per difendersi dall’afa consumano gelato per la pausa pranzo o lo snack. Il gelato realizza un fatturato totale di 2,7 miliardi grazie alla presenza – continua la Coldiretti –di 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone.

Nelle gelaterie italiane – sottolinea la Coldiretti – vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità. Nonostante le innovazioni ad essere preferito è il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diversi target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano. Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala ma quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco. Nelle agrigelaterie – continua la Coldiretti – è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente.

In epoca moderna – conclude la Coldiretti – la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export’ in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio.

Caldo, per Coldiretti è l’ottavo anno più bollente dal 1800

Il 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le piu’ alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primo semestre del 2023 dalla quale si evidenzia peraltro che per il nord Italia si è trattato del terzo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,80 gradi superiore la media. Si conferma dunque anche quest’anno – sottolinea la Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Un andamento che riguarda in realtà l’intero pianeta con il mese di giugno 2023 che ha fatto registrare a livello globale la temperatura più alta di sempre con un valore di 0,53 gradi superiore alla media storica 1991- 2000, secondo le analisi Coldiretti sulla base dei dati del sistema europeo Copernicus Climate Change Service (C3S) che evidenzia anomalie del clima anche in Europa dove la temperatura del mese di giugno è stata superiore di 0,74 gradi la media storica. L’estate – continua la Coldiretti – potrebbe essere a livello globale una delle più calde della storia dell’umanità con l’osservatorio europeo Copernicus che ha rivelato che l’effetto combinato del cambiamento climatico e del ritorno del fenomeno El Nino sta spingendo le temperature degli oceani e delle terre emerse a livelli senza precedenti.

A preoccupare l’Italia è – sottolinea la Coldiretti – la tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 supereranno complessivamente 6 miliardi dello scorso anno. Non solo l’alluvione in Romagna, l’estate – precisa la Coldiretti – è iniziata con una media di oltre 25 eventi estremi al giorno lungo la penisola tra nubifragi, grandinate, bombe d’acqua, trombe d’aria che hanno colpito a macchia di leopardo con gravi danni nelle città e nelle campagne, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati dell’European severe weather database (Eswd). Una anomalia che – sottolinea la Coldiretti – ha provocato danni all’agricoltura ma anche il turismo in una stagione particolarmente importante per i due elementi trainanti del Made in Italy. L’anno 2023 – continua la Coldiretti- è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi negli ultimi mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dall’arrivo del caldo torrido.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. Un obiettivo che – conclude Prandini – richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte.