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Strage di Altavilla Milicia: Un Fanatico Religioso dietro l’Omicidio della Propria Famiglia

La tranquilla cittadina di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, è stata scossa da un tragico evento che ha sconvolto l’intera comunità. Un imbianchino di 54 anni ha perpetrato una strage all’interno della propria famiglia, uccidendo la moglie 31enne e i due figli maschi, Kevin di 16 anni ed Emanuel di soli 3 anni. La violenza del crimine e la sua motivazione apparentemente incomprensibile hanno lasciato tutti sgomenti. In questo articolo, esamineremo gli avvenimenti legati a questo terribile caso.

Il delitto è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, quando l’uomo, convinto che la sua famiglia fosse posseduta dal demonio, ha compiuto un esorcismo estremamente violento. Il corpo della moglie, Antonella Salamone, è stato trovato carbonizzato nel giardino di casa, mentre i due figli sono stati strangolati con una catena. La figlia maggiore, 17enne, è stata l’unica sopravvissuta e ha raccontato ai militari il delirio del padre durante l’attacco.

L’omicida, appartenente alla comunità evangelica locale, è stato arrestato nel vicino paese di Casteldaccia dopo essersi confessato con i carabinieri. È accusato di triplice omicidio e soppressione di cadavere. Le indagini sono in corso e coinvolgono anche una coppia di amici palermitani del fanatico religioso, sospettati di avere un ruolo attivo nella pianificazione e nell’esecuzione del crimine.

Da quanto emerso, la famiglia era in gravi difficoltà economiche e il marito avrebbe maltrattato la moglie. Si ritiene che il fanatismo religioso abbia giocato un ruolo significativo nel tragico evento, con incontri privati di preghiera e di letture delle Scritture che potrebbero aver contribuito alla radicalizzazione dell’omicida.

La strage di Altavilla Milicia rappresenta un evento scioccante che ha evidenziato le conseguenze devastanti del fanatismo religioso combinato con problemi economici e familiari. È essenziale che le autorità competenti portino avanti un’indagine approfondita per assicurare alla giustizia coloro che sono responsabili di questo orribile crimine e offrire sostegno alle vittime sopravvissute e alle comunità colpite da questa tragedia.

Strage in famiglia: complici omicida sono fanatici religiosi

Altavilla Milicia è un comune italiano di circa 8mila abitanti della città metropolitana di Palermo. E’ qui che un uomo di 54 anni, Giovanni Barreca, ha ucciso la moglie Antonella Salamone e i due figli Emanuel e Kevin di 5 e 16 anni. Un’altra figlia di 17 anni è riuscita a salvarsi. L’uomo, dopo il delitto, ha chiamato i carabinieri e si è fatto trovare a Casteldaccia. E’ stato fermato per omicidio e soppressione di cadavere.

Dalle prime indagini, però, è emersa una pista religiosa e infatti oltre a Giovanni Barreca, ieri due persone sono state fermate dai carabinieri con l’accusa di aver partecipato all’omicidio della moglie e dei due figli dell’uomo: sono Sabrina Fina e Massimo Carandente, due fanatici religiosi. Come per il muratore 54enne reo confesso dei delitti, le accuse sono di omicidio plurimo e soppressione di cadavere.

La coppia – entrambi sono palermitani – avrebbe conosciuto Barreca durante incontri di preghiera in una chiesa evangelica. Un rapporto quello tra i due fermati e l’uomo che ha alimentato l’ossessione mistica del muratore, anche lui un fanatico religioso. Sarebbero stati i due palermitani a istigarlo a uccidere i familiari – Angela Salamone e i due figli di 15 e 5 anni Kevin ed Emanuel – per liberare la casa da presenze demoniache e poi a partecipare materialmente ai delitti. L’unica sopravvissuta alla strage è stata la figlia 17enne di Barreca, ora affidata a una comunità. La notte tra sabato e domenica è stato il muratore a chiamare i carabinieri. “Ho ucciso la mia famiglia – ha detto- Venite a prendermi”. Nell’abitazione dell’uomo ad Altavilla Milicia i militari hanno trovato i cadaveri dei bambini, probabilmente strangolati. Uno era legato a una catena. In un’altra stanza, sotto choc, c’era la superstite in stato confusionale. I resti della terza vittima sono stati trovati bruciati e sepolti a poca distanza dall’abitazione. Secondo i primi rilievi- ma l’autopsia darà risposte più precise- la moglie sarebbe stata assassinata giorni fa, i figli venerdì. Barreca e la superstite, dunque, sarebbero stati giorni con i cadaveri in casa. Alla coppia accusata di complicità nei delitti i carabinieri sono arrivati grazie alle analisi dei cellulari del muratore e ad alcune testimonianze.

Notte di paura a Palermo per gli incendi, residenti sui tetti

Molta paura la scorsa notte a Palermo per incendi divampati nella zona di Brancaccio, tra le vie Fichidindia e San Criro, che hanno costretto diversi residenti a uscire per strada, mentre qualcuno è fuggito sui tetti. Come successo lo scorso luglio anche stavolta il fuoco ha minacciato le abitazioni del capoluogo. Due mesi fa interessò una chiesa e le case di Borgo Nuovo. Per i vigili del fuoco è stata una lunga notte di lavoro. Dalle 20 di ieri fino alle prime luci di oggi sono stati più di 40 interventi per incendi di vegetazione e sterpaglie che hanno interessato il territorio provinciale. Tutti gli uomini e mezzi del corpo del comando provinciale sono stati impegnati per fronteggiare l’emergenza dettata dalle elevate temperature, dai venti di scirocco. È stato inoltre richiesto il supporto di una squadra aggiuntiva proveniente dal distaccamento di Piazza Armerina (Enna). Nella prima serata di ieri quattro squadre sono state impegnate tra via Fichidindia e San Ciro per un incendio di sterpaglie e agrumeto vicine a delle abitazioni: ci sono volute diverse ore prima di riportare la situazione alla normalità. Tanti residenti sono usciti per strada e qualcuno è fuggito sui tetti. Al momento sono in corso interventi ad Altofonte, Gratteri, Gibilrossa, Misilmeri, Piana degli Albanesi, Torretta e Prizzi. Dalle prime luci sono presenti in volo anche tre Canadair sulle località di Gratteri, Gibilrossa e Santa Cristina.

Festival della cultura ucraina a Palermo

Cinema d’autore, presentazioni di libri e una mostra fotografica per comprendere gli attuali drammatici avvenimenti attraverso la cultura di un paese dalla storia millenaria. E’ Ucraina. La terra di confine, il festival della cultura ucraina ideato da Kateryna Filyuk e Olena Moskalenko con il patrocinio dell’Ambasciata d’Ucraina nella Repubblica Italiana, Comune di Palermo Assessorato alle Culture del Comune di Palermo e Università degli Studi di Palermo, che da venerdì 11 marzo e fino al 10 aprile si svolgerà a Palermo, con eventi aperti al pubblico e gratuiti diffusi tra Palazzo Steri, i Cantieri Culturali della Zisa, la Fondazione Sant’Elia, ZACentrale e il Centro Internazionale di Fotografia e il cinema Rouge et noir.

Il festival si apre venerdì 11 marzo con l’aperura della mostra (fino al 31 marzo) “La guerra 2014-2020” alla Fondazione Sant’Elia del fotografo Oleksandr Glyadelov, corrispondente in Ucraina orientale negli anni cruciali delle battaglie tra i separatisti e l’esercito ucraino.

Sabato 12 marzo inizia il ciclo dei documentari e dei “feature film” dei registri ucraini, che per quattro settimane porterà gli spettatori a conoscere le tecniche artistiche ucraine contemporanee e permetterà a loro di scoprire un prodotto culturale europeo autentico e sorprendente.

Il programma prevede inoltre la presentazione del libro di Lia Dostlieva e di Andrii Dostliev “Leccando le Ferite di Guerra,”, venerdì 25 aprile allo ZACentrale; sempre venerdì 25 aprile al Centro Internazionale di Fotografia si svolgerà la  presentazione di foto che documentano l’attuale conflitto  guerra in Ucraina, organizzata da IZOLYATSIA con  89books.

Per l’occasione Associazione Wilder e Cinema City in collaborazione con il Cinema Rouge et Noir organizzeranno, mercoledì 16 marzo alle ore 21 (con replica venerdì 18 alle 16) la proiezione speciale, in anteprima del film Reflection di Valentyn Vasyanovyč, il regista ucraino che recentemente ha dichiarato “Resto a Kyiv. Voglio essere tra persone consapevoli della loro appartenenza etnica, culturale e politica. Voglio essere tra queste persone per acquisire esperienze importanti che mi aiuteranno a creare storie vere su di loro”. Il film arriva direttamente dall’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2021.

Durante il festival sarà effettuata una raccolta fondi a favore delle organizzazioni umanitari impegnate nel combattere la crisi umanitaria in Ucraina.

Palermo ricorda il maresciallo Mancuso

È stata deposta, questa mattina, alla presenza del questore di Palermo Renato Cortese una corona di alloro in ricordo del giudice Cesare Terranova e del maresciallo di pubblica sicurezza Lenin Mancuso nel luogo in cui 41 anni fa persero la vita in un attentato di mafia.

Alla cerimonia di commemorazione hanno preso parte il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, il sindaco Leoluca Orlando, autorità civili, militari e i familiari delle vittime.

La mattina del 25 settembre del 1979 vennero trucidati nell’auto di servizio mentre stavano raggiungendo il palazzo di Giustizia di Palermo.
I sicari dopo aver bloccato l’autovettura guidata dal Giudice, tramite una transenna per lavori in corso, spararono con un fucile uccidendo sul colpo il giudice Terranova e ferendo mortalmente il maresciallo Mancuso che oltre ad essere un fidato collaboratore del Giudice faceva parte anche della sua scorta.

Nel 1981 il maresciallo Lenin Mancuso venne insignito della medaglia d’oro al Valor Civile alla memoria.