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“De Laurentiis: “Mi assumo le colpe per l’avvio di stagione del Napoli”

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha affrontato la stampa in una conferenza tenuta a Castel Volturno, dove ha discusso apertamente degli sviluppi recenti all’interno del club. In particolare, De Laurentiis ha rivelato di assumersi la responsabilità per l’avvio di stagione del Napoli, attribuendo parte delle criticità alla gestione contrattuale di Luciano Spalletti.

Durante la conferenza stampa, De Laurentiis ha sottolineato che il contratto di Spalletti non prevedeva una clausola bilaterale, ma un’unilaterale, che dava al presidente del Napoli il diritto di esercitare un’opzione per un ulteriore anno di contratto. Ha chiarito che questa opzione era prevista entro il termine predeterminato alla fine della stagione, e che aveva il dovere giuridico di esercitarla mediante una dichiarazione scritta.

Il presidente del Napoli ha spiegato di aver assunto questa responsabilità perché riteneva di aver fatto bene il contratto a Spalletti. Ha ricordato un evento precedente in cui aveva annunciato pubblicamente che Spalletti sarebbe rimasto con il club, e che il tecnico non aveva contraddetto quest’affermazione. Tuttavia, De Laurentiis ha ammesso di essere rimasto deluso dall’eliminazione del Napoli dalla Champions League e di aver cercato di sollevare il morale di Spalletti offrendogli la possibilità di estendere il contratto.

De Laurentiis ha poi rivelato di essere rimasto sorpreso quando Spalletti, durante una cena, ha comunicato di voler prendersi una pausa per tornare a fare il coltivatore nella sua terra in Toscana. Il presidente del Napoli ha riconosciuto di aver commesso un errore nel non insistere sull’esercizio dell’opzione contrattuale di Spalletti, soprattutto dopo la vittoria dello scudetto.

Infine, De Laurentiis ha concluso ammettendo che il suo errore è stato anche nel non riconoscere i segnali che indicavano il desiderio di Spalletti di dirigere la Nazionale italiana, il che si è poi verificato successivamente.

Questa aperta ammissione di responsabilità da parte di De Laurentiis offre un’ulteriore comprensione dei recenti avvenimenti nel Napoli e delle dinamiche interne al club. Resta da vedere quali saranno le prossime mosse della squadra e se ci saranno ulteriori cambiamenti nella leadership tecnica.

Calcio: Gran Gala,De Laurentiis e Spalletti di nuovo insieme

Salerno ospiterà l’edizione 2023 del Gran Gala del Calcio, la parata di stelle che, martedì prossimo all’indomani di Ucraina-Italia, chiuderà la 12/a edizione del Festival del Calcio Italiano. A partire dalle 18, presso il Saint Joseph Resort, saranno premiati campioni e personalità di spicco del settore calcio che si sono contraddistinti durante la stagione 2022/2023. Sono centinaia, anche in questa edizione, i premiati nella serata del Gran Galà del Calcio. Dalla serie A alla serie D, rivolgendo il proprio sguardo al mondo dei media e dell’informazione. Pioggia di riconoscimenti per il Napoli, campione d’Italia, che sarà premiato come miglior club; menzioni speciali anche per Aurelio De Laurentiis (miglior presidente di serie A), Cristiano Giuntoli (miglior direttore sportivo), Luciano Spalletti (miglior tecnico) e Giovanni Di Lorenzo (miglior calciatore dell’anno), Alex Meret e Matteo Politano (inseriti nella top 11). Sarà quindi l’occasione di far ritrovare insieme De Laurentiis e Spalletti, se il tecnico confermerà la propria presenza. A Ciro Immobile andrà il premio di miglior attaccante, mentre per la giuria è di Antonio Candreva in Roma-Salernitana il più bel gol della stagione. La società granata sarà premiata anche con Antonio Pio Iervolino, Giulio Maggiore (premi speciali), Pasquale Mazzocchi (inserito nella top 11 come miglior terzino destro) e per la gestione dei social. Riconoscimenti anche per gli arbitri: Fabio Maresca è stato eletto miglior fischietto della Can di serie A e B, mentre a Massimiliano Irrati andrà il riconoscimento di miglior arbitro Var. Ma saranno tantissimi i premiati dalla serie A alla serie D. La serata, tra l’altro, sarà dedicata anche alla solidarietà e al supporto della ricerca. Il Gran Galà del Calcio, infatti, anche in questa edizione sarà accompagnato dal Football Gala Charity Dinner. Il Festival del Calcio Italiano, rinnovando il proprio impegno sociale e comunitario, organizzerà una cena benefica con prodotti provenienti dalle eccellenze locali, i cui proventi finali raccolti saranno devoluti per la lotta alla distrofia muscolare.

Il commento/Napoli-Berisha 0-1

Difficile trovare le parole dopo una partita come quella vista oggi al Maradona. I social sparano ad alzo zero sull’allenatore, reo di aver snaturato il gioco e la compattezza che aveva costruito in due anni Spalletti, arrivando a conquistare il terzo scudetto. La società si chiude in un silenzio stampa più imbarazzante dell’espressione di Aurelio De Laurentiis all’uscita degli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo. Fabio e Paolo Cannavaro, seduti accanto al patron del Napoli in tribuna, hanno accesso le fantasie dei tifosi stanchi di assistere alla caduta verticale di una squadra, fino a un anno fa, tra le più forti d’Europa.

Comunque si era capito già dal secondo minuto che una fascia con Oliveira ed Elmas poteva essere terra di conquista per qualsiasi avversario, finanche dell’Empoli. E dal sesto minuto, con un errore che stava per costare caro già ad inizio match, era ormai evidente che un calciatore come Elmas non solo non poteva essere il sostituto naturale di Kvaratskhelia ma non poteva essere nemmeno schierato da titolare dal primo tempo. L’unico a non capirlo, forse, era solo il tecnico.

Difficile gettare la croce addosso ai giocatori del Napoli. Bene o male hanno giocato. Se non ci fosse stato un Berisha in versione Spiderman oggi avrebbero segnato sia Anguissa con un bellissimo colpo di testa in schiacciata, che il 77 per ben due volte e anche Lindstrom con un bellissimo tiro da fuori area.

Mancavano idee, questo si. Oltre ad aver sbagliato la formazione Garcia è responsabile di aver fatto soccombere la sua squadra perché senza idee. L’Empoli è squadra modesta. Ma ha vinto.

Inutile a questo punto tirare in ballo l’assenza di Osimhen. Bisogna ricordare che nella passata stagione, Osimhen ha saltato in tutto – tra campionato e Champions – 9 partite per infortunio, nelle quali il Napoli ha totalizzato 7 vittorie, 2 sconfitte (entrambe contro il Milan); 21 gol fatti, 10 gol subiti. Poi il centravanti a gennaio partirà per disputare la Coppa d’Africa (13 gennaio-11 febbraio).

Andrebbe detto al presidente De Laurentiis che non serve entrare negli spogliatoi. Lui ha il potere (e la responsabilità) di cambiare l’andamento delle cose o almeno di provarci. Tutto il resto può essere inutile o addirittura ancora più dannoso.

Qui la cronaca della partitahttps://www.87tv.it/2023/11/12/il-napoli-crolla-al-maradona-lempoli-passa-con-kovalenko/

Calcio: Andreazzoli, chiunque avrebbe subito mancanza Spalletti

Dopo la sconfitta col Frosinone, l’Empoli si riaffaccia al campionato con un’altra trasferta, domani alle 12.30 a Napoli contro la squadra di Rudi Garcia. “Garcia è un altro mio amico con cui ho lavorato, è una persona eccellente e scrupolosa – ha detto il tecnico dell’Empoli, Aurelio Andreazzoli -. La mia idea è che non potrebbe esserci stato un allenatore che poteva sostituire Luciano Spalletti, fare meglio di quello che ha fatto lui. La loro difficoltà è questa, ripetersi è difficile. Il Napoli è estremamente forte, la squadra è sostanzialmente quella. Ma a noi questo non ci cambia il quadro di quello che dobbiamo fare. Il Frosinone è stato un avversario fortissimo, quindi anche il Napoli può esserlo. Siamo noi stessi eventualmente il nostro problema. Non credo, perché riusciamo a esprimerci, ma bisogna sfruttare il tempo che c’è e bruciare le tappe”. E’ stata una settimana in cui la squadra ha lavorato molto dal punto di vista fisico… “Devo dire che sono positivo rispetto al dopo gara di Frosinone, la squadra ha potuto lavorare una settimana tipo e recuperare alcuni calciatori, a parte Baldanzi – ha ripreso l’allenatore -. Parlo anche di quelli che non hanno avuto tanto minutaggio, li vedo crescere e siamo soddisfatti di loro”. Ma per il tecnico la pausa di campionato arriva al momento giusto. “Sono felicissimo della sosta per le nazionali, perché avremo quindici giorni a disposizione anche se non con tutti. Dobbiamo cercare la continuità, nell’ultima partita avevamo fatto la partita che volevamo ma i nostri avversari sono stati più bravi di noi. Però abbiamo fatto una buona gara, perché se fossimo stati avanti nel primo tempo non ci sarebbe stato niente da dire. Abbiamo avuto un blackout inconcepibile per quello che ha in testa la squadra”, ha continuato il mister. Un Empoli troppo discontinuo, che ha degli alti e bassi. Difficile da capire il perché. “Non lo so nemmeno io, ma non credo sia un problema così grave. Potrebbe dipendere da tante cose, anche da quello che posso dare io o da un passato che non conforta – ha evidenziato -. Dobbiamo picchiare sodo su questo aspetto, tornando agli alti e bassi devo dire che a Firenze non si è visto mai ma siamo rimasti sul pezzo. Poi succede a volte che la supremazia avversaria produca poco. Ci sono poi anche le casistiche che condizionano il giudizio finale, ma certamente dobbiamo tenere botta senza rinunciare”. La sensazione è che possa esserci anche un ballottaggio sui portieri. “Quello c’è sempre – ammette Andreazzoli – lo valutiamo attentamente come sempre. Abbiamo uno straordinario allenatore dei portieri a cui mi affido ciecamente. Siccome le cose vorremmo farle bene cerchiamo di fare le giuste valutazioni”. Infine una battuta sul campionato e sulle avversarie per la salvezza. “Faccio fatica a vedere le difficoltà nostre, non voglio pensare a quelle degli altri. Pensiamo a noi, prima di tutto”, ha concluso Andreazzoli.

Qualificazioni e calcioscommesse: giorni difficili per la Nazionale di Spalletti

di Ettore Di Mezza.

Giorni intensi e carichi di preoccupazione sono quelli che sta vivendo la nazionale di calcio italiana durante quella che è sicuramente la sosta nazionali più movimentata dell’anno. La parentesi calcioscommesse sembra destinata a non chiudersi a breve, complice un Fabrizio Corona scatenato che sta inscenando qualcosa di simile a una serie tv; a quanto pare l’ex fotografo ha con se parecchie informazioni riguardo l’argomento e per ora non sembra intenzionato a fermarsi. Dopo i nomi di Nicolò Zaniolo, Sandro Tonali, Nicolò Fagioli e Nicola Zalewski potrebbe fare altri nomi di calciatori e, a detta sua, anche allenatori e procuratori coinvolti nella vicenda delle calcioscommesse. Per quanto riguarda il calciatore della Juventus (Fagioli) a breve arriverà la squalifica dai campi, che alla luce delle informazioni ritrovate nel suo cellulare ammonterebbe a 3 anni. È proprio dal cellulare di Fagioli che sono partite le indagini anche su altri giocatori di serie A. Al momento la Juventus ha affermato che sarà vicina al giocatore che però allo stesso tempo verrà punito a causa della grave situazione che ha creato. Gli avvocati della società stanno lavorando per ridurre la pena del centrocampista al di sotto di un anno.
Appena entrata nel vivo invece la situazione di Zaniolo e Tonali: l’ex Roma verrà interrogato nei prossimi giorni, nonostante continui a negare le accuse cadute su di lui affermando di essersi soltanto avventurato in qualche gioco di carte.  Da ciò che traspare invece su Tonali, dopo un interrogatorio di diverse ore, avrebbe confessato di aver avuto a che fare con un giro di scommesse illegali. Per Sandro Tonali la situazione si complica, il calciatore rischia di essere allontanato, come Fagioli, per 3 anni dai campi da gioco. Esce invece dalla bufera (almeno momentaneamente) Nicola Zalewski che non comparirebbe negli atti dell’indagine. La situazione è comunque in continuo aggiornamento.

Anche in ottica calcio giocato non ci sono buone notizie in arrivo con la nostra nazionale sconfitta per 3 reti a 1 dall’Inghilterra, in quella che loro hanno considerato una sorta di “vendetta” per l’indimenticabile notte europea di luglio 2021 che vide l’Italia alzare il trofeo. Situazione in classifica non delle migliori per gli azzurri che si ritroveranno ancora una volta a giocarsi il posto in un torneo con la macedonia. Storia già vista insomma, ma questa volta sarà ancora più ardua data la vittoria obbligatoria non solo contro i macedoni ma anche contro l’ottima Ucraina, che tra l’altro ha anche più punti nel girone. Con la vittoria di ieri sera gli inglesi si aggiungono alla lista delle nazionali già qualificate per l’europeo 2024 insieme a Belgio, Francia, Portogallo, Scozia, Spagna, Turchia e Austria. Le sorprese sono certamente Scozia e Turchia che hanno stupito e meritato la qualificazione grazie al loro gioco; menzione speciale per un italiano, Vincenzo Montella, nuovo e attuale ct della Turchia, che ha impiegato solo 20 giorni per entrare nei cuori dei turchi e ora è nella storia grazie alle sue 2 vittorie su 2 e qualificandosi prima del tempo a un torneo importante come Euro 2024.

Nazionale di calcio, inizia l’era Spalletti. Sulla clausola del Napoli: “Spero in migliore soluzione per tutti”. Ecco tutti i convocati

“Grazie a tutta la federazione e al presidente Gravina per avermi dato questo bellissimo incarico. Sono stati giorni intensi. Ho imparato tanto a Coverciano, essere qui da Ct è un’emozione indescrivibile, un sogno che parte da lontano” Sono le prime parole da commissario tecnico della Nazionale di calcio italiana di Luciano Spalletti. “Ricordo quel fantastico 4-3 contro la Germania, spero di far rinascere quel sogno e di poter portare quella bandiera in tutte quelle migliaia di bambini che sognano di veder vincere la Nazionale”.

Questi i convocati azzurri per le gare con Nord Macedonia (9 settembre a Skopje) e Ucraina (12 settembre a Milano), primi due impegni stagionali per la Nazionale nel cammino che porta verso Euro 2024. Portieri: Gianluigi Donnarumma (Paris Saint Germain), Alex Meret (Napoli), Ivan Provedel (Lazio), Guglielmo Vicario (Tottenham); Difensori: Alessandro Bastoni (Inter), Cristiano Biraghi (Fiorentina), Nicolò Casale (Lazio), Matteo Darmian (Inter), Giovanni Di Lorenzo (Napoli), Federico Dimarco (Inter), Gianluca Mancini (Roma), Alessio Romagnoli (Lazio), Giorgio Scalvini (Atalanta), Leonardo Spinazzola (Roma); Centrocampisti: Nicolò Barella (Inter), Bryan Cristante (Roma), Davide Frattesi (Inter), Manuel Locatelli (Juventus), Lorenzo Pellegrini (Roma), Matteo Pessina (Monza), Sandro Tonali (Newcastle); Attaccanti: Federico Chiesa (Juventus), Wilfried Gnonto (Leeds), Ciro Immobile (Lazio), Matteo Politano (Napoli), Giacomo Raspadori (Napoli), Mateo Retegui (Genoa), Mattia Zaccagni (Lazio), Nicolò Zaniolo (Aston Villa).

“Spero si possa arrivare alla miglior soluzione possibile per tutte e due le parti”. Così il neo Commissario tecnico della Nazionale di calcio italiana Luciano Spalletti ha risposto ad una domanda sulla clausola milionaria che lo lega al Napoli. “Cerco la felicità perchè è quella di cui abbiamo bisogno, ma io non riesco ad essere felice da solo. Non riesco ad essere felice se non vedo la gente felice intorno a me. Io voglio vedere appartenenza, la maglia della Nazionale è una sfida importante e non tutti la possono vestire”

Dopo il tricolore… Ancora l’azzurro. Ecco il nuovo Ct della Nazionale

Determinato, tecnicamente molto all’avanguardia e spesso innovativo. Ma anche fumantino, e dunque a volte polemico . Quello di Luciano Spalletti – approdato alla nazionale al culmine della sua carriera da allenatore – non è un carattere semplice, e questo sicuramente lo ha aiutato a diventare un vincente.

Il nuovo ct della Nazionale è nato 64 anni fa a Certaldo, il borgo alle porte di Firenze che diede i natali a Boccaccio, in quella zona della Toscana di cui – pur girovagando per lavoro da anni su e giù tutta l’Italia – ha conservato la forte cadenza e quella sorta di irriverenza verso i “potenti” che lo ha portato nella vita a non sottrarsi alle sfide più impensabili e anche a vincerne molte. La più importante è sicuramente lo scudetto a Napoli, 33 anni dopo quello conquistato da Diego Armando Maradona; ma la sua carriera, come lui stesso ama spesso dichiarare, è fatta di tanta gavetta e sacrificio. In tal senso una frase, pronunciata dopo la vittoria per 1-0 dei partenopei contro la Juventus a Torino, riassume al meglio la sua “filosofia di vita e di gioco”: “Sono sempre andato in giro in autostop e vincere questo scudetto mi ripaga di tutti i sacrifici fatti. Ogni tanto mi prendono per il culo perché metto le scarpe da calcio a bordo campo, ma quel che ho sofferto per avere quelle scarpe lo so io, perchè da piccolo non avevo i soldi per comprarle”.

Da “piccolo” Spalletti ha mosso i suoi primi passi da calciatore nelle giovanili di Fiorentina e Cuoiocapelli per poi debuttare in C2 nel 1985 nll’Entella Bacezza dove l’allenatore era quel Giampiero Ventura che 30 anni dopo avrebbe diretto la nazionale italiana. Ed è in Liguria che Luciano ha conosciuto la sua futura moglie Tamara (“un corteggiamento lunghissimo”) che da allora è sempre rimasta al suo fianco nel corso di una carriera che lo ha portato ovunque.

L’allenatore ha sempre protetto la privacy della consorte e dei figli Federico, Samuele e Matilde; e quella del fratello Marcello, morto nel 2019. Con lui aveva messo su una tenuta agricola nel Chianti, il “buen retiro” che ora gestisce la moglie, ma che rappresenta una delle sua passioni private piu’ vive e più riservate. Spalletti ha appeso gli scarpini al chiodo a 33 anni, indossando la maglia dell’Empoli ma, dopo soltanto un anno, ne era già l’allenatore. Con i toscani ha ottenuto una promozione in B, la vittoria della Coppa Italia di serie C e l’immediata ascesa in A. Poi l’esperienza sulle panchine di Sampdoria, Venezia, Udinese e Ancona anche con qualche passaggio a vuoto. Fino alla consacrazione: il ritorno ad Udine, dove non era stato confermato, è la storica qualificazione dei friulani in Champions League. Un exploit che gli è valso la prima chiamata di una big: la Roma, tra 2005 e 2009. Con lui in panchina – negli anni migliori di Totti, ‘inventato’ centravanti – i giallorossi hanno conquistato tre secondi posti di fila in campionato; un quarto di finale e un ottavo di finale in Champions; due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Ma all’inizio della quarta stagione sono arrivate anche le clamorose dimissioni per “dissidi” con la società. Ed è stato questo il momento in cui Spalletti ha mostrato coraggio; dopo pochi mesi di inattività, è volato in Russia ad allenare lo Zenit San Pietroburgo con il quale dal 2009 al 2014 ha conquistato due campionati ed un secondo posto, una Coppa nazionale ed una Supercoppa di Russia. Nel 2015, dopo due sole sconfitte, un nuovo esonero. Così nel 2016 è accaduto quello che nessuno si aspettava: Spalletti è tornato alla Roma al posto di Rudi Garcia, l’allenatore che quest’anno ha preso il suo posto a Napoli. Nel girone di ritorno con il tecnico toscano la sua Roma è stata protagonista di una rimonta impressionante: 46 punti (14 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta). Ma la nuova esperienza giallorossa viene ricordata soprattutto per il litigio con Francesco Totti immortalato dalla serie tv “Speravo di morì prima”: due caratteri forti che si sono scontrati anche se da parte di entrambi c’è sempre stata stima professionale. Dinamiche simili anche nella successiva esperienza all’Inter dove lo scontro è con il capitano Mauro Icardi. E’ il carattere di Luciano Spalletti che non accetta imposizioni. I due anni nerazzurri sono puntellati da nervosismi e tensioni, piu’ che da risultati, e finiscono nel 2019 con un esonero. Poi – al termine di un biennio sabatico – l’avventura con il Napoli: i commentatori sono certi che il toscano e il presidente Aurelio De Laurentiis non possono convivere. Invece, avviene il miracolo. Spalletti tiene testa al patron. Arriva lo scudetto e un innamoramento totale, reciproco, tra lui e Napoli, la squadra e la citta’. Spalletti, a marzo, ottiene il riconoscimento del premio Bearzot, e in occasione della consegna De Laurentiis ne annuncia la permanenza sulla panchina della capolista. Eppure, a sorpresa, l’allenatore decide a fine stagione di non continuare sulla panchina. “Voglio stare con mia figlia Matilde”, spiega rendendo pubblica una decisione per molti sorprendente. Poi, mentre l’Uefa lo inserisce nel terzetto finalista per il miglior allenatore della stagione passata con Guardiola e Inzaghi, l’approdo in azzurro dove c’e ancora una storia tutta da scrivere. Le prime sfide, gia’ a inizio settembre