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B&B in centro, protesta a Napoli contro boom case per turisti

Ombrelli aperti davanti Palazzo San Giacomo con la scritta “Stop air B&B” per protestare contro la crescente diffusione delle case in affitto per chi viene in vacanza a Napoli, con un centro storico sempre meno disponibile ad accogliere chi vuole viverci stabilmente.

La manifestazione – che si è svolta davanti alla sede del Comune di Napoli – è stata organizzata in vista dell’evento internazionale di Unesco “Cultural Heritage in the 21st century” che si svolgerà a fine novembre a Napoli, in cui i cittadini della città vogliono portare all’attenzione dell’Unesco le difficoltà di chi vive in centro. “Oggi presentiamo questa lettera – spiega Alfonso De Vito, esponente del movimento della campagna “Resta abitante” – una lettera che cominciamo a spedire alla commissione Unesco in vista del forum mondiale, in cui segnaliamo come il patrimonio storico dell’Unesco al centro di Napoli fa mancare le case ai napoletani a causa del diluvio di case vacanza”. I manifestanti hanno sostenuto la protesta con lo striscione “Basta case vacanze, resta abitante”, chiedendo al Comune di Napoli un regolamento che argini la trasformazione degli appartamenti in centro in Bed and Breakfast. “Serve una verifica – spiega De Vito – di quanto avrà fatto la Pubblica Amministrazione per non consegnare questo centro storico tutto ai palazzinari affaristi. Se questo non verrà fatto chiediamo all’Unesco di valutare se non sia il caso di ritirare la qualifica di patrimonio al centro di Napoli. Il patrimonio non è soltanto quello delle pietre antiche ma anche il patrimonio umano che vive queste pietre oggi a rischio degli sfratti che salgono molto rispetto alla media annuale passata. Al summit Unesco noi porremo la questione del diritto ad abitare e lanceremo una grande raccolta di firme rispetto a un’iniziativa popolare se non ci saranno provvedimenti. Noi abbiamo un dialogo con l’amministrazione di Manfredi – conclude – ma ora sono fondamentali anche i fatti, abbiamo bisogno che si intervenga”.

Affitti brevi, la tassa sale al 26%

Le ipotesi su nuove determinazioni sul fronte degli affitti brevi erano nell’aria da tempo. Alla fine è arrivata la giornata fitta di novità.

A cominciare dal cambio del regime fiscale, previsto da una bozza della manovra, con l’aumento della cedolare secca e della ritenuta d’acconto per i canoni di locazione, che passano dal 21% al 26%. Aumento che scatena le critiche di Iv (“tassano la casa degli italiani”), Confedilizia (“l’incremento di quasi il 30% creerà elusione della norma e crescita del sommerso. Il governo ci ripensi”) e Aigab (“equivale a 850 euro di tasse in più per 600 mila famiglie”).

Sulla vexata quaestio il ministero del Turismo sta lavorando da vari mesi con un provvedimento, di cui sono uscite bozze che hanno fatto scaldare sia le associazioni del settore immobiliare e turistico che gli albergatori. La titolare del dicastero Daniela Santanchè assicura misure a breve: “Sugli affitti brevi c’è un Far West. Vedrete che a breve, assieme e coordinandoci con i sindaci delle città metropolitane e con tutti gli assessori del turismo, arriveremo a una definizione. È un settore che ha bisogno di regolamentazione tenendo presente che per noi la proprietà privata è sacra, e quindi non criminalizzeremo, ma regoleremo”. Alla domanda se questo avverrà con un ddl ribatte: “Lo vedremo”.

L’altra grande novità è la sentenza del Consiglio di Stato che recepisce le indicazioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e ribadisce che i portali di prenotazione devono riscuotere e versare allo Stato la cedolare secca sugli affitti brevi. “Airbnb – reagisce la piattaforma in una nota – ha sempre inteso collaborare con le autorità in materia fiscale e supporta il corretto pagamento delle imposte degli host applicando la normativa europea di riferimento sulla rendicontazione. Stiamo analizzando la sentenza e valutando le iniziative più opportune”. Plaude Federalberghi: “Confidiamo che il pronunciamento metta la parola fine a una telenovela che si trascina da più di 6 anni, durante i quali Airbnb si è appigliato a ogni cavillo pur di non rispettare le leggi dello Stato”. Vittorio Messina, presidente di Assohotel Confesercenti, spiega: “Sono anni che denunciamo la sperequazione evidente, in termini di oneri fiscali, normativi e quant’altro che esiste tra le diverse forme di ricettività”. Secondo i calcoli di Federalberghi il Comune con più alloggi disponibili su Airbnb è Roma, con 27.389 annunci, seguito da Milano (23.656), Firenze (12.117), Napoli (9.353), Venezia (8.130).

Manfredi, più poteri a Comuni per limitare b&b e case vacanze

“Credo che vada fatta una norma a livello nazionale che dia ai Comuni maggiori poteri per limitare l’eccessiva diffusione dei b&b e delle case vacanze. E’ una questione fondamentale perché sta creando grandi squilibri non solo a Napoli, ma anche a Milano, Roma, Bologna, Firenze, in tutte le grandi città”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, affrontando il tema del turismo e del cambiamento della città. Argomento rispetto al quale l’amministrazione nei mesi scorsi si è mossa approvando una delibera che blocca per i prossimi tre anni l’apertura di esercizi legati al mondo del food nel Centro storico e in altre aree della movida. “Stiamo difendendo il provvedimento – ha affermato Manfredi – è naturale che ci siano ricorsi perché chiaramente si toccano interessi, ma un intervento regolatorio sull’aspetto commerciale era indispensabile”. E rispetto alle prospettive di crescita della città, il primo cittadino ha evidenziato che l’amministrazione sta facendo “un lavoro di sensibilizzazione sui grandi gruppi e investitori nazionali e internazionali per fare in modo che a Napoli vengano portate iniziative di valore nel campo del turismo e infatti nei prossimi mesi e anni ci saranno aperture di alberghi importanti. Ma – ha aggiunto – nel campo dell’innovazione tecnologica stiamo parlando con vari gruppi per potenziare gli investimenti in città e aumentare il numero degli assunti in città. Le prospettive sono interessanti”.

Ddl su affitti brevi e BeB, ecco le novità. Comuni pronti ad incassare

In linea con quanto fatto in altri parti del mondo (Amsterdam, San Francisco, Barcellona, Parigi e di recente New York), l’Italia prepara la stretta sugli affitti brevi. E lo fa con il Ddl redatto dal ministro Santanché che disciplina le locazioni di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche, ha il preciso scopo di “fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento”, così come recita all’art. 1.

Dunque, come specifica bene Aspesi-Unione Immobiliare, si propone di “porre fine alla concorrenza sleale che tanti B&B mettono in atto contro gli alberghi. Una richiesta  – sottolinea l’associazione – che nasce innanzitutto dalle strutture, ma anche dai sindaci e dai cittadini che hanno chiesto maggior tutela”.

Tra le novità più rilevanti previste nel Ddl c’è il “Codice identificativo nazionale (Cin) assegnato dal ministero del Turismo a ogni immobile ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche”. Un provvedimento che sostituisce i Codici identificativi già introdotti dalla Regioni al fine di aumentare la trasparenza ed evitare gli affitti in nero, dunque vuole “assicurare la tutela della concorrenza, della sicurezza del territorio e per contrastare forme irregolari di ospitalità”.
Il codice andrà esposto in ogni annuncio pubblicato sulle piattaforme come Airbnb e Booking, oltre che sulla porta di casa, pena una sanzione fino a 3.000 euro per i siti e fino a 5.000 euro per chi affitta senza codice.

Minimum stay, cioè la “durata minima del contratto di locazione per finalità turistiche che non può essere inferiore a due notti, fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli” e per i Comuni sotto i 5mila abitanti, i cosiddetti borghi.

Un’altra disposizione inserita nel decreto riguarda gli affitti in forma imprenditoriale, ovvero l’attività portata avanti da un singolo titolare di più appartamenti da affittare. Nel ddl turismo è prevista una dichiarazione di inizio attività con una nuova categoria economica assegnata specificamente alle locazioni turistiche.

“Finalmente si è deciso di fare chiarezza su questa nuova tipologia di vacanza” ha commentato Marco Celani, presidente Aigab e a.d. di Italianway, primo operatore sul mercato italiano degli affitti brevi per numero di immobili contrattualizzati e destinazioni coperte.

Le funzioni di controllo e l’applicazione delle sanzioni, così come cita l’art. 6 “sono esercitate dai comuni, attraverso gli organi di polizia locale, e dall’autorità di pubblica sicurezza, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze”. Dunque gli enti locali si preparano ad incassare.

Qui la bozza del Ddl – https://www.unioneimmobiliare.org/public/files/2023/NL/Normativa/DDL-locazioni-turistiche-23.05.23.pdf

Il bilancio conclusivo del Pompei Street Festival premia gli organizzatori che registrano 20mila presenze

Nello Petrucci, direttore artistico: 

“Sono i numeri a dire che la manifestazione è stata un successo e il sold out nelle strutture di accoglienza ne è la testimonianza” 

Pompei, 4 luglio 2023 – Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, lo aveva previsto e il bilancio conclusivo della terza edizione del Pompei Street Festival ha confermato la proiezione. Il primo cittadino, durante la conferenza stampa di presentazione lo aveva detto: “Quest’anno avremo gli alberghi pieni quasi al 100% e sarà difficile trovare una camera in città”. Sono state oltre 20mila le persone accorse in città per partecipare alle sei giorni che ha celebrato, attraverso la street art, la musica, il cinema, la fotografia e mostre, la cultura pompeiana coniugando la città contemporanea e la città degli Scavi archeologici.

Sono particolarmente soddisfatto e felice per questa edizione che, rispetto agli anni scorsi, è passata da tre a sei giornate di eventi moltiplicando di fatto le iniziative realizzate, ma che ha soprattutto raddoppiato le presenze rispetto allo scorso anno – conferma l’ideatore e direttore artistico della kermesse, Nello Petrucci -. Il progetto stilato doveva ampliare il numero di giorni per creare i presupposti per programmare un valido periodo di permanenza in città per i turisti, ma non immaginavamo di registrare il sold-out nelle strutture ricettive, sia alberghiere che di ristorazione”.

     A dare un primo bilancio era stata il Ministro al Turismo Daniela Santanchè: in una nota di adesione al progetto aveva sottolineato che nel 2022 Pompei aveva sfiorato i 3 milioni di visitatori, triplicando il numero rispetto al 2021, mentre i primi dati del 2023 promettevano anche meglio e parlavano di un +127% sullo stesso periodo del 2022. Insomma, che Pompei fosse in pieno rilancio turistico l’amministrazione comunale lo sapeva bene, tanto da puntare su eventi e manifestazioni come il Pompei Street Festival per implementare l’offerta ai visitatori.

Anche i dati diffusi dal Ministero del Turismo, relativi ai fatturati cittadini, erano incoraggianti – con una prima parte del 2023 che ha registrato, sinora, un +162% sugli incassi del 2022 e un +19% sugli incassi del 2019 – ma certo il sindaco Lo Sapio e l’organizzatore Petrucci non immaginavano i riscontri registrati.

Nella sola ristorazione l’implemento di presenze ha registrato, durante la manifestazione, un +30%, mentre alberghi, B&B e pensioni hanno dovuto rinunciare ad accettare ulteriori prenotazioni. A favore della kermesse anche il provvedimento del Ministro Sangiuliano, che ha consentito l’accesso gratuito ai musei e luoghi di cultura nell’ultimo weekend, regalando a Pompei il primato nazionale con 20.537 visitatori.

Tra le iniziative del Pompei Street Festival, oltre i concerti e il concorso internazionale sui corti e docufilm, grande successo quello collegato al messaggio di pace realizzato da quattro street artist all’interno del parco archeologico degli Scavi di Pompei. L’opera dell’artista Nello Petrucci, dal titolo “Blasted Harmony” ha ispirato un russo, un americano, un francese ed un’artista svizzera, nella composizione di altrettanti disegni di street art con il titolo “Ponte oltre i confini”, entrambe le realizzazioni puntano a promuovere la pace nel mondo e soprattutto a chiedere l’interruzione delle guerre nel mondo.