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Enogastronomia, tutto quello che c’è da sapere su questo tema rilevante per la nostra cultura culinaria. Tutte le curiosità e le news sull’enogastronomia

Vinarium Bar, un pezzo di Sannio a Barcellona a pochi passi dal mitico Camp nou

C’è un po’ di Sannio anche in Catalunya. Arrivi in Carrer Feliu Casanova 24, nel barrio di Sants a Barcellona, e vieni catturato da due bandiere italiane che campeggiano per indicare il Vinarium bar.

Giampaolo e Mario Tacinelli, sanniti di Guardia Sanframondi (Benevento), lo hanno aperto per realizzare un sogno e dare vita a un locale dove poter proporre ottimi vini sanniti e catalani, piatti sfiziosi, taglieri con salumi e formaggi e altre prelibatezze.

L’apertura è fissata per i primi giorni del marzo 2020. La pandemia, però, obbliga subito la chiusura e lascia il segno. Non solo il sogno ma anche i buoni propositi durano solo una settimana e lasciano il campo a rabbia e desolazione. Una partenza che non si augura a nessuno, in particolare a due giovani animati da tante speranze e grandi progetti.

Però ora quei momenti appartengono al passato e bisogna guardare avanti.

“Abbiamo vissuto due anni terribili – hanno ricordato Giampaolo e Mario – nell’attesa di un provvedimento di apertura. Un periodo troppo lungo, di certo da dimenticare, soprattutto per noi che avevamo tanta voglia di presentare le nostre proposte. Ma è andata così e ora, con calma e tanta pazienza, grazie anche alla nostra affabilità e cordialità, e soprattutto per la bontà dei nostri prodotti, stiamo recuperando il tempo perduto con un’oculata offerta enogastronomica, in un locale accogliente, con ottima musica e spazi giusti”.

Insomma, un posto ideale per una cenetta intima, una ricorrenza importante, una conversazione godendo un calice o una birra o, magari, per un passaggio veloce, con un rapporto qualità/prezzo invidiabile.

Al Vinarium si possono gustare birre nazionali spagnole e italiane artigianali come: la Menabrea Strong, la Baladin Super Bitter o la Nazionale.

Per quanto riguarda i vini spagnoli, invece, è possibile assaggiare le varietà: Verdejo, Albarino, Penedes e un blend di Moscat e Gewurztraminer, per i vini bianchi. Sempre spagnoli sono i rossi: Tempranillo, Mencia, Rioja, Terra Alta e Monsant; mentre, per i più conosciuti vitigni campani spiccano la Falanghina, il Greco, il Fiano e, per i rossi, l’Aglianico, la Camaiola e il Piedirosso. Completano l’offerta: Cannonau, Valpolicella, Cabernet Sauvignon e Negramaro. Molto apprezzato è anche il limoncello della casa e anche di melograno: vere e proprie ghiottonerie.

Tutte queste varietà, ben si accompagnano alla carta gastronomica del Vinarium che presenta: panuozzi farciti con porchetta di Ariccia, senza tralasciare quelli vegetariani a base di pomodori secchi, verdure grigliate, scamorza e crema di olive. Non mancano, com’è ovvio, alcuni piatti freddi molto apprezzati come: la bresaola con rucola e scaglie di grana padano, la finocchiona, la mozzarella caprese e la burrata, oltre ad alcune insalatone. Tra i piatti forti del locale rientrano anche la lasagna, la genovese e la parmigiana di melanzane o di zucchine.

La musica che… non disturba, rende l’atmosfera del Vinarium gradevole e attraente. Un comodo “mare della tranquillità” in salsa catalana. E poi è a due passi dalla metropolitana (linea 5 blu, fermata Badal), a metà strada fra Plaça d’Espanya e il mitico Camp nou.

Vinarium

(barrio de Sants)

Carrer Feliu Casanova, 24 – 08028 Barcellona, Spagna

Tel. +34 602353514

Facebook: Vinarium

Instagram: Bar Vinarium

Alle Cantine  Mustilli di Sant’Agata dei Goti  si presenta il libro “In bici nei dintorni della Reggia di Caserta”

Il tour di presentazione del libro del giornalista casertano Carlo Scatozza In Bici nei dintorni della Reggia di Caserta, racconti di cicloturismo, con GiroGustando edito da Wood&Stein arriva nel Sannio grazie agli eventi proposti da  Cantine Mustilli e dal  Movimento Turismo del Vino della Campania.

L’appuntamento è per Sabato 21 ottobre, con inizio alle 19.00 nei locali delle Cantine storiche Mustilli in Via dei Fiori a Sant’Agata dei Goti. Nell’appuntamento il focus principale sarà l’itinerario del Grande Giro dell’Acquedotto Carolino, raccontato tra i 17 itinerari/capitoli che compongono il volume. La discussione con l’autore vedrà la partecipazione del giornalista Sandro Tacinelli e il supporto di Leonardo Ancona funzionario Reggia di Caserta responsabile dell’acquedotto carolino.

“Sono onorato di poter caratterizzare un evento della programmazione messa in campo dal Movimento Turismo del Vino della Campania e dalla famiglia Mustilli. Le  bellezze di Sant’Agata dei Goti e l’ epopea del Ponte di Durazzano, il meraviglioso paesaggio e la storia millenaria  di questa parte di Sannio, a me molto cara, rappresentano una delle parti maggiormente caratterizzanti il racconto di territorio che ho voluto proporre in 17 itinerari che vedono la Reggia di Caserta come luogo di partenza per una nuova idea di cicloturismo e turismo lento, una modalità di fruizione dei borghi e del paesaggio  circostante in cui anche la viticoltura e l’enoturismo giocano un ruolo principe. Arrivando sulle due ruote a Sant’Agata dei Goti, nella visita ai suoi monumenti unici e alle storiche cantine, non poteva poi mancare (sono anche sommelier….)la narrazione della rinascita della Falanghina del Sannio grazie al lavoro dell’Ing. Leonardo, imperdibile,  a mio avviso,  la visita  nelle secolari cantine dove è custodita la prima bottiglia prodotta”.

Giornata dell’Alimentazione con peperoncino record da 530 metri

Per festeggiare i primati dell’agricoltura italiana che è leader mondiale per qualità e sicurezza apre il primo salone dei giganti del Made in Italy, dalla mortadella lunga due metri per 120 chili di peso al maxi provolone da un quintale, dai 10 metri di treccia di mozzarella pugliese e altrettanti di Aglio rosso di Sulmona al pane di Altamura lungo tre metri per 150 chili di peso dai 5 metri di corda di salsicce di Norcia alla Finocchiona di 1,2 metri fino al record della collana di peperoncino Diavolicchio di diamante ecotipo calabrese da 530 metri. Sono solo alcuni dei “colossi del gusto” che la Coldiretti schiera alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione a sostegno della candidatura italiana a patrimonio dell’Unesco nell’ultima giornata del Villaggio contadino al Circo Massimo con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.

La cucina italiana – ricorda Coldiretti – è leader mondiale potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5547 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica.

Dai cuochi ai ristoratori, dai contadini agli artigiani, dai negozianti ai tecnici di sicurezza alimentare, dagli addetti della logistica ai sommelier la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco tutela 4 milioni di lavoratori occupati in una filiera nazionale del cibo che vale ben 580 miliardi di euro, un quarto del Pil. Il Made in Italy a tavola – sottolinea Coldiretti – coinvolge dal campo al piatto 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – viene quotidianamente rifornisce i consumatori italiani e stranieri in ogni parte del pianeta. Non a caso con un balzo del +9% è record storico per le esportazioni alimentari Made in Italy nel 2023 secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi quattro mesi dell’anno che vedono le esportazioni alimentari in aumento sul record annuale di 60,7 miliardi fatto registrare nel 2022. Tra i principali mercati di riferimento per i prodotti italiani, nel 2023 – sottolinea la Coldiretti – sono cresciute di più le esportazioni alimentari in Francia, con un balzo del 17% davanti alla Germania (+10%), Gran Bretagna (+10%) e Stati Uniti (+3%). 

La ristorazione italiana è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli Usa, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%), Spagna (24%), India (24%), Germania (16%), Cina (14%), Corea del Sud (12%) e Regno Unito (11%) secondo l’analisi della Coldiretti sul Foodservice Market Monitor 2022 di Deloitte

La vera cucina italiana è minacciata nel mondo da una selva oscura di ricette tarocche o quantomeno improbabili con il 60% dei turisti italiani all’estero che secondo l’analisi Coldiretti/Notosondaggi si è trovato nel piatto maccheroni con il cheddar, spaghetti con le polpette di carne, rigatoni con pollo e pesto, pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli o spaghetti allo bolognese con ragu e prezzemolo diffusi in tutto il mondo tranne che nella città emiliana.

“La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’agropirateria” internazionale nei confronti dell’Italia ha raggiunto i 120 miliardi”.

Al via la raccolta delle olive, al sud +34%

Al via la raccolta 2023 delle olive in Italia per la produzione dell’olio extravergine nazionale con il Sud che segna un +34% rispetto allo scorso anno e salva l’Italia dalla caduta verticale del centro nord (-1/3) per un totale nazionale che sarà di circa 290mila tonnellate, al di sotto della media dell’ultimo quadriennio. E’ quanto emerge dal report di Coldiretti “Prezzi, l’autunno caldo dell’extravergine” diffuso in occasione al Villaggio contadino al Circo Massimo a Roma su dati Unaprol/Ismea con la prima spremitura dell’olio degli antichi romani dalle olive del Colosseo, di Villa Adriana a Tivoli e di Pompei con la partecipazione del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini oltre al ministro della Salute Orazio Schillaci, della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, dello sport Andrea Abodi e il Presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, insieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, accanto a migliaia di agricoltori giunti da tutte le parti d’Italia a sostegno della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco.

A pesare quest’anno è stato il clima impazzito con eventi estremi: piogge durante la fioritura, siccità e alte temperature che hanno messo a dura prova gli uliveti nazionali. Il mese di ottobre è fondamentale per la completa maturazione delle olive e oltre ai volumi inferiori alle attese c’è l’incognita della resa in olio. A salvare il bilancio nazionale in particolare è la Puglia che – sottolinea Coldiretti – rappresenta la metà della produzione italiana e cresce del +50% rispetto alla difficile campagna dello scorso anno e nonostante le devastazioni portate dalla Xylella. Anche per la Calabria– continua Coldiretti – si attende un incremento, sebbene meno rilevante di quello pugliese mentre in Sicilia si stima una produzione sostanzialmente stabile rispetto alla già bassa produzione dello scorso anno e comunque al di sotto della media. In buona ripresa anche Abruzzo e Basilicata, mentre per le altre regioni meridionali si prospetta una produzione inferiore allo scorso anno, secondo Coldiretti/Unaprol/Ismea. La raccolta in Italia – sottolinea Coldiretti – inizia dal Sud, fra Sicilia, Puglia e Calabria per poi risalire la Penisola fino a Nord dove l’ulivo con i cambiamenti climatici è arrivato fino alle vallate alpine della Lombardia.

“Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con 150 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini  nel sottolineare “l’obiettivo di rilanciare una produzione nazionale dell’olio extravergine d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute”.

Per sostenere le produzioni nazionali, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale – affermano Coldiretti e Unaprol – occorre realizzare nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e dei frantoi e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma – continuano Coldiretti e Unaprol – servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve. “Non è più rinviabile un piano strategico nazionale dell’olivicoltura che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori” spiega il presidente di Unaprol David Granieri.

Vino: nella guida Slow Wine entrano 141 nuove cantine

Sono 141 le novità nella guida Slow Wine 2024, pubblicata da Slow Food Editore e presentata al Superstudio Maxi di Milano. Le cantine segnalate sono 2006, di cui 1143 certificate biologiche, biodinamiche oppure in conversione dai sistemi agricoli convenzionali. Le Chiocciole, che Slow Food assegna alle aziende che meglio interpretano i valori vicini alla sua filosofia del ‘buono, pulito e giusto’, sono 238; altre 198 cantine sono state insignite della Bottiglia, simbolo di un’eccellente qualità organolettica. “Valorizziamo l’Italia del vino monopolizzata dalle grandi denominazioni”, il messaggio dell’associazione fondata da Carlo Petrini. Tra le new entry, l’azienda agricola Schirru di Orroli (Sud Sardegna), a cui è andato il premio alla Novità dell’anno. A Cristina Varchetta di Cantine degli Astroni di Napoli è stato consegnato il premio per l’Accoglienza in cantina; quello al Giovane Vignaiolo è andato a Edoardo Dottori di Maiolati Spontini (Ancona); il premio per la Viticoltura sostenibile se l’è aggiudicato Chiara Boschis, dell’azienda agricola E. Pira e figli – Chiara Boschis di Barolo (Cuneo); quello Slow Wine Coalition alla Solidarietà è stato consegnato a Giulio Francesco Bagnale, della cooperativa agricola Arteteke di Barile (Potenza) mentre Francesco Marone Cinzano, della cantina Col d’Orcia di Montalcino (Siena), ha ricevuto il premio alla Carriera. La guida, giunta alla 14esima edizione, sarà in libreria dall’11 ottobre.

Dal 19 al 21 novembre a Napoli arriva Gustus, alla mostra d’oltremare

Per il 2023 Gustus, il più importante salone professionale del settore Food e Tecnologia del Centrosud, conferma i suoi 8mila metri quadrati di area espositiva e si prepara ad accogliere oltre 12mila operatori. La nona edizione della kermesse, in programma dal 19 al 21 novembre alla Mostra d’Oltremare di Napoli, ospiterà i più importanti brand internazionali, con i loro top di gamma nel settore della cucina professionale. Novità di quest’anno l’Emergency Food Contest e la Burger Battle. Presente la Regione Campania con uno spazio espositivo per le aziende del territorio, le eccellenze del settore food & beverage e pescato campano.
“Ricca come sempre la nostra partecipazione – spiega Matteo Cutolo, presidente della Fipgc – con interessanti dimostrazioni live dei Maestri pasticceri dell’Equipe Eccellenze di Pasticceria Fipgc e delle Eccellenze degli Artisti Decoratori che ancora una volta stupiranno con le loro opere. La grande novità che porteremo a Gustus 2023 sarà la finale del “Campionato Miglior Panettone del Mondo Fipgc 2023”: un concorso che mi inorgoglisce ogni anno sempre più perché continua a riscuotere una massiccia partecipazione”.
“Da molto tempo – evidenzia Rocco Pozzulo, presidente della Fic – siamo presenti nel ricco palinsesto di attività di Gustus con la Federazione Italiana Cuochi, l’Unione Regionale Cuochi della Campania e con tutte le Associazioni Provinciali Campane che daranno, come sempre, il loro prezioso contributo. Crediamo fortemente nella presenza del nostro comparto per proseguire nei trend positivi del momento del settore enogastronomico. Tra le tematiche a cui daremo rilevanza ci sarà la ricerca del personale e la certificazione del cuoco. Negli anni Gustus ha rappresentato un’importante vetrina per il nostro settore, le relazioni virtuose che negli anni si sono costruite con tutto il management organizzativo hanno fatto sì che l’appuntamento di novembre sia per Federcuochi un appuntamento irrinunciabile”.
“Anche quest’anno – aggiunge Luigi Vitiello, presidente della Fic Campania – saremo attori attivi in questo grande evento che è Gustus, con la presenza di molti nostri chef che appartengono alle Associazioni provinciali. Nell’area messa a nostra disposizione oltre ai consueti cooking show daremo vita a convegni e dibattiti sui temi di enogastronomia di più stringente attualità. Non mancheremo di parlare anche di salute a tavola”.

Mozzarella Dop, record di presenze nei menu dei ristoranti

La Mozzarella di Bufala Campana è il formaggio a denominazione di origine protetta più presente e più correttamente citato con l’acronimo “Dop” nei menu dei ristoranti italiani. Il primato arriva dalla ricerca promossa da Afidop (l’associazione dei formaggi Dop e Igp italiani) e realizzata dalla società Griffeshield su un campione di 21.800 ristoranti , secondo la quale la Bufala Campana è presente nel 90 per cento dei menu esaminati e l’acronimo “Dop” è riportato nel 46,5 per cento dei casi, come elemento distintivo rispetto a una mozzarella generica. L’indagine segnala inoltre significative potenzialità di crescita nel segmento del fuori casa, tenendo conto che il 58 per cento dei consumatori italiani ritiene importante la presenza del marchio sui propri acquisti alimentari e il 40 per cento è disposto a spendere dal 5 al 10 per cento in più per avere un prodotto certificato. Il Consorzio di Tutela esprime soddisfazione per i risultati della ricerca, ma allo stesso tempo lancia l’allarme: “Troppo spesso, purtroppo, la citazione del nostro prodotto nei menu dei ristoranti è solo uno specchietto per le allodole, con l’obiettivo di attirare soprattutto turisti, senza che in realtà venga servita una vera mozzarella Dop”, sottolinea il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani. Lo testimonia l’esito dell’operazione “E…state senza pensieri 2023”, condotta nei principali luoghi delle vacanze durante la stagione estiva. Al termine dell’operazione sono stati controllati 14 punti vendita e segnalate 13 violazioni più una diffida: in pratica il 100% delle verifiche ha riscontrato irregolarità. Sono stati sequestrati 150 chili di prodotti non a norma ed elevate sanzioni amministrative per 45mila euro. E dal 7 all’11 ottobre il Consorzio volerà in Germania per partecipare alla fiera Anuga di Colonia, nella collettiva di Afidop con gli altri grandi formaggi Dop italiani. Sono previsti nuovi controlli internazionali durante la kermesse per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. Solo nel primo semestre 2023, il Consorzio ha già effettuato 450 rilievi all’estero, principalmente in Europa. “I risultati della ricerca e dei nostri controlli – sottolinea Saccani – testimoniano che i consumatori richiedono sempre di più i prodotti Dop, ma nei menu dei ristoranti ci sono le sigle, ma spesso non c’è il prodotto vero. C’è dunque bisogno di lavorare in rete con le istituzioni per favorire la corretta informazione e la conoscenza dei prodotti autentici. In tal senso, un plauso va all’avvio dell’intesa tra Afidop e Fipe, che intende fornire linee guida per promuovere le produzioni certificate all’interno dei menu”.

Da pizzerie a ristoranti della pizza, la Margherita ora è chic

Sperimentazioni innovative, creatività, grandi firme e tanta tradizione nei 735 migliori locali selezionati da Gambero Rosso nella nuova guida “Pizzerie d’Italia 2024”, presentata a Napoli, che racconta il variegato mondo dello stile italiano nella pizza attraverso gli indirizzi di eccellenza premiati con 103 i Tre Spicchi, 14 le Tre Rotelle, oltre alle nove categorie di premi speciali. Riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo, la pizza è il rito della tavola italiana che ancora oggi conserva la sua originaria anima democratica, ma è sempre più anche ricerca di sapori unici e gusti raffinati come testimonia la mappa tracciata da Gambero Rosso tra insegne storiche e nuovi format di successo. “Mentre si consumano fiumi di parole sulla crisi dell’alta ristorazione, è la pizza d’autore a marcare il territorio, sempre più sintesi di una storia nella quale grani e farine scelti direttamente dal campo, testimoniando che con intelligenza, studio e passione si può andare oltre, senza perdere identità” sottolinea Laura Mantovano, direttore editoriale delle Guide. Tanti gli stili rappresentati e interpretati in modo diverso nelle varie regioni, a partire dalla Pizza Napoletana Stg (Specialità Tradizionale Garantita), inimitabile e soggetta a un disciplinare di produzione. Con le sue peculiarità specifiche del territorio partenopeo. Ad esempio, la tonda a “ruota di carro” è tradizione di Napoli città, così come la pizza a libretto, che ha fatto la storia del cibo di strada. La napoletana contemporanea (anche detta “canotto”) si è diffusa a partire da alcune note insegne casertane, mentre in varie zone della Campania sono consolidati altri stili, come la pizza a metro, l’ammaccata cilentana, la pizza di Tramonti, quella nel ruoto. Nel resto d’Italia, Roma campeggia con la sua pizza al taglio, cotta in teglia o alla pala, mentre assistiamo al rinascimento della tonda romana, sottile e croccante. Stile simile per le pizze considerate tradizionali in gran parte del centro nord, fatta eccezione per la pizza al padellino, tipica di Torino. Più si scende al Sud, invece, e più troviamo presenza di grano duro negli impasti e maggior spessore nella stesura. “La pizza è un evergreen che non conosce declino, anzi capace di reinventarsi grazie all’abilità e alla creatività dei maestri pizzaioli che, usando sapientemente impasti, lavorazioni e lieviti, riescono a rendere ancora più speciale e unico questo grande prodotto” concludono i curatori della guida.

Caffè, prezzi schizzeranno verso l’alto

L’epoca del caffé di qualità a buon mercato si sta per chiudere. Le spese che i grandi produttori devono accollarsi per sostenere l’impatto del cambiamento climatico si ripercuoteranno inevitabilmente sul prezzo pagato al bar e al supermercato.

Questo l’allarme lanciato in uno studio da Ethos Agriculture e da Conservation International and Solidaridad, organizzazioni internazionali attive nella salvaguardia dell’ambiente e nel monitoraggio del settore. L’industria, secondo lo studio, deve fare i conti con una domanda che aumenta, guadagni ridotti e la minaccia climatica che potrebbe dimezzare le terre adatte alla coltivazione già entro il 2050. La produzione migrerà verso altre regioni rispetto alle attuali anche perché, secondo lo studio, sarà costretta ad adattarsi al regolamento europeo sulla deforestazione che vieterà dal 2025 la vendita nell’Ue di caffé raccolto nelle aree tolte alle foreste. Un fenomeno che ha causato la perdita di 130 mila ettari di foreste ogni anno negli ultimi due decenni.

Inoltre, in base all’analisi condotta, le nuove regole europee estrometteranno dal mercato soprattutto i piccoli produttori africani, incapaci di affrontare i costi necessari e scarsamente supportati dai loro governi per adattarsi agli standard richiesti da Bruxelles. La produzione, quella dei grandi nomi del settore in particolare, si sposterà verso regioni più sviluppate. Brasile in primis, dove gli agricoltori dispongono di maggiori risorse per prepararsi al peggio e prosperare.

Concesso marchio al Panuozzo di Gragnano, soddisfazione sindaco

“La registrazione del marchio rappresenta un grandissimo traguardo per Gragnano. Con essa potremo avvalerci di uno strumento ancora più importante per strutturare sinergie tra imprenditori e comunità gragnanese.. Su questo tema l’amministrazione comunale ha profuso grandi sforzi. E il riconoscimento ministeriale rappresenta un ulteriore contributo alla bontà del percorso intrapreso. Gragnano è famosa nel mondo per le sue eccellenze alimentari e ogni passo in avanti per la tutela e valorizzazione dei suoi prodotti enogastronomici è motivo di grande orgoglio per la comunità gragnanese”. Lo dice il sindaco di Gragnano, Nello D’Auria, commentando la decisione del ministero delle Imprese e del Made in Italy, tramite l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, di concedere la registrazione al marchio collettivo Panuozzo di Gragnano. “Il marchio è stato concesso a seguito dell’esame approfondito del regolamento d’uso che disciplina le modalità di produzione e somministrazione del famoso Panuozzo. – commenta il dottor Camillo Arpaia, presidente dell’Associazione Pizza e Panuozzo di Gragnano – Si tratta di un importante riconoscimento del lavoro svolto dall’Associazione Pizza e Panuozzo di Gragnano, che ci consentirà di valorizzare l’eccellenza dell’enogastronomia gragnanese e ci permetterà di tutelarci anche da tutte le potenziali contraffazioni che potrebbero fuorviare i consumatori circa l’origine e la qualità del Panuozzo di Gragnano”.