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Salute e benessere, tutte le informazioni e le news per rimanere aggiornati su questo tema fondamentale da cui possiamo leggere notizie interessanti.

Al Monaldi in sei mesi oltre 60 interventi di tumore della laringe

I più grandi esperti italiani di Otorinolaringoiatria si ritroveranno a Napoli, all’Ospedale Monaldi (dal 26 al 28 settembre), per il convegno dal tema “La Cura in ORL – Naso e dintorni” (responsabile scientifico il professor Giuseppe Tortoriello, con la collaborazione dei dottori Domenico Di Maria, presidente del gruppo campano ORL e Filippo Ricciardiello dell’AORN Cardarelli; presidenti onorari Enrico de Campora e Pasquale Laudadio), un confronto multidisciplinare durante il quale saranno discussi temi di strettissima attualità in ambito otorinolaringoiatrico.

Nel corso del convegno sono previste, in collaborazione con il gruppo dei Giovani Otorinolaringoiatri del GOS, non solo lezioni teoriche e tavole rotonde, ma anche sessioni operatorie live sulle più avanzate tecniche chirurgiche dove parteciperanno esperti provenienti da tutta Italia quali il prof. Marco Radici, presidente SIO incoming e il prof. Livio Presutti direttore ORL dell’Università di Bologna. Un grande evento formativo che vede il Monaldi protagonista. Dalla rinologia alla otochirurgia con al centro l’impianto cocleare, senza dimenticare il nostro cavallo di battaglia dei tumori della laringe.

«In poco meno di 6 mesi, abbiamo effettuato circa 85 procedure chirurgiche per patologie oncologiche, di queste, oltre 60 di rimozione di tumori della laringe. Sedici i pazienti provenienti da fuori regione che si sono rivolti al nostro centro», spiega Giuseppe Tortoriello – direttore dell’U.O.C di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale dell’A.O. dei Colli, nonché presidente nazionale dell’Associazione Otolaringologi Ospedalieri Italiani (AOOI).

«Numeri che dimostrano quanto l’Azienda dei Colli, in così poco tempo, sia diventata attrattiva per questa branca chirurgica di altissima specializzazione. Risultati possibili grazie all’elevata professionalità del nostro personale e al costante investimento in tecnologie sempre più di precisione per una sanità che possa rispondere sempre più al bisogno di salute dei cittadini campani e di altre regioni che scelgono di rivolgersi alla nostra struttura», aggiunge Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

La Campania ancora maglia nera per l’obesità infantile

Focus a Napoli nel corso del congresso nazionale della Sicp: il 44,2% dei bambini è in sovrappeso o obeso e in Italia crescono gli interventi di chirurgia bariatrica La Campania si conferma maglia nera per obesità infantile: in base agli ultimi dati disponibili, quasi un bambino su due ha problemi di sovrappeso o di obesità.

A certificare il triste primato sono le cifre fornite dallo studio Okkio alla salute, il sistema di sorveglianza promosso e finanziato dal Ministero della Salute. Il tema dell’obesità infantile è uno dei principali focus del 53° congresso nazionale della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica, che si è aperto oggi a Napoli, presso il complesso di Santa Patrizia dell’Università degli studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’. La prevalenza cumulativa di sovrappeso e obesità nei bambini italiani di età compresa tra i 6 e i 9 anni è del 32,2%, l’obesità è al 9,4 % e l’obesità grave è al 2,4%. In Campania si registra il 12,6% di obesità, il 6,2% di obesità grave e il 25,4% di sovrappeso, per un totale del 44,2%. Negli adolescenti di età compresa tra 11 e 15 anni, invece, la prevalenza di sovrappeso e obesità in Campania è del 31,6%, a fronte del 22,4% del dato nazionale. Con il suo 44,2%, quindi, la Campania detiene il dato peggiore in Italia, seguita a stretto giro dalla Calabria, con il 42%. A livello nazionale, invece, un terzo dei bambini tra i 6 e i 9 anni di età è già obeso o in sovrappeso. Con lo scoppio della pandemia, la situazione è ulteriormente peggiorata e la letteratura scientifica ha iniziato a parlare di ‘covibesity’, mettendo in correlazione lockdown e obesità infantile. “Il Covid sicuramente ha portato all’aumento dei casi di obesità infantile – sottolinea Alfonso Papparella, professore ordinario dell’Università degli studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ e presidente del congresso – in quanto ha costretto a una maggiore sedentarietà soggetti che già avevano difficoltà a mantenere uno stile di vita attivo. Oggi l’Oms stima che ci sono 340 milioni di bambini e adolescenti, dai 5 ai 19 anni, che soffrono di un eccesso di peso, una percentuale che è praticamente raddoppiata dall’inizio degli anni ’70 a oggi”. Ciò che ha fatto degenerare la situazione negli anni, è stata la rapida e progressiva diffusione di cibi che sono ricchi di zuccheri e di grassi: ecco perché la diffusione nelle scuole di una corretta educazione alimentare è molto importante. “Per l’obesità infantile serve un approccio multidisciplinare che vede in unico team lo psicologo, il pediatra, il nutrizionista, l’endocrinologo pediatra e il chirurgo pediatra. Quando la terapia dietetica e nutrizionale non funziona, quando il cambiamento dello stile di vita, incrementando l’attività fisica, non è sufficiente, anche in età pediatrica si può intervenire con la chirurgia bariatrica”, spiega ancora il presidente del congresso a cui partecipa, tra gli altri, il professore Francesco Penta De Peppo che al Bambin Gesù di Roma, dal novembre del 2012 a oggi, ha effettuato 235 interventi di sleeve gastrectomy. “Questa tecnica – prosegue Papparella – è indicata per quei pazienti che hanno un indice di massa corporea superiore a 40kg per metro quadro, soprattutto in casi di comorbilità di patologie come diabete e ipertensione. Oltre all’approccio tradizionale all’obesità, oltre alla possibilità di un trattamento endoscopico con l’uso di device intragastrici, la figura del chirurgo pediatra sta acquisendo un ruolo sempre più fondamentale per la cura di alcuni pazienti”.

Covid: in Campania tornato l’obbligo di mascherine in ospedale

“I numeri del covid restano ampiamente gestibili oggi, c’è un lieve aumento nelle degenze ordinarie, ma assolutamente restiamo a zero per la terapie intensiva”.

Così Antonio Postiglione, direttore generale per la tutela della salute e coordinatore del sistema sanitario della Campania, spiega all’ANSA i passi di tutela dal possibile contagio. “Li abbiamo applicati – spiega Postiglione – anche in modo un po’ più forte rispetto a quelli indicati in due indicazioni alle strutture sanitarie a maggio e agosto per rimanere prudenti”. In Campania nelle strutture ospedaliere è tornato quindi l’obbligo di indossare le mascherine di protezione in tutti i reparti per chi ci lavora, per i pazienti e per chi visita persone ricoverate. Sono esclusi dall’obbligo della mascherina i bimbi di meno di 6 anni e le persone con patologie o disabilità incompatibili con la mascherina. C’è anche l’obbligo di eseguire il tampone diagnostico per il covid a chi entra nel pronto soccorso ed è affetto da stato febbrile e una sintomatologie delle vie respiratorie. Il tampone è invece sempre necessario per i pazienti che sono stati al Pronto Soccorso e siano poi ricoverati in reparti degli ospedali. Il tampone è anche necessario per i parenti che accedono alle strutture sanitarie per trovare i pazienti. La mascherina di protezione è obbligatoria per chi lavora, per i pazienti e i visitatori di strutture socio-sanitarie, socio- assistenziali, di lungodegenza, riabilitativa, strutture residenziali per anziani o persone non autosufficienti, ambulatori e aree assistenziali dei distretti sanitari di base.

Sport e benessere, in Valle Telesina arriva Proteika. Il campione di BB Alex Zuccaro all’inaugurazione dello store nella palestra Fit Express

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono circa 3.2 milioni i morti ogni anno per patologie legate alla sedentarietà; mentre da uno studio americano è emerso che il raddoppio delle ore di attività fisica indicate nelle linee guida del Dipartimento della salute comporta un rischio inferiore del 33% di morte per malattie cardiovascolari.

L’Istituto Superiore di Sanità suggerisce che fare attività fisica regolarmente aiuta a invecchiare bene: aumenta la resistenza dell’organismo, rallenta l’involuzione dell’apparato muscolo-scheletrico e di quello cardiovascolare e anche le capacità psico-intellettuali ne traggono giovamento.

Dunque, stile di vita sano, alimentazione corretta, tanto movimento fisico, sono le tre semplici regole per vivere meglio; diventate, poi, i punti cardinali per milioni di donne e di uomini di tutto il pianeta.

E che sono, peraltro, i principi ispiratori di Proteika, la società made in Campania operante su tutto il territorio nazionale, specializzata nella vendita di integratori, alimenti per lo sport ed il benessere, che ha inaugurato uno store ad Amorosi, all’interno della palestra Fit Express. Il primo store in provincia di Benevento, in un’area che raccoglie un bacino di oltre 20 comuni e un’utenza di circa 30mila persone.

“Il format che abbiamo realizzato, e che abbiamo presentato anche all’ultima Rimini Welness, prevede questa sinergia tra le palestre e i nostri store – spiega il numero uno di Proteika, Vincenzo Borrelli -. Negli anni, grazie ad una esperienza ultraventennale, ci siamo specializzati per offrire dei prodotti di elevatissima qualità certificati a livello internazionale, con lo scopo di incrementare, in maniera naturale, del tutto sana e controllata, le performance psico-fisiche di atleti agonisti e non solo. Con il nostro concetto di crescita basata tutta sull’innovazione, sul cambiamento e sull’evoluzione di una sana e corretta alimentazione, siamo felici oggi di poter inaugurare un nostro punto vendita in un’area, come quella del Sannio, nella quale cibi genuini e vita salutare sono fortemente connessi e rappresentano la normalità. Prossime tappe – conclude Vincenzo Borrelli – Milano e Bari, con nuovi store attraverso i quali diffonderemo la nostra filosofia di alimentazione e integrazione, di sport e di benessere”.

Marchi prestigiosi italiani e internazionali riempiono e colorano gli scaffali di Proteika Amorosi dove giovani competenti e preparati guidano alla ricerca del prodotto più adatto. Veri e propri consulenti di benessere, motivati dalla passione per lo sport (essi stessi sportivi), con grande propensione ai rapporti interpersonali e fortemente orientati ad uno stile di vita ed ad un modo di essere sano ed equilibrato.

“Ospitare all’interno della nostra struttura uno store ProteiKa è per noi motivo di grande gioia – commenta Giovanna Scarpati, responsabile di Fit Express Amorosi -. Abbiamo intrapreso questa avventura anni fa con la certezza di poter rispondere alle esigenze di tantissimi amanti dell’attività fisica di questo territorio. Così abbiamo portato qui l’esperienza e la competenza di Fit Express, un marchio made in Italy numero uno in Italia per numero di centri aperti su tutto il territorio nazionale, circa 40, una fitta rete di franchising, che punta su servizi elevati, macchinari esclusivamente Technogym, personale qualificato. Ci auguriamo che questa sinergia produca i risultati che noi immaginiamo – aggiunge infine Scarpati -, intanto continueremo a lavorare incessantemente per tenere altissimo il livello qualitativo e per offrire sempre il massimo ai nostri clienti, anche con tante nuove offerte e promozioni”.

All’inaugurazione ha partecipato anche il campione pluripremiato di body building Alex Zuccaro (Campione Italiano, Campione Europeo, Campione Mondiale, Campione Arnold Classic USA/Europe, Olympia) che con un totale di 47 primi posti, 15 secondi posti e 4 terzi posti è una vera leggenda nel mondo del bodybuilding.

Alex, che è anche il Capitano della Nazionale Italiana IFBB (International Federation of Body Building and Fitness), ha degustato alcune novità degli scaffali Proteika, poi si è fermato a conversare a lungo con gli appassionati di bb che hanno affollato lo store.

Lo store, collocato all’interno della Fit Express di Amorosi in via Telese 307 (facilmente raggiungibile sia da tutta la valle telesina che dall’alto casertano), è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 21. Sabato e domenica dalle 8 alle 20.

E’ possibile seguire sia lo store che la palestra sulle pagine Instagram: proteika.amorosi e fit_express_amorosi.

Al Cardarelli nuovo primario Pronto Soccorso e lavori di miglioramento

“Sono felice dell’incarico ricevuto e lo vivo con grande senso di responsabilità. Conosco benissimo le grandi capacità del nostro Pronto Soccorso e le problematiche che lo caratterizzano”. Lo ha detto Filomena Liccardi, nuovo primario del Pronto Soccorso e Obi del Cardarelli di Napoli. Liccardi era la vice di Fiorella Paladino, primario del Pronto Soccorso per molti anni e dal 1 settembre andata in pensione. “Lavorerò – ha detto Liccardi – insieme a tutti i colleghi del Pronto Soccorso per mettere a punto procedure e percorsi che possano permetterci di migliorare ulteriormente l’assistenza ai nostri pazienti e di facilitare la nostra attività”. Il nuovo primario comincia a lavorare nel periodo di nuovi lavori di miglioramento di una parte del Pronto Soccorso. Il ruolo di primario è stato assegnato con un concorso che si è concluso a inizio settembre a cui si erano candidati sette professionisti provenienti da Campania, Basilicata, Calabria e Lombardia, di cui tre già avevano un incarico di primario. Il concorso si è svolto in base alle attuali recenti normative, a seguito delle quali: è compito della Commissione indicare i primi tre classificati ed è obbligo dell’Azienda proporre la nomina del vincitore nel preciso ordine di valutazione della commissione. Il primo classificato, il dottor Antonio Voza, già primario dell’Humanitas di Rozzano (Mi) ha rinunciato alla nomina la scorsa settimana. Il secondo classificato, la dottoressa Filomena Liccardi, già facente funzione primario al Cardarelli, ha comunicato la propria disponibilità e ha accettato l’incarico. Liccardi vanta una grande competenza clinica e professionale nelle attività di Pronto Soccorso: 61 anni, specializzata sia in Cardiologia che in Anestesia e Rianimazione, ha speso 29 anni della sua carriera nei Pronto Soccorso del Cardarelli, di Villa Betania, dell’Ospedale Moscati di Aversa; da sette anni ricopre l’incarico di Responsabile dell’Unità di cure Subintensive presso il Pronto Soccorso-OBI del Cardarelli. Liccardi ha già svolto il ruolo di primario facente funzione a partire dallo scorso marzo, sostituendo il precedente Direttore: la dottoressa Fiorella Paladino, assente per ferie, in previsione del pensionamento. Al Cardarelli è stata anche nominata Manuela Priolo come nuovo primario della Genetica Medica e di Laboratorio. Priolo ha oltre 60 pubblicazioni scientifiche su riviste e vanta un’esperienza di diciannove anni in unità di assistenza di Genetica Medica, oltre ad essere stata per 12 anni la coordinatrice dell’area sud per il registro malattie rare della regione Calabria.

Intanto dal 25 settembre il nosocomio apre un nuovo cantiere di trasformazione per migliorare gli spazi di accoglienza dell’ospedale con il maggior numero di accessi dalla città e dalla provincia. I nuovi lavori interessano le aree dedicate all’accoglienza dei pazienti che hanno già effettuato il triage e sono in attesa di essere accolti negli ambienti dell’OBI (Osservazione Breve Intensiva) e interesseranno un’area di circa 300 metri quadri. previsti circa 30 giorni di lavorazione, con un programma di lavoro serrato e soluzioni tecniche che permetteranno di accelerare moltissimo il lavoro di operai e tecnici.

L’obiettivo di questo intervento, spiegano dal Cardarelli, è ridefinire gli spazi, così da garantire maggiore comfort ai pazienti in attesa di ricovero dopo il triage. La nuova tranche di lavori al Pronto Soccorso arriva in un Cardarelli che non era oggetto di lavori di ristrutturazione da oltre 20 anni. “Questa seconda tranche di lavori – spiega Antonio d’Amore, direttore generale del Cardarelli – permetterà al Pronto Soccorso di poter contare su una superficie complessiva di 500 mq rinnovati già dalla fine di ottobre. La prima fase di lavori si è conclusa a febbraio ed ha interessato l’area di accoglienza e valutazione triage. Questa seconda parte dei lavori, invece, riguarderà la zona di sosta dei pazienti che devono essere indirizzati ai reparti o devono essere accolti nel reparto di Osservazione Breve Intensiva; si tratta di interventi mirati a garantire maggiore privacy ai pazienti, un migliore comfort e condizioni di lavoro più idonee per gli operatori. Per continuare a garantire assistenza, le attività sanitarie non potranno fermarsi, nonostante la ridotta disponibilità degli spazi. Il cantiere sarà il più veloce possibile, ma chiediamo a tutti di avere pazienza e utilizzare al meglio tutti i servizi di assistenza sanitaria garantiti dal territorio della città e della provincia di Napoli“.

Messaggi tossici sui social, a rischio benessere 1 ragazzo su 2

I ragazzi in età scolastica sono spesso sopraffatti dal mondo virtuale. Sui social media si imbattono quotidianamente in messaggi dannosi, che mostrano modelli di bellezza irrealisticamente perfetti e contribuiscono a minare autostima e benessere mentale e fisico.

Secondo una ricerca commissionata dalla Presidenza del Consiglio quasi 100mila studenti tra 11 e 17 anni presentano caratteristiche compatibili con una dipendenza dai social media con maggior probabilità di sviluppare ansia sociale, che può diventare fattore di rischio per bassa autostima, depressione o aggravamento di disturbi alimentari come anoressia. Si stima che la salute mentale di 1 giovane su 2 sia a rischio.

Per questo Dove, Cittadinanzattiva e Social Warning – Movimento Etico Digitale lanciano la campagna di sensibilizzazione “Il Costo della Bellezza”. Alla campagna si associa una petizione che chiede che all’interno dei Piani di Offerta Formativa delle scuole primarie e secondarie, si preveda un percorso educativo sull’uso consapevole dei social media, dando piena attuazione alla legge 92 del 2019 sull’educazione civica nelle scuole.

È possibile firmare da oggi online, su Change.org, oppure in diversi corner organizzati nelle piazze delle principali città italiane: Roma (19 settembre), Napoli (23-24 settembre), Bari (30 settembre e 1° ottobre), Torino (7-8 ottobre) e Milano (14-15 ottobre). “Mentre alcuni aspetti dei social media possono essere fonte di connessione tra i giovani, i dati dimostrano che gli standard di bellezza tossici promossi online stanno danneggiando la salute mentale dei nostri ragazzi- aggiunge Ugo De Giovanni, General Manager Personal Care Unilever Italia -. Questo circolo va spezzato puntando su educazione e sensibilizzazione”. “Cittadinanzattiva vuole contribuire alla campagna – prosegue Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva- con la realizzazione dello sportello telefonico di tutela, informazione ed empowerment per i più giovani e per le loro famiglie”. La campagna prende vita grazie ad un video che, sulle note di “You Are So Beautiful”, offre uno sguardo sulle vite dei giovani che hanno subito conseguenze reali di contenuti di bellezza dannosi proposti sui social, e ad un Manifesto che sintetizza l’impegno a supporto della petizione.

Diabete: tasso mortalità in Campania più alto d’Italia

“Il diabete è una patologia cronica che costituisce una delle principali concause di morte, il trend in costante crescita coinvolge anche la regione Campania. Importanti novità nel campo della ricerca hanno consentito lo sviluppo di dispositivi capaci di rispondere alle esigenze di monitoraggio continue dei livelli glicemici dei pazienti, garantendo così un flusso di dati in tempo reale fondamentali per il supporto alle decisioni terapeutiche dei medici specialisti”.

Lo ha sottolineato Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale. Pellegrino ha presentato un’interrogazione sui ‘Dispositivi di monitoraggio della glicemia in Campania’ con la quale chiede “di attivare subito la Commissione diabetologica per definire le nuove linee guida di indirizzo, nelle quali necessariamente e opportunamente va considerata la disponibilità sul mercato di tecnologie innovative ed efficaci che consentano il superamento dell’attuale categorizzazione tra dispositivi FGM (monitoraggio flash del glucosio) e CGM (monitoraggio continuo del glucosio) per favorire l’accesso dei pazienti ai dispositivi più adatti a seconda delle necessità terapeutiche, come riconosciuto in altre Regioni”.

“Stando ai dati Istat e dell’Health City Institute, la Campania ha il tasso di mortalità per diabete più alto d’Italia con il 7,6 per cento della popolazione coinvolta, ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 5,8% per cento. Ritengo urgente e indifferibile garantire ai pazienti diabetici della Campania l’accesso al più ampio numero di dispositivi presenti sul mercato a maggiore innovazione; e che tutti possano avere accesso ai diversi dispositivi a seconda delle diverse necessità terapeutiche”, spiega. “Il diabete oltre a costituire di per sé un rischio per la salute – ha precisato il capogruppo – rappresenta una delle principali cause di comorbidità, nonché fattore di rischio dell’aumento di complicanze cardiovascolari e altre patologie. Ai pazienti diabetici della Campania va garantito un ampio accesso ai dispositivi innovativi per consentire loro un monitoraggio costante dei livelli di glucosio nel sangue al fine di evitare complicanze che possano metterne a rischio la vita”.

Covid: in Turchia scoperti i primi casi della variante ‘Eris’

Nove casi di positività alla variante ‘Eris’ del virus Covid-19 sono stati rilevati in Turchia. Lo ha fatto sapere il ministro della Sanità Fahrettin Koca, come riporta la tv di Stato Trt, affermando che la variante è stata rilevata in persone che hanno avuto contatti con persone arrivate dall’estero o si sono recate all’estero. “Questo sviluppo non può essere considerato motivo di preoccupazione”, ha detto Koca affermando che Ankara “proteggerà gli anziani e i malati cronici”.

Covid, nuovi sospetti su Wuhan. Ordine Medici Napoli: lacerante credere sia stata negata verità

“Troppo spesso i segreti di Stato restano in una zona grigia, in un limbo di incertezza che li trasforma in verità nascoste che tutti conoscono, ma che nessuno può affermare con certezza. Se quanto sta emergendo sul Covid dovesse risultare vero, anche solo in parte, sarebbe gravissimo. Da medico e da cittadino credo che questo vada ben oltre ogni segreto che sino ad oggi possa essere stato celato agli occhi del mondo”.

Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, commenta con sgomento la notizia rilanciata in Italia dal quotidiano La Stampa per la quale la Central Intelligence Agency si sarebbe offerta “di pagare alcuni analisti per insabbiare le loro scoperte, ovvero che il Covid-19 era molto probabilmente fuoriuscito dal famoso laboratorio di Wuhan”.

“Una notizia – ne è consapevole Zuccarelli – che dovrà essere supportata da prove schiaccianti per affermarsi come verità a livello planetario, perché nessuno di noi sarà mai pronto a crederci sino a quando sarà, eventualmente, impossibile continuare a credere ad una mutazione naturale”. Il presidente dei Medici di Napoli, ricorda con commozione come più di 400 colleghi in Italia e più di 40 solo a Napoli e provincia, siano morti combattendo il Covid a mani nude.

“Pensare che quel mostro possa essere stato creato in laboratorio e che non sia frutto di una mutazione naturale è lacerante”, dice. Per questo l’appello, ma è più giusto dire la speranza, è che «la verità sul Covid emerga con chiarezza; qualunque essa sia. Lo meritano le famiglie distrutte da questa pandemia e lo meritano i colleghi e tutti gli operatori sanitari che in tutto il mondo sono morti per salvare vite”.

Diagnosi celiachia, studio dell’Università di Salerno

La diagnosi di celiachia negli adulti senza endoscopia e biopsia. L’importante novità arriva dal Dipartimento di Medicina dell’Università di Salerno diretto dal professore Carmine Vecchione. Il lavoro di ricerca, che potrebbe risolvere il problema di diagnosi della celiachia nell’adulto, è stato pubblicato di recente sulla rivista scientifica inglese The Lancet, nella sezione di gastroenterologia. Lo studio del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria dell’Università degli Studi di Salerno diretto dal professore Carmine Vecchione, coordinato dalla professoressa Carolina Ciacci e dalla professoressa Fabiana Zingone dell’Università di Padova, ha coinvolto 14 centri di celiachia nel mondo. Tra i paesi partecipanti centri in Argentina, India, Nuova Zelanda, America, Israele e molti centri europei ed italiani che hanno inviato i sieri dei pazienti celiaci per la diagnosi in un laboratorio in California. I dati dimostrano che se i valori degli anticorpi anti-transglutaminasi IgA nel sangue sono dieci volte al di sopra del valore normale, la diagnosi di celiachia è certa e si evita di sottoporre i pazienti a gastroscopia ed esame istologico. “Questi dati – ha dichiarato la professoressa Ciacci – hanno avuto un grande impatto nel mondo scientifico. Se cambiassero, come spero, le linee guida, il sistema sanitario nazionale risparmierebbe, stimandosi che nei prossimi anni saranno più di un milione i celiaci in Italia, ma una diagnosi senza lo stress della endoscopia sarebbe gradita ai tanti pazienti che stanno per incominciare una nuova vita gluten-free”.