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MAZZARRI: “L’ABBIAMO VINTA CON I CAMBI”

Tre punti in rimonta, soffrendo dopo lo svantaggio iniziale e tornando in Paradiso grazie ai cambi (assist di Lindstrom per Ngonge per il pari) e a quel Kvaratskhelia tenuto in campo fino all’ultimo proprio sperando che tirasse fuori qualcosa dal cilindro. Così è stato: Kvara ha estratto il coniglio, e che coniglio. Vista così, c’è senza dubbio la mano di Mazzarri nella vittoria che porta il Napoli a rivedere l’Europa e a sperare ancora nell’aggancio della zona Champions. Alla prossima c’è il Milan, e sarà scontro diretto… “Quando si fa fatica alla fine c’è più gusto. E’ stata una sofferenza”, commenta Mazzarri dopo la partita: “Non è facile aver fatto la partita con un possesso palla esagerato e trovarsi in svantaggio. Altre squadre avrebbero mollato, noi ci abbiamo sempre creduto ed è la svolta che volevo: una squadra che ci crede fino all’ultimo minuto anche quando le partite sembrano stregate”.

“Lindstrom? C’è concorrenza nel suo ruolo”

“Oggi alla fine l’abbiamo vinta con i cambi, sono stati tutti all’altezza”, continua Mazzarri. “All’inizio ho provato a mettere Lindstrom dietro alla punta ma ha fatto un po’ di fatica, poi l’ho spostato a sinistra, portando Kvara in mezzo, e avete visto che qualità ha. Il ruolo di Lindstrom secondo me è quello, ma ha una concorrenza difficile da superare…”. Sempre a proposito dei ruoli, l’allenatore del Napoli ha spiegato poi come e perché ha cambiato quello di Kvara a gara in corso: “Kvaratskhelia ha già dimostrato l’anno scorso di essere un campione. Ha una classe immensa. Nel calcio italiano però siamo bravi a limitarli, i campioni come lui: lo raddoppiano, lo triplicano, lo innervosiscono… L’ho spostato più al centro come fa in nazionale. Molte volte bisognerà fare così altrimenti lo ingabbiano sempre e rende molto meno. Il rigore su di lui in avvio? Mi sembra abbastanza netto. Lì aprivamo la partita e avremmo fatto una prestazione ancora più bella e con qualche gol in più”.

Su Zielinski: “Nessun problema, io guardo gli allenamenti”

Infine sul “caso” Zielinski: “Non ci sono problemi, finché ha un contratto onorerà la maglia. Io guardo gli allenamenti, se sarà in buono stato e darà una mano alla squadra, giocherà. Abbiamo fatto delle scelte, è normale pensare anche al futuro del Napoli. Ora andiamo a San Siro pensando di fare il massimo. Fino alla fine sono tutte finali e vedremo poi. Grazie a Dio il mercato è finito e i ragazzi sono questi”.

Il Napoli ritrova la luce grazie a Kvaratskhelia: Trionfo 2-1 contro il Verona

L’ultima partita del Napoli contro il Verona è stata un vero spettacolo di emozioni, con un finale da brividi che ha visto gli azzurri emergere dalla crisi in extremis. Un arcobaleno magico si è dipinto nel cielo quando Khvicha Kvaratskhelia, con una giocata da fuoriclasse, ha portato i suoi compagni di squadra a una vittoria cruciale.

La partita sembrava destinata a essere una pagina nera nella stagione del Napoli quando Coppola, con un colpo di testa, aveva portato avanti l’Hellas Verona. Il buio stava avvolgendo gli azzurri, ma l’orgoglio dei campioni e la determinazione dei nuovi acquisti hanno cambiato il corso degli eventi.

Il riscatto è iniziato con un’autorete di Dawidowicz, favorita da Ngonge con una bellissima azione orchestrata da Lindstrom. Il pareggio ha riportato in vita il Napoli, ma il vero colpo di fulmine è arrivato da Kvaratskhelia, il cui tocco magico ha sigillato la vittoria. L’intercetto fondamentale di Mazzocchi, altro neoacquisto, ha preparato il terreno per la magia di Kvaratskhelia, che ha illuminato il cammino verso i tre punti.

Questa vittoria non è solo un risultato positivo, ma potrebbe essere la svolta della stagione per il Napoli. È un segnale di speranza che tiene la squadra agganciata al treno Champions, un obiettivo cruciale per il club.

L’allenatore Mazzarri aveva chiesto un Napoli arrembante, e per i primi venti minuti sembrava che la squadra avesse risposto alla sua chiamata. Kvaratskhelia ha sfiorato un rigore contestato e ha tenuto testa al portiere avversario Montipò con diversi tentativi pericolosi. Tuttavia, il Verona ha resistito e il Napoli ha rallentato il suo ritmo.

Il secondo tempo ha visto un Verona più propositivo, ma il Napoli ha continuato a lottare. Mazzarri ha provato a cambiare le carte in tavola con modifiche tattiche, ma il Verona ha colpito per primo con un gol di Coppola su calcio di punizione.

La reazione del Napoli è stata fulminea, con Lindstrom e Ngonge che hanno riportato in parità la partita. Il Napoli ha continuato a spingere, con Montipò che si è distinto come un supereroe tra i pali.

Il momento clou è arrivato al 34′ quando Kvaratskhelia ha segnato un gol spettacolare, completando un break centrale di Mazzocchi. Lo stadio è esploso di gioia mentre il Napoli sigillava una vittoria fondamentale.

In conclusione, questa partita è stata una montagna russa di emozioni per i tifosi del Napoli. Tre punti che vanno oltre la semplice vittoria, sono la linfa vitale che infonde speranza e fiducia per il prosieguo della stagione. L’arcobaleno magico si è materializzato, e ora il Napoli può guardare al futuro con rinnovato ottimismo.

Il Napoli, tra squalifiche e infortuni, cerca il rilancio con la Lazio

Dimenticare la sconfitta nella finale di Supercoppa e ripartire in campionato per cercare la rimonta ai posti europei. Con questa missione, il Napoli ha ripreso ieri gli allenamenti a Castel Volturno, cercando nuovi stimoli e guardando alla sfida contro la Lazio di domenica, quando dovrà inventarsi una formazione nuova, per le tante assenze.

Mazzarri deve infatti fare a meno di Cajuste, Kvaratskhelia e Simeone squalificati, Osimhen e Anguissa che sono in Coppa d’Africa, Meret, Olivera e Natan infortunati. Il tecnico non ha tante alternative, a partire dall’attacco, in cui giocherà Raspadori, unica possibile punta a disposizione. I dubbi restano a centrocampo e sugli esterni, zone in cui manca Kvaratskhelia e dove c’è l’incognita Zielinski, che ha rotto con il club e sta per andarsene. Esterno sinistro potrebbe quindi giocare Lindstrom, che sta provando a ritagliarsi uno spazio nel club azzurro, mentre al centro potrebbe scendere in campo Ngonge, che sta provando a inserirsi velocemente negli schemi di Mazzarri.

Nel frattempo il club continua a lavorare sul mercato. Ieri è giunto a Roma per fare le visite mediche Leander Dendoncker, mediano belga di 28 anni: arriva dall’Aston Villa ed è pronto a firmare il prestito con opzione di riscatto a fine stagione da 9 milioni di euro. De Laurentiis è ora passato al lavoro per rinforzare la difesa, lanciando lo sprint per l’acquisto dall’Udinese del centrale Nehuen Perez, 23enne argentino su cui la trattativa è in corso sui 20 miloni chiesti dalla squadra friulana.

Intanto Mazzarri saluta Zerbin, che va in prestito al Monza, dove va anche il fantasista Popovic, preso dal Napoli e mandato in prestito. Dunque giocatori contati e svariati problemi, ma nello spogliatoio c’è la voglia di riscatto. Come dimostra Juan Jesus che sui social ricorda il ko contro l’Inter: “fa ancora male – scrive – perdere così dopo una lotta all’ultimo pallone e mezz’ora in dieci. Uno di voi in privato mi ha mandato la foto della figlia che piange dopo la nostra sconfitta. Fa terribilmente male. Credo peró che si possa imparare anche da questa sconfitta e dallo spirito mostrato dai miei compagni, da quella voglia di stare insieme nelle difficoltà e combattere l’uno per l’altro. Ricominciamo da questo. Stringiamoci forte e ripartiamo”.

L’Italia piange il suo grande campione Gigi Riva

La situazione è precipitata alle 17.50 di ieri. Gigi Riva, ricoverato in una stanza del reparto di Cardiologia del Brotzu di Cagliari, stava parlando con i medici, scherzava con la compagna, Gianna Tofanari, madre dei suoi due figli, Nicola e Mauro. Era sereno, Rombo di Tuono. E cordiale. Aveva dato anche il suo benestare per diffondere le sue condizioni di salute alla stampa. Poi un attacco improvviso al quale ha fatto seguito un tentativo di intervento con angioplastica. Gigi Riva si è arreso alle 19.10, nonostante i tentativi dei medici. Nella mattinata, quando le condizioni erano stabili, aveva rifiutato un intervento di angioplastica. Aveva chiesto tempo, voleva parlarne con i familiari. Riva ha ringraziato i medici. E uno di loro, Marco Corda, gli ha risposto: no grazie a lei, con lei siamo sempre in debito. Il bomber dello storico scudetto del Cagliari nella stagione 1969/70 era arrivato in ospedale alle 3 del mattino: infarto. Era già affetto da malattia coronarica. La situazione si era stabilizzata con il passare delle ore. E il bollettino medico sembrava rasserenare tutti: “Il paziente è sereno e le sue condizioni generali sono stabili – si leggeva nel primo bollettino medico della direzione dell’Arnas Brotzu -. Attualmente Riva è sotto sorveglianza del personale sanitario e accudito dai familiari. Nei prossimi giorni si proseguirà con gli accertamenti clinici del caso”. Ma la situazione, purtroppo, è precipitata nel giro di poco tempo. Riva, presidente onorario del Cagliari dal dicembre del 2019, aveva compiuto 79 anni lo scorso 7 novembre. Da sempre personaggio riservato e schivo, viveva in un appartamento nel centro di Cagliari e negli ultimi anni aveva limitato anche le sue consuete passeggiate nelle vie del centro. E anche ieri sera Gigi Riva era a casa quando ha accusato un piccolo infarto. Lo spavento, poi la corsa con i figli al Pronto soccorso del Brotzu, con i medici che hanno disposto la degenza nel reparto di Cardiologia. La notizia del ricovero di Rombo di Tuono ha fatto subito il giro d’Italia. Riva è considerato il più forte attaccante azzurro più forte del dopo guerra. E’ ancora lui il detentore del record di gol segnati in nazionale: 35 in 42 presenze, un incredibile media di 0,83 gol a partita. “Siamo con te, forza Gigi”, il messaggio, accompagnato da due cuori, uno rosso e uno blu, del Cagliari. Sui social i tifosi preoccupati scrivono tutti “Forza Gigi” sulle loro bacheche. Sino al momento della triste notizia. Intanto il Comune di Cagliari ha proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali che si terranno nei prossimi giorni.

Tra gli altri ricordi commossi, quello di Zoff: “Provo una tristezza infinita, è un grossa perdita, per me anche di un grande amico. A Gigi mi legano tante cose, abbiamo fatto il servizio militare assieme, poi vincemmo gli Europei del 1968 e abbiamo continuato con le altre nazionali, fino al 2000 quando io ero il ct e lui era dirigente. Avevamo un grande rapporto, era impossibile non essergli amico”. E’ un Dino Zoff commosso quello che, al telefono con l’ANSA, commenta la scomparsa di Riva. “Per me era davvero un amico – dice ancora l’ex portiere azzurro -. Lui, come me, non era uno molto aperto ma era chiaro e sapevi sempre con chi avevi a che fare. era una persona squisita”. E di De Sisti: “Era come un dio greco”.

Allo Stadium vietato sbagliare. Mazzarri carica i suoi

La tensione dell’attesa è alta. E si sente. Il Napoli non può permettersi un altro stop per non mettere a rischio gli obiettivi della stagione, quello che De Laurentiis avrebbe chiaramente chiesto a Mazzarri. Non si parla di scudetto bis, sarebbe poco razionale, ma di zona Champions stando nella parte alta della classifica, diciamo tra le prime 3. D’altra parte nemmeno Allegri vuole lasciare all’Inter la testa della classifica e, dunque, caricherà al massimo i suoi per conquistare i 3 punti in casa.

Non sarà una partita semplice né per gli azzurri né per i bianconeri, questo è chiaro. Anche se gli juventini non devono fare i conti con gli infortuni che stanno torturando Mazzarri. La squadra di casa si presenterà in campo al gran completo; il Napoli, come già con l’Inter e il Real, dovrà rimpiazzare Rui e Oliveira con degli adattamenti di fortuna, depotenziando la fascia sinistra e lo stesso Kvaratskhelia, abituato a esplodere dopo la prima incursione (o i passaggi millimetrici) del portoghese o dell’uruguaiano. E con la fascia sinistra indebolita e una difesa non proprio tarata al meglio, chiaramente cammina in maniera spedita il centrocampo, con le conseguenti difficoltà a fornire spunti per Osimhen e per l’eventuale inserimento di Raspadori. Ma il calcio è fatto anche di sorprese, imprevisti e non è detto che i campioni d’Italia non sappiano trovare, stasera, la chiave giusta per entrare nella porta avversaria, magari più di una volta.

Intanto, sul fronte tattico si registra un cambio di mentalità da parte di Mazzarri: più maturo e consapevole del suo ruolo e, soprattutto, che non protesta più per gli arbitraggi. “Il Mazzarri che lo faceva – dice il tecnico – è andato in pensione”. Niente spazio alle polemiche, dunque, e massima concentrazione per capire se i mali della squadra dipendano da una componente psicologica, oltre che da quella fisica. E’ così che Walter Mazzarri vive la vigilia della sfida alla Juventus nell’anticipo all’Allianz Stadium di Torino. Con l’Inter, nonostante la chiara sconfitta e i tre gol di scarto, si sono visti progressi, soprattutto nel primo tempo giocato alla pari e anzi meglio dell’attuale capolista del campionato. Ma non basta, bisogna migliorare ancora in tante cose.

“Il Napoli – dice Mazzarri – ha vinto lo scudetto l’anno scorso, la Juventus è tra i club più importanti del campionato italiano. Quella di stasera è una partita importantissima. Bisogna far bene e inoltre mi servirà per capire se certi progressi li abbiamo fatti”. “Si deve essere più compatti, fare meno errori sotto porta e non prendere le ripartenze che abbiamo preso spesso, anche da quando ci sono io in panchina. E poi bisogna essere concreti sotto porta, senza dimenticare che per svoltare nella vita e nel calcio ci vuole anche un pizzico di fortuna perché basta un episodio e la scena cambia”.

La disamina dell’allenatore è chiara, come è giustificata la sua richiesta di tempo per dargli modo di capire fino in fondo i mali della squadra. “Essere campioni d’Italia – osserva – e perdere partite in casa può dipendere anche da un aspetto psicologico e non solo fisico. Per questi cali, questi sbandamenti c’è anche un fattore morale, di testa, non solo un problema fisico. Mi dovete dare il tempo di capire meglio questi fattori e soprattutto devo avere più tempo di allenare questa squadra”.

Mazzarri proprio perché non ha ancora le idee chiare fino in fondo non sa dire se chiederà a De Laurentiis di intervenire sul mercato di gennaio. “Se il presidente, la società – spiega – mi ascolterà quando arriveremo alla fine di questo mese, dopo aver giocato con Juventus, Braga e Cagliari e avrò il polso della situazione e mi verrà chiesto ciò che ritengo più giusto fare, dirò ciò che penso”. “Al primo errore – dice ancora il tecnico – subiamo subito gol, è la prima cosa in cui cercherò di intervenire. Non dobbiamo concedere ripartenze. Lo abbiamo visto anche nella gestione precedente. Serve equilibrio, non si devono prendere gol. Questo è il mio compito. Pensiamo una partita alla volta. E’ inutile fare tanti discorsi se non vinciamo le partite e se non prendiamo gol. Dobbiamo essere più concreti”.

“Una squadra che vince lo scudetto – ammette il tecnico – ha degli attori principali che vengono riconosciuti così e le altre squadre e gli allenatori ci mettono più attenzione nella marcatura. Perciò con Kvara provo a fare qualcosa per non tenerlo sempre sotto la pressione asfissiante degli avversari e una delle soluzioni è che ogni tanto si sposti al centro”. Fino a ora è mancato l’apporto di Lindstrom. “Solo due giorni fa – conclude Mazzarri – sono riuscito a guardare dei filmati di quando giocava in Germania. Bisogna capire dove è più idoneo per rendere. Non l’ho ancora capito ma ha delle belle qualità e devo scoprire dove può rendere di più”.

Domani tecnico e calciatori avranno le idee più chiare. I tifosi sperano che il ritrovato entusiasmo con la venuta di Mazzarri serva a trasferire la giusta determinazione nella mentalità dei ragazzi.

Serie A: Pari tra Juve e Inter, la Roma alle spalle del Napoli. Domenica sera big match

La serie A è ricca di sorprese, con la classifica che fotografa una situazione abbastanza statica in vetta e con diverse squadre pronte a darsi battaglia per i primi 4 posti.

Il derby d’Italia di ieri sera finisce in parità: tra Juventus e Inter è 1-1 grazie alla fiammata di Vlahovic ed al pareggio del solito Lautaro Martinez e le posizioni di testa restano invariate. Le fiammate di Milan e Napoli, che lasciano a distanza Fiorentina e Atalanta consolidando le ultime due posizioni Champions, regolano le posizioni di vertice, alle spalle delle duellanti scudetto Inter e Juve, nel turno in cui la serie A si mobilita contro la violenza sulle donne.

E’ la Roma a fruire della situazione superando con merito l’Udinese per scalare al quinto posto con un assist e un gol di Dybala e portandosi a -3 dal quarto posto. Nella lotta per la salvezza, dopo la resurrezione della Salernitana, si complica la posizione dell’Empoli, superato dal rigenerato Sassuolo che si allontana verso il centroclassifica. Protagonista Domenico Berardi, che segna la doppietta decisiva e colpisce un palo, al termine di una gara vibrante e scoppiettante in cui i toscani non demeritano. Il Sassuolo si porta sulla scia del Genoa, che esce sconfitto nel recupero nella gara col Frosinone che con un gol di Monterisi fa impazzire il suo pubblico e si porta a 18 punti. L’Empoli viene raggiunto dal Cagliari di Ranieri che prova a regolare il Monza, che nella ripresa pareggia e ha l’occasione per passare.

Negli altri due big match il Napoli ritrova vigore ed entusiasmo col pragmatico Mazzarri che vince a Bergamo con gli inserimenti di Osimhen ed Elmas. Tre punti d’oro anche per il Milan di Pioli che fatica, anche per la formazione rimaneggiata per le molte assenze, ma regola la solita bella Fiorentina che ha poca dimestichezza col gol. Rientra Pellegrini dopo un mese e per un tempo la Roma tiene il pallino con continuita’ contro un’Udinese un po’ timida. Qualche fiammata di Dybala e, su calcio da fermo, l’argentino pennella uno spiovente per Mancini che segna di testa. Paredes scherma la difesa ma Lukaku non viene mai innescato. Nella ripresa gli ospiti si scuotono con le folate di Ebosele. Ma e’ uno spunto di Payero che consente all’ex campione del mondo Thauvin, lasciato libero da Spinazzola, di pareggiare. Mourinho vince la gara con gli innesti della panchina che entrano in campo come furie e fanno la differenza: tutto di prima, da Bove a Azmoun, da Lukalu a Dybala per il vantaggio. L’Udinese non c’e’ piu’ e alla fine El Shaarawy fissa il 3-1. La Roma ha segnato 10 gol a partire dall’80’, nessuno ha fatto meglio. Fuochi d’artificio a Empoli: 7 gol, punteggi, due legni, punteggi rovesciati, all’insegna delle emozioni. Rigore per l’Empoli all’inizio, ma il Sassuolo reagisce e si porta avanti. I toscani pareggiano, poi la differenza la fa Berardi, che pareggia su rigore, colpisce un palo e segna il 4-3 finale dopo il pari di Kovalenko. Dionisi esce dalla crisi grazie al suo capitano, Andreazzoli deve rimboccarsi le maniche. Di Francesco continua a far sognare Frosinone, anche di fronte a un avversario coriaceo come il Genoa. Uno spunto del solito Soule’ e la risposta splendida di Malinoveskyi (che poi colpisce una traversa con una ‘sassata’) sembrano indirizzare il match, ma nel recupero la felice vena dei ciociari viene premiata da Monterisi. Molto equilibrio anche a Cagliari: i sardi passano con Dossena, potrebbero raddoppiare, ma poi sale in cattedra il Monza che risponde con Maric e colpisce due legni con Mota e Ciurria. Per Ranieri e’ un buon punto, ma la strada verso la salvezza e’ lunga e frastagliata.

Per Mazzarri, adesso, comincia la parte più impegnativa. I suoi ragazzi se la dovranno vedere nel giro di pochi giorni con il Real Madrid di Ancelotti per continuare a sognare il cammino in Champions, e poi con la capolista Inter per provare a risalire la classifica. La sfida successiva in campionato sarà con la Juve.

Garcia studia il PSG per battere il Milan

Si parla di Napoli “ritrovato” e di rinnovato affiatamento nello spogliatoio dopo la tempesta che ha spazzato via un po’ di certezze nei campioni d’Italia, facendo barcollare la panchina di Rudi Garcia.

L’ultimo match di Champions ha fatto intravedere una prova di carattere ma il vero esame, il tecnico francese e i suoi calciatori, lo dovranno sostenere contro il Milan domenica prossima. Milan che, c’è da scommetterci, non sarà lo stesso di ieri sera, preso a pallonate dal Paris Saint Germain, ma la partita potrebbe comunque fornire delle utili indicazioni tattiche al team di Garcia.

La squadra si gode il momento, nella giornata di relax di ieri dopo la vittoria sul campo dell’Union Berlino, il secondo successo dopo quello ottenuto a Verona in campionato. Due vittorie senza l’infortunato Osimehn, con tante nuove facce in campo di una compagine che il tecnico sta ricostruendo, puntando in primo luogo a cementare l’unione della squadra. Dopo l’infortunio di Osimhen in nazionale, Garcia ha inventato un inedito Napoli d’attacco, con Raspadori prima punta e con movimenti più centrali di inserimento nelle difese avversarie finalizzati a servire sia lui che a favorire i tiri di Zielinski. Una coppia che funziona e che si gode i riflettori, puntati ora anche su Kvaratskhelia, che sembra aver sfondato un blocco e che non si ferma più: dopo la doppietta a Verona, a Berlino si è inventato uno slalom da applausi in area tedesca servendo l’assist del gol vincente a Raspadori. “Lo ringrazio – ha detto Kvara dopo il match in cui l’Uefa lo ha proclamato migliore in campo – perché ha reso vincente il mio assist. Sono contento, è stata una bella azione. Dobbiamo continuare così, vincendo anche le prossime. Noi rispettiamo tutte le altre squadre, ma scendiamo sempre in campo per vincere e continueremo a farlo”. Sembra un guanto di sfida lanciato ai rossoneri, che nonostante la sonora sconfitta in Champions League restano un osso davvero duro nel big match di campionato.

Per il Napoli un’altra partita rispetto a quelle con Union Berlino e Verona, due squadre in piena lotta salvezza nei rispettivi campionati, dove i tedeschi hanno fatto 6 punti e 8 i veronesi: 14 punti in tutto, tre in meno di quelli realizzati dal Napoli e ben 7 in meno dei 21 del Milan.

Le indicazioni utili per Garcia arriveranno in questi giorni, durante gli allenamenti e con qualche nuvolone in meno nel cielo di Castelvolturno.

Napoli passa facile a Verona, Garcia torna a respirare

Torna a sorridere il Napoli, torna a respirare Rudi Garcia. Campioni d’Italia che passano al Bentegodi grazie a un primo tempo in cui mettono a nudo le pochezze tecniche e tattiche di un Verona “senza senso”, con Baroni che sceglie un undici improbabile. Il Napoli è un diesel, parte piano, al piccolo tratto ma quando inserisce la marcia l’Hellas si perde. Ripresa più equilibrata, Kvaratskhelia firma il tris in apertura, poi un Verona più logico e con più orgoglio trova la rete con Lazovic e pur rischiando il poker si fa più presente e minaccioso dalle parti di Meret. Parte bene il Verona, che su angolo crea un paio di buone opportunità, prima con Dawidowicz poi con Magnani. Il Napoli cresce con il tempo, guadagna campo, Lobotka diventa più centrale nel gioco dei partenopei e il tridente offensivo Politano, Raspadori e Kvaratskhelia inizia a carburare. Ci prova Raspadori su punizione, Montipò ci mette i pugni; ancora portiere di casa protagonista su una conclusione dal limite di Politano. Il Verona non riesce più a ripartire, si abbassa colpevolmente pensando solo a chiudere gli spazi davanti alla propria area. Ma il Napoli ha più qualità nel palleggio, muove palla, mette alle corde la difesa gialloblù. Una giocata sulla corsia di sinistra di Raspadori mette Politano in grado di sbloccare il match: sinistro al volo e Montipò battuto. Lo stesso Montipò riesce a non farsi superare qualche minuto più tardi, quando respinge la conclusione ravvicinata di Cajuste dopo l’assist di Raspadori. Nel finale di frazione fatale ripartenza del Napoli: Politano spezza la difesa veneta servendo sul fronte opposto Kvaratskhelia, che salta Magnani e calcia forte sul primo palo beffando ancora una volta Montipò. Baroni cambia subito ad inizio ripresa per dare la scossa ad una squadra che sembra alla deriva. Dentro Bonazzoli, Terracciano e Lazovic, fuori Ngonge, Amione e Serdar. Ad affondare la barca Verona ci pensa ancora una volta Kvaratskhelia, che sigla la personale doppietta e la terza rete dei campioni d’Italia con un contropiede mortifero a una difesa del Verona davvero mal posizionata. I padroni di casa hanno un sussulto d’orgoglio: Di Lorenzo pasticcia, Lazovic di sinistro realizza. Poi le squadre si allungano e fioccano le occasioni: Sfiora il poker Cajuste, Meret è bravo su Bonazzoli a non riaprirla del tutto. Vicino alla rete dell’ex anche Simeone e infine ancora Meret reattivo su Lazovic.

Calcio serie A, il Napoli al quinto posto dietro al Lecce. KO della Salernitana in casa

di Ettore Di Mezza.

Giunta al termine, con le partite di ieri, la quarta giornata di Serie A che ha regalato sorprese e confermato certezze.

In un sabato infuocato abbiamo assistito a due big match di altissimo livello come Juventus-Lazio e il derby di Milano Inter-Milan. La Juve si dimostra superiore alla squadra dell’ex Maurizio Sarri e prevale per 3 reti a 1; prestazione super anche dell’Inter che si dimostra sempre più dominante confermando il primo posto in classifica e schiacciando la squadra cugina per 5 a 1 in una gara il cui esito è stato chiaro fin dai primi minuti. Male invece il Napoli che riesce a regalare soltanto un’altra delusione ai suoi tifosi pareggiando 2-2 contro il neopromosso Genoa; iniziano le prime critiche nei confronti di Garcia accusato di stravolgere troppo quei meccanismi che invece con Spalletti funzionavano alla perfezione. Nelle partite della domenica bene Frosinone e Fiorentina, che passano rispettivamente su Sassuolo (4-2) e Atalanta (3-2). Pareggio invece per Cagliari-Udinese (0-0) e Monza-Lecce (1-1). Infine nel match di domenica sera una Roma super passeggia e ne fa 7 contro un Empoli sempre più spento e ancora alla ricerca della prima rete in campionato.

Ancora Lautaro Martinez in testa alla classifica marcatori con 5 goal nonostante sia rimasto a secco questa giornata; lo seguono con 4 reti Olivier Giroud e Dusan Vlahovic e alcune rivelazioni di questo inizio stagione come il neoacquisto del Lecce Nikola Krstovic e Andrea Colpani, mezz’ala del Monza, con 3 reti.

Il Torino strapazza la Salernitana all’Arechi e con un rotondo 3-0 conquista la seconda vittoria consecutiva che lo porta al quinto posto, insieme con Napoli, la Fiorentina e il Frosinone. Arranca ancora la squadra di Paulo Sousa che stecca la prima di due partite consecutive in casa, venerdì a Salerno arriverà il Frosinone, e non riesce a riscattare il passo falso di Lecce, restando sul fondo della classifica appena sopra il derelitto Empoli.

Senza reti il posticipo serale del Bentegodi, ultimo incontro della quarta giornata di serie A. Verona e Bologna non si fanno male in un match di grande fisicità e tatticismo e incamerano un punto ciascuna, dividendosi equamente anche la relativa supremazia nel gioco, con l’Hellas più attivo nei primi 45′ e i rossoblù aggressivi nella ripresa.

Al termine la telenovela Dia con il francese di ritorno a Salerno per chiarire pacificamente con la società cercando di evitare a tutti i costi pesanti prese di posizione. Da riconquistare adesso la fiducia dei tifosi che dopo aver osannato il loro bomber nella stagione precedente hanno scritto parole forti su uno striscione esposto all’Arechi in cui intimavano al giocatore di scendere in campo e di “fare il suo dovere”.

Questa la classifica marcatori del campionato di calcio di Serie A dopo i posticipi della quarta giornata – 5 reti: Lautaro Martinez (Inter) – 4 reti: Vlahovic (1-Juventus); Giroud (3 rigori-Milan). – 3 reti: Chiesa (Juventus); Colpani (Monza); Osimhen (1-Napoli); Pinamonti (Sassuolo); Radonjic (Torino). – 2 reti: Scamacca (Atalanta); Bonaventura e Gonzalez (Fiorentina); Harroui (1) e Mazzitelli (Frosinone); Retegui (Genoa); Calhanoglu (2), Mkhitaryan e Thuram (Inter); Luis Alberto (Lazio); Krstovic (1-Lecce); Leao e Pulisic (Milan); Politano (Napoli); Belotti e Dybala (1-Roma); Candreva (Salernitana); Berardi (1-Sassuolo);Ngonge (Verona). – 1 rete: De Ketelaere, Ederson, Koopmeiners, Lookman, Zapata e Zortea (Atalanta); Fabbian, Ferguson e Zirkzee (Bologna); Luvumbo (Cagliari); Biraghi, Duncan, Kouamè, Mandragora e Martinez Quarta (Fiorentina); Cheddira (1), Lirola e Monterisi (Frosinone); Bani, Biraschi (Genoa); Dumfries e Frattesi (Inter); Danilo e Rabiot (Juventus); Immobile e Kamada (Lazio); Almqvist, Di Francesco, Rafia e Strefezza (1-Lecce); Hernandez (Milan); Di Lorenzo, Raspadori e Zielinski (Napoli); Aouar, Cristante, Lukaku, Mancini, Renato Sanches e Spinazzola (Roma); Dia (Salernitana); Buongiorno e Schuurs (Torino); Samardzic (Udinese); Bonazzoli e Duda (Verona). – 1 autorete: Grassi (Empoli).

Garcia: Genoa forte, Napoli non pensi alla Champions

“Il Genoa è un’ottima squadra ma vogliamo vincere. Il nostro pensiero ora è di pensare al 100% al campionato, a questa gara. Non voglio che la squadra abbia altre cose come la Champions in testa, li voglio concentrati al 100% sul vincere questo match”. Lo ha detto il tecnico del Napoli Rudi Garcia alla vigilia del match in casa del Genoa, all’inizio di un lungo ciclo con dentro anche due match di Champions League. “Il Genoa – ha detto – è una neopromossa ma ha una grande società. L’abbiamo studiata, è una squadra solida in difesa, che ha battuto 1-0 la Lazio, non ti dà spazio. Hanno iniziato male con la Fiorentina in casa, poi hanno cambiato modulo, hanno perso a Torino ma si sono ripresi. E’ una squadra con cui dobbiamo giocare in modo molto serio e rispettarla perché nel suo stadio è dura. Non penso ci sarà ansia dai giocatori nel dopo ko con la Lazio. Ma dobbiamo essere più efficaci in attacco, fare come abbiamo giocato contro il Sassuolo, dimostrandoci anche solidi dietro. La consapevolezza la squadra deve averla, ha qualità per segnare almeno un gol più di avversario. Siamo pronti psicologicamente e ora serve essere pronti sul piano fisico da chi era in giro con nazionali”.