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Solo un pareggio tra Napoli e Spal. Gli azzurri salutano Dimaro, da venerdì saranno in Abruzzo

Un Napoli under construction quello che si è visto ieri in campo a Dimaro contro la Spal davanti a circa duemila spettatori. La squadra dovrà assumere le caratteristiche più congeniali al gioco e agli schemi del nuovo tecnico, intanto però fa vedere sprazzi di gioco e qualche soluzione nuova.

Nel primo tempo è stata schierata una formazione inedita per applicare il solito (4-3-3): Gollini; Zanoli, Ostigard, Juan Jesus, Mario Rui; Folorunsho, Demme; Elmas, Politano, Zedadka; Simeone.

E’ ancora presto per avere segnali da alcuni giovani sui quali Garcia potrebbe puntare per il prossimo campionato. I primi 45 minuti sono andati via senza sussulti. E’ nella ripresa che la partita si infiamma, per così dire, nonostante la pioggia battente che cadeva su Dimaro. Quando, cioè, il tecnico francese ha schierato i big, da Osimhen a Di Lorenzo, da Anguissa a Lobotka e Kwara. Con una interessante versione di Raspadori sulla destra a dare manforte alle incursioni del capitano e con una buona presenza in area.

E’ Anguissa a sbloccare il risultato con un gran tiro da fuori area. Dopo il pareggio della Spal con l’eurogol di Puletto che ha centrato la porta di Meret (fuori dai pali) da metà campo, il Napoli fatica a trovare spazi e geometrie. A parte una traversa piena di Kvaratskhelia, non c’è altro da segnalare.

Oggi la carovana azzurra saluterà il Trentino e si trasferirà in Abruzzo, a Castel di Sangro, per la seconda parte del ritiro estivo precampionato dal prossimo 28 luglio al 12 agosto, con quattro amichevoli internazionali in programma a partire dal 29 luglio.

Meteo, oggi e domani 16 città bollino rosso, il 26 solo 2

Oggi e domani saranno ancora 16 le città contrassegnate dal bollino rosso di allerta caldo del ministero della Salute, ma mercoledì 26 luglio si osserva un drastico cambiamento delle condizioni meteo con i bollini rossi che diventano solo due, a Bari e Catania.

Ancora per oggi e domani le 16 città in rosso sono Bari, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Massina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma. Il 26 luglio cambia il quadro meteorologico: città rosse sono Bari e Catania. Il resto delle città – sulle 27 monitorate – sono classificate con bollino giallo (16 città) e verde (9 città). Un cambiamento significativo dal 25 al 26 luglio si registra in 14 città che passano dal bollino rosso al giallo (sono Cagliari, Campobasso, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma).

Sono 4 le classificazioni del ministero: bollino verde (condizioni meteorologiche che non comportano rischi per la salute della popolazione); bollino giallo (pre-allerta. Condizioni meteorologiche che possono precedere il verificarsi di un’ondata di calore); bollino arancione (temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione, in particolare nei sottogruppi di popolazione suscettibili); bollino rosso (ondata di calore, condizioni ad elevato rischio che persistono per 3 o più giorni consecutivi).

Con il caldo si acquistano più gelati, nonostante l’aumento del 19%

Il caldo fa volare i consumi di gelato con il ritorno di coni e coppette nonostante il balzo dei prezzi che fanno registrare un aumento del 19% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat a giugno sugli effetti del grande caldo che ha colpito l’Italia. A pesare sui listini il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, a partire dallo zucchero (+47%) di cui l’Italia è fortemente deficitaria. Un andamento che non sembra spaventare gli italiani che per difendersi dall’afa consumano gelato per la pausa pranzo o lo snack. Il gelato realizza un fatturato totale di 2,7 miliardi grazie alla presenza – continua la Coldiretti –di 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone.

Nelle gelaterie italiane – sottolinea la Coldiretti – vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità. Nonostante le innovazioni ad essere preferito è il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diversi target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano. Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala ma quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco. Nelle agrigelaterie – continua la Coldiretti – è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente.

In epoca moderna – conclude la Coldiretti – la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export’ in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio.

I risultati dello studio Neuro-COVID Italy sulle complicanze neurologiche di COVID-19

Disturbi neurologici meno frequenti e nella maggioranza dei casi, risolti, spesso anche in tempi brevi, nelle ondate pandemiche successive alla prima. Questi gli esiti dello studio Neuro-COVID Italy, promosso dalla Società Italiana di Neurologia (SIN), recentemente pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Neurology, giornale ufficiale della American Academy of Neurology.

I disturbi neurologici associati all’infezione da COVID-19, chiamati collettivamente con il termine “neuro-COVID”, sono tra gli aspetti più allarmanti, controversi e meno compresi della recente pandemia. Si tratta di sintomi e malattie diverse – dall’encefalopatia acuta (ovvero un grave stato confusionale, con disorientamento e allucinazioni) fino all’ictus ischemico, l’emorragia cerebrale, le difficoltà di concentrazione e memoria, la cefalea cronica, la riduzione dell’olfatto e del gusto, alcune forme di epilessia e di infiammazione dei nervi periferici. 

Il progetto Neuro-COVID Italy ha coinvolto 38 unità operative di Neurologia in Italia e nella Repubblica di San Marino ed è stato coordinato dal Prof. Carlo Ferrarese, direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Milano-Bicocca presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza.

Lo studio, ideato dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano (Prof. Vincenzo Silani e Alberto Priori, rispettivamente direttore del Dipartimento di Neuroscienze di Auxologico IRCCS e direttore della Clinica Neurologica III, Polo Universitario San Paolo) e di Milano-Bicocca (Prof. Carlo Ferrarese), è stato presentato al Comitato Etico di Auxologico IRCCS a Milano il 26 Marzo 2020, ed è durato per un periodo di 70 settimane, da Marzo 2020 fino a Giugno 2021, con un successivo follow-up fino a Dicembre 2021.

Su quasi 53000 pazienti ospedalizzati per COVID-19, circa 2000 pazienti erano affetti da disturbi neuro-COVID e sono stati seguiti per almeno 6 mesi dopo la diagnosi, per analizzare l’evoluzione dei disturbi. 

«Lo studio Neuro-COVID Italy è stato un grande lavoro di squadra, svolto con impegno e dedizione da 160 neurologi impegnati in prima linea durante il periodo più duro della pandemia – afferma Carlo Ferrarese, coordinatore dello studio. «Lo studio è stato promosso dalla Società Italiana di Neurologia, che fin dall’inizio ha supportato tutte le attività di ricerca».

Il dott. Simone Beretta, neurologo presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza e primo autore dello studio sottolinea l’importanza dei risultati ottenuti: «Un primo dato importante è che i disturbi neuro-COVID sono diventati gradualmente meno frequenti ad ogni successiva ondata pandemica, passando da circa l’8 per cento della prima ondata a circa il 3 per cento della terza ondata. Questo indipendentemente dalla severità respiratoria del virus e prima dell’arrivo dei vaccini. La ragione più probabile di questa riduzione sembra quindi legata alle varianti stesse del virus, che passando da quella originale di Wuhan fino a Delta hanno reso il virus meno pericoloso per il sistema nervoso. Con la variante Omicron e l’uso dei vaccini, la situazione è andata ulteriormente migliorando e i disturbi neuro-COVID sono ora diventati molto rari».

Un secondo dato, riguarda il recupero neurologico nei mesi successivi all’infezione, come spiega il professore Carlo Ferrarese: «In oltre il 60 per cento dei pazienti c’è stato una risoluzione completa dei sintomi neurologici oppure la persistenza di sintomi lievi, che non impediscono le attività della vita quotidiana. Questa percentuale arriva a oltre il 70 per cento per i pazienti in età lavorativa, tra i 18 e i 64 anni».

«Non bisogna però dimenticare che – prosegue Ferrarese – in circa il 30 per cento dei pazienti, i sintomi neurologici sono durati oltre i 6 mesi dall’infezione. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda i pazienti con ictus associato all’infezione da COVID, che nelle prime ondate sono stati gravati anche da una elevata mortalità intraospedaliera. Ma anche per i disturbi cognitivi, della concentrazione e della memoria, la risoluzione dei sintomi è stata molto più lenta rispetto ad altre condizioni neurologiche, tanto da rientrare in quella che è stata chiamata sindrome long-COVID. Questa nuova sindrome è attualmente seguita in molti centri neurologici coinvolti nello studio».

Il Professor Alberto Priori, direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia e della Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Milano presso il Polo Universitario San Paolo alla ASST Santi paolo e Carlo di Milano, che con i suoi collaboratori ha descritto per primo i disturbi cognitivi associati al COVID, rileva inoltre che «se, quando e quanto l’infezione da Sars-Cov-2 potrà determinare un incremento del rischio di patologie neurologiche ad essa correlate a distanza di anni rimane ovviamente da essere studiato. Visti i dati della pandemia appena finita, i numeri potrebbero ipoteticamente essere importanti. Ciò implica che i sistemi sanitari europei oltre che le società scientifiche dovranno monitorare attentamente il quadro neuro-epidemiologico e dedicare sin da ora risorse specifiche a tale osservazione nel tempo».

«Lo studio Neuro-COVID Italy ci rende orgogliosi – conclude Vincenzo Silani – per avere intuito precocemente il coinvolgimento del sistema nervoso nella pandemia legata al COVID ed avere così determinato la raccolta dei dati nella penisola tracciando una prima valutazione dell’impatto neurologico in acuto e nel lungo termine della pandemia».

Un Presepe Pop, in mostra fino al 30 luglio presso Ekklesia le opere di Cristoforo Russo

Un Presepe POP” di Cristoforo Russo continua ad affascinare il pubblico, facendo ritorno in Campania, sua terra d’origine. Dopo la tappa primaverile a Roma, le opere del pittore vesuviano sono visibili gratuitamente presso Ekklesia per tutto il mese di luglio. Il finissage avverrà domenica 30 luglio, dalle ore 19.30, nella suggestiva corte esterna della cappella gentilizia di metà ‘700, situata alle falde del Vesuvio (precisamente a Torre del Greco), che vanta la sapiente Direzione Artistica di Toto Toralbo.

Il tema centrale della serata di chiusura sarà l'”unicità“, fenomeno tipico delle influenze della cultura popolare. L’evento sarà presentato da Giovanna Iovino e vedrà la partecipazione straordinaria di numerosi artisti, tra cui Toto Toralbo in veste di musicista, Enzo Liverino come Maestro d’Arte e Mestiere, Carmen Caccavale come ballerina, Andrea Speranza come poeta, Tiziana Ferretti come attrice di commedia dell’arte e, per concludere, il concerto di “Elvis and Friends” (dalle ore 22.00). Questa eccezionale cover band omaggia Elvis the Pelvis e incarna lo spirito del puro rock and roll, con Alfonso Cascone al microfono, Giuseppe di Donna alla chitarra elettrica, Paolo Tarallo al piano e alle tastiere, Michele Catuogno al basso e Giuseppe Collaro alla batteria.

Un presepe Pop, apparentemente fuori dalla stagione natalizia, è alla ricerca delle nostre radici e mira a una rinascita autentica del nostro puer aeternus– spiega Cristoforo Russo -. Realizzarlo qui a Torre del Greco è una conferma che tutti noi possiamo fare del bene. Proprio come accade nel presepe, un luogo in cui gli adulti ritornano bambini e i bambini si sentono adulti. Questo format considera simbolicamente il presepe attraverso una visione fantastica e accoglie un approccio POP in favore di un territorio come questo, che ha ancora molto da raccontare“.

La mostra ha raccolto il supporto di numerosi partner istituzionali e non, che hanno condiviso lo spirito benefico dell’evento a sostegno di “Mente e Coscienza” (ODV-ETS Associazione di Volontariato per le disabilità). Tra questi, va menzionata la sinergia con Tommaso Esposito, direttore del Museo di Pulcinella, con l’artista non vedente Nicola Toscano, con l’esperto d’arte Franco Barbato, con lo scrittore Salvatore Formisano, con il poeta Ciro Califano con l’attore Giuseppe Collaro, con lo storico Angelo Di Ruocco, con il giornalista Massimo Sparnelli della Fondazione Terrone, con Loredana Petrillo in qualità di ideatrice della collezione estiva “Essenceart 12” e con Michele Monetta ICRA project.

Questo innovativo progetto è stato sostenuto da Paolo Salvati Onlus, Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, Vanity Her, Colmar srl, Massimo Magurno sommelier AIS, Vinart distribuzione, la Tofa della domenica, Casa Piennolo, Poliottica e Kiron mediazione creditizia da Frattamaggiore.

I visitatori saranno accolti presso la suggestiva Ekklesia, situata in via Nazionale 686, con stimoli visivi, tattili, culinari, poetici e musicali interessanti (per l’occasione sarà possibile toccare con mano eccezionalmente le opere di Nicola Toscano realizzate in sistema Braille). L’ex Cappella, recentemente restaurata, dedicata all’Immacolata Concezione, apparteneva nel 1742 ai Signori Ferro, proprietari anche del palazzo adiacente e di una vicina masseria.

Durante questa estate e in questo luogo suggestivo, che definiamo esperienza ambientale, desideriamo che l’arte possa essere guardata, ascoltata e toccata – afferma la Direzione di Ekklesia -. Offriremo ai nostri ospiti momenti insoliti, magari sorseggiando un cocktail internazionale, il tutto all’interno del contesto della tradizione di cui siamo testimoni e portavoce. L’interattività di un ‘Presepe POP’ rappresenta tutto ciò e non solo: le tele dell’artista, attraverso i colori e le immagini, allontanano la malinconia dei tempi post-pandemici. L’autore analizza le opere dei grandi Maestri e la cronaca del proprio tempo, attraverso il caleidoscopio della commedia dell’arte (Rugantino, Meo Patacca, Pulcinella, Arlecchino, Pantalone) e le maschere provenienti da tutto il mondo (i supereroile maschere asiatiche, etc.)”.

L’ingresso è gratuito, la mostra è visitabile tutti i giorni (eccetto il lunedì).fino al 30 luglio dalle 19.00 alle 24.00.

Telese Terme ha ripreso il suo ruolo nella provincia di Benevento

Grazie alla attività dell’Amministrazione Telese Terme ha ripreso il ruolo, che si merita, centrale nella provincia di Benevento. Inizia così la nota del sindaco della città termale sannita.

“Mai prima d’ora Telese aveva avuto tanta attenzione. Anche da parte dei media, che ringraziamo, i quali stanno dedicando ampio spazio a tutte le iniziative e ai progetti che stanno prendendo forma. La stampa locale sta accompagnando il nostro processo di crescita. Ricordiamo, poi, tra gli altri servizi realizzati su Telese, l’ultimo in ordine di tempo da parte della testata regionale della Rai qualche giorno fa e, in precedenza anche da Rai Isoradio”.

“Naturalmente  – prosegue la nota – siamo pienamente d’accordo con l’avv. Di Santo quando afferma che Telese è una città bellissima e noi ci stiamo impegnando ogni giorno per tutelare ed esaltare tanta bellezza, sfruttandone tutte le potenzialità. Ci dispiace, però, che Di Santo se ne sia accorto solo adesso. Dove è stato negli ultimi 12 anni? Forse si trovava altrove, forse non era poi così interessato a Telese, o forse si era distratto rapito dal mondo virtuale dei social e sempre più distante da quello reale.

Anche l’affluenza di turisti e visitatori non ha precedenti nella storia recente telesina. Ed è dovuta anche a tutte le manifestazioni che Amministrazione, Pro Loco e privati stanno mettendo in campo, grazie ad un patto di collaborazione e di fiducia che si è stabilito tra tutti i soggetti”.

“Alle chiacchiere inutili noi rispondiamo con i fatti – dichiara il sindaco Giovanni Caporaso -. Già durante la campagna elettorale si diceva che dietro questa Amministrazione ci fosse la presenza di oligarchi. Abbiamo dimostrato che non è così. Altra cosa è confrontarsi con persone che nella vita hanno avuto successo grazie alle loro capacità. Da questi confronti scaturiscono risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Come, ad esempio, nel settore del turismo, nello sport sia per quel che riguarda le strutture e l’attrattività che l’associazionismo, nella capacità di intercettare finanziamenti. Ricordo che Telese è uno dei primi paesi in provincia di Benevento ad aver intercettato fondi PNRR. Sempre grazie all’infaticabile lavoro dell’intera compagine, Telese Terme risulta tra i 250 Comuni in Italia accreditati per fornire informazioni e assistenza sulla misura Resto al Sud, favorendo l’imprenditorialità non solo giovanile, proprio perché abbiamo a cuore i problemi che riguardano il mondo del lavoro. Dunque – conclude Caporaso – voglio ringraziare pubblicamente tutta la mia Amministrazione, ogni assessore e ogni consigliere per le rispettive competenze. Stanno dimostrando di essere veramente all’altezza. Voglio, ancora, ringraziare la Pro Loco per quanto sta facendo e per quanto farà nel corso della stagione estiva. Un lavoro di squadra, con tante idee e tanto amore per la nostra città e per la sua storia. Ritornando alle chiacchiere inutili mi piace citare i nostri antenati che dicevano ‘e chiacchiere so’ arte legia (le chiacchiere è arte leggera, evanescente, che si perde nell’aria), non serve che aggiunga altro”.

All’Ospedale Monaldi una tecnica innovativa per il trattamento chirurgico delle patologie complesse dell’arco aortico

È un intervento innovativo quello che ha salvato la vita di Carlo (nome di fantasia) da una grave malattia dell’arco aortico. La procedura è stata realizzata per la prima volta nella Cardiochirurgia del Monaldi, andando ad ampliare in modo significativo le opzioni terapeutiche all’avanguardia a disposizione dei pazienti. La storia di Carlo è però emblematica. L’uomo, 80 anni, si è rivolto al pronto soccorso del Presidio Ospedaliero CTO per un malore. Le sue condizioni sono apparse subito gravi. Ai primi accertamenti sono emersi, oltre ad un voluminoso aneurisma dell’aorta addominale sovrarenale, una trombosi parziale dell’aorta addominale e una trombosi totale del tripode celiaco e della mesenterica inferiore (due vasi che nascono dall’aorta e che forniscono sangue a gran parte degli organi addominali). Immediato, dunque, il trasferito presso l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare del Monaldi. All’angiotac total body, successivamente eseguita, è emerso, inoltre, che il paziente presentava un voluminoso pseudoaneurisma dell’arco aortico. Una patologia che consegue ad una rottura della parete aortica e che evolve verso la definitiva rapida rottura e, quindi, verso un esito infausto per il paziente. Di qui la scelta di operare in urgenza. Carlo, però, è un paziente ad altissimo rischio. La tecnica tradizionale per questa tipologia di intervento prevede che il paziente venga posto in circolazione extracorporea, arrestando il cuore, e il corpo venga portato a una temperatura di 26 gradi centigradi, di fatto fermando completamente la circolazione sanguigna e affidando alla cosiddetta “ibernazione” la protezione degli organi, incluso il cervello.

«Vista l’età e le sue gravi comorbidità, per rendere accettabile il rischio chirurgico è stato eseguito un trattamento dell’arco aortico con una tecnica innovativa di perfusione sistemica attraverso la macchina cuore-polmoni. Una tecnica che ci ha permesso di trattare con una protesi ibrida prefabbricata tutta l’aorta senza ricorrere all’ibernazione e all’arresto cardiocircolatorio che, di fatto, avrebbe messo a serio repentaglio la vita del paziente» spiega la professoressa Marisa De Feo, direttore della UOC di Cardiochirurgia generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli e Professore ordinario di Chirurgia cardiaca dell’Università degli studi della Campania “L. Vanvitelli”, che ha eseguito l’intervento con il supporto operativo del dottor Ciro Bancone.

Regolare e senza complicanze il decorso post operatorio. «Ad oggi prosegue la professoressa De Feo – questa tecnica rappresenta il primo intervento di trattamento di patologia dell’arco aortico trattato con protesi ibrida prefabbricata eseguito in perfusione sistemica continua senza arresto di circolo e senza necessità di raffreddare eccessivamente il paziente».

«Queste procedure fanno parte di un’offerta terapeutica avanzata che prevede l’utilizzo delle tecniche cardiochirurgiche più innovative, endovascolari o ibride, impiegando, dove possibile, approcci mininvasivi (ministernotomia, minitoracotomia), per il trattamento di tutte le patologie cardiovascolari» chiosa Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

Il Museo Leonardo Da Vinci e Fondazione TOG insieme per portare la realtà virtuale nei percorsi di riabilitazione

Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano sostiene Fondazione TOG – Together To Go, centro di eccellenza che offre cure riabilitative gratuite a bambini con patologie neurologiche complesse, iniziando una collaborazione volta a portare le tecnologie della realtà virtuale all’interno dei percorsi di riabilitazione del Centro.

Attraverso l’utilizzo sperimentale di tecnologie e metodologie all’avanguardia, tra cui sistemi di eye tracking per l’interazione con specifici software di apprendimento e comunicazione e l’utilizzo di tecnologie VR per la riabilitazione neurocognitiva e la salute mentale, è possibile infatti migliorare l’efficacia di alcuni protocolli per la cura di patologie neurologiche.
Il Museo rappresenta un’eccellenza tecnologica nel campo dell’innovazione e lavora da anni allo sviluppo delle strategie e dei linguaggi digitali, oltre ad essere oggi l’unico in Italia ad avere nel proprio organico un game specialist, esperto di game design e innovazione che, negli ultimi anni, ha portato la realtà virtuale all’interno delle attività museali.

Proprio la volontà di iniziare a utilizzare quest’ultima tecnologia, ha spinto Fondazione TOG a contattare il Museo per poter progressivamente adottare i visori con i bambini. Un progetto sperimentale che ha avuto inizio con un incontro pilota durante il quale Luca Roncella – Responsabile Gaming & Digital Interactivity del Museo, ha incontrato alcuni bambini tra gli 11 e i 18 anni, e ha fatto indossare loro per la prima volta dei visori.

“La partnership del Museo con TOG nasce dal desiderio di mettere a disposizione del centro di eccellenza milanese le strutture, le tecnologie e il know-how maturato negli anni dal Museo nel campo della realtà virtuale immersiva per un progetto di VR for Good. L’iniziativa si articolerà nel tempo attraverso una serie di step congiunti con l’obiettivo di implementare l’utilizzo di queste tecnologie per la riabilitazione e il benessere dei piccoli pazienti del Centro. È con grande entusiasmo che abbiamo aderito a un progetto così innovativo, che vede la tecnologia e le professionalità al servizio di una sperimentazione in cui la realtà virtuale esce dai confini più abituali di medium per l’intrattenimento, la cultura e l’arte, diventando strumento di riabilitazione e utilità sociale”, spiega Luca Roncella.

“Siamo sinceramente onorati di poter collaborare con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Da tempo il nostro staff sanitario ha avviato un percorso di studio e approfondimento sulle potenzialità che la VR e le tecnologie immersive possono avere nel percorso riabilitativo dei bambini del Centro TOG. Siamo grati che il Museo voglia accompagnare la Fondazione in questo percorso, mettendo a disposizione il proprio sapere, le proprie competenze e i propri spazi in un’ottica di scambio reciproco, di innovazione e di ricerca”, commenta Antonia Madella Noja, Segretario Generale Fondazione TOG.

I prossimi passi saranno l’organizzazione di una serie di incontri di formazione, a cura del Museo, rivolti ai terapisti di Fondazione TOG in cui accompagnarli nell’utilizzo dell’hardware, della curatela e della selezione di contenuti in realtà virtuale idonei con le esigenze e gli obiettivi di riabilitazione, nella realizzazione di attività di diffusione della cultura scientifica e tecnologica, di formazione e ricerca su argomenti di comune interesse e nell’organizzare, qualora possibile, visite e/o attività al Museo per i piccoli pazienti del centro.

A Ottaviano il consiglio itinerante del Gruppo Piccola Industria

Unione Industriali Napoli, col suo Gruppo Piccola Industria, e Banca Popolare Commerciale siglano un’intesa finalizzata alla concessione di specifici vantaggi agli iscritti all’Associazione imprenditoriale.

L’accordo sarà firmato domani, mercoledì 19 luglio alle 17.00, a Ottaviano presso l’Istituto Statale “Luigi De’ Medici” (via Zabatta 19) dal Presidente di Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, dal Presidente del Gruppo Piccola Industria dell’Unione Industriali, Guido Bourelly, e dal Presidente di Banca Popolare Commerciale, Giuseppina Nappo.

Per l’occasione il Gruppo Piccola dell’Unione Industriali terrà il suo primo Consiglio Direttivo Itinerante, allargato a tutti i soci. Una nuova modalità di confronto con la base associativa finalizzata a rafforzare la partecipazione degli iscritti alla vita dell’Unione Industriali. Nella stessa direzione, sarà annunciata la costituzione dei primi Raggruppamenti Zonali dell’Unione Industriali Napoli, nati per agevolare il dialogo tra le imprese e gli enti locali, nonché per consolidare le strategie dell’Unione per la promozione economica e sociale del territorio.

Pmi, credito agevolato e finanza alternativa: la Campania fa scuola in Italia

Rendere più efficienti una serie di attività operative a supporto delle imprese italiane: è l’obiettivo del nuovo Protocollo di intesa siglato tra Anfir, l’Associazione nazionale delle Finanziarie regionali e Cassa Depositi e prestiti.  L’accordo  – che rinnova un Protocollo firmato nel 2020 – definisce precisi ambiti di collaborazione: interventi di credito agevolato, attraverso l’attivazione di misure regionali a valere sul FRI – Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca, sulle orme dell’analoga esperienza avviata in Campania con lo Strumento Finanziario Negoziale (SFIN); strumenti di finanza alternativa , attraverso l’attivazione di Basket Bond regionali, anche qui sul modello delle misure già avviate con successo da Regione Campania e Puglia (Garanzia Campania Bond e Basket Bond Puglia); interventi di “private capital”, attraverso la definizione di linee di investimento in strumenti promossi dalle parti. E ancora: interventi di garanzia in modalità “tranched cover” (garanzie di portafoglio), uno strumento di ingegneria finanziaria che permette alle imprese ammesse ad agevolazione di beneficiare di migliori condizioni di accesso al credito ottenendo tassi di interesse migliorativi rispetto all’andamento del mercato. In particolare, il Protocollo prevede l’attivazione di iniziative di “fund raising” per la costituzione – per il tramite di CDP – di una sotto-sezione del Fondo di Garanzia per le Pmi volta ad incrementare lo spessore della tranche junior di portafogli di finanziamenti garantiti (vale a dire la quota del portafoglio che sopporta le prime perdite registrate); o anche iniziative di garanzia di prima perdita, con possibile utilizzo di fondi comunitari e regionali, su portafogli di nuovi finanziamenti, allo scopo di sostenere le imprese beneficiarie di agevolazioni regionali concesse a fondo perduto per la realizzazione di programmi di investimento. Per veicolare tutte queste iniziative, Anfir e Cdp potranno organizzare eventi, seminari, momenti divulgativi, formativi e informativi a supporto delle attività delle Finanziarie regionali.

La Campania ha fatto da apripista in Italia con due misure agevolative a sostegno della competitività delle imprese regionali. Prima con Garanzia Campania Bond, un’alternativa concreta al tradizionale canale bancario, che ha avuto il grande merito di avvicinare alle Pmi il mercato dei capitali che a livello mondiale, ed europeo in particolare, ha sempre privilegiato operazioni non compatibili con la nostra struttura produttiva – dice Mario Mustilli, presidente di Sviluppo Campania e membro del Comitato Direttivo di Anfir-. Poi con SFIN, un nuovo strumento finanziario a supporto degli investimenti produttivi nei settori strategici che si è avvalso del Fondo Rotativo per le Imprese, impiegato per la prima volta su base regionale. La volontà di replicare tali misure nelle altre regioni  – aggiunge Mustilli –  è per noi motivo di grande orgoglio e ci conferma la straordinaria efficacia di due strumenti che hanno saputo intercettare le reali esigenze delle imprese, tra l’altro, nel pieno di una difficilecongiuntura socio-economica generata dalla pandemia”.